venerdì 19 dicembre 2008

Presto e Bene


La mozione presentata da 10 membri (Giovanni Bachelet, Mario Adinolfi, Olga Bertolino, Cristina Comencini, Pier Giorgio Gawronski, Teresa Marzocchi, Martina Simonini, Luca Sofri, Nando Dalla Chiesa e Giulio Santagata) alla Direzione Nazionale del PD questo pomeriggio, la stessa in cui Latorre e Bassolino si arrampicavano sugli specchi, e Veltroni invocava cambiamento chiedendo soltanto maggiori poteri per se'.

È un momento difficile per il Partito Democratico e per il suo progetto. Le sue difficoltà si riassumono nella distanza fra le intenzioni di rinnovamento, democrazia, partecipazione alla base del progetto originario ed effettiva costruzione del partito dalle primarie del 2007 ad oggi.
Chiediamo che oggi il PD riparta da quelle intenzioni, offrendo ai propri elettori garanzie capaci di ricostruire un rapporto fortemente compromesso: le persone affezionate alle sorti della sinistra in Italia si sentono travolte e spaesate e percepiscono come sempre piú ampia la distanza tra fiducia accordata un anno fa e immagine attuale del partito: apatico, inefficace, governato da egoismi e dissensi personali e di corrente.
Non è questo il PD per il quale hanno votato, non è quello che doveva e deve essere. Il PD non deve essere un cappello di rinnovamento appoggiato su strutture, meccanismi e politiche ereditate da altri partiti, altre storie, altri tempi. Non deve essere un organismo ancora centralista e sempre meno democratico. Non deve essere la ripetizione di schemi anacronistici e perdenti. Se oggi c’è una questione morale nel PD, è quella di far bene, democraticamente, una politica di sinistra, raccogliendo il consenso degli elettori grazie a un progetto efficace e vincente: è la cattiva politica ad alimentare la corruzione, è quella buona a tenerla lontana.
Per queste ragioni:
  • Chiediamo una discussione sull’attuale governo del partito, attualmente affidato a due soli organismi (coordinamento e governo ombra) integralmente nominati dal segretario, però sulla base di spartizioni ed equilibri correntizi.
  • Chiediamo che sia rivalutata e utilizzata l’assemblea; e che eventuali modifiche allo statuto siano comunque discusse solo attraverso l’assemblea.
  • Chiediamo la democrazia interna, l’organizzazione e l’avviamento di strutture intermedie e territoriali.
  • Chiediamo, cioè, che siano rispettati statuto e codice etico del PD, spesso violati o ignorati: organi (come questo) convocati senza ordine del giorno, in orari spesso insostenibili; conflitti d’interesse piccoli e grandi.
  • Chiediamo che sulla prossima scadenza elettorale –le europee– la volontà di rinnovamento e di costruzione di una nuova classe dirigente passi attraverso due scelte chiare e visibili:
    • Mantenere le preferenze, rifiutando qualunque modifica all’attuale legge elettorale tale da limitare la scelta dei candidati da parte dei cittadini.
    • Evitare pensionamenti eccellenti selezionando candidati giovani sulla base di competenze e capacità da mettere alla prova della politica europea
  • Chiediamo che il PD resti fedele alla scelta delle primarie, che rinneghi le sventate marce indietro delle ultime settimane, garantendo forza e legittimazione popolare ai propri leader e candidati.

In nome di questa legittimazione chiediamo a Walter Veltroni che trovino in lui condivisione e garanzia le nostre richieste, comuni ai molti che in questi mesi hanno cercato invano di riconoscere nell’immagine pubblica del PD e nelle sue scelte il progetto in cui hanno creduto e tuttora vogliono credere.

Si puo' fare? Io sto con i 10. Peccato sia finita cosi'.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso fare il solito rompicazzo? La parte mi viene bene.

Ecco, il proclama e' pieno di "chiediamo, chiediamo, chiediamo", ma non si specifica cosa succede se la risposta non arriva o non e' quella giusta, come e' avvenuto nell'ultimo decennio.
Inoltre il verbo chiedere...ma non e' evidente che ci si pone sempre nella posizione ribaltata?!?
La base chiedere?!?! ma scherziamo?
Ma chi e' il padrone?!
Forse e' solo da qui, da lontano, che si vede che gli italiani si pongono sempre nella posizione del suddito, col cappello in mano a chiedere (appunto) quello di cui hanno diritto.
Forse quando il candore finalmente sparira' ci saranno meno richieste e piu' pretese, perche' il padrone mica chiede, il padrone pretende e se non ottiene sono guai.

beffatotale ha detto...

Direi che sono d'accordo di principio. Ma c'e' da considerare che sono a una riunione programmatica e non alla guerra, quindi intanto si chiede, poi si vedra'. Piuttosto sono d'accordo con te che il tutto sara' puntualmente ignorato, e niente succedera'. Purtroppo in pratica il povero Bachelet puo' essere solo mangiato vivo dalle cariatidi, perche' il resto della base o se ne frega, o assiste attonita o migra schifata. Se poi guidati da Der Pilger ci organizziamo per tempestare le cariatidi di uova marce nei prossimi giorni io ci sono...

Anonimo ha detto...

Piuttosto sono d'accordo con te che il tutto sara' puntualmente ignorato, e niente succedera'.

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E questa non la chiami una dichiarazione di guerra?

Inoltre:

Se poi guidati da Der Pilger ci organizziamo per tempestare le cariatidi di uova marce nei prossimi giorni io ci sono...
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Secondo me vai benissimo senza guida, a me piace fare l'eminenza grigia, il rompicazzo, quello col culo al caldo per intenderci.
Le tre volte che ho provato a fare la guida le uova me le sono prese io.

beffatotale ha detto...

Come, tiri il sasso e ritiri la mano? Vergogna!

Anonimo ha detto...

Veramente si parlava di uova e non di sassi.
Comunque apprezza l'umilta' di chi, sapendo di non rappresentare i ggiovani, si tira indietro e lascia tirare i teneri virgulti.
Se vuoi mi occupo del puntamento.