Aria di vetro
Giornata di freddo e vento pungente qua a Monaco. Sara' per questo che da stamani, mentre pedalavo tra gocce di pioggia oblique come lamette, mi si e' piantata in testa questa poesia. Parla in realta' di una giornata tersa, e per questo quasi sospesa tra il caldo, il sole e il silenzio. Ma mi piace pensare che mai aria e' piu' di vetro come quella che taglia la mattina tedesca, affrontata a cavallo della bici. Forse e' per questo che a nulla e' servito voltarmi all'improvviso almeno una decina di volte. O forse perche' da dietro si precipita il futuro, e non il nulla e il vuoto. Mi appunto pero' il testo, per ogni evenienza, dopo essermi riletto il commento di Italo Calvino.
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
- arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
- il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
- di me, con un terrore di ubriaco.
- Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
- alberi case colli per l'inganno consueto.
- Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
- tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
E. Montale, da Ossi di Seppia
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