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martedì 6 luglio 2010

Emergenza o opportunita'?


Nonostante la campagna martellante di istigazione al panico per la presenza degli stranieri in Italia, al di la' dell'oceano qualcuno decide di fare qualche studio serio anziche' darla vinta ai pregiudizi. Stefania Ragusa riporta la notizia che Tim Wadsworth, docente di Sociologia all'Università del Colorado ha recentemente analizzato il rapporto tra immigrazione e numero di reati gravi in 479 città americane nel periodo compreso tra il 1980 e il 2000. I risultati sono stati pubblicati pubblicata da Social Science Quarterly. Wadsworth nota inizialmente che nelle città con un maggiore tasso di immigrazione, che in genere erano anche quelle con maggiori problemi di povertà, i tassi di omicidi e rapine erano inizialmente più alti. La ricerca ha pero' evidenziato come nelle realtà a maggior presenza migratoria la criminalità diminuiva più rapidamente che altrove. Considerando attentamente anche altri fattori, il sociologo ha concluso che la presenza dei migranti ha determinato una diminuzione delle rapine pari al 22.2 per cento e una diminuzione degli omicidi pari al 9.3. Altro che pacchetto sicurezza. Difficile capire quali siano esattamente i meccanismi associati a questa diminuzione: gli autori suggeriscono che le comunita' di immigrati sono spesso caratterizzate da estesi e forti legami familiari, alta stabilita' di coppia e credenze religiose e culturali che facilitano l'integrazione nella comunita'.
In ogni caso, i risultati confermano quanto un altro ricercatore, Robert J. Sampson, docente di Sociologia ad Harvard, aveva suggerito già nel 2006, quando sosteneva che era stata proprio l'immigrazione ad abbassare i tassi di criminalita' americani negli anni '90. Concludeva un suo pezzo per il NYT dicendo che "In today's world, then, it is no longer tenable to assume that immigration automatically leads to chaos and crime. New York is a magnet for immigration, yet it has for a decade ranked as one of America's safest cities. Border cities like El Paso and San Diego have made similar gains against crime. Perhaps the lesson is that if we want to continue to crack down on crime, closing the nation's doors is not the answer". Qualcuno lo spieghi a Bossi e compagni, e agli aguzzini dei campi libici.

venerdì 6 febbraio 2009

Trionfi la giustizia proletaria


Via Spinoza e astromat, scopro che Max Planck, il padre della fisica quantistica a cui e' dedicata la serie di istituti di ricerca presso cui lavoro in Germania, si chiamava in realta' Marx Planck. Non vedo l'ora di lavorare nel nuovissimo Marx-Planck Institut, lanciato a bomba contro l'ingiustizia...

venerdì 17 ottobre 2008

Mi pento


Mi pento, pubblicamente. Seguendo l'invito del Santo Padre, che ha puntato il dito contro la "scienza che segue facili guadagni". Proprio per questo ho studiato fisica, per i facili guadagni. Scoperto, mi tolgo un grosso peso scusandomi pubblicamente. La notizia sul blog di Robecchi:

Finalmente una novità nella vita millenaria della Chiesa Cattolica, una cosa mai successa, un’iniziativa inedita: il papa ha attaccato duramente la scienza e gli scienziati. Non l’aveva mai fatto, e anzi si ricorda quando Galileo venne premiato per la sua opera durante una toccante cerimonia intitolata "O dici che sei un pirla o ti diamo fuoco". L’affondo di papa Ratzinger è avvenuto durante un’udienza per i partecipanti a un convegno su fede e ragione (la ragione è stata lasciata al guardaroba insieme agli ombrelli). Gli scienziati inseguono facili guadagni, ha detto Benedetto XVI seduto su una sedia del valore stimato di due milioni di euro nel suo palazzo con affreschi inestimabili. Questo attaccamento ai soldi non è per niente bello, insomma. Anziano ma sempre arzillo, il papa ha ricordato che "La scienza non può elaborare principi etici", annunciando che d’ora in poi farà a meno di qualunque cosa provenga dalla scienza, dall’aspirina all’automobile. Secondo gli analisti finanziari, il mantenimento del monopolio dell’etica è in questo momento il core-business del Vaticano, particolarmente prezioso in questo periodo di turbolenze finanziarie.

Nella foto: papa Ratzinger su una grata della metropolitana, tipico esempio di mancanza di etica degli scienziati.

Intanto negli USA un senatore ha fatto causa a Dio (proprio a Lui...), ma pare che il problema sia la notifica visto che nessuno conosce l'indirizzo.

giovedì 9 ottobre 2008

Nobel: la parola all'esperta


In Italia e' polemica dopo l'assegnazione del premio Nobel per la Fisica a tre giapponesi. Non tanto perche' non e' stato riconosciuto il fondamentale apporto all'umano sapere del sottoscritto, ma perche' e' stato ignorato dalla commissione l'italiano Nicola Cabibbo, nonostante la comunità scientifica internazionale gli attribuisca la paternità delle idee successivamente sviluppate dai fisici giapponesi premiati. Cabibbo, ordinario di Fisica delle Particelle alla Sapienza, e' infatti noto per l'introduzione nella fisica delle particelle dell'angolo di Cabibbo. I suoi studi sull'interazione debole, nati per spiegare il comportamento delle particelle strane, hanno permesso, grazie all'ampliamento dell'idea originaria da lui proposta nel 1963, di formulare l'ipotesi dell'esistenza di almeno tre famiglie di quark premiata a Stoccolma. Gli italiani rosicano, ma il background scientifico del premio a cura della commissione premiante riconosce comunque l'importante contributo dell'italiano: da modificare sono semmai le regole del Nobel che prevedono di non poter assegnare il premio a piu' di tre persone, mentre le grandi ricerche moderne sono sempre piu' spesso coordinate da numerosi gruppi in diverse parti del mondo. Comunque sia, mentre Cabibbo si consola con una probabile chiamata da Striscia per sostituire il suo fratellastro rosso, attendiamo fiduciosi l'intervento della grande esperta di fisica Gabriella Carlucci per dirimere la questione, come solo lei ha gia' dimostrato di saper fare con lo scottante caso Maiani.

mercoledì 10 settembre 2008

Coccodrillo


In attesa della fine del mondo - che pare non arrivare, con sommo scorno di chi voleva come me vedere il sol dell'avvenire brillare sull'orizzonte degli eventi, scopro che il Nuovo Cimento, giornale della Societa' Italiana di Fisica, ha pubblicato il mio necrologio gia' nel 1906 (Volume 12, Number 1 / July, 1906). Trattasi probabilmente del mio coccodrillo, guadagnato sul campo per gli eminenti meriti scientifici (nonostante, e cito, "una profonda modestia che lo accresceva nella stima degli intimi e ma che forse che gl'impediva di acquistare nel mondo scientifico quella considerazione che meritava"). Comunque sia, per ogni evenienza da oggi in poi l'11 di Novembre evitero' accuratamente di attraversare il Tanaro ad Alessandria con il mio figlio (!?) minore, non si sa mai...
Qui il testo completo del mio elogio funebre. Tralasciando per modestia le molte lusinghe e i complimenti che costellano il breve quadro della mia vita e il ricordo nei colleghi, cito qua solo le alte parole finali con cui la mia fama verra' tramandata ai posteri: "Egli ha impartito, morendo , l'ultima e piu' esemplare lezione ai suoi scolari: quella dell'obbedienza alla voce del dovere". Hai detto poco. Peccato pero' che per errore mi hanno fatto nascere a Pisa. Capisco l'accostamento con Galilei (poi infatti subito fuggito a Firenze), ma proprio la'? Beffa!

sabato 6 settembre 2008

A che ora e' la fine del mondo?


Il biochimico Otto Roessler ha scritto qualche settimana fa alla Corte Europea per i Diritti Umani, chiedendo di fermare il Large Hadron Collider (LHC) del CERN, a Ginevra, prima che questo distrugga il mondo. Secondo Roessler infatti, nel corso della serie di esperimenti per l'identificazione del Bosone di Higgs, LHC sarebbe in procinto di generare un buco nero che potrebbe distruggere la Terra. Pare che alla corte Europea non sia stato preso troppo sul serio, ma che al CERN si sia scatenata una gara fra i ricercatori per creare le prime pagine dei giornali on-line che annunciano l'imminente fine del mondo. Via astromat, ecco l'anteprima della fine del mondo su Repubblica.

venerdì 1 agosto 2008

Teorema dell'Utensile


Oggi e' tempo di pillole di scienza. Riporto qui a futura memoria la dimostrazione di un fondamentale teorema, che conto mi varra' presto il Nobel (o l'Ignobel).

Il "Teorema dell'Utensile" ci dice infatti che ogni cosa e' utile, restituendo nuova e intatta dignita' a souvenir di viaggio, tintinnini vari, alle salviette degli aerei prima del decollo e agli astronomi e ricercatori in generale.

Dimostrazione: procediamo per assurdo, supponendo che esista qualcosa al mondo che non e' utile. Ma allora servirebbe per dimostrare che il teorema e' falso. Se ne deduce quindi che tutto e' utile, dimostrando cosi' agilmente il teorema.

Guarda cosa tocca fare per giustificare il tempo che perdo in quisquilie.