martedì 12 giugno 2007

Il vicolo cieco della violenza


Giungono sempre piu' preoccupanti le notizie della violenza che si e' scatenata nei territori palestinesi fra Hamas e Al Fatah. I miliziani di Hamas hanno infatti attaccato oggi la sede delle forze di sicurezza di Fatah a Gaza, scatenando una vera e propria battaglia. Mentre il presidente Abu Mazen parla di tentativo di golpe da parte di Hamas per screditare l'Anp, e ritira al Fatah dal governo di unita' nazionale, la violenza ha gia' causato almeno 26 vittime e numerosi feriti.
In risposta anche i blindati delle forze fedeli al presidente sono scese in campo. La gente ha disertato le strade, i negozi sono chiusi, nessun civile esce piu' di casa. Siamo ormai sull'orlo di una guerra civile.

Dal Dicembre 2006, innescata dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni Palestinesi in Gennaio, e' ormai in corso una lotta anche militare per la conquista del potere da parte delle frange militari di Hamas, che le forze fedeli al presidente dell'Anp non sono state in grado di fermare. Questa volta neppure la mediazione egiziana, che negli ultimi mesi era riuscito a limitare gli scontri, e' riuscita ad arginare la deriva.

Hamas appare dunque determinata a imporre con la forza la propria supremazia nella Striscia. Quella della forza e della sopraffazione è pero' senz'altro una scelta senza via d’uscita, che oltretutto rafforza, nell’immediato, il nemico di sempre Israele. E' il tentativo disperato di trovare nella violenza, dentro e fuori i propri confini, la soluzione della questione Palestinese, che pero' complica ancora di piu' la gia' difficile e tesa situazione. Le conseguenze sull'intero assetto della regione Medio-Orientale saranno pesantissime. Il pericolo e' di dover tornare ancora indietro dai ben pochi passi avanti fatti in tanti anni.

Proprio ieri Solana diceva: "Nonostante sia facile cadere nel pessimismo, preferisco il cammino alternativo: quello dell'ottimismo, dell'impegno e della dedizione alla pace. Cogliamo l'opportunità che ci si presenta. Non dobbiamo vacillare. Sappiamo di non poter trovare una soluzione a tutti i problemi in poche settimane o mesi. Ma, mentre celebriamo il 40esimo anniversario della guerra dei Sei Giorni, dobbiamo convincerci del fatto che ora le condizioni per cambiare l'orizzonte politico e far progredire il processo di pace esistono. Non dobbiamo lasciarci sfuggire questa occasione." Speriamo che quell'orizzonte non sia definitivamente tramontato dietro i muri e le armi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per i credenti, la prima necessità è tanta, buona preghiera. Per tutti, la priorità è un rinnovato impegno, nel limite delle possibilità di ciascuno. Ed anche un post può contribuire, se Dio vuole.
Pace su di te.

beffatotale ha detto...

Grazie Abdel, pace su di te e soprattutto sulla martoriata Palestina.