giovedì 24 aprile 2008

Oltre il ponte


Tempi duri per l'antifascismo in Italia. Dal sindaco che vieta di suonare Bella Ciao ad Alghero (peccato che in Germania non festeggino la fine della loro occupazione dell'Italia, poteva essere una buona occasione per visitare Alghero e cantare un po'), dal governo che vuole riscrivere i libri di storia, da sempre piu' parti si vuole dimenticare la lotta e al sacrificio di chi non ha smesso di sperare in un mondo e in un'Italia migliore, di chi ci ha riscattato dalla vergogna del fascismo e ci ha regalato la Costituzione. Domani e' la festa di tutti. Ha detto ieri Veltroni: "Il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani, per ricordare il giorno in cui è stata restituita la libertà di dire ciò che si pensa, la libertà di votare, la libertà di stare in un partito, di fare un sindacato e di essere ebrei senza finire in un campo di sterminio. Non ci deve essere nessun italiano che considera questo giorno altro che una festa di tutti gli italiani, la festa della Liberazione".
Per non dimenticare, non confondere e non inquinare la memoria della storia e la lezione per le generazioni a venire, aderisco all'appello dell'ANPI, vergognosamente attaccato da "Il Giornale" del futuro Presidente del Consiglio nel quadro delle manovre della destra per cancellare dall'anima nazionale la resistenza antifascista:

Difendiamo i valori di libertà e giustizia, solidarietà e pace che hanno animato la lotta di Liberazione e sui quali si fonda la Costituzione della RepubblicaQuando i primi partigiani scelsero la via della lotta e salirono sulle montagne per combattere il nazifascismo, rischiarono e spesso offrirono la loro vita per affermare i principi stessi sui quali costruire la convivenza civile: la libertà, l'uguaglianza, la giustizia, la democrazia.
Il prezzo pagato fu altissimo: decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva il movimento di Liberazione, oltre 40 mila tra cittadini e lavoratori deportati nei campi di concentramento, eccidi, come a Cefalonia, di soldati che rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, 600 mila internati in Germania, 87 mila militari caduti nella guerra di Liberazione.
Da quella lotta che vide combattere fianco a fianco uomini e donne, operai e intellettuali, contadini e liberi professionisti di diversa fede politica e religiosa, nacque la nostra Costituzione.
Una Costituzione ancora attuale e vitale, fra le più avanzate tra quelle esistenti, non a caso difesa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel referendum del giugno 2006, quando si cercò di snaturarne la sostanza e i valori.
Ma a sessant'anni dal 1° gennaio 1948, da quando essa entrò in vigore, l'Italia sta correndo nuovi pericoli. Emergono sempre più i rischi per la tenuta del sistema democratico, come evidenti si manifestano le difficoltà per il suo indispensabile rinnovamento.
Permangono, d'altro canto, i tentativi di sminuire e infangare la storia della Resistenza, cercando di equiparare i "repubblichini", sostenitori dei nazisti, ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati. Un modo per intaccare le ragioni fondanti della nostra Repubblica.
Per questi motivi, per difendere nuovamente le conquiste della democrazia, il 25 APRILE ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE assume il valore di una ricorrenza non formale.
Nel ricordo dei Caduti ci rivolgiamo ai giovani, ai democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese.
Il 25 aprile è oggi una data più viva che mai, in grado di unire tutti gli italiani attorno ai valori della democrazia.

Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
Fondazione Corpo Volontari della Libertà (CVL)
ANPI-FIAP-FIVL-ANPPIA-ANED-ANEI-ANFIM
PD-PRC-SDI-PdCI-Sd-Verdi-Italia dei Valori-MRE
CGIL-CISL-UIL-ARCI-ACLI-Centro Puecher
Comitato Permanente Antifascista contro il Terrorismo per la Difesa dell'Ordine Repubblicano


Perche' alla faccia di ogni revisionismo e faciloneria, come spiegava il commissario Kim al comandante Ferreira nel "Sentiero dei Nidi Di Ragno" di Italo Calvino, di qua e di la' non erano, non sono e non potranno mai essere tutti uguali, sono "la stessa cosa ma tutto il contrario. Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena".
La canzone che regala il titolo al post e' del 1959, testo nientepopodimenoche Italo Calvino e musica di Sergio Liberovici, recentemente riproposta dai MCR e Moni Ovadia nella versione arrangiata "alla irlandese" riproposta qua sotto.




E vorrei che quei nostri pensieri
quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
o ragazza color dell'aurora.



E Domenica per evitare a Roma di svegliarsi con un sindaco fascista, saro' nella capitale a supportare il voto per Rutelli sindaco. Guarda te che tocca fare.

1 commento:

Giuseppe Gallo ha detto...

Aderisco senz'altro anch'io all'appello ANPI.