Ricominciare
Il seminatore, quando semina, ha negli occhi il fulgore di Giugno, e va verso quello mentre la nebbia gli vela lo sguardo.
Primo Mazzolari
Primo Mazzolari
Mi scuso per questo post di pancia, nato dopo una notte terribile passata a sognare di prendermi cura di Christian Vieri, diventato improvvisamente intontito e non autosufficiente dopo un colpo alla testa. Non so perche' Vieri, ma ci trovo una metafora triste e agghiacciante di questa Italia di oggi. Dove mentre la Fenice, "leader dello schieramento a noi avverso", incontra i giornalisti dopo la vittoria elettorale battendo sui soliti temi di 15 anni a questa parte (abolizione dell'ICI per premiare i ricchi; distruzione della scuola pubblica grazie alla tre I: inefficienza, inettitudine, ignoranza; grandi opere inutili, come un ponte sullo stretto piu' sismico d'Europa per sperperare un po' di tesoretto etc etc etc), mentre si gongola del suo successo spacciandosi per un saggio che ha una risposta a tutti i problemi filosofici, mentre la Lega comincia gia' i suoi ricatti, dalle nostre parti si prova a ricominciare. Effettivamente il sole splende ancora, e la fine del mondo non e' ancora arrivata. Se vogliamo cambiare questo paese un passo alla volta, conviene organizzarsi che questi minacciano di tornare indietro a grandi falcate.
Il risultato delle elezioni parla chiaro su un punto. Il primo passo gia' e' stato fatto: la sinistra crede nel progetto del PD, o almeno sa che e' intorno a quello che si puo' costruire davvero la possibilita' di un riformismo vero e di sinistra nel paese. Certo, c'e' lo scontento piu' che giustificato per alcune decisioni discutibili su candidature, strategie, cerchiobottismo. Ma questo scontento credo che abbia sicure possibilita' di essere trasformato in lievito di cambiamento e di miglioramento. Resta pero' da convincere qualcuno di quelli che ha dato fiducia allo "schieramento a noi avverso", senza aspettare che si convincano per il disastro in cui questi signori lasceranno l'Italia. E dubito che il metodo della coperta da tirare, ora al centro ora a sinistra, ora in Vaticano ora all'arcigay, sia quello vincente. Il metodo vincente e' quello della chiarezza del progetto, del dialogo fra posizioni diverse ma non dell'equivalenze di tutte. Il metodo vincente e' quello non dell'essere moderati per non scontentare nessuno, ma quello di un riformismo coerente, che non vuole far finta di ignorare problemi e contraddizioni. Dice Diego Bianchi alias Zoro, affrontando la nodoso questione del rinnovo della classe dirigente: "Abbiamo perso noi che abbiamo votato PD, l'unico partito composto di elettori di sinistra rappresentati da troppi deputati di centro". E' vero, eppure non e' servito a conquistare un solo voto da quella parte. E allora smettiamo di pensare alle strade sicure e gia' battute, ma cominciamo a cambiare davvero, a fare quello che la paura e i tempi brevi ci hanno impedito di fare: primarie vere, elezioni vere dei gruppi dirigenti, laboratori aperti per discutere e programmare dal basso, dare ruolo e importanza alle migliaia di circoli aperti sul territorio per ripartire dalla base, dalla gente. Per lanciare quell'offensiva culturale di cui anche Uolter ha parlato dopo la sconfiotta. Per riportare la speranza a tutti quelli che l'hanno persa, e hanno votato la risposta immediata alla paura, allo smarrimento. Diceva ieri Mario Berlanda: "Qualcuno potrà risponderti che il pullman, per arrivare, aveva bisogno di solide ruote su cui camminare. Ha torto. Per arrivare all'obiettivo, occorreva volare. E per volare non servivano ruote, ma ali. E adesso? Se tu avessi vinto, probabilmente io me ne sarei andato dal partito nel quale sono appena entrato, con il sollievo di non dover invecchiare berlusconiano, ma anche per il disgusto, nel vedere trionfare dentro al partito - ancora una volta - la retorica e le facce di sempre. Invece hai perso. Abbiamo preso. E quindi, almeno per ora, sto qui. Per vedere se è la volta buona in cui si gira pagina davvero. Si può fare."
E a mostrare la strada ci pensa come sempre Romano Prodi, una persona seria capace di guardare sempre piu' avanti degli altri, dall'Ulivo in poi, che abbiamo lasciato passare per una iattura per il paese in questa campagna elettorale: "Ho preso una decisione molto chiara, molto semplice, molto ferma e molto coerente: non mi sono presentato alle elezioni perchè ritenevo e ritengo sia necessaria una nuova leva, un nuovo gruppo dirigente per portare avanti la crescita ed il rafforzamento del Pd. Una scelta coerente esige scelte coerenti successive". Ricominciamo, mentre loro distruggono bisogna costruire. E ha ragione Cosimo, come sempre bisogna ripartire dall'educazione, dal confronto, dall'ascolto. Non solo dei ragazzi forse, ma di tutti quelli che cercano delle risposte, o forse che si fanno ancora delle domande. Non per insegnare ma per trovarle insieme queste soluzioni. Dicevano Don Milani e suoi ragazzi di Barbiana in lettera a una professoressa che hanno "imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia". Senza pretendere di dare risposte immediate, assolute. Ricette manichee che hanno fallito nella storia e nel disastro recente di una sinistra piu' legata alle bandiere e alla difesa di certi interessi che a un mutamento vero. Danilo Dolci ci esortava a ricordare che "la costruzione di un nuovo mondo non puo' essere che una nostra conquista, frutto di precisa fatica, paziente sacrificio, sapiente organizzazione, indispensabile pressione: e senza pretendere di fare la rivoluzione, ogni rivoluzione, tutta la rivoluzione in tre giorni". Rimbocchiamoci le maniche, con il fulgore di Giugno negli occhi, nonostante la nebbia di questi giorni. Per non sperecarci. Si puo' fare? O sono solo parole?
1 commento:
Ho capito il tuo sogno, si tratta di un transfer tra Bobo Vieri e Bobo di Staino....
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