venerdì 30 luglio 2010

Conflitto di interessi

Colpisce la differenza fra il bellissimo motto di Banca Etica...

... e il nuovo spot del conto arancio:

Alla luce della filosofia che evidentamente ci sta dietro, direi che sono soddisfatto della mia banca. Un po' meno lo sara' il mio interesse, nel caso come molti in questo paese non sappia guardare al di la' del suo naso...

lunedì 19 luglio 2010

19 Luglio, 18 anni dopo


Sono tantissimi quelli che sanno, in tutto o in parte, cosa si cela dietro le stragi. Un esercito di persone che non parlano”. Lo ha dichiarato il nuovo procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato al convegno organizzato dalla redazione di Antimafiaduemila presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo in occasione del 18° anniversario della strage di Via D’Amelio. “C'è un sigillo che cuce le bocche di tutti – ha spiegato il magistrato - le bocche restano cucite perché la lezione della storia dimostra che non c'è salvezza fisica fino a quando il potere che ha ordinato e coperto le stragi resta in sella. Un potere talmente forte da raggiungerti in qualsiasi carcere, tanto forte da poter condizionare la polizia che indaga o taluni magistrati”. Infatti “basta ricordare che tutti i conoscitori dei mandanti esterni della strage di Portella della Ginestra sono stati assassinati” ha aggiunto il procuratore generale. “Per capire cosa sta accadendo in questi anni dobbiamo infatti capire cosa è accaduto nella storia del nostro Paese. Perché se è vero che la seconda Repubblica è nata dalle stragi vero è anche che la stessa cosa era avvenuta per la prima” ha continuato Scarpinato. “In realtà questo sistema di potere non vuole sapere perché non sarebbe in grado di gestire politicamente una verità che potrebbe avere una portata destabilizzante per il Paese: perché se si volesse guardare in faccia la verità una parte dello Stato dovrebbe processare l'altra parte dello Stato. O, se preferite, una parte della classe dirigente che occupa lo Stato dovrebbe processare un'altra parte della classe dirigente”. In realtà, “la storia di questo Paese – ha ricordato Scarpinato - assomiglia a quella di certe famiglie che nel salotto buono espongono le cose migliori e nello scantinato nascondono scheletri e segreti di sangue”. Poi ha concluso il suo intervento spiegando che “per fortuna c'è anche un'altra Italia: quella che questa sera è rappresentata qui, che manifesta e scende in piazza per dimostrare il proprio dissenso contro le leggi vergogna, che si batte per difendere la Costituzione che in questo Paese è vissuta come una camicia di forza da parte di tutto il ceto politico di destra, centro e sinistra che non vede l'ora di sbarazzarsene. Per fortuna c'è un'altra Italia che non ci sta a bersi la favoletta che le stragi sono state fatte solo da Cosa Nostra. Fino a quando ci sarà quest'altra Italia allora avrà un senso continuare a partecipare a queste commemorazioni e allora potremmo dirci che Paolo non è morto invano e che il seme che ha lasciato ha continuato a dare i suoi frutti”.

La Ricerca a Del Piero


Da una parte Gelmini e Tremonti affamano la ricerca e l'università pubblica italiana, che, tra gli applausi di schiere di sciocchi laudatores, i quali peraltro sicuramente in futuro non si prenderanno alcuna responsabilità del disastro, saranno ridotte al grado zero della qualità e del merito. Dall'altra Berlusconi va in festosa visita all'universita telematica privata del Cepu. Sono ambedue scene tratte dal suicidio di una nazione moderna. Ma devo riconoscere che c'è del metodo in questa follia

Cosi' Fabio Mussi, ex ministro dell'Universita' e Ricerca del governo Prodi, commenta l'entusiasmo del Premier per il diplomificio privato di dubbia qualita' dove fino a poco tempo fa la tesi di laurea si poteva direttamente comprare. Da notare che durante la "festosa visita" il premier non ha perso l'occasione per insultare Rosy Bindi (come suo solito) e per sottolineare non il merito ma l'aspetto fisico di alcune giovani laureate. Peccato pero' che come sempre si parlera' solo di questa polemica, e non del perfetto riassunto delle politiche governative sull'istruzione che questa visita rappresenta...

giovedì 15 luglio 2010

Sorteggi


Caro ministro Gelmini,

mi chiamo Alice e ho 14 anni. Ho appena finito l’esame di terza media e pensavo di portare l’attestato alla scuola che avevo scelto per confermare la mia iscrizione al liceo classico. Invece, per colpa dei tagli della sua riforma, mi hanno detto che eravamo in troppi. Che era stata concessa una sola classe di 32 alunni e noi eravamo in 35. Tre di noi erano di troppo e bisognava fare un sorteggio per vedere chi rimaneva fuori.

Hanno estratto il primo numero: «Numero 27!». Il mio numero. Mi stavano dicendo che io non potevo frequentare il liceo classico. Ci sono rimasta così male. Il classico era la mia scelta, la mia ambizione, il mio sogno. Sono triste e arrabbiata. La mia famiglia e i miei insegnanti mi hanno sempre parlato di impegno, di diritti e doveri, di scelte consapevoli. Non mi hanno mai parlato di «sorteggi» e un po’ sono arrabbiata anche con loro.

E ho anche un po’ di paura per il futuro. Quando sarò grande e cercherò un lavoro, sorteggeranno ancora per vedere se c’è un posto per me? Quando sarò vecchia e malata e non ci saranno abbastanza posti negli ospedali, sorteggeranno per vedere se potrò essere curata? Cosa farò se, come ora, non sarò abbastanza fortunata?

Vuole rispondermi, ministro Gelmini? O anche per le lettere si fa un sorteggio per meritarsi una risposta?

Buone vacanze.
Alice (da La Stampa)

lunedì 12 luglio 2010

Adotta un astronomo italiano!


On May 27th 2010, the Italian astronomical community learned with concern that the National Institute for Astrophysics (INAF) was going to be suppressed, and that its employees were going to be transferred to the National Research Council (CNR). It was not clear if this applied to all employees (i.e. also to researchers hired on short-term contracts), and how this was going to happen in practice. In this letter, we give a brief historical overview of INAF and present a short chronicle of the few eventful days that followed. Starting from this example, we then comment on the current situation and prospects of astronomical research in Italy.

Qui l'articolo completo a firma di molti astronomi italiani sul popolare archivio di articoli astro-ph. In figura la frazione dei primi 100 articoli di astrofisica piu' citati dal 1930 al 2010 di cui il primo autore lavora in un istituto italiano. E' notevole come la fondazione degli istituti ex-CNR che ora sono parte di INAF, la riforma degli osservatori e la partecipazione a ESO abbiano influenzato la produzione scientifica italiana in questo campo.

Questo invece il sito "adotta un astronomo italiano", che raccoglie i curricula degli aderenti:
"This is what we do, this is who we are. One day (sooner than later?) you might well find all these CVs among the application material you will receive.
In the meantime, aware that our astronomical competences risk to be lost, we propose ourselves for a series of lectures/seminars at your Institutes so as to plant a seed of knowledge that was born and grew up in this country. If you wish to give us your support by inviting us to your Institute, please send an e-mail to the address: adoptanitalianastronomer@gmail.com, and help us to circulate this letter within the astronomical community. We plan to make all seminars and lectures that will be given in the framework of this initiative publicly available."

venerdì 9 luglio 2010

Scioperi


Una volta si scioperava per danneggiare i padroni. Oggi per dar loro quello che vogliono: il silenzio.

mercoledì 7 luglio 2010

Correnti


Dal sito del PDL - Popolo delle liberta':

BERLUSCONI: Il PdL e' nato per sconfiggere le correnti
06 luglio 2010 ore 23:41

"Il Pdl e’ nato per sconfiggere la vecchia partitocrazia e la vecchia logica delle correnti da qualunque parte provengano".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una nota al termine della riunione a palazzo Grazioli. Al vertice hanno partecipato solo ex esponenti di Forza Italia del Popolo della Liberta’.


Si vede che e' corrente solo chi non sta con il capo: i finiani corrono, i Forzisti no.

martedì 6 luglio 2010

Emergenza o opportunita'?


Nonostante la campagna martellante di istigazione al panico per la presenza degli stranieri in Italia, al di la' dell'oceano qualcuno decide di fare qualche studio serio anziche' darla vinta ai pregiudizi. Stefania Ragusa riporta la notizia che Tim Wadsworth, docente di Sociologia all'Università del Colorado ha recentemente analizzato il rapporto tra immigrazione e numero di reati gravi in 479 città americane nel periodo compreso tra il 1980 e il 2000. I risultati sono stati pubblicati pubblicata da Social Science Quarterly. Wadsworth nota inizialmente che nelle città con un maggiore tasso di immigrazione, che in genere erano anche quelle con maggiori problemi di povertà, i tassi di omicidi e rapine erano inizialmente più alti. La ricerca ha pero' evidenziato come nelle realtà a maggior presenza migratoria la criminalità diminuiva più rapidamente che altrove. Considerando attentamente anche altri fattori, il sociologo ha concluso che la presenza dei migranti ha determinato una diminuzione delle rapine pari al 22.2 per cento e una diminuzione degli omicidi pari al 9.3. Altro che pacchetto sicurezza. Difficile capire quali siano esattamente i meccanismi associati a questa diminuzione: gli autori suggeriscono che le comunita' di immigrati sono spesso caratterizzate da estesi e forti legami familiari, alta stabilita' di coppia e credenze religiose e culturali che facilitano l'integrazione nella comunita'.
In ogni caso, i risultati confermano quanto un altro ricercatore, Robert J. Sampson, docente di Sociologia ad Harvard, aveva suggerito già nel 2006, quando sosteneva che era stata proprio l'immigrazione ad abbassare i tassi di criminalita' americani negli anni '90. Concludeva un suo pezzo per il NYT dicendo che "In today's world, then, it is no longer tenable to assume that immigration automatically leads to chaos and crime. New York is a magnet for immigration, yet it has for a decade ranked as one of America's safest cities. Border cities like El Paso and San Diego have made similar gains against crime. Perhaps the lesson is that if we want to continue to crack down on crime, closing the nation's doors is not the answer". Qualcuno lo spieghi a Bossi e compagni, e agli aguzzini dei campi libici.

lunedì 5 luglio 2010

Gini


Roberto Mania su Repubblica riporta cosi' i dati OCSE sul coefficiente di Gini applicato al reddito in 27 paesi. E si scopre che dagli anni 90 la tendenza verso una societa' di ricchi sempre piu' ricchi e di poveri sempre piu' poveri invece di invertirsi si e' aggravata, colpendo con piu' determinazione i giovani. E l'ultima finanziaria ne e' lo specchio fedele:

Forse non è neanche più un caso che l'indice per misurare il tasso di diseguaglianza nella distribuzione del reddito sia stato definito nel secolo passato da uno statistico-economista italiano: Corrado Gini. Forse era già quello un segno premonitore. Ecco, il "coefficiente Gini" ci dice quanto siamo peggiorati. E peggioreremo ancora se è vero che la discesa ha subito un'accelerazione con la recessione precedente, quella dei primi anni Novanta. Meno profonda di questa e più celere nell'abbandonarci, però. "L'esperienza del 1992-93 quando l'economia italiana attraversò una fase severamente negativa, suggerisce che a una crisi economica può seguire un persistente aggravamento della diseguaglianza", ha scritto l'economista della Sapienza di Roma Maurizio Franzini, nel suo recente libro "Ricchi e poveri" (Università Bocconi editore). Basterà aspettare i prossimi mesi. Più basso è l'indice Gini più eguale è la società. Il nostro indice Gini arriva a 35. In Polonia è 37, negli Stati Uniti 38, in Portogallo 42, in Turchia 43 e in Messico 47. La Francia ha un coefficiente del 28 per cento e la Germania, nonostante gli effetti della riunificazione est-ovest, è al 30. In alto i paesi dell'uguaglianza, l'Europa del nord: la Danimarca e la Svezia con un coefficiente Gini del 23 per cento.
C'è anche un altro modo per misurare la diseguaglianza, dividendo la popolazione in decili: il 10 per cento più ricco e il 10 per cento più povero per poi calcolare quante volte il reddito del primo gruppo supera il secondo. Anche qui siamo messi male, malissimo: gli italiani più ricchi hanno un reddito superiore di dodici volte quello dei più poveri. Certo, in Messico questo rapporto sale a 45, ma nella vecchia Europa ci supera solo la Gran Bretagna con un rapporto che sfiora il 14, mentre la Germania è al 6,9, la Spagna al 10,3, la Svezia al 6,2. Conclusione di una ricerca dell'Ires appena uscita ("Un paese da scongelare", di Aldo Eduardo Carra e Carlo Putignano, edito da Ediesse): "In Italia i ricchi sono più ricchi, il ceto medio è più povero e i poveri sono molto più poveri". E così, in un decennio le diseguaglianze si sono accresciute di oltre cinque punti. Il coefficiente Gini era 29 nel 1991, poi è salito al 34 nel 1993. E ora - si è visto - è al 35. Ma nulla fa pensare che si fermi lì. Anzi: tutto fa pensare il contrario. Altri paesi - la Spagna, per esempio - si sono mossi in direzione esattamente opposta [...]
[...] Nemmeno la recessione è stata, ed è, uguale per tutti. I giovani stanno pagando più caro. È l'Istat che lo certifica nel suo Rapporto annuale: "La crisi ha determinato nel 2009 una significativa flessione dei giovani occupati (300 mila in meno rispetto all'anno precedente), i quali hanno contribuito per il 79 per cento al calo complessivo dell'occupazione". Un giovane su tre è senza lavoro. Un giovane - ricordano Tito Boeri e Vincenzo Galasso nel loro "Contro i giovani" (Mondadori) - guadagna il 35 per cento in meno di chi ha tra i 31 e i 60 anni (era il 20 per cento negli anni Ottanta). Ecco: così, partendo dal basso, si costruisce un paese diseguale.

giovedì 1 luglio 2010

DallaDeGregori

Ieri sera nel magnifico scenario di piazza Santa Croce, 30 anni dopo Banana Repubblic, Dalla e De Gregori di nuovo insieme. Piu' che per celebrarsi, per divertirsi cantandosele a vicenda. E De Gregori ha fatto addirittura cantare una sua canzone dal pubblico...



... ecco il mistero,
sotto il cielo di ferro e di gesso
l'uomo riesce ad amare lo stesso
e ama davvero senza nessuna certezza ...