Primo Marzo 2010: Sciopero degli stranieri
Non volete immigrati tra i piedi? Benissimo: provare per credere. Che cosa accadrebbe se i 4 milioni di immigrati presenti in Italia incrociassero le braccia per un giorno? Cosa succederebbe se migliaia di infermieri, pizzaioli, muratori semplici e specializzati, saldatori, mulettisti, badanti, baby sitter, cassiere, capireparto, artisti, mediatori culturali ed educatori, addetti alle pulizie negli uffici, custodi e concierge, camerieri, operatori turistici, centralinisti, magazzinieri, operatori informatici, insegnanti, medici, politici, opinionisti, giornalisti…si fermassero tutti insieme? E cosa succederebbe se insieme a loro si fermassero studenti medi e universitari, casalinghe, liberi professionisti dell’edilizia, dei trasporti privati, dei settori dei servizi? E se a questi si aggiungessero anche i loro colleghi italiani, impiegati negli stessi settori, partecipi delle stesse attività, accomunati dal senso di squilibrio e disuguaglianza che colpisce tutti? Probabilmente ci sarebero centinaia e centinaia di bambini e anziani improvvisamente senza assistenza, ma anche ettari ed ettari di terreni abbandonati e molti altri disagi. Basterebbero dunque poche ore di sciopero generale dal lavoro e dai consumi per affermarsi come lavoratori e come persone. E per costringere tutti a riflettere sulle vere emergenze del nostro Paese (la corruzione, la precarietà, lo spreco, l'assenza di politiche sociali...).
Il 1 maggio del 2006 negli Stati Uniti si sono fermati 12 milioni di persone, la stragrande maggioranza di origine ispanica e senza permesso di soggiorno, per protestare contro l’introduzione nell’ordinamento legislativo americano del reato di clandestinità. Lo stesso reato introdotto dall’Italia ad agosto di quest’anno. Nadia Lamarkbi, una giornalista di origine marocchina, ha lanciato in Francia, nel suo Paese, la proposta di una giornata senza immigrati: il primo sciopero degli stranieri che dovrebbe celebrarsi il prossimo 1 marzo. Quel giorno, i lavoratori immigrati dovrebbero astenersi dal lavoro e tutti gli altri (disoccupati, casalinghe, studenti) dalle comuni attività di consumo (acquistare cose, prendere i mezzi pubblici). L'obiettivo è rendere evidente il danno e il disagio che la società verrebbe a soffrire se tra le sue maglie non ci fossero gli immigrati.
Daimarely Quinterno, cubana, e Stefania Ragusa, giornalista italiana, dopo aver letto la notizia, hanno deciso di formare un gruppo su Facebook per provare a organizzare una giornata analoga anche in Italia. Il gruppo è stato creato e in poche ore ha già raccolto migliaia di adesioni, persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico, immigrati, discendenti di immigrati e autoctoni, accomunati dalla consapevolezza di quanto sia importante, da un punto di vista sociale, culturale e economico, l’apporto dell’immigrazione al nostro Paese. Il gruppo si chiama Primo marzo primo sciopero degli stranieri in Italia, e invito tutti ad iscriversi.
Cosi' Stefania Ragusa sul blog della manifestazione: "In questa battaglia dobbiamo essere insieme: chi è straniero, con o senza permesso di soggiorno deve assumersi la responsabilità di non farsi calpestare, di affermare la propria dignità umana e morale; chi è italiano, con più o meno senso civico, deve assumersi la responsabilità di non lasciarsi rubare la società migliore che possa desiderare per sé e per i propri figli. Non tutti hanno la forza di intraprendere un cammino politico, né credo sia necessario che tutti lo facciano, ma ci sono momenti in cui un gesto semplice sostiene e dà la spinta per un grosso cambiamento e in questi momenti è necessaria la presenza di tutti: lamentarsi non serve a nulla, scappare è sciocco, fare finta di niente è un grosso errore. Fermiamoci il 1 marzo 2010"
4 commenti:
grazie per questa segnalazione! Ho pubblicato il link sulla nostra pagina di Facebook
Grazie a voi per idea e impegno!
Mi par una cosa splendida.
Vediamo di organizzarla bene.
Appena rientriamo dalle pause, pubblico e diffondo!!!!
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