venerdì 23 novembre 2007

Aspettando Godot o preparando la valigia


C'e' un'altra fuga di cervelli dalle nostre Universita' e Istituti di Ricerca. Non solo chi, come me, e' costretto a spostarsi all'estero per vedere riconosciute le sue qualita' e competenze. Per avere anche solo la possibilita' di mettere in pratica, in un paese estero, la formazione che ha avuto la fortuna di ricevere grazie al gentile sostegno dei contribuenti italiani. Molti altri invece non possono permettersi di emigrare, e sono costretti a cercare un'altra strada visto che l'alternativa sono anni precari in attesa di un concorso o di un finanziamento che non arriva mai, che forse, ma anche, eppure. In questo campo, nonostante mille promesse, si continua ad improvvisare da troppo tempo, tra blocchi delle assunzioni e stabilizzazioni di massa che non fanno che aumentare le code, il precariato, il baronismo. Sarebbe necessario invece che le opportunità di carriera di un giovane fossero definite in largo anticipo, come avviene in molti paesi, e che il merito piu' che l'anzianita' e il servilismo fossero premiati al momento dell'assunzione di nuovo personale. Ad esempio mediante la distribuzione di risorse in base alla produttivita' degli istituti e dei singoli gruppi, come avviene qua in Germania. Ma ormai nelle nostre Universita' e Istituti non c'e' piu' posto neppure per i raccomandati, figuriamoci per i capaci.
Suro, gia' intervenuto piu' volte su questo blog, mi invia a questo proposito il suo intervento al ritiro del premio dell'Associazione Termotecnica Italiana:

Innanzitutto un doveroso ringraziamento per un riconoscimento gradito quanto inatteso, proprio oggi che è il mio compleanno. Non capita spesso nell'università italiana di ricevere un premio per una pubblicazione. E per di più davanti ad una così rinomata platea che mostra ciò che, fino a meno di un anno fa, ho talvolta sperato - ingenuamente - di diventare.
Non posso certo nascondere che quando ho scoperto di essere il vincitore, ho provato un velo di amarezza: meritavo un premio per la miglior pubblicazione su rivista degli ultimi 2 anni ma non un contratto di lavoro. Le due affermazioni, apparentemente antitetiche, sono ahimè specchio della nostra nazione: forse sono nato nel paese sbagliato, o forse il destino si muove sustrade imprevedibili - "le vie del Signore sono infinite" direbbe il Prof. Facchini. [...]
Personalmente, non provo alcun rancore per un mondo accademico che mi ha costretto ad allontanarmi. Ho comunque avuto per 6 anni la possibilità di imparare moltissimo e di crearmi un vasto bagaglio di competenze che vanno ben oltre i criteri di progettazione delle macchine.
Credo infatti che l'università non debba sentirsi in debito con chi come me ha avuto comunque occasione di una formazione elevata, ma con chi questa occasione non l'ha avuta ne l'avrà - penso ai tanti manovali ventenni che trovo nei cantieri dove svolgo ora la mia attività ispettiva - e con le cui tasse sopravvivono (male) le nostre facoltà. A loro dedico questo premio.

Auguri di Buon Compleanno al Suro!

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