venerdì 26 febbraio 2010

O tempora, o mores!


L’editorialista del “Corriere della Sera” aveva appena finito di scrivere che il problema della corruzione in Italia non è politico, perché tutta l’Italia è corrotta, anzi “la corruzione italiana appare invincibile; rinasce di continuo perché in realtà non muore mai, dal momento che a tenerla viva ci pensa l’enorme serbatoio del Paese”, che subito il Procuratore generale della Corte dei Conti è sembrato dargli ragione. Ha detto infatti nella sua relazione annuale che le denunzie per corruzione sono salite del 229 per cento nel 2009, e del 153 per cento quelle di concussione, che aumentano le citazioni in giudizio per danno erariale, che si sprecano risorse pubbliche e si lasciano in asso opere già iniziate, che dilaga l’arbitrarietà e “opacità” degli appalti, si moltiplicano spese inutili per la sanità e si lamentano “dazioni illegittime corrisposte per la determinazione e revisione del prezzo delle medicine”, e via delinquendo.

Tuttavia il quadro dell’Italia che risulta dalla severa denuncia del Procuratore non convalida l’analisi del giornale lombardo, secondo cui se tutti sono corrotti non ci si può fare nulla, perché in Italia ci sarebbe poca legalità, molto anarchismo e troppe famiglie; e le ultime inchieste che hanno distrutto il mito benefico della Protezione civile nonché le intercettazioni prima, durante e dopo il terremoto, non consentono di dire che la causa della corruzione non è la politica, e che i politici non sono peggio degli altri, uguali come sono tra destra e sinistra.
Non è così, perché i reati indicati dalla Corte dei Conti sono tutti occorsi nella sfera pubblica, e se non ci fosse stato il concorso per azione o omissione della politica, non sarebbero stati possibili; e se corruzione e concussione sono aumentate in modo esponenziale da un anno all’altro, vuol dire che in quell’anno è successo qualcosa nelle regole, nelle pratiche e nel codice etico del governo; e il governo non è “la politica” ma è, nell’Italia di oggi e nel sistema che ci siamo dato, una gestione politica seccamente di parte, e più propriamente della destra al potere.
Ora la questione non è affatto che ci sia più moralità a sinistra e più lassismo a destra. Questo statisticamente può anche essere vero, ma se funzionasse un sistema di norme, di limiti, di controlli e di garanzie, ciò arginerebbe la corruzione e terrebbe alto il livello della moralità pubblica, indipendentemente dal colore politico dei ladri e dei corrotti, che pur singolarmente continuassero ad esserci.
Al contrario l’attuale governo persegue precisamente il programma di smantellare il sistema delle regole. Con l’approvazione alla Camera della legittima latitanza per il presidente del Consiglio e i suoi ministri, con i processi che in futuro scadranno come i medicinali, col voler coprire di vergogna ogni inchiesta penale riguardante i propri amici, quello che Berlusconi e Alfano stanno cercando di fare, ben al di là della tutela personale del premier, è la trasformazione della giustizia e della magistratura in un’opera del regime. In questo senso la Tangentopoli del terzo millennio, come la chiama Ignazio De Magistris, non è come quella degli anni 90; quella segnava un inizio, questa potrebbe segnare una fine; perché come la prima Tangentopoli fu possibile perché la rottura della compattezza del regime democristiano liberò la magistratura e permise che essa tornasse semplicemente a fare il suo dovere, esercitando il controllo di legittimità, così l’attuale Tangentopoli potrebbe essere l’estrema prova di vitalità prima che ogni inchiesta sia impedita da un nuovo vincolo di regime. Ma nello stesso tempo è una prova di resistenza, a dimostrazione del fatto che nonostante tutto la Costituzione resiste, resistono i magistrati e resiste la Corte Costituzionale.
Che il pericolo sia grande è dimostrato dal fatto che scoperchiando il vaso di Pandora della Protezione civile, in cui si è trovato di tutto, dai terremoti alla festa del santo patrono, si è anche messa in luce la vera natura politica dell’azione di governo in corso. Essa consiste nello sprofondare la democrazia in un perenne stato d’eccezione, che di per sé reclama la decisione di un potere sovrano; di qui il precipitare della “governabilità” verso una sistematica decretazione d’urgenza, un esercizio del potere in deroga a vincoli e controlli, la proliferazione di autorità “extra ordinem” che operano discrezionalmente e operano per mezzo di ordinanze, sottratte alle regole vigenti per tutte le altre fonti normative. Come hanno detto i Comitati Dossetti per la Costituzione, che ora rilanciano la loro azione, “al di là della debolezza degli uomini un sistema così arbitrario costituisce un naturale terreno di coltura di corruzione e di prostituzioni Statali, oltre a far cadere le difese contro l’invadenza della criminalità organizzata”.
La conclusione è che la corruzione si può combattere, se si corregge e riforma il sistema politico, e si riprende la grande strada del costituzionalismo, che vuol dire regole, diritti e libertà.

Raniero La Valle

Intanto per la Cassazione l’avvocato David Mills è si' colpevole di essersi fatto corrompere con 600 mila dollari per favorire l’imputato Berlusconi in due processi (tangenti alla Guardia di Finanza; fondi neri Fininvest – All Iberian), ma non può più essere punito, perché ha incassato la tangente più di dieci anni fa, e quindi la condanna va in prescrizione. Della condanna di primo grado, confermata anche in appello, resta valido quindi il risarcimento civilistico del danno morale (che non cade in prescrizione): Mills dovrà versare 250 mila euro (contro i 600 mila dollari che si e' reso) allo Stato italiano, che per legge, paradossalmente, è rappresentato nel processo dalla presidenza del consiglio dei ministri. Che intanto grida al complotto e parla di assoluzione... come subito fanno anche i cinegiornali.

giovedì 25 febbraio 2010

Il mago Piddello

mercoledì 24 febbraio 2010

Riconoscenza


Il senatore Nicola Di Girolamo rivela: “Le accuse contro di me? Pura fantascienza”. Era gia' salito agli onori della cronaca per avere ottenuto un seggio nella circoscrizione estero (grazie ai voti dell'ndrangheta), pur essendo di fatto residente nella sua Calabria e non in Belgio. Nonostante poi che il fatto sia subito emerso, i colleghi senatori avevano mostrato tanta solidarieta' da negare l'autorizzazione a procedere per 9 reati (attentato ai diritti politici del cittadino, falsa dichiarazione d’identità, falso ideologico, abuso d’ufficio) e lasciandolo tranquillo al suo posto.
Oggi si legge che lo stesso Di Girolamo ha ricambiato il piacere ai suoi amici di malaffare: e' coinvolto insieme ai vertici Fastweb e Telecom Sparkle in una mega operazione di riciclaggio da 400 milioni di euro, attraverso sofisticate operazioni di riciclaggio e truffaldini rimborsi dell'Iva con società off-shore. Tanta riconoscenza da parte del Senatore della Repubblica non e' proprio spontanea. Cosi' infatti si legge nelle intercettazioni dell'imprenditore romano Gennaro Mokbel, legato prima alla banda della Magliana e oggi all'ndrangheta:

"Nicò puoi diventà pure presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, non nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti come il portiere, capito Nicò? [...] Mò ricordati che devi pagà tutte le cambiali che so state aperte e in più devi pagà lo scotto sulla tua vita, Nicò perché tu una vita non ce l'avrai più.. ricordati che dovrai fare tutte le tue segreterie tutta la gente sul territorio, chi te segue le Commissioni, il porta borse, l'addetto stampa, il cazzo che se ne frega... ma come ti funziona sto cervello Nicò?"

Ma siamo sicuri che ti sia convenuto, caro Nico'?

venerdì 19 febbraio 2010

Protezione gatti


In Parlamento salta la Protezione civile Spa dal decreto in discussione alla Camera grazie all'ostruzionismo del PD. Ma i problemi restano, compreso il fatto che sara' Bertolaso in quanto sottosegretario a controllare Bertolaso capo delal protezione civile. Nonostante il fatto che la legge Frattini stabilisca espressamente l’impossibilità per i titolari di incarichi di governo di esercitare altri incarichi di carattere pubblico. Ma in Italia si sa, e' molto piu' grave ammettere di aver mangiato gatti in tempo di guerra quando c'era poco altro ("a berlingaccio chi non ha ciccia ammazzi il gatto"), che risultare coinvolti in un sistema di corruzione "gelatinoso" da far apparire come educande quelli colti con le mani nella marmellata 18 anni fa durante Tangentopoli. Misteri del moralismo bigotto di casa nostra.

Manuele Bonaccorsi e' il giornalista ha scritto “Potere assoluto” un libro-inchiesta in cui dimostra come la Protezione civile sia diventata sempre piu' un sistema per gestire appalti senza i normali controlli, piuttosto che uno strumento di intervento in caso di calamita'. L'intervista di Elena Tebano:

La Protezione civile è nata per la “prevenzione delle varie ipotesi di rischio” e il “soccorso delle popolazioni sinistrate”. Ma secondo lei ora è una sorta di licenza d’agire. Perché?
Perché per legge la Protezione civile può avere poteri straordinari, in particolare quello di “violare” le leggi.
Violare le leggi?
Se c’è il terremoto all’Aquila il 6 aprile e bisogna fare entro 24 ore le tendopoli per dare un tetto agli sfollati, io non posso chiedere un’approvazione al consiglio comunale per urbanizzare un parco pubblico prima di poterci mettere le tende.
Ci vorrebbe troppo…
Quindi agisco “in deroga al testo unico degli enti locali”, senza dovere rispettare le leggi. E così in caso di emergenza la Protezione civile può fare delle cose che altrimenti sono reati.
Questo è giusto.
Se lo faccio in periodi limitati, in zone limitate per la durata di emergenze reali.
Non è così?
Dal 2001 in poi, quando Guido Bertolaso è arrivato ai vertici, sono state varate oltre 700 ordinanze di Protezione civile. Una ogni 4 giorni. Gran parte delle quali nulla hanno a che fare con calamità naturali.
Del tipo?
L’emergenza traffico a Catania: possibile che una cosa che sarebbe compito dell’amministrazione comunale diventi emergenza? E non per un giorno: è stata dichiarata nel 2002 ed è rimasta fino al 2005. Emergenze traffico ci sono state anche a Trieste, Gorizia, Reggio Calabria, Napoli, Roma, Milano…
Aveva ragione Jonny Stecchino: il problema dell’Italia è il “traffico”…
Anche quello delle gondole: una simile emergenza c’è anche a Venezia. Per non parlare della Pedemontana veneta. Tutte situazioni che per il governo giustificano stato d’eccezione, stanziamenti di soldi e nuovi appalti. Con potere d’ordinanza.
Cos’è?
Lo strumento tecnico che permette alla Protezione civile di fare il bello e il cattivo tempo. Il governo dichiara lo stato di calamità naturale in una riunione del consiglio dei ministri. Con lo stesso decreto nomina un commissario straordinario, che negli ultimi anni è quasi sempre Guido Bertolaso. E lui assume potere di ordinanza.
A quel punto Bertolaso cosa può fare?
Può varare un’ordinanza che dà a lui stesso il potere di violare le leggi.
Detto così fa un po’ impressione.
Spariscono tutti gli strumenti della democrazia, in cui il potere legislativo (fare le leggi), quello esecutivo (applicare) e giudiziario (verificare se vengono rispettate) sono distinti perché possano controllarsi a vicenda. Nello stato di emergenza i controlli democratici saltano.
Ma la possibilità di violare le leggi vale anche per assegnare gli appalti?
Sì, invece di fare gare pubbliche, il commissario straordinario può dare direttamente il lavoro a Tizio o a Caio.
Per questo uno come Gianpaolo Tarantini aveva interesse a portare le donne al premier affinché gli facesse conoscere Bertolaso?
Esatto. Bertolaso gestisce in maniera assolutamente libera una quantità di denaro superiore a quella di qualsiasi ministero. Cifre per di più segrete.
Come, segrete?
Sì. Io ho calcolato 10,6 miliardi in 10 anni. La procedura eccezionale fa sì che la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale (che devono verificare la regolarità della spesa pubblica) non possano esercitare controllo. Non si sa quanti soldi e come vengono spesi.
Ma così si crea una sacca di potere senza controllo…
Viene giustificato in nome dell’efficienza. Ma le inchieste della magistratura sui grandi eventi – non solo quelle di Firenze o La Maddalena ma le precedenti a Catania e Trapani – mostrano che l’efficienza non c’è stata e che spesso gli appalti sono andati ad aziende in odore di mafia.
È successo anche alla Maddalena?
Sicuramente lì ha permesso di aprire i cantieri in deroga alle norme sulla sicurezza del lavoro, o a quella ambientale. Ma anche le indagini per corruzione non sorprendono: quando si sospendono le leggi, imprenditori senza scrupoli hanno facilità ad inserirsi.
All’Aquila, però, l’efficienza c’è stata.
Il governo ha deciso di fare le new town. Intanto tiene tuttora in albergo 6mila persone, le cui case sono poco danneggiate e potrebbero essere riparate con una spesa di 10mila euro. Ma mantenerli lì costa circa 60 euro a famiglia al giorno. Ci sono stati 10 mesi: con i soldi spesi avrebbero potuto ristrutturare sei volte le loro case. Ma alla protezione civile interessava la ricostruzione “in deroga alle leggi”.
Almeno Napoli è stato un successo, o no?
A Napoli hanno risolto l’emergenza rifiuti, dicendo che si può buttare la spazzatura tal quale o sotto terra o nell’inceneritore, anche se produce veleno. Per legge andrebbe separata, in modo da bruciare solo quella che non fa male. E infatti in un solo mese l’inceneritore di Acerra ha già superato il limite massimo di emissioni nocive previsto nell’intero anno.

mercoledì 17 febbraio 2010

Diebe



"Rumenigge mi ha detto che abbiamo ragione sugli episodi, ma d'altronde è tutto macroscopico... poi siccome i firoentini sono gentili un piccolo pensiero per il guardalinee, un pastore tedesco...."

DDV

Segnalo anche l'estrema capacita' di sintesi del sito ufficiale viola... e segnalo che la mia parte di cuore bavarese si e' (momentaneamente?) spezzata.

18 anni, peggio di prima


A Milano, il consigliere comunale del Pdl Milko Pinnisi è stato arrestato sulle scale di Palazzo Marino mentre intascava una tangente. Si è difeso spiegando che si trattava di un impegno istituzionale: erano in corso le celebrazioni per i 18 anni di Tangentopoli. Il 17 febbraio del 1992 veniva infatti arrestato nel capoluogo lombardo Mario Chiesa: l’antenato del moderno amministratore corrotto. Chiesa aveva un suo metodo primitivo, ricostruito nel dettaglio dagli storici di scuola socialista: usciva la mattina per procacciarsi le tangenti che poi depositava in diversi conti bancari, con un sistema di rotazione delle valute regolato dal ciclo lunare. Da allora la specie si è evoluta e la raccolta delle tangenti segue un modello industriale, che ha permesso di incrementare la corruzione del 229% (fonte «Corte dei Conti», anche se mentre leggete la percentuale è salita al 300% e la Corte dei Conti, per velocizzare l’assegnazione degli appalti, è stata abolita e rimpiazzata da un criceto con un pallottoliere). Per celebrare l’anniversario di Tangentopoli, il governo ha dato vita a «Tangentopoli 2», una new town costruita a tempo di record dalla Protezione Civile. Per la realizzazione dell’opera, Bertolaso ha assegnato una commessa milionaria a una cordata di imprenditori composta da Diego Anemone, suo cognato, una ballerina brasiliana di lap dance, il cognato della ballerina e il cognato di Francesco Rutelli: l’unico che non era raccomandato da un politico influente. Il Pd ha protestato per lo strapotere concesso a Bertolaso, che effettivamente appare eccessivo: dalle intercettazioni disposte dai magistrati emerge che il capo della Ps controllava perfino gli appalti per la costruzione delle villette nei plastici di Bruno Vespa. Per celebrare l’anniversario di Tangentopoli è inoltre uscita un’edizione da collezione del Monopoli. Nella nuova versione del gioco da tavolo non ci sono più le vecchie lire: per costruire alberghi a Parco della Vittoria ora servono tre escort.

Tormentramvia


Un successo di passeggeri per la prima linea della tramvia fiorentina che collega Scandicci con la Stazione di Santa Maria Novella in (teorici) 23 minuti, con un treno, almeno inizialmente, ogni 8 minuti. Ieri sono stati 45000 i passeggeri. Ma l'inizio e' comunque tormentato. Dopo l'esordio di Domenica costellato di ritardi per le risse di curiosi intenzionati a testare i nuovi treni Sirio, lunedi' 40 minuti di stop per un freno di emergenza tirato da un passeggero. Ieri il primo incidente: un auto non si e' fermata al semaforo rosso. Pare che il sindaco Renzi stia pensando di collagare Scandicci anche con Lourdes.

domenica 14 febbraio 2010

The spirit level


"La misura dell'anima" (titolo italiano di "The spirit level" di R. Wilkinson e K. Pickett, due economisti britannici) non e' un libro mistico, ma un volumetto piuttosto concreto che parla di economia e di societa'. Lo fa a un livello accessibile, a tratti pure troppo, pur contenendo una bella mole di dati e di informazioni. Tutte tese a dimostrare il perche' siano le disuguaglianze a rendere le societa' piu' infelici, piu' che il ristagno dell'economia. Infatti gli autori dimostrano pagina dopo pagina come la differenza di reddito fra i piu' ricchi e i piu' poveri di diversi paesi del mondo correla con i tassi di violenza, l'ignoranza, il maggiore disagio psichico, orari di lavoro piu' lunghi, la salute precaria, il numero di detenuti, di tossicodipendenti, ragazze-madri, obesi... Mentre i piu' sono abituati a pensare che la crescita economica abbia l'effetto automatico di rendere una nazione più sana e più soddisfatta (il famoso Wall Street Pissing di Paoliniana memoria), scopriamo invece che e' possibile dimostrare dati alla mano che i malesseri generati dalla diseguaglianza coinvolgono tutti. Non solo i ceti più svantaggiati, ma anche quanti si collocano al vertice della scala sociale. La prospettiva aperta dal libro è chiara: se si vuole avviare un nuovo ciclo di crescita che ponga al centro la qualità della vita e non solo il Pil, occorre intervenire immediatamente per ridurre la forbice sociale cresciuta a dismisura tra anni ottanta e novanta, redistribuendo reddito e opportunità prendendo ispirazione da Scandinavia e Giappone, esempi virtuosi di egualitarismo sebbene basati su modelli completamente diversi.
Oltre ad analizzare i dati raccolti in piu' di 30 anni di ricerche, gli autori nei capitoli finali cercano di individuare anche qualche strumento pratico per aiutare a creare una societa' piu' egualitaria, puntando sulle nuove tecnologie, le cooperative, abbattendo i salari dei supermanager, aumentando la progressivita' delle imposte, creando una "carta CO" a scalare per misurare i consumi ambientali di ognuno, investire in innovazione e istruzione. E soprattutto puntano il dito sulla parte politica che in questi anni si e' piu' battuta contro il liberismo economico sfrenato e il consumeismo, colpevole di aver perso di vista un ideale di societa' a cui ispirarsi. E nel loro piccolo provano a rimediare. Questo il finale del libro:


Speriamo di aver dimostrato che esiste una migliore società per cui lottare: una società fondata sull’uguaglianza, in cui le persone non siano divise dallo status e dalla gerarchia; una società in cui sia possibile ritrovare un senso di comunità, superare le sfide del riscaldamento globale, possedere e controllare democraticamente il proprio lavoro insieme a comunità di colleghi, e partecipare ai benefici di un crescente settore non monetizzato dell’economia. La nostra non è un’utopia: i dati dimostrano che anche una minuscola diminuzione della disuguaglianza, che è già realtà in alcune delle democrazie benestanti, può cambiare in meglio la qualità della vita di tutti. Adesso il compito è lavorare per una politica che riconosca il tipo di società che dobbiamo creare e che si impegni a far leva sulle opportunità tecnologiche e istituzionali per realizzarla. [...]
Dopo aver vissuto per diversi decenni con la sensazione opprimente che non vi siano alternative al’insuccesso sociale è ambientale delle società moderne, oggi possiamo finalmente ritrovare quel sentimento di ottimismo che nasce dal sapere che i problemi possono essere risolti. Sappiamo che la promozione dell’uguaglianza ci aiuterà a tenere a freno il consumismo e agevolerà l’introduzione di provvedimenti atti a fronteggiare il riscaldamento globale […] Siamo sul punto di creare una ocieta' qualitativamente migliore e veramente accogliente per tutti.
Per sostenere la necessaria volonta' politica, dobbiamo ricordare che sulla nostra generazione incombe la responsabilità di produrre una delle maggiori trasformazioni della società dell’uomo. Abbiamo visto che nei paesi ricchi la crescita economica non è più in grado di contribuire all’innalzamento della vera qualità della vita, e anche il nostro futuro sta nel migliorare la qualità dell’ambiente sociale nelle comunità in cui viviamo. Il ruolo di questo libro è sottolineare che l’uguaglianza costituisce le fondamenta materiali su cui costruire migliori relazioni sociali.


Una nota finale. Oggi, dopo aver finito il libro, ho scoperto a Messa che il Vangelo di oggi erano le Beatitudini secondo Luca, quelle in cui non solo Gesu' spiega che e' dei poveri il regno di Dio, ma in cui mette anche i guardia i ricchi, i sazi e quelli in alto nella scala sociale, perche' saranno afflitti. In altre parole, quello che il libro appena concluso si sforzava di dimostrare con dati, grafici e tabelle. Peccato pero' che trppo spesso la Chiesa invece di farsi portatrice di questo messaggio rivoluzionario si sia seduta troppo spesso dalla parte della difesa a oltranza dello status quo e del conservatorismo...

venerdì 12 febbraio 2010

Dialogo e idee


30 anni fa, il 12 Febbraio 1980, nell'atrio dell'Universita' La Sapienza fu ucciso dalle BR Vittorio Bachelet. Rosy Bindi, accanto a lui al momento dell'agguato, ama ripetere che Vittorio "è stato soprattutto un uomo di dialogo. Non rinunciava alle sue idee, ma le aveva talmente forti da potersi permettere il confronto con tutti". Ha mostrato quale sia la strada giusta per l'impegno dei cristiani in politica, cosi' diversa da quella urlata e fatta di contrapposizioni degli atei devoti di oggi. Sul suo blog Rosy Bindi ne ricorda la lezione cosi':

[...] Siamo ancora immersi nelle contraddizioni di una democrazia bloccata e incompiuta, sulla Costituzione ci si interroga non per attuarla, ma per modificarla nel suo impianto fondamentale. La società è investita da profonde lacerazioni e disuguaglianze e sembra rifiutare ogni offerta culturale e politica per essere più giusta, solidale e inclusiva. Ancora ci sfidano la povertà e la guerra. Ma ai cristiani non è chiesto di stare alla finestra, con uno sguardo di estraneità o peggio di diffidenza verso il mondo. Ci è chiesto, come ripeteva spesso Bachelet, «di saper vedere i segni dei tempi e saperli giudicare alla luce della fede. L'atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento. L'ottimismo con cui possiamo guardare alla vicenda umana è l'ottimismo della redenzione, cioè della croce e della resurrezione. E un atteggiamento che consente di guardare con amore capace di ogni accoglienza alla realtà umana è quello penetrante e libero dello spirito delle Beatitudini»

Qui un'intervista al figlio Giovanni per il Tg2, e qui un suo ricordo del papa'.

"Protezione" Civile


Del resto chi ha contribuito a fare dell'emergenza uno show, e ha lucrato sulle disgrazie per costruire la sua fortuna politica, tanto simpatico non mi era mai stato. Poi scoppia questo casino, e San Bertolaso finisce dagli altari nella polvere. Alcuni lamentano come le figure di potere si sforzino in ogni modo di assomiliare agli scontati luoghi comuni, e tornino a ricalcare il più banale degli stereotipi possibili. Qualcuno ci va piano, qualcuno ironizza anche sulla neve a Roma. Per qualcuno l'affare si ingrossa, per altri siamo passati da tangentopoli a puttantopoli, con la donna-bustarella nuova frontiera della corruzione. Resta il fatto che 500 e rotti milioni di euro sono finiti in appalti truccati tra un G8 mai effettuato, le cattedrali nel deserto dei mondiali di nuoto e la ricostruzione all'Aquila, mentre la Protezione civile invece che pensare alle emergenze pensa ai massaggi, a diventare una spa (nel senso di societa' per azioni, non di puttanaio), e a gestire senza controllo milioni i denai del contribuente. E anche qualche altro soldino che doveva finire in Africa e che invece e' finito speso in massaggiatrici.
Peccato pero' che gia' da subito si parla solo di Monica, Francesca e della fisioterapia dei potenti. E dell'abuso di ufficio, della corruzione, degli appalti truccati, dei permessi facili, di chi “stamattina rideva alle tre e mezzo dentro il letto” fregandosi le mani per i soldi che avrebbe fatto sul terremoto gia' domani non ne parlera' nessuno.

mercoledì 10 febbraio 2010

Per spirito di servizio


Dopo la scoperta dell'acqua calda, Ciancimino Jr. continua con le sue verita' su Stato, mafia e Forza Italia. Quello che emerge e' che Berlusconi e il suo partito di plastica sono il risultato di un enorme pizzo, che un uomo disperato decide di pagare per assicurarsi l'impunita'. Cosi' Tommaso Caldarelli sul suo blog:

Più ascolto le deposizioni di Massimo Ciancimino, più mi vengono domande. Probabilmente perchè non sono molto informato sulla situazione, ma ciò servirebbe solo a fare di me “l’utente medio”, e quindi le mie domande varrebbero doppio. Chi è questo? Da dove salta fuori? Perchè parla solo adesso? E’ pilotato? E se si, da chi?

Ma a parte ciò, sentendo quel che ha da dire, mi viene sempre più da pensare che Berlusconi, se Ciancimino ha ragione, fa la figura del povero cretino, e provoca una certa compassione. Perchè il racconto ci mostra come il mitico Presidente del Consiglio, rinnovatore dell’Italia e monopolista del dibattito pubblico degli ultimi vent’anni, sia stato un piccolo uomo totalmente alla mercè e sotto il ricatto della mafia, fin dagli inizi. Uno strumento inventato da altrui fini.

Il bello e' che anche il fido Dell'Utri lo ammette, candidamente, al Fatto: "A me della politica non frega niente, mi sono candidato per non finire in galera". Qui ci permettiamo di dubitare che invece il suo capo sia "sceso in campo" per spirito di servizio, ma prima o poi la verita' arrivera' a galla: perfino gli stronzi galleggiano.

Hope


Foto scattata da Augusto nella savana presso il villaggio di Bolibalabougou, Keniebaoule, nel Mali sud-occidentale.

lunedì 8 febbraio 2010

Valorizzazioni


"La nuova campagna di comunicazione del MiBAC, con lo slogan “Se non lo visitate lo portiamo via”, punta a far riscoprire agli italiani il patrimonio artistico del nostro Paese ed invertire il trend negativo dei visitatori"

Qua la nuova campagna, sotto formo di minaccia mafiosa, del Ministero dei Beni Culturali per la promozione dei luoghi turistici italiani. Minaccia, per altro, tutt'altro che campata in aria.

giovedì 4 febbraio 2010

Liquidazione totale


Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha attuato ieri una liquidazione totale delle speranze di pace in Terra Santa. Una pesantissima banalizzazione del processo di pace e un'irrisione delle Nazioni Unite che rischiano di trascinare l'Italia fuori dal consesso dei Paesi e delle Istituzioni internazionali che tessono da anni il faticoso cammino della pace.
Affermando che è stato giusto il massacro su Gaza, ha liquidato il lavoro prezioso e oggettivo svolto dalle Nazioni Unite nel monitorare un inaudito massacro di civili, la distruzione di migliaia di case, scuole, ospedali attraverso l'uso di armi illegali. Possiamo ancora ritenerci parte degli organismi internazionali, in primis dell'Onu?
Asserendo di 'non aver visto' il Muro dell'apartheid che circonda Betlemme, ha vergognosamente liquidato il pronunciamento fatto nel 2004 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ne ha condannato la costruzione evidenziandone le terribili conseguenze umanitarie. Può il Presidente del Consiglio arrivare a un livello così insopportabile di irresponsabilità?
Definendo più volte Israele come “Stato ebraico, libero e democratico”, ha liquidato quel milione e duecentomila cittadini dello Stato d'Israele, che ebrei non sono, e che vedono ogni giorno calpestati i loro diritti. Come proclamarsi insistentemente “amici di Israele” quando non lo si esorta ad essere veramente uno stato democratico?
Identificando come antisemita chiunque si opponga alla politica di occupazione, di umiliazione e di disprezzo di qualsiasi Risoluzione Onu da parte dello Stato d'Israele, ha liquidato e denigrato le sofferenze patite da migliaia e migliaia di palestinesi, in spregio a quanti, israeliani, palestinesi, uomini e donne di ogni Paese, si battono insieme alla ricerca di una pace giusta, fondata sul rispetto delle leggi internazionali.
Davvero non ci possono essere i saldi della pace.
Non si può raggiungere la meta della riconciliazione tra i popoli svendendo sul mercato una “pace economica”, la “pace del benessere”.

Legittimo?


Approvato alla Camera il "legittimo" impedimento: secondo il Ministro Alfano, non si tratterebbe di privilegio, ma di diritto a governare. Bersani la pensa un po' diversamente.

In un'intervista di Alessandro Gilioli a Carlo Taormina, ex avvocato del Sultano, un molto verosimile riassunto di quello che sta per succedere e delle strategie del Cavaliere per sfuggire alla giustizia.

martedì 2 febbraio 2010

La scoperta dell'acqua calda

"Parte del denaro di mio padre, negli anni 70, fu investito in una grande operazione edilizia alla periferia di Milano che è stata poi chiamata Milano2"

Ciancimino Junior al processo Mori



E mentre qualcuno comincia a dire che i soldi piovuti dal cielo piovevano da altre fonti, si studiano gia' le contromisure...

lunedì 1 febbraio 2010

Vedove e terremoti

Mettendo in relazione la quantità di denaro donata ad Haiti e il reddito pro capite, viene fuori questo grafico (via Francesco Costa):



«Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Marco, 12-38-44