Tregua olimpica
Esplode nuovamente in varie parti del mondo la violenza e la repressione di chi chiede pace, democrazia, autodeterminazione. Mentre gia' si spara in Kosovo, dopo la Birmania (questa la situzione dopo che il paese e' uscito dalle cronache), e' la volta del Tibet. Una questione e un'occupazione da troppo tempo irrisolta. Ancora una volta, dove la non-violenza e la resistenza passiva non servono a sbloccare la situazione e a mobilitare il mondo (a proposito, che ne e' dei Sarawi?), si torna alla violenza e alle armi. Il tutto nell'ipocrisa dell'occidente, che a parole condanna la violenza e la repressione, ma che per difendere i propri interessi non prende neppure in considerazione l'idea di mandare un messaggio forte disertando i giochi olimpici di Pechino. Giochi che francamente appaiono quantomeno grotteschi in quel paese e in questo momento. Se i governi non fanno niente, qualcosa lo possiamo fare noi. Turn off Pechino.
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