Quale legge elettorale?
Di questi tempi si fa un gran parlare della nuova legge elettorale che dovrebbe superare il capolavoro del "porcellum" varato nella scorsa legislatura. La discussione e' serrata, in quanto ogni forza politica cerca di spingere per un sistema che possa premiare o preservare il piu' possibile la sua rappresentativita', piu' che cercare di individuare modalita' condivise che possano portare a una matura e stabile evoluzione del nostro sistema politico. E, come spesso accade, si discute quasi unicamente di quale modello straniero importare a scatola chiusa in Italia, senza preoccuparsi delle peculiarita' del nostro paese. Non solo, senza preoccuparsi delle diverse forme politice in vigore negli altri, e che le rispettive leggi elettorali sono chiamate a bilanciare. Forme ovviamente molto diverse da quelle presenti in Italia, come il presidenzialismo fortissimo in Francia, il numero di deputati variabile in Germania, o gli ampi poteri del primo ministro in Spagna.
Su Lavoce.info c'e' una esauriente presentazione dei principali modelli elettorali in discussione, evidenziando le difficolta' della loro importazione acritica, e gli sbilanciamenti che si andrebbero a introdurre. Si propone anche una proposta alternativa del costituzionalista Salvatore Vassallo, ripresa dallo stesso Veltroni qualche giorno fa, a mio modo di vedere molto equilibrata, che cerca di conciliare la rappresentativita' con i piccoli partiti e la governabilita' del paese, mantenendo un bipolarismo che eviti pero' per quanto possibile il formarsi di ampie ed eterogenee alleanze prive di coesione programmatica. Il sistema proposto inoltre si presta assai bene ad effettuare la scelta dei candidati mediante primarie di partito, in modo da consentire agli elettori di giudicare la qualità dei singoli candidati. Un accordo possibile?
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