venerdì 31 agosto 2007

Una buona notizia


Ne avevo scritto qualche giorno fa. Kenneth Foster, l'autista di una rapita tragicamente finita in omicidio, e' stato graziato. L'esecuzione era fissata per oggi alle 18 ora locale (mezzanotte in Italia), e solo sei ore prima della prevista iniezione letale il governatore ha commutato la pena di morte in ergastolo, pena comunque spropositata.
La decisione del governatore Perry e' storica. E' il governatore che ha decretato piu' condanne a morte nella storia americana, ed e' assai raro il Board of Pardons and Paroles dello stato del Texas (la commissione statale per la grazia e la libertà condizionata) raccomandi la grazia (3 volte dal 1982): lo ha fatto a stragrande maggioranza, con sei voti a uno.
Evidentemente per una volta la vasta mobilitazione internazionale e' servita. Anche a Roma era stato fatto illuminare il Colosseo.
Grande gioia nella famiglia di Kennet, "Anything is possible when you are alive".

Blog Day 2007

Blog Day 2007
Oggi si celebra il Blog day 2007. Si tratta di segnalare cinque blog che consideri interessanti, in modo che i lettori di blog possano trovare il modo di esplorare qualcosa di diverso e scoprire nuovi blog prima sconosciuti. Ecco allora le mie 5 segnalazioni, in rigoroso ordine alfabetico:

  1. Cosimo, anche solo il fatto che perde tempo a leggere i miei post e addirittura consigli di leggerli merita la citazione. A parte il voto di scambio, tanto materiale e commenti sempre interessanti e divertenti
  2. francescocosta.net, spunti sempre interessanti, e una tendenza a centrare il punto
  3. GENERAZIONE bLOG - Il blog di fede mello, quello dell'"Italia spiegata a mio nonno", per capirsi
  4. GennaroCarotenuto.it, studioso di politica internazionale e collaboratore tra l'altro della rivista Latinoamerica, il suo blog e' un riferimento per le notizie dal continente sudamericano
  5. Mauro Biani, vignette, comics, satira, semplicemente le piu' belle vignette sull'attualita', che ripropongo spesso anche sul blog (scusa Mauro...)

giovedì 30 agosto 2007

Perche' scelgo Rosy


Un pezzo di Gad Lerner da Vanity Fair (!? ebbene si'!) in cui spiega perche', come molti, votera' Rosy Bindi il 14 Ottobre. Direi che le motivazioni coincidono in pieno con le mie, e che mai come in questi ultimi giorni si sono fatte cosi' evidenti. Una candidatura credibile, forte, fuori dai giochi delle spartizioni e delle correnti, col coraggio di metterci la faccia. Per un Partito Democratico, davvero.

Se vi racconto perché il 14 ottobre prossimo andrò a votare Rosy Bindi come segretaria del nuovo Partito democratico, è perché considero le elezioni primarie un esperimento che riguarda tutti gli italiani, anche quelli che hanno idee politiche diverse dall’Ulivo.
Non s’è mai visto un partito nascere così: con decine di migliaia di persone pronte a candidarsi gratis per un’assemblea costituente; e tutti i cittadini che lo desiderino, dai 16 anni in su, chiamati a esprimere la loro preferenza. Almeno proviamoci, a cambiare la politica. Un’innovazione che costringerà felicemente pure gli avversari a migliorarsi, favorendo il coinvolgimento dei cittadini nelle loro scelte. La mia, di scelta, si basa su una semplicissima considerazione. Anche se non la farò mai di mestiere –sarei un disastro- sono convinto che per migliorare l’Italia oggi bisogna impegnarsi a cambiare la politica: obiettivo temerario, lo so, ma senza una politica rispettabile, quindi in grado di agire efficacemente, rischiamo di finire tutti vittime della legge della giungla.

Dunque prima di tutto credo che farebbe un gran bene alla società italiana, e in particolare alla riforma della politica, avere finalmente una donna in gamba al vertice del Partito Democratico. Siamo un paese che umilia ancora l’immagine della donna, incapace di valorizzare il patrimonio di competenze e sensibilità della sua maggioranza femminile. Quale occasione migliore di dare il buon esempio? Invece assisto a una contraddizione imbarazzante: il Partito democratico ha stabilito che debbano essere donne la metà dei candidati e dei capolista alla sua assemblea costituente. Ma nel frattempo Ds e Margherita si sono accordati perché sia il futuro numero uno, Walter Veltroni, sia il futuro numero due, Dario Franceschini, restino maschi. E anche le donne di partito più in vista, da Anna Finocchiaro a Barbara Pollastrini, al dunque, fanno sì i complimenti al coraggio della Bindi ma poi si sottomettono al compromesso di potere maschile. Sbagliano: per cambiare la politica ci vuole più coerenza tra il dire e il fare.

Così il felice paradosso è che Rosy Bindi, dopo essere stata democristiana, si presenta adesso come la meno democristiana fra i candidati segretari del Partito Democratico. Affronta il giudizio degli elettori senza preventive designazioni di vertice. Raccoglie i suoi sostenitori prescindendo dal gioco delle correnti organizzate che come sempre aspirano a perpetuarsi all’ombra del candidato in apparenza più forte; prefigurando un partito i cui notabili appoggiano una leadership per influenzarla, fiduciosi di piegarla alle loro esigenze di sopravvivenza. Quando vedo organizzarsi, tutte ipocritamente nel nome di Veltroni, le correnti centriste e quelle sinistra, i sostenitori della Cei e i favorevoli ai Dico, i sindaci del Nord e certi capi clientelari del Sud, avverto il rischio che veda la luce un partito di establishment troppo simile alla vecchia Democrazia cristiana.

Al contrario, la fermezza con cui Rosy Bindi –donna di fede cattolica- ha saputo fronteggiare gli attacchi venuti dalla gerarchia della Chiesa contro la sua legge sui Dico, testimonia un’ammirevole fermezza in materia di laicità dello Stato. E’ quel che ci vuole: politici capaci di sostenere posizioni scomode pagando anche dei prezzi personali.

Mi piace infine la priorità che Rosy Bindi assegna da sempre ai temi della giustizia e della solidarietà sociale. Scimmiottare le posizioni della destra sul fisco, sulla flessibilità del lavoro, sugli immigrati, sui rom, non procurerebbe nuovi consensi al Partito Democratico ma lo renderebbe invece subalterno culturalmente ai suoi avversari. Per i riformisti la modernizzazione della società e il sostegno alla crescita economica sono obiettivi fondamentali che si realizzano però solo garantendo la coesione sociale, cioè la tutela dei poveri e la piena cittadinanza delle fasce più deboli della comunità.

Rosy Bindi, con il suo caratteraccio, potrebbe guidare un bel partito popolare di cui siano protagonisti sul serio i cittadini. Rinviando a tempo debito il tema della successione al governo di Romano Prodi. Oggi è molto più importante che milioni di elettori siano coinvolti in questo rischioso ma affascinante tentativo di riforma della politica che sperimenteremo a partire da domenica 14 ottobre.

mercoledì 29 agosto 2007

Nonostante tutto, e' ancora estate


...e di conseguenza la voglia di lavorare e' nulla.
E allora, anche se qua a Monaco il sole non schicchera gigliese e tutto vuole farmi credere che l'estate in realta' e' gia' finita, gnacche sempre e comunque alla formica ammucchiarona!

Io t’amo o pia cicala e un trillargento
ci spàffera nel cuor la tua canzona.
Canta cicala frìnfera nel vento:
E gnacche alla formica ammucchiarona!

Che vuole la formica con quell’umbe
da mòghera burbiosa? E’vero,arzìa
per tutto il giorno,e tràmiga e cucumbe
col capo chino in mogna micrargìa.

Verra’ l’inverno si,verra’il mordese
verranno tante gosce aggramerine,
ma intanto il sole schìcchera gigliese
e sgnèllida tra cròndale velvine.

Canta cicala, càntera il manfrore,
il mezzogiorno zàmpiga e leona.
Canta cicala in zìlleri d’amore:
E gnacche alla formica ammucchiarona!

Di Fosco Maraini, padre della piu' famosa Dacia, da Gnosi delle Fanfole, un librettino che rappresenta uno dei piu' riusciti esempi di poesia metasemantica, ovvero basata sulle stesse regole del nostro linguaggio ma formata da parole inventate, che assumono il significato in base a fattori diversi e soggetivi, quali rimandi, onomatopee, assonanze. Qui potete trovarne altri gustosi esempi, compreso il mitico lonfo (quello che non vaterca ne' gluisce).

Le poesie del librettino sono state anche musicate da Stefano Bollani e Massimo Altomare. Eccone un assaggio

martedì 28 agosto 2007

Lezioni di incivilta'


Gia' impegnato a digerire che Veltroni reputi degna di stima, fra gli altri, Letizia Moratti, il fatto che Firenze si metta a fare scuola di incivilta' proprio non mi va giu'.

Lunedi' il Comune ha emanato un'ordinanza "urgente", voluta dall'assessore alla sicurezza e alla vivibilità urbana Graziano Cioni, detto "lo sceriffo", per arginare la piaga del "mestiere girovago di lavavetri" sulle strade della citta', che evidentemente stava mettendo a "repentaglio l'incolumità personale propria e altrui". Fino al 27 Ottobre chiunque venga colto sul fatto ai semafori finisce davanti al giudice e rischia, oltre al sequestro degli attrezzi e alla schedatura con tanto di foto segnaletica, una pena che può arrivare fino a tre mesi d'arresto o una multa da 206 euro.

L'ordinanza stessa rasenta il ridicolo. D'accordo che i lavavetri possano talvolta risultare molesti e causa di nervosismo e battibecchi, ma stando a Cioni intralcerebbero gravemente anche la circolazione veicolare e pedonale (!?) e creerebbero "nocumento (!?) all'igiene delle strade" (probabilmente se gocce di acqua saponata cadono a terra si evidenzia il fitto strato di sudiciume che affligge le vie cittadine). Giustamente molti fanno poi notare che l'amministrazione comunale ha utilizzato l'espediente di considerare il lavavetri un "mestiere girovago" e cavilli legali per creare un nuovo tipo di "reato comunale", scavalcando le normative nazionali.
Cioni spiega che negli ultimi tempi i lavavetri (tutti?) "ti mettono direttamente la spugna sul parabrezza e a volte nascono discussioni e alterchi, che nel caso di donne sole in auto possono diventare pericolosi e vere e proprie molestie". Ma allora perche' non perseguire le molestie e i soprusi anziche' cercare preventivamente di rimuovere il problema con metodi populisti, spicci e per questo del tutto inefficaci a lungo termine? Sono gia' 15 le denunce, e i vigili urbani riferiscono che ormai in citta' i lavavetri sono introvabili: oltretutto, cosa faranno da domani per guadagnarsi il pane? Siamo certi che sara' qualcosa di meno "molesto" per i cittadini?
Da segnalare la provocatoria battuta del leghista Roberto Calderoli, che vorrebbe assegnare una tessera di socio sostenitore della Lega al responsabile diessino della Sicurezza del Comune: "La tessera a Cioni non gliela leva nessuno". Giustamente.

La cosa pero' che piu' mi preoccupa (oltre al fatto che quando tornero' a Firenze dovro' cercare Cioni per farmi lavare il vetro, sempre laido, della Panda) e' che gia' la scuola di non-pensiero fa seguaci: Milano, Bari, Torino e Verona sono pronti a copiare l'ordinanza, e i sondaggi sui maggiori quotidiani danno il gradimento della normativa a piu' dell'85%. Come sempre, le soluzioni apparentemente facili sono certe, a conti fatti, di avere seguaci ma mai ragione.

lunedì 27 agosto 2007

L'ambiente e il portafogli


E' in corso a Vienna una conferenza ONU sui cambiamenti climatici. Mai come in questa torrida estate piu' di attualita'. Un rapporto che verra' presentato da l'Unfcc, la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, spiega come investire nella difesa del clima costa molto meno che non farlo. Nei prossimi 25 anni, infatti, andrebbero spesi oltre 220 miliardi di dollari l'anno per ridurre le emissioni di gas serra. Ovvero un investimento pari allo 0.3-0.5% del prodotto mondiale lordo. Probabilmente una cifra troppo alta specialmente per quelli il cui "tenore di vita non e' negoziabile", come tenne a precisare qualche tempo fa il presidente americano Bush, e che non hanno aderito al protocollo di Kyoto.

Eppure bisognera' considerare bene quanto costerà non spenderla: i costi in mancanza di efficaci politiche ambientali, sempre secondo il rapporto, raggiungeranno infatti il 5-20% del prodotto mondiale lordo, ovvero 40 volte la stima prevista per rientrare nei limiti di Kyoto, nel corso degli stessi 25 anni.

Vedremo se almeno il portafoglio servira' a smuovere le coscienze. Magari un aiuto lo dara', in fondo in molti cerchiamo di risparmiare acqua, gas e elettricita' per non avere brutte sorprese in bolletta, oltre che per preservare le risorse. Seppure la miopia e' un difetto sempre piu' comune. Dev'essere colpa del caldo.

domenica 26 agosto 2007

La faccia come il culo


Ancora una volta rimango allibito dalle sconsiderate parole di Umberto Bossi, ex ministro della Repubblica che, dopo aver bruciato tricolori e auspicato le cannonate contro i barconi dei migranti, auspica la rivolta armata della lombardia nei confronti di Roma "ladrona", rea, secondo lui, di opprimere con tasse e balzelli ingiusti i poveri lavoratori padani.

Non sto nemmeno a rispondere nel merito. Trovo pero' sconcertante che si tenti di incattivire nei confronti del governo un'opinione pubblica capace solo di guardaqre al proprio orticello utilizzando la gretta leva delle tasse. Che ci si ostini a chiamare Roma e il governo ladroni, quando in anni di occhi chiusi e condoni di centrodestra gli "onesti" imprenditori hanno evaso quanto e come hanno voluto, rubando, loro si' e fuor di metafora, a tutti noi. In percentuale l'aumento negli incassi del fisco dei primi otto mesi di quest'anno, confrontati con l'analogo periodo dell'anno precedente, è stato del 21 per cento. Sono miliardi di euro che venivano sottratti a tutti noi, ai servizi per tutti i cittadini (tra parentesi, ma non troppo, la sanita' pubblica italiana e' stata giudicata la seconda al mondo; quella USA, stigmatizzata nel nuovo film di Michael Moore, 37esima), al sostegno dei piu' deboli.

Sarebbe intollerabile comunque, ma ancora di piu' che proprio queste persone parlino di prendere i fucili, di rivolta fiscale. Si faccia una buona volta una rivolta nei confronti degli evasori, privandoli di quei servizi e quei diritti, garantiti con le entrate fiscali, che vorrebbero a spese degli onesti, o dei "poco furbi" come amano definirli. Si scenda una buona volta in piazza a protestare contro questa piaga sociale, contro gli idraulici del "sono 50 euro, con fattura 80", contro chi pensa di essere furbo vivendo sulle spalle degli altri.

Non varcare (clicca per aprire in una finestra il player)


Vorrei fare che per me non esistesse altro
che una stanza bianca e circolare,
dove non prendo niente e niente do
e non c'e' rumore.

Dal rumore delle gente ho gia' preso le distanze:
se mi viene a disturbare, a confondere la mente
fuoco ed olio rovente dalle feritoie.
Tanto il povero e' povero, il ricco e' ricco,
tanto il giovane e' giovane, il vecchio e' vecchio.

Capitani scaltri che solcate i mari non temete noi
siamo docili, siamo buoni, voi fischiate
correremo come i cani.
Siam gregari, spenti automi,
la bandiera piu' alta ha i nostri colori.

E gurda caso, sprizziamo indignazione
soltanto se vediamo minacciati
i nostri miseri terreni.
Ma non varcare il mio recinto, o sparero'.
Non varcare il mio recinto o sparero'...

Piste d'api Trio (Pino Marino, Stefano Rossi Crespi, Danila Massimi)

sabato 25 agosto 2007

Riparte il campionato


Lo so, sono tante le critiche, facili, da muovere al mondo del pallone. Un mondo, come spesso accade, rovinato da quel giro di soldi che e' stato pero' anche la sua fortuna. E' facile ed ovvio parlare di partite truccate, di ingaggi miliardari, di giro di denaro incalcolabile intorno a un pallone che corre su un prato.

Eppure basta essere stati bambini per capirne la magia. Basta un nulla. Qualche amico, 4 zainetti (o a volte 2 panchine, dove il temuto pensionato veniva a sedersi ignaro di occupare la porta), e il mitico pallone. E poi tutti a corrergli dietro, a litigare, ad arrabbiarsi col compagno che non la passa mai. A cercare di imitare il gesto tecnico del campione visto in TV. C'e' qualcosa di semplice, eppure di magico.

Anche lo stadio e' cosi'. Si puo' dire tante cose: la violenza, la volgarita'. Ancora i soldi, il razzismo. Eppure, anche qui c'e' della magia: la folla che si agita e trattiene il fiato come un sol uomo, i colori, il folklore, essere parte di una grande festa, di una gioia o di una delusione piu' grandi. Ricordo ancora la prima volta allo stadio. Fiorentina-Atalanta, ultima di campionato. Rischiavamo la retrocessione in caso di sconfitta. Sarebbe stata l'ultima gara in viola di Baggio, che segno' la sua ultima rete per la Fiorentina su un rigore parato e poi ribattuto in gol. Fini' 4-1, e mi si apri' un mondo.

Squadra paesana

Anch'io tra i molti vi saluto,
rosso-alabardati,
sputati dalla terra natia,
da tutto un popolo amati.

Trepido seguo il vostro gioco.
Ignari
esprimete con quello
antiche cose meravigliose
sopra il verde tappeto,
all'aria,
ai chiari soli d'inverno.

Le angosce
che imbiancano i capelli all'improvviso,
sono da voi così lontane!
La gloria
vi dà un sorriso fugace:
il meglio onde disponga.

Abbracci corrono tra di voi,
gesti giulivi.
Giovani siete,
per la madre vivi;
vi porta il vento a sua difesa.

V'ama
anche per questo il poeta,
dagli altri
diversamente - ugualmente
commosso.
Umberto Saba

Oggi si riparte. Ritorna la Juve dopo l'anno scontato per ritornare pura dopo "calciopoli", ritorna il derby di Genova. La Fiorentina ha perso Toni, ma ha tanti nuovi giovanissimi pronti a dimostrare il loro valore. Forse pure troppi in attacco, visti gli acquisti di Osvaldo (!?), Lupoli e Vieri, nonche' di Cacia da gennaio. Manca un elemento di qualita' sulla fascia, a lungo inseguito da Corvino, ma il telaio c'e'. Soprattutto la garanzia siede in panchina. Prandelli e' sicuramente il migliore sulla piazza: speriamo allora in un'altra annata di bel calcio con un pensierino alla coppa Uefa e a un piazzamento importante in campionato, dove pero' la concorrenza sara' ben piu' agguerrita dell'anno passato.

E speriamo di non ripetere la stagione al Fantacalcio dell'anno scorso, ai minimi storici...

venerdì 24 agosto 2007

Mamma li Turchi


Di ritorno dalla bellissima terra di Turchia, davvero meravigliosa. In grado di regalare in un solo paese citta' come Istanbul al confine tra occidente e oriente, paesaggi da sogno in Cappadocia, suggestioni di pietra sul monte Nemrut, odori e colori di oriente a Urfa, mare turchese a Olympos, traccia del segno del tempo nelle rovine e nelle vasche di Pamukkale e Hierapolis, uno squarcio sull'Egeo greco-romano con Efeso. Peccato essere tornati troppo (!?) presto, l'accoglienza e la cortesia della gente, quasi temuta alla vigilia, mette invece ben presto lo straniero a proprio agio. Torniamo anche con qualche amico in piu', e con un Corano in inglese, regalatoci da un ragazzo incontrato in una moschea: e' bastato condividere che "cantiamo tutti la stessa canzone ma con altre parole", che abbiamo uno stesso Dio con nomi diversi per iniziare un bel confronto di qualche ora.
Dai minareti che richiamano all'alba alla preghiera, dalle persone che si affollano inginocchiate nelle moschee 5 volte al giorno, dai vecchi al bar che mentre giocano a backgammon sgranano il rosario, ci portiamo anche a casa una lezione ad avere davvero Dio sempre presente nelle nostre vite, anche durante la routine e la monotonia delle giornate, a tenere anche questa dimensione aperta davanti a noi.

Eppure, dalle parole dei Curdi e dei vicini turchi incontrati all'est, dai carri armati sulle autostrade, dai sobborghi cementificati delle citta', dalle donne velate e da quelle che passano accanto in minigonna scopriamo anche un paese ancora pieno di contraddizioni. Che sta pero' cercando di mettere in regola le credenziali per entrare in Europa, di farsi ponte e mediatore verso il mondo dell'est. Un paese che da oggi sentiremo un po' piu' vicino.

Dell'Italia invece leggo le stesse cose che leggevo prima di partire. Si discute di tasse, il PD fa discutere tra chi vuol mettere comunque tutti d'accordo e chi vuole chiarire dove stiamo andando e come, la Fiorentina compra giocatori improbabili che si spera si rivelino fenomeni come l'anno passato Reginaldo, il sud brucia per meschini interessi e la criminalita' organizzata ha cominciato a esportare le stragi anche all'estero.

In ufficio stamani mi aspettavano un pacco di articoli da leggere, tutto il lavoro lasciato ad aspettare e 180 email con beghe assortite. Welcome back.

venerdì 10 agosto 2007

Demeritato riposo


Ci sentiamo tra 12 giorni...

Me ne andavo l' altra sera, quasi inconsciamente,
giù al porto a Bosphoreion là dove si perde
la terra dentro al mare fino quasi al niente
e poi ritorna terra e non è più occidente:
che importa a questo mare essere azzurro o verde?

F. Guccini, Bisanzio

Che tra l'altro e' anche una dell piu' belle canzoni di Guccini. Bisanzio forse non e' mai esistita...


giovedì 9 agosto 2007

Piu' ce n'ha piu' ne vole


Dopo Diego Armando Maradona, Loris Capirossi, Alberto Tomba, Max Biaggi, Andrea Gaudenzi e Mario Cipollini un altro sportivo accusato di frodare il fisco, ovvero tutti noi, nessuno escluso.

E' nientepopodimeno che Valentino Rossi, che stacca tutti anche nella speciale classifica degli evasori sportivi con 60 milioni di Euro non dichiarati. Praticamente evasore totale. Aveva ragione mia nonna, "uno piu' ce n'ha, piu' ne vole". Ma allora, come si chiede Michele Serra su Repubblica, a che serve diventare ricco?

Visco cio tiene a far sapere che gli "dispiace per Rossi, del quale sono un grande tifoso. Ma le leggi devono essere rispettate". Del motociclismo mi e' sempre importato poco, ma, se confermate le accuse, io di uno che mi ha rubato (provato a) 60 milioni non sono tifoso manco per nulla.

mercoledì 8 agosto 2007

La ballata degli impiccati


...Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora...

(F. De Andre'-G. Bentivoglio, La Ballata degli Impiccati, ispirata all'omonima poesia di François Villon)

Correva l'anno 1786 quando il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo aboliva la pena di morte nel Granducato, primo esempio al mondo. Tuttavia, ancora oggi, molti crimini nel mondo vengono puniti con la pena capitale. E non solo omicidi: solo questo mese anche per traffico di opere d'arte, spaccio di droga e rapine, come si legge sul sito di Nessuno Tocchi Caino, associazione da sempre impegnata per l'abolizione della pena di morte nel mondo.

Sta facendo scalpore l'ondata di impiccagioni in Iran, molte delle quali sulla pubblica piazza come nel medioevo, con tanto di folla morbosa assiepata a vedere morte in diretta. Solo che adesso la folla riprende coi telefonini: qualcosa di cosi' agghiacciante da gelare il sangue. Importante la nota di dissenso da parte della Farnesina, che sta attirando l'attenzione dei media su questa strage "a norma di legge".

Almeno 1591 vite sono state spezzate dalla pena capitale, in 25 Paesi, nel solo 2006. Gia' 216 nei primi sei mesi di quest'anno. Senza considerare le condanne a morte eseguite in Cina, dove le statistiche sono considerate ancora segreto di Stato, ma sono sicuramente piu' di 5000. Il 91 per cento delle pene eseguite nel mondo si concentra in pochi Paesi: Cina, Iran, Iraq, Sudan, Pakistan e Usa. Accanto agli "stati canaglia" e a regimi piu' o meno dittatoriali troviamo proprio la madre delle democrazie. Quella che ne ha cosi' tanta che la puo' esportare, a modo suo, anche a chi ne ha meno. La pena capitale e' praticata nella stragrande maggioranza degli stati USA, con 60 esecuzioni nel 2006. Brilla il Texas, dove sta per essere condannato a morte Kenneth Foster, 30 anni, colpevole soltanto di guidare l'auto sulla quale fuggi' un amico che aveva appena ucciso il giovane che aveva cercato di derubare. Ha la sfortuna di essere nero, di famiglia disastrata e con pochi soldi per pagare avvocati di grido.

Ma del resto gli USA si stanno recentemente mettendo in luce per una clamorosa serie di violazione dei diritti delle persone grazie alle nuove norme anti-terrorismo, dalle 3000 persone letteralmente spariti nel nulla (di cui lo stesso presidente Bush, senza imbarazzo, ha detto "molti di loro non ci possono più nuocere"), ai detenuti di Guantanamo, anch'essi in condizioni disumane e in attesa di giudizio, alle recenti misure sul controllo della corrispondenza e delle telecomunicazioni. Di questo passo ci sara' ben poco da esportare, se non i vari colpi di stato e dittature fantoccio gia' sponsorizzate in sudamerica e in varie parte del mondo dalle amministrazioni americane.

Dall'altro lato dell'Atlantico qualcosa si muove. Sotto la spinta dell'Italia, finalmente in prima fila per una grande campagna internazionale, l'UE ha approvato recentemente una risoluzione a favore di una moratoria immediata, universale e senza condizioni sulle esecuzioni capitali, che si sta cercando dal 200 di imporre all'ONU.
Speriamo che il Granduca Leopoldo sia il prima possibile in fitta compagnia.

Ora, può darsi che il supplizio più grande e più forte non stia nelle ferite, ma nel sapere con certezza che, ecco, tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi tra mezzo minuto, poi adesso, ecco, in quell’istante, l'anima volerà via dal corpo e tu non esisterai più come uomo, e questo ormai con certezza; l’essenziale è questa certezza. La punizione di uccidere chi ha ucciso è incomparabilmente più grande del delitto stesso. L'omicidio in base a una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore.

F.Dostoevskij, L'idiota

martedì 7 agosto 2007

Voto all'estero: Mission Impossible


E' appena uscita la versione definitiva delle regole per il voto all'estero. Confermato quanto anticipato nei giorni scorsi: potranno votare nella circoscrizione estero, per via telematica, non solo gli iscritti alle liste degli italiani residenti all'estero, ma anche tutti coloro che vi si trovano temporaneamente, come me. Non e' chiaro cosa impedisca il doppio voto, tranne l'onestà dell'elettore.

Per la ripartizione Europa, che mette in palio 36 seggi, occorrono almeno 420 firme da raccogliere in almeno 4 Stati. Non solo: per ogni Stato va raccolto almeno il 15% (almeno 65) delle firme complessive. Un'enormità' in confronto a un collegio nazionale. Anche se in questo caso i seggi in palio sono molti di più, tuttavia le difficoltà logistiche sono ovviamente ancora più' grosse. Si riducono le possibilità' dei ricercatori, giovani e "temporanei", in favore dei soliti noti alla De Gregorio.

Organizzarsi in casa non e' quindi possibile. Ho intanto deciso di sostenere Rosy Bindi, e quindi contattato il suo comitato elettorale per dare una mano. Vedremo che ne uscirà fuori per l'Europa, se qualcun'altro e' interessato si faccia avanti.

Qualche considerazione finale sul perche' della scelta su Rosy. Intanto perche' ha dimostrato di avere un'idea piu' chiara di molti degli altri candidati su cosa vuol dire creare un partito davvero aperto, e che occasione enorme di apertura e' il PD ("Un Partito Democratico, davvero"); perche' sta facendo notare come l'operazione plebiscitaria delle oligarchie dei partiti nel sostenere Veltroni e le lottizzazioni gia' in atto a livello locale vanno invece nella direzione opposta. Il suo modello di partito e' quello in cui mi riconosco di piu', senza ""l'uomo solo al comando" panacea di ogni male, che guarda lontano in una direzione precisa, alla guida della sinistra senza guardare a nuove alleanze come proposto dai "coraggiosi" (da cui Veltroni non ha ancora preso direttamente le distanze).

Perche' e' una donna, e come tale conosce sulla pelle la difficolta' di farsi spazio in un mondo dominato fino ad oggi in larga parte dai soliti noti, uomini e over 50, in una logica che il PD dovra' scardinare per essere davvero democratico. Perche' mi riconosco nelle sue idee e nella sua lettera di intenti, in cui avrei solo dato piu' spazio al problema dei giovani e della precarieta'. Ma del resto, altrimenti un nostro contributo al progetto non avrebbe aggiunto niente.

lunedì 6 agosto 2007

Il (contro)Senso delle Primarie del 14 Ottobre


Ricevo e, come si suol dire, volentieri pubblico. Se avete materiale che per qualche astruso motivo volete vedere qui, contattatemi.

Siamo italiani, e quindi, come sempre, dobbiamo fare le cose a modo nostro, cioè male. Avevamo cominciato bene il 16 ottobre del 2005, con le primarie per la scelta del candidato premier, oltre 4 milioni di italiani per incoronare Prodi leader dell'Unione. Poi ci siamo lasciati prendere la mano, abbiamo pensato che primarie fosse sinonimo di una qualunque consultazione popolare che si svolge al di fuori di quelle ufficiali per comuni, provincie, regioni e parlamenti vari e a cui chi ha voglia partecipa e si candida nel rispetto di un qualche regolamento.

Sdoganato così il termine, sconosciuto fino a 2 anni fa, fioccano i riferimenti alle "Primarie" del 14 ottobre 2007. Ne parlano tutti i principali quotidiani, il sito ufficiale dei DS titola "Primarie 14 ottobre, sei i candidati in corsa", il sito di apditalia cambia appositamente nome in http://primariepd.org , Adinolfi presenta giornalmente sul suo blog il Diario di un candidato alle primarie, Castagnetti & co. ci tengono a fornire il contributo dei popolari per le primarie, e così via.

Ora, chi glielo dice a tutti questi e a molti altri che sia dal punto di vista formale che sostanziale, quelle del 14 ottobre non hanno nemmeno lontanamente a che fare con elezioni primarie, e pertanto Robert M. La Follette, probabilmente il loro inventore, si rivolta nella sua tomba a Washington? Ma procediamo con ordine.

In primis, si definiscono primarie quelle elezioni che servono a selezionare, all'interno di un partito o di una coalizione, i candidati che parteciperanno successivamente ad elezioni vere e proprie per essere eletto membri di un organo ufficiale. Ad esempio, oltre a quelle di Prodi del 2005, quelle del gennaio 2006 a Milano in cui è stato scelto il candidato sindaco dell'Unione, Ferrante, poi sconfitto da Letizia Moratti, o altre analoghe. Quindi il 14 ottobre, giorno in cui eleggeremo Walter Veltroni come segretario nazionale del PD e i 2400 membri dell'Assemblea Costituente, di primario potrà esserci solo qualche medico che andrà a votare.

Secondo aspetto, più sostanziale, è il seguente. Le elezioni primarie nascono tra la fine dell'800 e i primi anni del '900 in alcuni stati degli USA. Il senso delle primarie, il loro fine precipuo, è quello di diminuire il potere di selezione dei vertici del partito allargando la base decisionale in merito alla scelta dei candidati a cariche pubbliche - destinati poi a competere nelle elezioni ufficiali con l'appoggio del partito. Cioè i vertici fanno un passo indietro, lasciano ai cittadini (in genere agli iscritti) libertà di scelta, quindi tornano in campo e si battono per la vittoria del candidato scelto.
In Italia è stato fatto esattamente l'inverso. I vertici DS e DL hanno deciso il futuro segretario (per fortuna è molto bravo) e stanno decidendo i componenti delle liste bloccate per l'elezione dei membri della costituente, quindi i futuri vertici, ovvero si stanno riproducendo. A meno che qualcuno non riesca a rompere un bel po' di uova nel paniere, obiettivo che giustamente si pongono la Bindi, Letta e Adinolfi (non me ne vogliano gli altri due dai cognomi impronunciabili, ma non possono impensierire nessuno).

La perla, la dimostrazione di una farsa tutta italiana sono le dichiarazioni ufficiali dei leader nazionali DS e DL che appoggiano ob torto collo Veltroni e Franceschini. Pensate cosa succederebbe se i Democrats dicessero che appoggiano ufficialmente Obama...

di Suro

giovedì 2 agosto 2007

2 Agosto 1980, 10:25


Il 2 agosto 1980, alle ore 10:25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio violentissimo provoco' il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investi' anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere. Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. La violenza colpi' alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.

La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti. I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre. E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie. Un video inedito sui primi soccorsi, ripreso da due giovani cameramen, viene oggi presentato su History Channel (e non sul servizio pubblico) per la prima volta. Mostra piu' di mille parole la crudelta' di chi colpi' per terrorizzare, obbligando ognuno a fare i conti con la ferita più profonda nella storia della Repubblica.



Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie. Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato inequivocabilmente da una bomba. Incontrando i giornalisti Pertini non nascose lo sgomento: "Signori, non ho parole siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Tutto questo ancora non ha un perche'. La vicenda giudiziaria e' stata, ed e' tuttora, lunga e segnata da depistaggi, segreti e coinvolgimenti di servizi segreti, logge massoniche e estremismi di destra. Solo uno degli esecutori materiali, l'estremista di destra Luigi Ciavardini, e' stato recentemente condannato. Nonostante varie proposte di legge, di cui la prima di iniziativa popolare, per la rimozione del segreto di stato sulle stragi, ancora nulla sappiamo sui mandanti. La nuova legge n. 206 è stata approvata all'unanimità nel 2004 ma non è stata mai applicata completamente, anzi in alcuni punti è stata travisata e attuata in modo riduttivo.

Una direttiva del governo per dare piena attuazione alla legge dovrebbe uscire nei prossimi giorni, secondo quanto promette il sottosegretario Grandi. Forse riusciremo a dare un perche' a questa e tante altri stragi d'Italia.

mercoledì 1 agosto 2007

La Chiesa e l'evasione


Triste la storia di Mele, ancora piu' triste l'uscita del segretario del suo partito Cesa, che richiede un fondo per portare le famiglie dei Parlamentari a Roma per combatterne la "solitudine". Ogni commento e' superfluo, ma ottimo l'articolo di Stella sul Corriere.

Mele e' stato comunque scaricato dall'Udc per salvaguardare la loro integrita' morale. Morale integerrima sottolineata ancora dal patetico siparietto del test anti-droga. Evidentemente un concetto parziale di morale da bigotti, visto che Mele era gia' implicato in una storia di tangenti e corruzione per cui l'Udc non aveva fatto una piega. Mentre il processo va avanti (e' accusato da vicesindaco di essersi giocato al casino' milioni derivanti da tangenti) l'Udc l'ha addirittura scelto nelle liste bloccate per rappresentarli in Parlamento.

Ma l'Udc non e' solo in questa morale a tema da sepolcri imbiancati. Da sempre piu' che di tutte le uscite infelici e le esternazioni dei vari vescovi, papi e cardinali (su temi tutto sommato non centrali, a cui sempre piu' spesso stiamo assistendo), mi lamento di quello che non dicono, che non predicano sui tetti. Non mi spiego il silenzio, tranne per fortune alcune isolate voci profetiche, su ingiustizia sociale, poverta', corruzione, falsi in bilancio, tutela dei lavoratori e dei giovani. Non mi spiego, ad esempio, perche' si voglia affossare la Teologia della Liberazione in Sudamerica, perche' si isolino preti che hanno a cuore questi temi come si faceva negli anni '50 con Don Milani.

Finalmente se n'e' accorto anche qualcuno che ha piu' risonanza di me, il Presidente del Consiglio. Leggo in un'intervista a Famiglia Cristiana:

Dobbiamo tutti fare il nostro dovere di contribuenti, perché tutti possano pagare meno. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché quando vado a Messa questo tema, che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie? È possibile che su 40 milioni di contribuenti sono solo 300.000 quelli che dichiarano più di 100.000 euro l’anno? Ma, detto questo, contesto con forza che il mio Governo sia, come dice l’opposizione, "oppressivo". In una ricca città del Nord sono stati chiusi per brevissimo tempo due negozi per mancata emissione di scontrini fiscali. Senza far bandi, dopo qualche giorno l’emissione degli scontrini nella stessa città è aumentata del 100 per cento. Cifre alla mano, senza inasprire alcuna imposta, abbiamo recuperato 10 miliardi di evasione fiscale. Questo ha consentito non solo la diminuzione del debito pubblico, ma anche di destinare risorse per rivalutare le pensioni basse, per la famiglia e per la tutela dei lavoratori discontinui.

Ovviamente non si fa attendere l'allucinante replica del vescovo di Chieti, Monsignor Forte. Il quale dopo aver precedentemente fatto notizia dichiarando che "evadere e' sbagliato, significa rubare" (ma dai?), oggi sposa il tema berlusconiano che le tasse sono troppe, quindi e' "comprensibile" non pagarle. Che la colpa e' del sistema fiscale che non sempre sembra equo. Come dire: invece di dire al ladro che sbaglia, tanto vale rubargli a nostra volta.

Io credo che evadere sia peggio che rubare. Invece di fare danno a una persone si fa danno alla collettivita'. Si fa in modo che tutti gli altri paghino al posto mio dei servizi di cui magari mi lamento. Sentendosi giustificati da una supposta "legittima" difesa da Roma ladrona, senza pensare che se tutti pagassero, ognuno pagherebbe molto meno.