martedì 6 maggio 2008

La macchina del tempo


Come qulcuno dei (3-4) fedelissimi lettori avra' notato, da qualche tempo scrivo sempre piu' malvolentieri su questo blog. Non mi serve neanche piu' da valvola di sfogo. Come diceva qualche giorno fa Erri De Luca, mi sento come uno spettatore davanti a una rappresentazione. Una rappresentazione dell'Italia che si ferma e torna indietro nel tempo di 7 anni. Tutto e' gia' visto, gia' sentito, gia' digerito. Tutto, qualunque bestialita', ingiustizia, sopruso. Non vale nemmeno la pena di parlarne.
Con Berlusconi che mette in piedi un'improbabile squadra di governo per la quarta volta; Fini che torna fascista dopo averci illuso che il mondo, dopotutto, avesse cominciato a girare al contrario; i ricchi sempre piu' ricchi, che al massimo si vergognano di farlo sapere; i poveri sempre piu' poveri e affamati dalla benzina dei ricchi di cui sopra, nonche' decimati dalle catastrofi; e dove i poveri hanno alzato troppo la testa si cerca prontamente di farla ripiegare.
La speranza ricacciata tra le illusioni, e la paura a dominare le relazioni, a scatenarsi in gesti inconsulti e tragici. Mi scrive un amica da Verona "Mi sono svegliata stamattina e ho sentito alla radio tedesca che il povero ragazzo veronese non ce l’ha fatta. Una profonda tristezza mi ha riempito il cuore. Potevo essere io poteva essere chiunque di noi al suo posto". A me invece ha colpito che di questo passo, con questo clima, con questa politica, potevo esserci io poteva esserci chiunque di noi dall'altra parte, a sferrare quei calci per una sigaretta. Mi ha colpito che qualcuno invece di capire, di domandarsi, possa invece giustificare, confrontare, utilizzare quanto e' successo. Mi ha colpito che invece di andare in avanti continuiamo a voltarci indietro. A chi ha gia' deluso, ma in fin dei conti e' meglio di chiunque verra', perche' noi siamo il paese del "si stava meglio quando si stava peggio", del "chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quello che trova". Mi ha colpito che la politica invece di camminare avanti e indicare la strada si affanna dietro alle nostre ansie e paure, usandole per reiterare il proprio potere e la propria autorita'. E allora largo ai presidenti della camera per i quali chi brucia bandiere e' peggio di un assassino, salvo poi essere alleato con chi si vorrebbe pulire il sedere con il Tricolore e che in tutta tranquillita' giura poco dopo di servire la Repubblica. Largo a Calderoli ministro, quello che "dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi". Ministro della "delegificazione", perche' loro distruggono, non semplificano, in vista di un mitico far-west e della giustizia fai da te, come a Verona, dove finalmente sono i piu' forti a comandare. Ma anche nel PD gia' si propone di tornare all'Unione, gia' cominciano le rese dei conti tra i caminetti del PD, dimenticandosi della democrazia e di capire le cause profonde e remote della sconfitta. Sono davvero su una macchina del tempo. Chissa' se c'e' un pulsante per guardare avanti anziche' sempre indietro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

amareggiato tanto quanto te. il paragone di fini è roba da chiodi. no limits... la muffa è onnipresente....