La grande paura e' finita
Possiamo finalmente togliere i sacchi di sabbia dalle finestre. Come ci spiega il rapporto Demos in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della sicurezza, nell'ultimo anno si è ridotta sensibilmente la percezione della minaccia prodotta dalla criminalità a livello nazionale e soprattutto nel contesto locale. Dai sondaggi emerge che oggi il problema più urgente per il 31% degli italiani è la criminalità comune. Un anno fa era piu' del 40%. Il 21% indica l’immigrazione, 5 punti meno di un anno fa. Gli immigrati stessi sono considerati “un pericolo per la sicurezza” dal 36% degli italiani: quasi 15 punti percentuali meno di un anno fa e 8 rispetto allo scorso maggio. Il legame fra criminalità comune, sicurezza e immigrazione che, negli ultimi anni, è apparso inscindibile, agli occhi dei cittadini, oggi sembra essere se non sparito drasticamente calato.
Merito del Governo e della sua Emergenza? Tutt'altro: gli sbarchi dei clandestini, ad esempio, sono raddoppiati nel 2008 rispetto all'anno precedente, e i reati erano gia' in calo prima di Berlusconi. Come sempre piu' spesso avviene, non sono i fatti ad aver cambiato le opinioni ma al contrario le opinioni si sono separate definitivamente dai fatti. Se infatti da un lato la paura dei cittadini si e' spostata sulla crisi economica (e invece dei campi Rom si bruciano i poveracci per esorcizzarla), dall'altro la ricerca spiega dati alla mano come sulla programmazione dei telegiornali di prima serata ci sia stata una forte crescita di notizie sulla criminalità comune nell'autunno di un anno fa e un successivo declino, particolarmente rapido dopo maggio. Il peso delle notizie "ansiogene" è risultato, udite udite, nettamente più elevato sulle reti Mediaset. Oggi semplicemente spaventare la gente non paga piu', se non si e' capaci con poche migliaia di soldati per strada di fronteggiare i veri problemi. Cosi' Michele Serra sull'Amaca di Repubblica:
Ci sono cose che già si sanno, o perlomeno si intuiscono. Ma vederle nero su bianco, confermate e dimostrate, lascia ugualmente di stucco. Ieri questo giornale ha dato giustamente largo spazio a uno studio realizzato dall’istituto Demos in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Lo studio dice questo: la paura del crimine, che tanta parte ha avuto nell’ultimo esito elettorale, non si fonda su dati reali. I crimini sono in calo. In aumento esponenziale, invece, è stata la quantità di cronaca nera diffusa dalla televisione: i telegiornali Mediaset al primo posto, il Tg3 il meno zelante in questo mercato dello spavento. L’overdose di notizie ansiogene riguarda l’intero 2007 e il primo semestre del 2008. Negli ultimi mesi (dopo le elezioni) la cronaca nera nei telegiornali è drasticamente scemata. Lo studio aggiunge, ed è quasi pleonastico, che paura e insicurezza sono sentimenti direttamente proporzionali al numero di ore che si trascorrono davanti alla televisione. Chi ne vede molta è spaventatissimo. Chi ne vede poca lo è assai meno, probabilmente anche perché esce più spesso di casa e ha dunque modo di farsi un’idea reale, empirica e personale, di quello che accade. Che la paura fosse un’arma politica già lo si sapeva. Che la sua diffusione fosse così sapientemente pilotata lo si poteva solo sospettare. Ora è una certezza.
1 commento:
Daltronde non aprire i Tg con notizie sulla criminalità aumenta il senso di sicurezza dei cittadini.
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