Dopo ieri sera credo che smettero' di raccontare barzellette sui Carabinieri italiani. Quelli di qua sono molto piu' avanti, specie se l'ottusa fiscalita' della burtocrazia teutonica si scontra con l'incompatibilita' culturale con quella italica. E' anche vero che una notte (in realta' un paio d'ore) in una guardina tedesca e' un'esperienza che andava fatta assolutamente prima di rientrare in Italia, ma la cosa e' stata talmente surreale che sembrava davvero di essere in una barzelletta.
Ma veniamo alla favolina. Spinti da una irresistibile botta di vita ieri sera siamo andati a una kneipe a imparare un ottimo gioco di carte Bavarese detto "testa di capra", che Francesco mi voleva insegnare da qualche settimana. Il nome della kneipe (Atzinger, ma amichevolmente denominata BennyXVI), nonche' il nome del gioco, gia' dovevano suggerire che la serata si sarebbe messa male. E infatti la cameriera ha subito tentato di fregarci sul conto, approfittando della solita mossa astutissima di offrirsi di dividere il conto fra i commensali per guadagnarsi piu' mance: peccato che abbia anche aggiunto al bottino l'aver sbagliato in eccesso tutte le somme. Non contenti della piega della serata, avevamo pensato di prendere la macchina invece della solita metro, per fare prima a tornare a casa - poveri illusi - dato che volevamo andare a letto presto. E questi sono errori che si pagano, soprattutto se si ha la targa italiana nella ridente baviera. Nulla a che vedere con l'avere la pelle nere a treviso, ma comunque parecchie scocciature in piu' te le procuri.
Partiti per tornare, dopo 3 minuti appare nello specchietto il solito lampeggiante della polizia, che dal momento che non ha niente da fare in una citta' troppo sicura pensa bene di fare il palloncino a ogni pazzo che gira la notte con targa straniera. Alla faccia dell'Unione Europea. Accosto, e un gentilissimo poliziotto armato di torcia, pistoloni, manette, spray al peperoncino, manganello e baffetto d'ordinanza mi chiede patente, libretto e passaporto. Fornisco solerte tutta la documentazione, in attesa del copione che seguira'. "Hai bevuto qualcosa?" chiede immancabilmente lo sbirro come se fosse possibile uscire la sera in questa citta' senza farsi almeno un brindisi. "Solo una birra, due ore fa", rispondo con il mio miglior sorriso. "Non dovrebbero esserci problemi, ma se vuoi facciamo il test" e' tutto quello che ottengo. Se voglio io? A me che importa del test, se non volete voi... ma intanto scendo dalla macchina e mi metto a soffiare nella macchinetta. Resta sotto il limite, con sommo disappunto del poliziotto, mentre il compare lo chiama tutto agitato nell'auto dove stava controllando i numeri dei miei documenti. Mi chiedono di rientrare in macchina, mentre loro telefonano impazziti controllando e parlottando su non sappiamo cosa. Tornano e mi dicono che la mia patente risulta rubata, e non capiscono come faccio ad averla ancora io. Allucinato, gli spiego che la mia patente non puo' essere rubata, dato che l'ho appena data a loro, ma insistono che il numero della patente e' lo stesso di una di cui ho denunciato il furto. Effettivamente anni fa avevo disperso il portafoglio in macchina di un'amica che non riusciva piu' a trovarlo, e mi ero dovuto rifare tutti i documenti, ma quella era incontestabilmente la nuova patente, per altro plastificata e non cartacea come quelle vecchie. Gli sbirri sono sempre piu' confusi dopo la mia spiegazione, e dato che, in quanto tedeschi, sono inabili a fronteggiare l'imprevisto, mi chiedono di seguirli alla stazione di polizia per verifiche. "Ci vorranno al massimo 10 minuti, se la tua storia e' vera". Colgo preoccupato una certa insistenza su quel se...
Ripartiamo e mi metto a seguire la macchina della polizia in una periferia sconosciuta di Monaco nord. Nella stazione sono tutti giovanissimi e verdissimi, nelle loro uniformi complete di manette, pistolone, manganello, spray etc etc. Ci fanno sedere su una panca che ricorda i telefilm del compianto Derrick, dicendoci di aspettare qualche minuto. Parlottando in bavarese e altri idiomi incomprensibili, continuano a rigirasi fra le mani la mia patente, mentre cercano in rete (!!) su qualche sito dell'interpol come sia fatta una patente italiana. Ben presto sono in sei affollati dietro lo schermo, e noi ci lamentiamo dei Carabinieri che girano sempre a coppia o che avvitano le lampadine. Dopo un'oretta buona e sei/sette sbirri alternati davanti allo schermo con la patente tra le mani, si scopre che la patente plastificata italiana riporta, in caso si tratti di una sostituzione, anche il numero della vecchia sul retro, mentre il numero della nuova e' sul davanti come dovrebbe. Solo che gli sbirri tedeschi non riuscivano a leggere la legenda riportata in caratteri microscopici sulla patente - chiedere a un italiano di tradurre qualosa scritto in italiano sembrava troppo umiliante - e avevano preso per buono il numero sul retro. Nel caso qualche sventurato lettore abbia sostituito una patente rubata o persa, lo tenga presente per evitarsi tutta questa scocciatura.
Sembra tutto a posto, tiriamo un sospiro di sollievo e ci prepariamo a tornare a casa: sono le due di notte e saremmo dovuti essere a letto gia' da un'ora. Invece ecco il nuovo problema (beffa!): la mia denuncia di smarrimento risulta essere stata fatta il 14 ottobre 2002 a Bologna, di ritorno da una scuola di Dottorato. Solo che la patente nuova ha validita' dal 1 Ottobre dello stesso anno: "e' imposibile che la denuncia sia stata fatta dopo l'emissione della nuova" sentenzia lo sbirro "dovete aspettare dieci minuti che un collega esperto di documenti internazionali arrivi per verificare che la patente non sia falsa". Cerco inutilmente di spiegare che probabilmente avranno emesso la nuova patente con validita' dal primo del mese per praticita', ma l'inflessibile teutonico sentenzia che e' "impossibile, ho controllato e ci sono patenti italiane con validita' anche dal 23 del mese". Perche' poi il 23 non ho capito, ma non pare sentire ragioni. Aspettiamo sulla panca di Derrick ancora un quarto d'ora, poi arrivano due nuovi sbirri. Dall'italiano stentato di uno capisco che e' l'esperto: andiamo bene. Mentre uno si mette a studiare il libretto di circolazione della macchina con una lente di ingrandimento, inizia una discussione incomprensibile di tutta la stazione di polizia con in mano la mia patente e il modulo con la data della denuncia. Alla fine l'esperto sentenzia qualcosa del tipo: "che ci volete fare, sono italiani, fanno tutto a caso". Questo tranquillizza finalmente i miei due sbirri, che con un gran sorriso mi restituiscono tutti i documenti, si scusano e mi spiegano, molto politically-correct "che in Italia le cose si fanno un po' diversamente rispetto alla Germania". E' bello sentirsi dire che si viene da un paese del terzo mondo quindici giornio prima di tornarci.