martedì 17 marzo 2015

Risposta Presidenti AGESCI sull'Accordo con la Marina Militare

E' arrivata la risposta dei Presidenti AGESCI alla lettera di richiesta di chiarimento sull'Accordo di Collaborazione firmato con la Marina Militare. Nella risposta, che si puo' leggere qui, i Presidenti discutono il loro punto di vista e provano a rispondere ad alcune delle perplessita' da noi sollevate.


Ognuno avra' modo leggendo di farsi la sua opinione. Per quanto mi riguarda devo rilevare che la risposta non chiarisce molti dei punti  discussi nella nostra lettera di richiesta di chiarimenti, ma anzi ne solleva di nuovi.


Da un lato i Presidenti riconoscono che il testo dell'accordo sia controverso, e che vi siano riportate frasi inopportune e che loro stessi non condividono (!!). Dall'altra pero' reputano di non doverne rendere conto e partecipazione alla base dell'Associazione, sostenendo che tale accordo "non influisce minimamente sull’indirizzo politico dell’AGESCI in relazione a temi quali la Pace e Non Violenza". Una scelta di questo genere suggerisce invece un deciso mutamento di  posizione su questi temi, e porta inevitabilmente con se’ ripercussioni  politiche che già si stanno manifestando, ad esempio con lo stupore e il dissenso espresso da molte Associazioni con cui collaboriamo quotidianamente quali Libera e Pax Christi.


Inoltre, trovo molto strano sostenere che la Marina Militare non sia impegnata in  azioni di guerra offensiva. Solo quattro anni fa infatti, giusto per citare l’esempio piu’ vicino a noi temporalmente, la Marina Militare era impegnata nel bombardamento della Libia con almeno 10 navi, 8 velivoli e un numero non precisato di uomini, secondo quanto riportato dal  Ministero della Difesa. Nel corso delle operazioni sono state impiegate dall'Aeronautica e dalla Marina Militare 313 GBU a guida laser e 345 JDAM a guida GPS sia da 227 che da 454 chili, oltre a 25 missili da crociera Storm Shadow (SCALP), su obiettivi fissi (depositi, postazioni d'artiglieria, centri di comando e controllo, radar) dislocati tra Brega, Sirte, Misurata, Tripoli e Sebha (fonte Ministero della Difesa, il Sole 24 Ore). Mi sfugge come queste operazioni non siano considerate come azioni offensive. Ricordo infatti che sebbene la Costituzione “ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta’ degli altri popoli e  come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, i Governi e i Parlamenti abbiano sempre piu’ fatto ricorso all’uso  della forza mascherando azioni offensive con il vestito di “missioni di pace”, contro cui anche l’AGESCI si e’ piu’ volte schierata con la Tavola della Pace, il Forum sociale Europeo, le Marce della Pace.

Spero con tutto il cuore che questa vicenda possa essere davvero, come suggeriva padre Valletti, "l'occasione per avviare in Associazione una riflessione su come i  nostri ragazzi possono e devono essere maggiormente protagonisti di una promozione sociale, di giustizia, di pace, sminuendo così il peso che  ogni apparato militare rappresenta". Speriamo davvero che l'Associazione possa trovare gli strumenti e le occasioni per testimoniare concretamente i valori della Pace e della Nonviolenza che a detta dei Presidenti "restano valori cardine", anche se sempre meno presidiati e sempre piu' insidiati.

giovedì 12 marzo 2015

AGESCI e Marina Militare

Di seguito il testo della lettera inviata ai Presidenti di AGESCI in seguito alla firma di un Accordo di Collaborazione con la Marina Militare. La lettera puo' essere sottoscritta qua.

Cari Presidenti, e per conoscenza al Capo Scout e alla Capo Guida,

abbiamo appreso con sorpresa dal sito e dagli organi della Marina Militare e del Ministero della Difesa di un Accordo di Collaborazione firmato dalla Marina Militare e  da Voi a nome di AGESCI.


I contenuti dell'Acccordo sono incentrati sulla promozione dell’ambiente acqua, uscite in mare, “manifestazioni a carattere sportivo”, corsi e lezioni di tecniche. Tali attività dovrebbero essere finalizzate a “trasmettere un modello esistenziale basato sui principi dell’etica, della solidarietà, dell’amore per lo sport e per il mare”, e a “sviluppare legami di colleganza ideale fra il personale in servizio della Marina Militare e gli appartenenti all’AGESCI”.


Non ci sfuggono certo le potenzialità di un simile accordo, in particolare l’opportunità di accedere alle strutture e alle competenze della Marina Militare per le attività in ambiente acqua dei nostri ragazzi.


Riteniamo tuttavia controversa dal punto di vista educativo la scelta di firmare un Accordo di Collaborzione con una Forza Armata, impegnata in azioni di guerra anche offensiva, soprattutto se uno degli obiettivi dell'Accordo e’ la formazione e l’educazione dei giovani. 


Ricordiamo infatti che il nostro Patto Associativo sottolinea che “Capi e ragazzi dell'AGESCI, nel legame coi loro fratelli nel mondo, vivono la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace”, e che con l’adesione al Patto Associativo “ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza”. Alla luce di queste parole, i Capi dell’Associazione sono stati da sempre protagonisti di iniziative di obiezione di coscienza e di promozione di corpi di pace nonviolenti. 


Ci pare quindi che “la colleganza ideale” di cui si parla nell'Accordo appaia molto lontana, e che risulti poco chiara quale sia l’etica di riferimento sulla quale AGESCI e Marina Militare vogliono collaborare a “trasmettere un modello esistenziale alle giovani generazioni”. I modelli di riferimento appaiono infatti in forte contrasto. Già B.P. scriveva nel 1925 ("Taccuino") a proposito della differenza tra educazione Scout e militare: "l'addestramento e la disciplina militare sono esattamente l'opposto di quello che insegniamo nel Movimento scout. Essi tendono a produrre macchine invece di individui, a sostituire una vernice di obbedienza alla forza del carattere". 


Alla luce di queste riflessioni, si evidenzia come sia fortemente discutibile il metodo che ha portato alla firma dell’Associazione a un Accordo di Collaborazione che chiaramente pone allo stesso tempo da un lato opportunità per le nostre attività, dall’altro problemi e contraddizioni educative. Ci risulta infatti che il percorso che ha portato a questa firma non sia stato condiviso in alcun modo con le strutture democratiche dell’Associazione: l’intenzione di potenziare le collaborazioni per lo sviluppo dell’ambiente mare non e’ infatti presente nel Progetto Nazionale, e un eventuale Accordo di Collaborazione con un Corpo Armato non e’ mai stato preventivamente discusso ne’ in Consiglio Generale, ne’ agli altri livelli dell’Associazione. Lo Statuto dell’Associazione sottolinea che il livello nazionale debba “definire l’indirizzo politico dell’Associazione, sviluppando i contenuti del Patto associativo e rappresentando il sentire comune degli associati”: ci pare che in questo caso non sia scontata la coerenza con il Patto Associativo, mentre certamente non si rappresenta il sentire comune degli Associati.


Esprimiamo quindi la nostra viva preoccupazione per le modalità con cui siamo giunti a questa decisione, molto divisiva per i Capi e i Ragazzi dell’Associazione, e invitiamo i Presidenti a un chiarimento sia sul percorso che ha portato alla firma, sia sui contenuti del Protocollo di Intesa e sul “modello esistenziale” che si vuole trasmettere con l’aiuto di una Forza Armata, auspicando in merito un ampio confronto Associativo.


Grazie mille per la Vostra risposta,

I Firmatari