venerdì 25 febbraio 2011

Il cambiamento e' possibile

Mentre in Libia i ribelli avanzano (secondo il dittatore sotto l'effetto di droghe allucinogene) e Gheddafi cerca di lasciarsi alle spalle un bagno di sangue, in Italia si discute solo di migranti e di sbarchi. Anzi, Lamberto Dini (già presidente del Consiglio e ministro degli esteri, già membro del comitato fondatore del Partito Democratico, oggi senatore del Popolo delle Libertà e presidente della commissione esteri) dichiarava:


«L’Italia non auspica la fine del Colonnello, non abbiamo ragioni per volere la caduta di un leader che oggi intrattiene buoni rapporti con tutta la comunità internazionale»


Nelle stesse ore,  alcuni aerei militari della Corea del Sud hanno lanciato in Corea del Nord diversi volantini (oltre cibo, medicine e radio) che raccontano delle recenti proteste antigovernative in Egitto e in Libia. I volantini sono destinati alla popolazione nordcoreana con «l’obiettivo di incoraggiarla a pensare che il cambiamento è possibile», stando a quanto ha detto alla stampa il parlamentare conservatore sudcoreano Song Young. Qui per i lettori dalal Corea del Nord la mappa interattiva dei twitter dai paesi arabi in rivolta.
In Italia niente lancio di volantini, ma la Camera approva la fiducia sul milleproroghe, il primo di 3 voti di fiducia in una settimana, grazie a 34 deputati assenti o che non hanno votato, fra i quali Antonio Di Pietro.

martedì 15 febbraio 2011

Non e' razzista

L'intervesta a Bersani sulla Padania segna probabilmente il punto di non ritorno della demenziale strategia del partito: in  prima pagina, sotto il titolone "Traviolti dall'Orda", il segretario liscia la Lega sostenendo che "non e' razzista". E impegnandosi a portare avanti il federalismo a casaccio del carroccio per convincere i celoduristi a mollare il Cavaliere. Finche' era Letta a lisciare un po' tutti cercando di colpire nel mucchio uno poteva cercare di far finta di nulla, ma il segratario no. La Lega non e' razzista. Non ci credo, qualcuno faccia subito una smentita.

sabato 12 febbraio 2011

11 Febbraio 2011

Moubarak se n'e' andato, dopo un’insurrezione popolare spontanea e inattesa, lasciando la nipote in Italia da Berlusconi. E ora, ahinoi, speriamo nell'esercito...

martedì 1 febbraio 2011

Voi siete qui

Marco Simoni spiega sul Post (lungo) e sull'Unita' (corto) spiega che e' successo al PD dal giorno dopo la sua nascita...

Tuttavia, l’idea di riorganizzare il centrosinistra sulla base di regole condivise, che facilitassero anche la mobilità di idee e quindi persone, era una idea talmente minoritaria da essere irrealistica. Infatti, il rifiuto di affrontare la politica in maniera aperta non ha prevalso solo in chi, sia pur obliquamente, ha osteggiato la fondazione del PD come un partito largo e aperto ed è tornato al partito identitario – ossia dominio di cerchie chiuse di persone fidelizzate – appena ha potuto, ma anche in chi a parole si proclamava fondatore del PD e cantava le lodi della politica aperta, salvo tornare costantemente a praticare la politica come mediazione statica tra gruppi di interesse immutabili.

... e dopo il congresso (da partito "pigliatutto" a partito in teoria identitario che sia allea con partiti piu' piccoli intorno a lui), perche' l'idea di primarie fa a pugni con l'impostazione data al Partito da Bersani, e perche' sebbene questo sia ormai chiaro a molti non si possono comunque abbandonare, con i risultati recenti di batoste vendoliane e di auto-deligittimazioni alla napoletana:

allo stesso tempo, il progetto di fare del PD un partito identitario non può sbarazzarsi delle primarie facilmente perché le primarie sono l’unica caratteristica identitaria del PD

Questo la dice lunga sullo stato in cui si trova il PD, un partito identitario creato in fretta e furia sulle fondamenta di una "vocazione maggioritaria". Simoni conclude piu' che pessimista, e riconosce che il PD attuale e' una bestia assai diversa da quella immaginata qualche lingotto fa:

Nonostante il vicolo cieco in cui si è infilata la dirigenza del PD, io penso che sia sbagliato pensare che vi sia stata chissà quale occasione persa. Un progetto che non poteva funzionare perché non voluto dalla maggioranza dei suoi dirigenti era un progetto sbagliato, o comunque indistinguibile da esso. Infatti il progetto che è in campo adesso è un progetto diverso.

Da leggere...