lunedì 30 marzo 2009

Partire


Questa volta partire fa piu' male. Perche' non si tratta di aprire una parentesi come tutte le volte scorse, ma vuol dire chiuderne una che e' stata, e che e', davvero importante. Non solo dal punto di vista professionale, ma anche per le persone splendide che ho incontrato e per i cambiamenti radicali nella mia vita avvenuti o maturati qua in Baviera.
Ieri mentre chiudevo gli scatolini pensavo banalita'. Che in fondo non mi porto dietro solo un mucchio di ciarpame accumulato in due anni e mezzo, ma un sacco di altre cose, ben piu' importanti, che negli scatoloni non entrano. E in fondo speravo di lasciarmi dietro qualcosa in piu' di quegli scaffali vuoti e di questa scrivania asettica da cui sto scrivendo. Banalita' appunto, ma non per questo meno vere. Beffa partenza e beffa nostalgia.

Un abbraccio a tutti, Auf wiedersehen!

La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all'incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

J.R.R.Tolkien, Il Signore degli Anelli

domenica 29 marzo 2009

Avanti Popolo


Sulla nascita del "Popolo delle Liberta'" (la loro?), sulla fagocitazione da parte di un uomo solo di tutta la destra italiana, il Primo Cerchio:

Di primo acchito verrebbe da mettersi a piangere guardando le immagini del congresso fondativo del PDL. Per diversi motivi, a partire dalla sensazione che questi abbiano talmente inciso sulla testa del paese (o capito le istanze del paese, per chi la vuole vedere così) da vincere da qui all'eternità.
Poi, a sollevarci, arriva tutto il resto del baraccone. Salgono sul palco personaggi impresentabili come De Gregorio, inossidabili come Giovanardi, sovreccitati come la Brambilla. Passano le "simpatiche" gag tra La Russa e Gasparri. Sfila la sarabanda di gnocca elevata dal Padre agli altari del partito. E infine parte "Meno male che Silvio c'è", che sembra riportare il tutto alla sua dimensione naturale: una kermesse da Bagaglino, che finirà lasciando il posto al programma successivo. Invece questi tornano in Parlamento. E così, con la stessa espressione ebete che avevano poco fa sul palco, fanno leggi sulla nostra nascita, la nostra morte e tutto quello che ci sta in mezzo. E a noi non resta che aggrapparci al cuscino e provare a far passare questa orribile nuttata, sperando di svegliarci di botto e scoprire che era un brutto sogno. Intanto, in questo momento su La7, c'è un giornalista dell'Economist che ricorda che in un paese diverso Berlusconi sarebbe "in galera o almeno screditato". Per dire che qualcuno è rimasto sveglio.

venerdì 27 marzo 2009

Suscitare speranza


"Un vero pastore sa che la barca di Pietro non corre il rischio di affondare anche se affronta il mare aperto perché è assistita dallo Spirito Santo. Invece questo papa non è un pastore, è solo un professore. Si preoccupa di fare ogni genere di appunto critico alla modernità, ma non ha irradiazione spirituale, non ha carisma, non mostra il cristianesimo come una cosa buona, una fonte di gioia per l'umanità. In una parola, non fa la cosa più evangelica, quella che Ernst Bloch riteneva la più importante per ogni religione: suscitare speranza. Una Chiesa così, che non è fonte di fiducia nella vita e nel futuro, tutta ripiegata su se stessa, sulla propria identità e sul potere sacrale della gerarchia, completamente paralizzata dalla paura di ciò che sta 'fuori', non è più una Chiesa. È una 'ecclesìola', una piccola chiesa, con forti tendenze fondamentaliste"

Leonardo Boff, intervista a L'Espresso

giovedì 26 marzo 2009

Lavorare di piu'




I used to like to go to work but they shut it down
I got a right to go to work but there's no work here to be found
yes and they say we're gonna have to pay what's owed
we're gonna have to reap from some seed that's been sowed

mercoledì 25 marzo 2009

Guardare al lato positivo


Almeno potremo dire ai nostri nipoti che anche quando c'era lui i treni arrivavano in orario. Oddio, fuor di spot, quasi tutti: anche per i treni si allarga la forbice in Italia tra chi viaggia ad alta velocita' e chi sui carri bestiame.

martedì 24 marzo 2009

Con l'aiuto di Hölderlin


Il 24 Marzo 1999 la NATO iniziava il bombordamento di Belgrado nell'ambito delle operazioni per la guerra in Kosovo. Mentre ricevo un twitter di D'Alema "Rifarei lo stesso col senno di poi", io mi rileggo Erri De Luca che in quei giorni era a Belgrado, con l'aiuto di Holderlin:

Il mese di Maggio del novantanove
i belgradesi facevano gli astronomi
e scrutavano i cieli.

Il suolo esplodeva, tremavano le pietre

piu' dei cani, dei vecchi, dei bambini.

Le bombe alla grafite avevano staccato l'elettricita',

al buio aumentava la fraternita'.

"Dove esiste pericolo,
cresce
pure quello che salva"
(Wo aber Gefahr ist, wächst / das Rettende auch).

Il poeta non era a Belgrado quel mese di Maggio,

era morto da un secolo e mezzo,
le sue pagine si', stavano in tasca mia

da contraerea, da salvacondotto.

In guerra le parole dei poeti proteggono la vita

insieme alle preghiere di una madre.

In una guerra gli orfani e quelli senza un libro
stanno allo scoperto.


Erri De Luca, Opera sull'acqua e altre poesie.


domenica 22 marzo 2009

Eppur si muove


E le nostre liste saranno fatte solo da persone che si candidano ad andare a lavorare a Bruxelles non per raccogliere preferenze sulla base di una truffa. Berlusconi ha già annunciato di essere capolista ovunque e di candidare i ministri omettendo di dire che per legge dovranno dimettersi tutti. È per questo che proporrò di candidare solo persone autorevoli e competenti che resteranno a lavorare in Europa, solo persone che non hanno mandati locali o regionali da completare. Molti amici mi hanno detto: riflettici resta capolista in tutte le circoscrizioni. Voglio dirlo direttamente a Berlusconi: il primo atto di serietà di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori, non chiedere preferenze per un luogo dove non si metterà mai piede.

Franceschini ieri all'Assemblea Nazionale dei Circoli PD, sulle elezioni europee. Sara' che nel frattempo comincia a alzare la testa chi non le manda a dire, chi ha capito che l'appartenenza al PD e' molto piu' sentita dalla base che non dai dirigenti.

giovedì 19 marzo 2009

Don Peppe


La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.

Quindici anni fa, il 19 marzo del 1994, Don Peppe Diana fu ucciso nella sagrestia della sua chiesa a Casal di Principe mentre si apprestava a celebrare la Messa, proprio nel giorno del suo onomastico. Capo scout e sacerdote, dal 1989 era parroco a Casal di Principe, suo paese natio in mano alla lotta fra i clan camorristici. "Per amore del suo popolo", come titola il documento diffuso in tutte le case della zona Aversana nel Natale 1991, don Peppe Diana aveva incitato i concittadini a non tacere, a dire basta alla logica della Camorra e a pretendere un cambiamento. Anche Roberto Saviano lo ricorda su Repubblica: "il pensiero e il ricordo di Don Peppino sarà per loro quello di un giovane uomo che ha voluto far bene le cose. E si è comportato semplicemente come chi non ha paura e dà battaglia con le armi di cui dispone, di cui possono disporre tutti. E riconosceranno quanto fosse davvero incredibilmente nuova e potente la volontà di porre la parola al centro di una lotta contro i meccanismi di potere. Parole davanti a betoniere e fucili. Realmente, non come metafore. Una parola che è sentinella, testimone, così vera e aderente e lucida che puoi cercare di eliminarla solo ammazzando. E che malgrado tutto è riuscita a sopravvivere".

Non dico il tuo nome

Tessuto della materia di cui sono fatti i miei sogni,
tu respiri, bambino, nei posti dove il Signore
ha accarezzato il mio cuore:
nell’aria fresca verso sera,
scalpitante nei castelli antichi,
occhieggi ancora dalle casette di montagna,
quiete nel buio
e voglio tenerti ancora
un pochino qui,
pensare per te
che solcherai cieli e esplorerai mondi,
che avrai un cuore capace
di slancio e abbandono,
che forse porterai i miei occhi in giro per il mondo.

Ti penso come ancora il mio principe
E non voglio darti a nessuno
Solo tenerti col tuo babbo,
che mi capisce come una carezza,
come un miracolo.

Ancora un poco qui,
e poi nel mondo.

S.U.

mercoledì 18 marzo 2009

Aumentare i problemi


Via Don Zauker, le vere parole di Benny16 in Camerun. Qualche buontempone sosteneva che avesse in realta' affermato che "l'epidemia di Aids nel continente non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi". Una cosa di tale irresponsabilita' sarebbe infatti stata inconcepibile.

Missili anticrisi?


"A view is often expressed that the military budget is a cornerstone of the U.S. economy. The Pentagon is often said to be a major underwriter of, and stimulus to, important technical innovations. It is also often cited as a major employer, providing good jobs—jobs that are stable and at least decently paid—to millions of Americans"

Un interessante studio che mi segnala Cosimo rivela pero' che per ogni miliardo di dollari investiti in difesa si creano circa 8555 posti di lavoro. Per contro, con gli stessi miliardi investiti nel settore dell'assistenza sanitaria si creano 12.883 posti di lavoro, e in materia di istruzione, 17.687 posti di lavoro, senza contare gli ovvi benefici per la collettivita'. Nel mondo nel 2007 sono stati spesi piu' di 1400 miliardi di dollari per la difesa, 40 miliardi in Italia. A tutt'oggi, il Costarica e' l'unico paese smilitarizzato unilateralmente, avendo abolito l'esercito con la Costituzione del 1949: fonda sull’assenza dell’istituzione militare la base della sua crescita sociale (ad esempio 95% di alfabetizzazione, un buon servizio sanitario pubblico e una notevole stabilità politica).

lunedì 16 marzo 2009

Mostri italiani


Via Stranieriinitalia, il numero in edicola di Gazeta Romaneasca, il settimanale dei romeni in Italia. In prima pagina il pedofilo italiano che a Napoli ha stuprato un bambino rumeno di 8 anni, l’italiano ubriaco e drogato alla guida che ha ammazzato un romeno vicino a Capena, e infine la ladra italiana catturata da due rumeni a Trento.
“Abbiamo fatto un esperimento: sbattere in prima pagina il mostro italiano”, dice il direttore editoriale del giornale, Sorin Cehan. “Farà capire ai nostri lettori il meccanismo perverso usato da alcuni giornali italiani che genera poi la rivolta dei cittadini contro un intero popolo”.
Nell’editoriale, il direttore spiega la scelta: “Una volta, una sola volta proviamo a fare una prima pagina nello stile oramai consacrato della stampa italiana. Sono tutti fatti reali, ma estratti con la pinzetta dalla realtà. L’immagine degli italiani è filtrata dalle stesse lenti con le quali loro ci osservano tutti i giorni: la cronaca nera di quanti uccidono, stuprano e rubano”. “Il fatto di cronaca, si impara nelle scuole di giornalismo, è chiuso in se stesso. Per questo le pagine di cronaca nera di solito alla fine dei giornali, perche il loro significato è pari quasi a zero. – scrive Cehan - Se uno stupratore romeno aggredisce un’italiana, non significa che “i romeni violentano le italiane”, cosi come l’italiano che abusa di un bambino romeno non rappresenta “gli italiani che stuprano i bambini romeni”.
“Abbiamo avuto difficoltà a trovare i nomi degli accusati e le loro fotografie, perchè la stampa italiana non ha dato loro importanza. La maggior parte dei giornali non dà i nomi degli arrestati italiani, al massimo le iniziali, e le fotografie sono una rarità. Una pratica corretta, visto la presunzione d’innocenza della quale gode chiunque, in uno stato democratico e moderno, per quanto odioso possa essere il fatto di cui è accusato. “Con i romeni, è il contrario. Sono filmati in diretta, sbattuti in primo piano, condannati già dalla stampa. La manipolazione dell’opinione pubblica è diventata grossolana ed è dannosa. La prima pagina può essere fatta in tanti modi. Questo è il modo più sbagliato” conclude il direttore di Gazeta Romaneasca.
Una lezione di giornalismo dalla comunita' rumena in Italia. Senza contare che anche quando non hanno prove per trattenere "il mostro", nel belpaese si prova a fare di tutto per non lasciarselo scappare e continuare il linciaggio. E infatti, dopo il trambusto mediatico sul mostro rumeno sono partite le prime ronde dei volenterosi: la prima al Parco della Caffarella è finita con una mezza rissa tra i guardiaparco e i rondisti, e una denuncia ai rondisti per usurpazione di funzione pubblica, esercizio abusivo di professione e oltraggio a pubblico ufficiale.

Intanto pochi giorni fa è morta una ragazza per le conseguenza delle leggi razziali del governo. Joy Johnson aveva 24 anni ed era clandestina e ammalata di tubercolosi. Per paura che scattasse la denuncia a causa delle norme del pacchetto sicurezza recentemente approvate al Senato e in discussione alla Camera, non era mai andata a farsi curare: sarebbe bastata un'occhiata per riscontrarle la malattia e darle dei farmaci, ma quando finalmente si e' rivolta all'ospedale era gia' troppo tardi. Come se la conseguenze non fossero gia' abbastanza, la tubercolosi si trasmette per via aerea e quindi non si sa quante persone possono essere state nel frattempo contagiate. Tutto come previsto. Il razzismo cieco del governo produce conseguenze gravissime non solo sulla pelle degli immigrati, ma anche su quella italianissima che si vanterebbero di proteggere.
Si scopre poi che sempre nel pacchetto sicurezza si nasconde anche il comma Erode (articolo 45, comma uno, lettera F): il governo vorrebbe impedire agli irregolari non solo di partorire in ospedale, ma anche di registrare all’anagrafe la nascita di un figlio, con tutto ciò che ne consegue. Ogni figlio di clandestini nato in Italia sarà privo di identità, apolide e senza nome, non potrà accedere all’istruzione né all’assistenza sanitaria e sarà più facilmente esposto ad ogni genere di abusi e pericoli. In pratica non potra' neppure essere riconosciuto dai genitori, non esistera'. E poi ci dicono che loro difendono la famiglia.

domenica 15 marzo 2009

Immunita'



E del Silvio Nazionale parla anche Saramago sul suo blog (!!)

sabato 14 marzo 2009

Fermiamo il ponte


Mentre finalmente il PD si sveglia e fanno partire una campagna per chiedere l'accorpamento delle votazioni per le amministrative e per il referendum (per non lasciarci prendere per il quorum), il compagno ombra Franceschini continua contro ogni aspettativa a mettere alle corde il governo puntando il dita sull'incapacità di rispondere alle diverse emergenze del paese se non con provvedimenti puramente propagandistici e privi di qualsiasi efficacia concreta, quando non dannosi, avanzando proposte concrete e chiare. Spesso spottistiche come quelle del governo, come il fondo dagli stipendi dei parlamentari per fronteggiare la crisi, ma che almeno vanno nella direzione giusta.
E sempre a proposito di sprechi in tempo di crisi, una petizione cerca di fermare il piu' colossale spreco di denaro pubblico architettato dal governo. Recidivo, perche' il progetto del ponte di Messina l'ha fatto risorgere dalle proprie ceneri come una fenice. Qua per firmare e leggere le ragioni del no.

giovedì 12 marzo 2009

Una notte in guardina (Visti da qui / 4)


Dopo ieri sera credo che smettero' di raccontare barzellette sui Carabinieri italiani. Quelli di qua sono molto piu' avanti, specie se l'ottusa fiscalita' della burtocrazia teutonica si scontra con l'incompatibilita' culturale con quella italica. E' anche vero che una notte (in realta' un paio d'ore) in una guardina tedesca e' un'esperienza che andava fatta assolutamente prima di rientrare in Italia, ma la cosa e' stata talmente surreale che sembrava davvero di essere in una barzelletta.
Ma veniamo alla favolina. Spinti da una irresistibile botta di vita ieri sera siamo andati a una kneipe a imparare un ottimo gioco di carte Bavarese detto "testa di capra", che Francesco mi voleva insegnare da qualche settimana. Il nome della kneipe (Atzinger, ma amichevolmente denominata BennyXVI), nonche' il nome del gioco, gia' dovevano suggerire che la serata si sarebbe messa male. E infatti la cameriera ha subito tentato di fregarci sul conto, approfittando della solita mossa astutissima di offrirsi di dividere il conto fra i commensali per guadagnarsi piu' mance: peccato che abbia anche aggiunto al bottino l'aver sbagliato in eccesso tutte le somme. Non contenti della piega della serata, avevamo pensato di prendere la macchina invece della solita metro, per fare prima a tornare a casa - poveri illusi - dato che volevamo andare a letto presto. E questi sono errori che si pagano, soprattutto se si ha la targa italiana nella ridente baviera. Nulla a che vedere con l'avere la pelle nere a treviso, ma comunque parecchie scocciature in piu' te le procuri.
Partiti per tornare, dopo 3 minuti appare nello specchietto il solito lampeggiante della polizia, che dal momento che non ha niente da fare in una citta' troppo sicura pensa bene di fare il palloncino a ogni pazzo che gira la notte con targa straniera. Alla faccia dell'Unione Europea. Accosto, e un gentilissimo poliziotto armato di torcia, pistoloni, manette, spray al peperoncino, manganello e baffetto d'ordinanza mi chiede patente, libretto e passaporto. Fornisco solerte tutta la documentazione, in attesa del copione che seguira'. "Hai bevuto qualcosa?" chiede immancabilmente lo sbirro come se fosse possibile uscire la sera in questa citta' senza farsi almeno un brindisi. "Solo una birra, due ore fa", rispondo con il mio miglior sorriso. "Non dovrebbero esserci problemi, ma se vuoi facciamo il test" e' tutto quello che ottengo. Se voglio io? A me che importa del test, se non volete voi... ma intanto scendo dalla macchina e mi metto a soffiare nella macchinetta. Resta sotto il limite, con sommo disappunto del poliziotto, mentre il compare lo chiama tutto agitato nell'auto dove stava controllando i numeri dei miei documenti. Mi chiedono di rientrare in macchina, mentre loro telefonano impazziti controllando e parlottando su non sappiamo cosa. Tornano e mi dicono che la mia patente risulta rubata, e non capiscono come faccio ad averla ancora io. Allucinato, gli spiego che la mia patente non puo' essere rubata, dato che l'ho appena data a loro, ma insistono che il numero della patente e' lo stesso di una di cui ho denunciato il furto. Effettivamente anni fa avevo disperso il portafoglio in macchina di un'amica che non riusciva piu' a trovarlo, e mi ero dovuto rifare tutti i documenti, ma quella era incontestabilmente la nuova patente, per altro plastificata e non cartacea come quelle vecchie. Gli sbirri sono sempre piu' confusi dopo la mia spiegazione, e dato che, in quanto tedeschi, sono inabili a fronteggiare l'imprevisto, mi chiedono di seguirli alla stazione di polizia per verifiche. "Ci vorranno al massimo 10 minuti, se la tua storia e' vera". Colgo preoccupato una certa insistenza su quel se...
Ripartiamo e mi metto a seguire la macchina della polizia in una periferia sconosciuta di Monaco nord. Nella stazione sono tutti giovanissimi e verdissimi, nelle loro uniformi complete di manette, pistolone, manganello, spray etc etc. Ci fanno sedere su una panca che ricorda i telefilm del compianto Derrick, dicendoci di aspettare qualche minuto. Parlottando in bavarese e altri idiomi incomprensibili, continuano a rigirasi fra le mani la mia patente, mentre cercano in rete (!!) su qualche sito dell'interpol come sia fatta una patente italiana. Ben presto sono in sei affollati dietro lo schermo, e noi ci lamentiamo dei Carabinieri che girano sempre a coppia o che avvitano le lampadine. Dopo un'oretta buona e sei/sette sbirri alternati davanti allo schermo con la patente tra le mani, si scopre che la patente plastificata italiana riporta, in caso si tratti di una sostituzione, anche il numero della vecchia sul retro, mentre il numero della nuova e' sul davanti come dovrebbe. Solo che gli sbirri tedeschi non riuscivano a leggere la legenda riportata in caratteri microscopici sulla patente - chiedere a un italiano di tradurre qualosa scritto in italiano sembrava troppo umiliante - e avevano preso per buono il numero sul retro. Nel caso qualche sventurato lettore abbia sostituito una patente rubata o persa, lo tenga presente per evitarsi tutta questa scocciatura.
Sembra tutto a posto, tiriamo un sospiro di sollievo e ci prepariamo a tornare a casa: sono le due di notte e saremmo dovuti essere a letto gia' da un'ora. Invece ecco il nuovo problema (beffa!): la mia denuncia di smarrimento risulta essere stata fatta il 14 ottobre 2002 a Bologna, di ritorno da una scuola di Dottorato. Solo che la patente nuova ha validita' dal 1 Ottobre dello stesso anno: "e' imposibile che la denuncia sia stata fatta dopo l'emissione della nuova" sentenzia lo sbirro "dovete aspettare dieci minuti che un collega esperto di documenti internazionali arrivi per verificare che la patente non sia falsa". Cerco inutilmente di spiegare che probabilmente avranno emesso la nuova patente con validita' dal primo del mese per praticita', ma l'inflessibile teutonico sentenzia che e' "impossibile, ho controllato e ci sono patenti italiane con validita' anche dal 23 del mese". Perche' poi il 23 non ho capito, ma non pare sentire ragioni. Aspettiamo sulla panca di Derrick ancora un quarto d'ora, poi arrivano due nuovi sbirri. Dall'italiano stentato di uno capisco che e' l'esperto: andiamo bene. Mentre uno si mette a studiare il libretto di circolazione della macchina con una lente di ingrandimento, inizia una discussione incomprensibile di tutta la stazione di polizia con in mano la mia patente e il modulo con la data della denuncia. Alla fine l'esperto sentenzia qualcosa del tipo: "che ci volete fare, sono italiani, fanno tutto a caso". Questo tranquillizza finalmente i miei due sbirri, che con un gran sorriso mi restituiscono tutti i documenti, si scusano e mi spiegano, molto politically-correct "che in Italia le cose si fanno un po' diversamente rispetto alla Germania". E' bello sentirsi dire che si viene da un paese del terzo mondo quindici giornio prima di tornarci.

mercoledì 11 marzo 2009

Condono della democrazia


Berlusconi all'assemblea dei deputati della Pdl propone di consentire il voto in aula ai soli capigruppo: ''con questo sistema ovviamente non ci sono sorprese''. L'ennesima dimostrtazione che siamo di fronte a un "turista della democrazia" per il quale le istituzioni e il parlamento sono solo un ingombro, come dover andare dal notaio a ratificare decisioni gia' prese dal capo. Lui.
Finalmente una svolta veranello snellimento delle procedure: sara' contento Calderoli, ministro della semplificazione fino ad oggi inoperoso. Pare infatti, come mi faceva notare Andrea, che la semplificazione stia soltanto nell'impedire a Calderoli di legificare qualche altra porcata.
Come una porcata appare la serie di norme sul rilancio dell'edilizia che il governo approverà venerdì prossimo come condono tombale. Abusi risanati, ampliamenti del 20% senza vincoli né autorizzazioni. Il tutto che si immette naturalmente nello spuirito italico, dove abusi e condoni, condoni e successivi abusi hanno maltrattato da sempre il paesaggio edilizio. Misure anti-crisi in barba alle regole e fuori dai controlli, che daranno un po' d'aria a qualche migliaio di persone distruggendo pero' ancora una volta quel che resta del civismo di tutti gli italiani. Per non parlare degli altri, molti, ragionevoli dubbi che la proposta porta con se'. Invece di aumentare la cubatura degli immobili, non sarebbe meglio investire nella manutenzione, nell'edilizia scolastica, ospedaliera, infrastutturale?

lunedì 9 marzo 2009

Due film


La scorsa settimana complice il tempo grigio e piovoso ho potuto dedicare qualche serata alla scrematura della lista di film da vedere. Entrambe le pellicole scelte si sono dimostrate validissime.

L'ospite inatteso dell' americano Tom McCarthy e' stata una sorpresa davvero piacevole. La storia, semplicissima senza mai sbandare nella retorica e nel buonismo, e' raccontata benissimo da un cast di attori eccellente. Una boccata d'aria per chi ancora pensa che integrazione non sia solo sinonimo di occidentalizzazione e omologazione di chi viene a cercare di rifarsi una vita nella parte opulenta del globo, di chi crede che dalla commistione nasca spesso qualcosa di ancora piu' saporito degli ingredienti originali. Un po' di spazio all'idea, semplice come il film, che lo straniero non è per forza un nemico, l'immigrato non necessariamente un terrorista, il clandestino non sempre un pericolo, ma che può essere un ospite, anzi qualcuno che ti ospita, diventare un amico e perfino (non ditelo a Gentilini) uno che ti insegna qualcosa. Da segnalare che grazie a questo film ho scoperto che negli USA anche il "fermo" dei clandestini e' privatizzato, tant'e' vero che pochi giorni dopo e' scoppiato questo scandalo. Per il nostro peggio italiano c'e' ancora spazio di sviluppo.

Valzer con Bashir e' invece una pellicola di animazione dell'israeliano Ari Folman, nel quale ricostruisce la sua personalissima ricerca della memoria perduta degli eventi drammatici vissuti da diaciannovenne soldato delle truppe israeliane durante la prima guerra del Libano nel 1982. Ancora una volta il documentario d'animazione o a fumetti si conferma un mezzo eccellente per parlare di problemi complessi, basti pensare a Joe Sacco e Marjane Satrapi. Sgombra infatti il campo da qualunque pretesa di imparzialita', chiarendo subito che si sta dando una visione personale di quanto e' accaduto, grazie alla possibilita' di inserire il fumettista (o in questo caso il regista) come protagonista del racconto. Anche questo film non fa eccezione: nonostante qualche critica che lo ha visto come troppo autoassolutorio nei confronti dell'esercito israeliano spettatore inerte, e forse complice, del massacro di Sabra e Shatila, il regista tiene a ricostruire piu' la sua personale memoria perduta che la verita' storica su quei fatti. Tiene piu' a parlarci del senso di colpa dei protagonisti, dell'impotenza e della confusione che si prova con una divisa addosso di fronte alla logica della guerra, piuttosto che di colpe storiche e ricostruzione fedele degli avvenimenti in tutte le loro sfaccettature complesse. E forse il maggior pregio del film e' proprio questo, insieme alla forza particolare con cui il disegno riesce a coinvolgere l' immaginazione dello spettatore fino a sfociare nel finale, una volta ricostruita la memoria perduta, nelle immagini filmate del dolore dei sopravvissuti dopo la fine della strage.

martedì 3 marzo 2009

Disuguaglianze e compagni ombra


Mentre la nave affonda, il Governo tira dritto per la sua strada fatta di Paura, di ronde, di caccia al capro espiatorio. In USA Obama vara un piano per finanziare l'assicurazione sanitaria per tutti aumentando le tasse ai piu' ricchi, mentre in Italia aumentano le code alla Caritas insieme alle ronde, nel paese dove la disuguaglianza di redditi cresce maggiormente dagli ultimi 20 anni fra i paesi Ocse. Cosi' Gianni Cuperlo:

L’America (come l’Europa) affronta la crisi economica più devastante degli ultimi decenni con un linguaggio spiazzante se confrontato ai rituali della stagione trascorsa. Ruolo centrale degli Stati, redistribuzione delle risorse, sostegno pubblico alla domanda, misure anticicliche nazionali e non solo: è quasi paradossale che l’Italia (nel nostro splendido isolamento) appaia così estranea al contesto. C’è un “mondo morale” della destra economica e politica che frana come un castello di carte mentre qui da noi la destra prosegue imperterrita nel suo cammino. Limita le intercettazioni, recluta le ronde, viola la deontologia dei medici, scambia la clandestinità per un reato, e soprattutto non investe un euro su questa benedetta crisi (gli aiuti pubblici italiani, a differenza di quanto accade altrove, sono tutti coperti, vale dire che non sono interventi in deficit ma vengono compensati da aumenti di tasse o riduzione di spese). Come si dice, siamo degli straordinari “portoghesi”. Seguiamo lo sviluppo degli eventi. Aspettiamo che americani, tedeschi e francesi spendano le risorse (loro) per invertire il segno del declino. Nella convinzione che se il convoglio riparte noi saliremo sul vagone di coda con un saltello agile, come nei vecchi film in bianco e nero. Ma è difficile che le cose vadano così. Certo, i numeri fanno colpo. Il presidente Sarkozy ha stanziato per Renault e Peugeot una somma pari, più o meno, al capitale che il governo italiano ha stanziato da settembre a oggi per fronteggiate la crisi di famiglie e imprese. Quanto all’estensione degli ammortizzatori (i famosi 8 miliardi di euro) sono coperti come il resto delle misure dal Fas (il Fondo per le Aree Sottoutilizzate) e dunque sono risorse sottratte a politiche di investimento. Una quota parte poi deriva dal fondo sociale europeo col risultato che si tratta comunque di una cifra insufficiente. Almeno se teniamo conto delle indicazione del governatore Draghi, l’altro giorno a Milano: due milioni e mezzo di lavoratori a termine che resteranno senza assegno entro la fine dell’anno.

Almeno l'opposizione si sveglia, e a sorpresa e comincia a fare proposte semplici e puntuali su temi seri, proposte che costringono lo stesso governo a rispondere. Pare che finalmente il PD abbia una linea, o almeno mostri di averla, e che invece di seguire l'agenda del governo pensata per distrarre e spaccare, impone la sua su cose importanti per tutti. Anche i segni della domenica di campionato parlano a favore. Vuoi vedere che il compagno ombra Franceschini...

lunedì 2 marzo 2009

Mascarona

Incredibile gol di Mascara ieri nel derby con il Palermo, con tiro al volo dalla lunetta del centrocampo. Il gol e' effettivamente strepitoso, a conferma che almeno qualche volta la fortuna aiuta gli audaci. E Mascara e' stato subito avvicinato ai grandi frombolieri della sfera, da Maradona a Ronaldinho. Mi pare che pero' pochi citano il recente gol di Recoba da distanza simile con l'Empoli (per non contare quelli da solo pochi metri piu' avanti di Quagliarella, Vieri, Seedorf etc), anche se non al volo, e soprattutto il clamoroso gol di Monelli al Napoli nell'86/87. Avevo 10 anni ma me lo ricordo bene, anche perche' ai giardini tentai invano per giorni di emulare il gesto nelle partitelle con gli amici. Pare comunque, per mia consolazione, che anche Platini ci provo' senza fortuna. Sotto il video di Monelli, che trafisse Garella da oltre la meta' campo. Il gol piu' incredibile di sempre resta comunque, secondo me, quello di Maurone Bressan in Champion's League contro il Barcellona...

domenica 1 marzo 2009

Il Porcello ai tempi della crisi


La decisione del Governo di non associare il referendum all’election-day di giugno, che pare ormai praticamente certa, appare ancora piu' inaccettabile data l'assoluta mancanza di argomenti ragionevoli a sostegno. L'unica, purtroppo irragionevole, e' l'intenzione di far fallire il referendum per garantire lunga vita al porcello, non curanti del costo che viene come sempre scaricato sui cittadini.
Una decisione dunque che produce danni gravi al Paese: butta dalla finestra 400 milioni di Euro, il doppio della social card; punta a tenere in vita il Porcellum, l’attuale delirante legge elettorale, e assesta un altro colpo all’istituto del referendum, sempre piu' bistrattato e sminuito. Quest'ultima e' infatti solo la conferma dell'insofferenza del governo per questo istituto cosi' come per tutti i vincoli e contrappesi i contrappesi costituzionali, in piena sintonia col concezione illiberale, ma travestita da libertaria, del berlusconismo nostrano.