Ero straniero
Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui forestiero e non mi accoglieste, ignudo e non mi rivestiste, infermo e in prigione e non mi visitaste" (Mt 25, 41-43)
Nelle tiepidissime parole del presidente della CEI riguardo all'acutizzarsi nel paese di tensioni razziste e xenofobe, e della risposta unicamente reazionaria dell'attuale governo, c'e' solo spazio per un vaghissimo richiamo a un generico "tener alto il livello dei diritti della persona", l'invito a evitare "enclave e ghetti" ma non i manganelli, la speranza di non specificate "buone politiche volte all'integrazione", e la sottolineatura della coscienza tranquilla della Chiesa grazie alla Caritas, alla Fondazione Migrantes e altre strutture di volontariato. Un po' poco, un po' troppo poco. Capisco la soddisfazione degli alti prelati per una scuola che grazie al nuovo governo da loro supportato va verso "un’effettiva libertà, pluralità e autonomia anche economica", per la prossima bocciatura di ogni intervento sulla legge 40 che comportava "oggettivamente il rischio di promuovere una mentalità eugenetica", e per tutti gli obiettivi raggiunti nel tentativo di conservare le posizioni di potere e di controllo di una gerarchia che crede ancora di guidare una Chiesa di massa e di maggioranza nel paese e nel mondo. Eppure e' valsa la pena barattare per questo i principi basilari del messaggio Cristiano? Vale la pena continuare a sostenere un governo espressamente razzista e xenofobo, limitandosi a invocare timidamente buone politiche senza condannare la deriva che sta portando il paese su un crinale pericolosissimo, fatto di coltellate ai figli gay, pallottole fai da te contro il rapinatore, moltiplicarsi di raid neonazisti, lager legali e mortali per i nuovi schiavi venuti dal sud? Vale la pena combattere senza quartiere la richiesta di diritti civili visti come minaccia per la famiglia tradizionale, e distogliere lo sguardo quando misure sprezzanti dei diritti e della dignita' dei nostri fratelli migranti sono gia' nella pratica motivo e alibi per gravissimi fatti di cronaca? Certo, la Chiesa non e' tutta qua. Ci sono alla base preti e laici cristiani che fanno sentire la loro voce e la loro opera. Ma ci sono anche preti come quello della mia parrocchia fiorentina che invece di sforzarsi di essere esempio di accoglienza e di carita' pensano di costruire con le offerte dei fedeli staccionate intorno ai sagrati delle chiese, per trincerarsi ed evitare che i disperati che li usano come tetto sporchino con i loro bisogni le sacre mura. Quando basterebbe non dico accoglieri nei locali riscaldati al di la' di quelle stesse mura, ma semplicemente montare un bagno chimico la' accanto. In una Chiesa ormai minoranza, che mai come oggi ha il compito di farsi missionaria e profetica col suo esempio, molti cristiani stanno sempre piu' stretti nelle linee indicate da una gerarchia sempre piu' lontana dallo spirito del Concilio, dal suo popolo, dalla storia e sempre piu' pericolosamente dalla radice del messaggio di Cristo. Uno scisma sommerso, come il professor Piana, presidente dell'Associazione Italiana dei Teologi Moralisti e docente dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Urbino, l'ha chiamato in un recente incontro organizzato dal gruppo Lettera alla Chiesa Fiorentina. Su questo scollamento e sul processo involutivo di allontanamento dall spirito Conciliare, consiglio caldamente di scaricare il suo intervento in formato mp3. Perche' parlarne e confrontarsi e' il miglior modo per fare emergere questo scisma, per farsi lievito invece di polemica marginale e non costruttiva. Non per dissenso ma per la ricerca di un senso. Per costruire una Chiesa che senza titubanze possa far sue, senza ambiguita' e titubanze, le parole di Don Milani: "... se voi pero' avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro' che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri miei stranieri ..."
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