mercoledì 7 novembre 2012

Limpide Sensazioni


"Mentre camminava per Regent’s Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d’un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo." 


A. Baricco - Mr Gwyn

giovedì 25 ottobre 2012

Giu' le mani dallo scoutismo



Un articolo pubblicato sul Corriere della sera di ieri titolava: «Scout contro sessantotto, le due anime del Pd» senza fortunatamente dare seguito nel testo a questa quanto mai bizzarra lettura delle dinamiche interne. Una categoria contro un'altra, un'idea contro un'altra, uno stile di vita contro un altro. Ovviamente si parlava di Renzi contro Bersani. L'esito è un facile slogan, che contrappone in modo specioso e strumentale gruppi di persone, attribuendo loro persino una identità quasi comune che a ben guardare neppure hanno. Se non altro perché la prima categoria scout è una associazione educativa e non politica e la seconda sessantottini non è neanche una associazione.
Siamo abituati ormai alle strumentalizzazioni; se serve combattere la Chiesa si arma il cardinale Martini, se si vuole evocare lo spettro del comunismo e della rivoluzione (o più sottilmente celebrare il «nuovo» contro il «vecchio», attribuendo a quest'ultimo un nostalgico e stantio ritorno alla «lotta» del Sessantotto) si utilizza l'immagine del bravo ragazzo che aiuta la vecchina ad attraversare la strada.
Lo scoutismo è altro: è educazione alla cittadinanza prima di tutto, nel senso più profondo e vero del termine. Non al partitismo, ma alla responsabilità cosciente di fronte al proprio Paese, non solo perché se ne rispettano le leggi, ma perché mettendosi al servizio dell'altro e della comunità si contribuisce al benessere comune. Lo scoutismo è prima di tutto un metodo e non un'ideologia, un metodo al servizio della comunità civile e per chi crede della Chiesa. Un metodo fondato sul servizio e sul gioco, sulla lealtà e sullo spirito di squadra, sulla fedeltà e sul rispetto. Il buono scout è un buon cittadino. Non un buon renziano, né un buon bersaniano. È questo il motivo per cui nel partito, e più in generale nel campo dei progressisti, coabitano tanti scout, e assumono diverse posizioni tra schieramenti e correnti secondo il loro giudizio. È per questo che sarebbe ora che gli scaltri di ogni sorta la facessero finita con questi tentativi di mettere le mani sullo scoutismo. Forse dello scoutismo bisognerebbe parlare di più per tutto quello che ha fatto per questo Paese, dalla Resistenza, all'alluvione di Firenze, a tutti i terremoti e le situazioni di emergenza, per tutto quello che fa sul piano educativo con centinaia di migliaia di ragazzi, ogni giorno. Ha scritto il fondatore Baden Powell: «Lo scopo dell'educazione scout è quello di migliorare la qualità dei nostri futuri cittadini, specialmente per quanto riguarda il carattere e la salute; di sostituire l'egoismo con il servizio e di rendere ciascun giovane efficiente, sia nel fisico che nel morale, al fine di utilizzare questa efficienza al servizio della comunità. Il civismo è stato definito in poche parole "attaccamento alla comunità". In un Paese libero è facile, ed anche piuttosto comune, che uno si consideri buon cittadino solo perché osserva le leggi, fa il suo lavoro ed esprime la sua scelta politica, lasciando che "gli altri" si preoccupino del benessere della nazione. Questo è un concetto passivo del civismo. Ma cittadini passivi non bastano per difendere nel mondo i principi della libertà, della giustizia, dell'onore. Per far questo occorre essere cittadini attivi. E non immaginatevi di avere dei diritti nel mondo oltre a quelli che vi conquisterete da voi. Avete diritto di essere creduti se ve lo guadagnate dicendo sempre la verità e avete diritto di andare in prigione se ve lo guadagnate rubando; ma ci sono, tanti che vanno in giro proclamando i loro diritti senza aver mai fatto nulla per guadagnarseli. Non fate come loro. Non accampate alcun diritto senza aver fatto prima il vostro dovere» (Baden-Powell, Lo Scoutismo per i ragazzi, A. Salani, Firenze, 1947, pp.240-241). E il fondatore diceva ancora: «Siate quindi uomini, fatevi una vostra idea e decidete da soli ciò che, secondo il vostro giudizio, è meglio dal punto di vista nazionale, e non per qualche piccola questione locale e votate per quel partito finché esso continua ad agire nel modo giusto e cioè per il bene della comunità nazionale. Molta gente si lascia trascinare da qualche nuovo uomo politico per amore di qualche nuova idea estremista. Non credete mai nell'idea di un uomo prima che questa sia stata ben studiata e considerata da ogni punto di vista. Le idee estremiste assai di rado valgono qualche cosa; se andrete a cercare nella storia vi accorgerete che quasi sempre sono state già provate in qualche luogo ed hanno fatto fallimento» (Baden-Powell, Scoutismoperragazzi, Nuova Fiordaliso, Roma 2000, pp.348-350). Più della metà della popolazione italiana è passata attraverso l'esperienza dello scoutismo. Non è prerogativa di un partito o di una corrente. Essere scout è un modo di vivere l'impegno politico. Non un serbatoio di voti. Sarebbe ora di smetterla di utilizzare l'esperienza scout come una patente rivoluzionaria, innovativa, clericale, reazionaria, solidale, buonista, progressista a seconda degli interessi del momento. Gli scout non sono in vendita. Per nessuno.

Tommaso Giuntella
L'Unita' 24/10/12

lunedì 1 ottobre 2012

Bologna



Bologna la grassa e l' umana già un poco Romagna e in odor di Toscana...

venerdì 24 agosto 2012

Sacco e Vanzetti


« Ricordati sempre, Dante, della felicità dei giochi non usarla tutta per te, ma conservane solo una parte (...) aiuta i deboli che gridano per avere un aiuto, aiuta i perseguitati e le vittime, perché questi sono i tuoi migliori amici; son tutti i compagni che combattono e cadono come tuo padre e Bartolo, che ieri combatté e cadde per la conquista della gioia e della libertà per tutti e per i poveri lavoratori »
(Bartolomeo Vanzetti al figlio di Sacco, Dante - 1927)


Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, furoono processati negli anni 20 per l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia. Nonostante sulla loro colpevolezza fossero palese molte incongruenze anche all'epoca del loro processo, inclusa una confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros che li scagionava. A causa delle loro idee politiche e della loro partecipazione attiva nel movimento operaio, il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due bastardi anarchici durante il processo.


Nicola e Bartolomeo, arrivati negli Stati Uniti tra il 1908 e il 1909, lavorarono il primo in una fabbrica di calzature, e il secondo prima come operaio e poi in proprio come pescivendolo, dopo che in seguito all'organizzazione di uno sciopero nessuno volle piu' dargli lavoro. Dopo essere fuggiti in Messico per evitare la chiamata alle armi nel 1916, tornarono nel Massachusetts dopo la guerra, non sapendo di essere inclusi in una lista di sovversivi compilata dal Ministero di Giustizia, né di essere pedinati dagli agenti segreti USA. Nella stessa lista era incluso anche un amico di Vanzetti, il tipografo Andrea Salsedo. Questo, il 3 maggio 1920 venne assassinato dalla polizia, che lo fece cadere dal quattordicesimo piano di un edificio appartenente al Ministero di Giustizia. Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio per far luce su questa vicenda il 9 maggio, ma i due vennero arrestati prima dell'evento, per essere stati trovati in possesso di volantini anarchici e alcune armi. Pochi giorni dopo vennero accusati anche di una rapina avvenuta a South Braintree, un sobborgo di Boston, poche settimane prima del loro arresto; in tale occasione erano stati uccisi a colpi di pistola due uomini: il cassiere della ditta (il calzaturificio «Slater and Morrill») e una guardia giurata.

Dopo un processo sommario e condizionato dal clima politico americano dell'epoca, caratterizzato dalal caccia al comunista e dalla repressione die movimenti operai, furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927, 85 anni fa, nel penitenziario di Charlestown.

Solo 50 anni dopo, il 23 agosto 1977, il governatore del Massachusetts M. Dukakis emanò un proclama che assolveva i due uomini dal crimine, dicendo: «Io dichiaro che ogni stigma e ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti».


Dal film "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montaldo, il discorso effettivamente pronunciato all'ultima udienza da Bartolomeo Vanzetti alla corte:



martedì 31 luglio 2012

L'eutanasia della Ricerca

Tra tagli, controtagli, valutazioni non valutate, precariato e innegabili successi scientifici, oggi in commissione Bilancio i senatori Adriana Poli-Bortone (Io Sud, professore universitario (!!??!!) e vicesindaco di Lecce) e Salvo Fleres (Io Sud, Giornalista) hanno proposto la soluzione finale per la Ricerca in Italia: la soppressione di tutti gli Enti Pubblici di Ricerca, e l'inquadramento dei dipendenti nei ministeri, immagino a fare fotocopie. Geniale.  L'emendamento (riportato sotto) e' stato inspiegabilmente bocciato...

G/3396/9/5
FLERES, POLI BORTONE
RESPINTO
Il Senato,
            in sede d'esame del disegno di legge di conversione del decreto-Iegge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini,
        impegna il Governo:
            a valutare la possibilità che:
                tutti gli istituti di ricerca, interamente finanziati con risorse pubbliche, esclusi quelli in materia sanitaria e ambientale, siano soppressi;
                le funzioni svolte dagli istituti di ricerca siano trasferite, rispettivamente con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione o mediante un decreto regionale;
                con gli stessi decreti vengano stabilite le date di effettivo esercizio delle funzioni trasferite e individuate le risorse umane, strumentali e fmanziarie riallocate;
                i dipendenti a tempo determinato vengano inquadrati, nei ruoli del Ministero o della regione sulla base di apposita tabella di corrispondenza approvata con uno dei decreti di cui al presente comma;
                le amministrazioni provvedono conseguentemente a rideterminare le proprie dotazioni organiche;
                i dipendenti trasferiti mantengano il trattamento economico fondamentale e accessorio, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto al momento dell'inquadramento. Nel caso in cui tale trattamento risulti più elevato rispetto a quello previsto per il personale del Ministero o della regione, è attribuito per la differenza un'assegno ad personam riassorbibile, con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti;
                per i restanti rapporti di lavoro le amministrazioni di destinazione subentrino nella titolarità dei rispettivi rapporti.

giovedì 26 luglio 2012

Esultanza labronica in prima pagina


Oggi, finalmente, grazie al riordino delle province il titolo del Tirreno che generazioni di livornesi (e di toscani, che Pisa e' l'unica cosa che li mette tutti d'accordo!) attendevano da sempre... finalmente vendicato lo spregio del vescovo pisano.

giovedì 7 giugno 2012

68 anni dall'eccidio di Radio Cora a Monte Morello

Radio CORA (acronimo per COmmissione RAdio) fu un'emittente clandestina, approntata e gestita da membri del Partito d'Azione fiorentino, che dal gennaio al giugno 1944 mantenne i contatti tra la Resistenza toscana e i comandi alleati.

Ideatori dell'iniziativa furono Carlo Ludovico Ragghianti e Enrico Bocci, che poterono contare sull'appoggio di una ventina di collaboratori. L'attività della radio clandestina, che si curava di trasmettere informazioni sulle attività dei tedeschi a Firenze ai comandi alleati e di richiedere aiuti per i partigiani, fu talmente importante che il 2 giugno 1944 gli alleati paracadutarono nel Pratese alcuni loro uomini per dare man forte alla radio.
La prima sede della radio clandestina fu in Piazza Indipendenza e successivamente fu ripetutamente spostata in altre sedi per sfuggire alla caccia di tedeschi e repubblichini.
L'ultima sede di Radio CORA fu in uno stabile di Piazza d'Azeglio dove i tedeschi irruppero il 7 giugno 1944, 68 anni fa: un giovane speaker, Luigi Morandi, tentò un'estrema difesa e riuscì ad uccidere un giovane soldato tedesco, prima di essere ferito a morte.
Nell'ambito della retata vennero arrestati altri collaboratori: Enrico Bocci, Carlo Campolmi, Maria Luigia Guaita, Giuseppe Cusmano, Gianfranco Desiderio Gilardini (detto "Franco") e Gilda La Rocca. Il capitano dell'Aeronautica Italo Piccagli si consegnò spontaneamente ai repubblichini, sperando di scagionare gli altri.
Nei giorni successivi Italo Piccagli, Enrico Bocci e quattro dei soldati alleati che erano stati paracadutati vennero portati vicino al torrente Terzolle in località Cercina, su Monte Morello, e fucilati assieme alla partigiana Anna Maria Enriques Agnoletti e ad un partigiano cecoslovacco.
Il corpo di Enrico Bocci non fu mai ritrovato. Gli altri componenti furono prima portati a Villa Triste per essere torturati e poi inviati nei lager in Germania ma Gilda La Rocca, Gianfranco Gilardini e Maria Luigia Guaita riuscirono a scappare dal treno e ad evitare la deportazione.
Enrico Bocci, Italo Piccagli, Luigi Morandi e Anna Maria Enriques Agnoletti, furono insigniti della Medaglia d'Oro al valor militare alla memoria; un monumento fu eretto a Cercina per ricordare le vittime.
Domenica alle 11,30 a Cercina si svolgerà una manifestazione celebrativa presso l’area monumentale del bosco, con gli interventi del sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, di Roberto Corsi del direttivo provinciale dell’Anpi e di Valdo Spini, della Federazione regionale delle associazioni Antifasciste e della Resistenza.

sabato 5 maggio 2012

Un nodo da sciogliere

Un articolo uscito oggi su Repubblica ha lanciato una bomba: Gli scout cattolici e l'omosessualità"I capi gay sarebbero un problema". Gli atti di un convegno organizzato da Proposta Educativa, una rivista per capi  dell'AGESCI, la maggiore associazione di scout cattolici italiana, sono stati infatti spacciati dall'articolista come "linee guida" per l'associazione, e le posizioni dei relatori assunte a posizioni ufficiali dell'AGESCI. Ovviamente non e' cosi' (e il quotidiano si e' ben guardato dal rettificare nonostante le segnalazioni),  ma a far scattare la bomba sono la natura dei concetti espressi da alcuni dei relatori, da cui Repubblica abilmente estrae una bella collezione di frasi shock. Soprattutto dall'intervento, in larghissima parte assolutamente deprecabile, di Padre Compagnoni, che, fortunatamente, neppure e' socio dell'AGESCI. Poco importa poi che altri interventi, ad esempio quello della Dott.ssa Tomisich  ("La fatica è proprio quella di aiutare a mettersi in relazione con l’adolescente per aiutarlo a costruire
un proprio progetto individuale in modo che non siano gli altri che “ti costruiscono un vestito
su misura”, ma sei tu che lo costruisci, con un progetto, con libertà e responsabilità
") e quello del dott. Dario Contardo Seghi abbiano tenore piuttosto diverso ("Le tendenze o le spinte sessuali intime dei capi secondo me non sono criteri di selezione. In primo luogo perché non si possono cogliere e secondariamente perché possiamo avere un capo con tendenze omosessuali bravissimo e capace, e uno eterosessuale con limiti tali per cui la comunità capi deve porsi il problema se sia corretto affidargli l’educazione dei ragazzi"). Rimando quindi tutti gli interessati a una lettura completa e approfondita degli atti del convegno, disponibili on line.
Mentre i contenuti dello "scoop" di Repubblica vengono riprese dagli altri principali quotidiani e dalle agenzie di stampa dando origine all'ennesimo caso di "notizia che non lo era", l'AGESCI emana un comunicato stampa in cui chiarisce che "gli scout cattolici si interrogano incessantemente su temi importanti come questo. L’AGESCI non ritiene di avere nessuna risposta preconfezionata ed è impegnata a riflettere su tutti i temi che interpellano il mondo dell’educazione". Ma ormai la frittata e' fatta, e mi pare l'ovvia conseguenza dell'organizzazione di un convegno che doveva essere un confronto sul tema e che invece viene presentato come un monologo quasi un unico punto di vista, anche se le riflessioni piu' articolate e dunque piu' complesse ci sono state. Non mi pare un grande inizio di dibattito sul tema, anche se fortunatamente in Associazione se ne parla eccome, anche all'ultimo Consiglio Generale di pochi giorni fa, e con prese di posizione assai meno nette, per fortuna, di quanto proposto dal convegno. Non se ne parla invece su Proposta Educativa, che ha promesso di pubblicare la lettera di un capo riportata qui di seguito sul proprio sito web, dove pero' a distanza di 2 mesi non e' ancora comparsa...
Penso che l'Associazione abbia bisogno come non mai di essere spronata ad interrogarsi e ad approfondire su questo tema, come su troppi altri sui quali fa fatica ad essere profetica come si confarrebbe alla sua storia e al suo speciale carisma. Magari questo polverone sara' un bello stimolo a farlo, visto che, sebbene con modi non certo articolati e approfonditi come il tema richiederebbe, il tutto e' finito nel pieno della ribalta nazionale In generale sono convinto che uno dei problemi dell'Associazione sia proprio il concentrarsi molto sul "metodo" e troppo poco sull'"antropologia" che dovrebbe sare un senso al metodo stesso. Questo probabilmente per la refrattarieta' dei capi a una riflessione teorica che si discosti anche solo un poco da alcuni temi classici e ben interiorizzati, e alla fatica di essere "voce che grida nel deserto" - anche se forse proprio a questo saremmo chiamati. Ricordo anche a questo proposito che l'AGESCI non e' un associazione cattolica, ma un associazione di cattolici, che fa parecchia differenza.
Ma per fare dar seguito al dibattito e al convegno di Proposta Educativa, segnalo l'intervento di Tommaso e ospito qua la bella lettera di Daniele che non sono ancora riusciti, chissa' come, a pubblicare:

In una rivista dal titolo “be happy, be scout” non ci dovrebbero proprio essere frasi del tipo “il problema diventa rilevante quando il capo con orientamento omosessuale dichiari o mostri con scelte precise il suo orientamento, essendo questo un elemento che può turbare, condizionare, confondere i ragazzi”. Un adulto per essere un buon capo scout deve innanzitutto essere “happy” il che sott’intende la libertà di essere se stessi e di vivere sempre serenamente la propria natura. Pensare che un capo non deve rivelare certe cose di se perché destabilizzanti è uno “zaino troppo pesante” per sentirsi liberi.
Inutile invece commentare il fatto che un capo omosessuale possa turbare, condizionare o ancor peggio confondere i ragazzi. La frase è sicuramente dovuta ad una eccessiva leggerezza editoriale: dopo anni di discriminazioni sociali a tutti i livelli, ormai ben sappiamo che frasi di questo tipo possono nascere solo dall’ignoranza e sono alimentate solo da una buona dose di razzismo che sembra innata in alcuni di noi.
Per essere capi scout occorre inoltre saper scegliere, sapersi schierare e non viaggiare sul filo del finto buonismo, lanciando il sasso e togliendo la mano, come in più punti si fa nell’articolo. “Tale considerazione, ..., vale per qualsiasi scelta che entri nella sfera dell’intimità personale” non rende certo l’articolo più “politicamente”corretto. È vero che ogni Comunita' Capi deve valutare gli elementi opportuni e non opportuni all’ingresso di un capo e questo non ha certo bisogno di specifiche per le persone gay; consultare psicologi, teologi morali e pedagogisti è invece una specifica a dir poco agghiacciante. Chi vive discriminando le persone in base all’orientamento sessuale dovrebbe consultare uno psicologo, non certo per sapere se un gay può far parte della sua Co.Ca., ma piuttosto per trovare un rimedio al suo comportamento. Si fa riferimento a modelli maschili e femminili precisi imbattendosi nella banalità che una donna lesbica non sia un corretto o un completo “modello di donna” (lo stesso per un uomo gay).
Per essere “happy” occorre “amare” e noi, in quanto capi di quest’associazione, pensiamo che amare sia il più grosso dono che Dio ci ha dato. Va vissuto fino in fondo e senza ipocrisie: è un dono che non ha tante barriere e che va condiviso con gli altri. Si amano i fratelli e le sorelle, i genitori e i nonni, qualche amico, una fidanzata/o. Amiamo diverse persone e questo ci rende felici, ci rende positivi e ci forma per essere capi migliori. Non c’è niente da nascondere ma tanto da testimoniare. Avere staff con persone molto diverse, e non solo certo in base all’orientamento sessuale, è una risorsa incredibile per i ragazzi: solo così potranno capire che ognuno di noi è unico e giusto per quello che è!
Molti capi nella nostra associazione se ne dimenticano e preferiscono vedere capi e pensieri “standarizzati". Ci si perde nei “bei discorsi” e poi non si fa molto nei fatti, si vogliono dare giudizi morali e non si guarda la realtà intorno, non si accettano le persone per quello che sono ma ci si ferma a certe etichette. Se ogni rivista è dedicata ad un articolo della legge tra poco toccherà a “sono puri di parole, pensieri ed azioni”: iniziamo a vedere il riflesso di Dio che splende in ognuno di noi senza cadere nel bigottismo, nella diffidenza verso gli altri e senza giudicare. Se uno scout sorride e canta anche nelle difficoltà, se uno scout è ottimista, sono sicuro che questo riflesso sarà accolto da tutti... magari un giorno non troppo lontano. Un scout ottimista deve almeno sperare di non leggere più articoli così superficiali su PE!
Daniele


lunedì 30 aprile 2012

Le 100 cose da fare a Monaco 2


Ricevo da Marcella e volentieri pubblico, con una lacrimuccia di nostalgia per la citta' piu' a nord d'Italia, Monaco! 

Qualche tempo fa il Pilger ha pubblicato un preziosissimo elenco della cento cose da fare prima di andare via da Monaco e l'ha dedicato alla Pasionaria che - come dice lui - presto si togliera' dai coglioni (sigh).
Io (la pasionaria) ho molto apprezzato la lista, anche perche' 1) mi ha permesso di ripercorrere moltissime delle esperienze ed emozioni vissute in quasi 8 anni, e quindi lasciarmi un po' andare alla nostalgia (meglio cominciare da subito, cosi' poi quando tocca schiodare veramente mi saro' gia' messa avanti.. almeno spero!); 2) stimolata dall'elenco, mi sono divertita un sacco a stilare una lista di *altre* 100 cose da fare prima di andare via da Monaco... che vi metto qui sotto. Questa lista non vuole sostituire quella del Pilger (giammai!), piuttosto cerca di ricalcare quella originale, ammiccando un po' qua e la', e si basa su esperienze decisamente piu' personali. E mettendo nero su bianco anche queste, ugualmente, ho ripercorso un altro po' della mia vita monachese.. ad oggi 

Visto che non sono in possesso di blog, ho chiesto ospitalita' qui.. un grazie quindi a Beffatotale per avermela concessa, e anche per tutti gli illuminanti suggerimenti per completare l'elenco... :)

p.s. come il Pilger con quella originale, nemmeno io le ho fatte tutte e 100... pero' insomma, ne ho fatte molte! compreso andare sul Wendelstein, proprio ieri!


1) assistere ad entrambe le parate di apertura dell'Oktoberfest
2) passare una giornata all'Open day del campus, a MPE
3) avere almeno 3 tazze del mercatino di Natale di Schwabing
4) andare sul Wendelstein
5) assistere ad uno spettacolo di Schuhplatter
6) assistere allo spettacolo dei fuochi d'artificio sull'Olimpiasee
7) sedersi su Falcor il fortunadrago cercando di salvare Fantasia
8) organizzare un'uscita sole donne alle terme di Erding
9) fare cena da Steinheil e finire una cotolettona intera
10) farsi del BENE alla Starkbierfest
11) passare un pomeriggio alla Fruhlingsfest
12) andare a cena da Tantris, e tirarsela ancora di piu'!
13) andare 4 volte alla Pinakotek der Moderne
14) stendersi per tre ore in compagnia di un libro in un parco a caso di Monaco
15) andare alla Gliptotek e allo Staatliche Antikensammlung
16) mangiare la Zwiebelnkuche con il Federweisse
17) mangiare un Kaiserschmann fatto secondo i santissimi sacri crismi
18) comprare il biglietto per la semifinale di Champions all'Allianz Arena da un bagarino mezz'ora prima dell'inizio della partita
19) imparare almeno 10 nomi di cibi del menu' del ristorante e almeno 10 locuzioni di senso compiuto
20) essere co-protagonista di almeno una favolina della pasionaria (in alternativa, del Rosati)
21) visitare il nido dell'Aquila
22) andare nel monastero che produce la birra piu' antica di tutta la Baviera, tre volte, e in tre posti diversi
23) conoscere Schloss Blutenburg
24) sapere cosa sono e dove si trovano i volantini della Rosa Bianca
25) andare in bici da Garching in centro a Monaco, e viceversa
26) comprare vestiti da Karstadt con la Payback Karte (non tua!) e/o con un bellissimo Geburstag Gutschein.
27) fare bird-watching nei laghi bavaresi
28) andare al Flohmarkt piu' grande d'europa e tornare a casa con pezzi da museo
29) girare per tutte le feste medievali della Baviera
30) andare al Michael Ende Museum
31) ascoltare il notiziario di Antenne Bayern e capire almeno il 30%
32) andare da Spina per la prima volta e commuoversi davanti alla distesa dei biscotti del Mulino Bianco
33) vedere le facce all'insu dei turisti davanti al glockenspiel che passano dall'eccitato al catatonico nei venti minuti di suono dell'orologio
34) giocare a Mahjongg nei biergarten
35) abitare in uno degli appartamenti del villaggio olimpico, accanto a quelli del settembre nero
36) andare al Gasteig per uno spettacolo, e ricordarsi di Pirandello
37) fare il tour della Monaco nazista e scoprire i suoi segreti
38) andare almeno due volte alla sneak preview al Cinema, e almeno una chiedersi "perche' l'ho fatto?"
39) decidere alle 6 di sera d'estate di andare a fare brotzeit all'Aumeister
40) andare in cima al campanile della Frauenkirche contando i gradini
41) guardare gli sciatori alal pista artificiale all'Olympiapark d'inverno
42) visitare lo Schlossmuseum a Murnau e scoprire i suoi tesori
43) mangiarsi uno spiedino di frutta ricoperto di cioccolato senza far cadere le scaglie
44) andare a giocare volley il venerdi' sera nel ginnasio di Garching
45) andare a tutte e due le feste della birra (Oktoberfest e Starkbierfest)
46) mangiare il krapfen piu' strano a carnevale secondo i santi santissimi crismi
47) perdere qualcosa e ritrovarla due giorni dopo esattamente dove la si aveva persa
48) Tirare mattina al Buena Vista
49) fare il Bayerische Frustuck dalla "vecchia" a Garching e sopravvivere alla giornata
50) innamorarsi di qualsiasi cosa mentre si beve al NUOVO Schwabinger 7
51) guardarsi negli occhi durante un prosit e sapere perche'
52) fare il bagno nelle fontane di Universitaet (possibilmente in una finale dei mondiali)
53) prendere la S-bahn e andare a Starnberg a vedere il tramonto sul lago
54) riportare indietro una cassa di vuoti di birra dall'Italia
55) andare al Filmfest Muenchen
56) sapere cosa e' il Tanzverbot
57) salire su un tram o bus a caso, e arrivare al capolinea senza meta
58) visitare il museo delle monete
59) conoscere "Ringberg" (ed esserci stati almeno una volta)
60) aver fatto almeno una volta un biglietto mensile per la metro o, alternativamente, aver fatto almeno una volta il biglietto della metro solo per stare sulla banchina dei treni per salutare qualcuno
61) mangiare l'hamburger con una montagna di patatine da Trezwnieski
62) andare ad Oberammergau il giorno della Passione
63) farsi un cocktail da Negroni
64) scendere la scala mobile piu' lunga di tutta la metro di Monaco
65) andare a vedere almeno una volta Holiday on Ice
66) andare alla fiera dei giochi da tavola
67) andare a vedere l'Aida all' Opera al National Theater tutti vestiti fighetti
68) festeggiare l'ultimo dell'anno a casa Romaniello
69) scroccare un the aggratis e la Gazzetta in aeroporto al gate Airdolomiti
70) andare al castello di Schleisseim
71) andare a giocare a bigliardino al Die Bank e vincere contro i tedeschi.. vabbe' andare al die Bank
72) essere fermato dalla polizia guidando una macchina non tua o, alternativamente, con la tua macchina ma non guidavi tu!
73) andare a far vela sul Chiemsee
74) farsi venire a prendere in aeroporto dal tassista di fiducia
75) slittare sulla pista del Blombergbahn
76) essere degli abitue' della sauna del quartiere
77) conoscere almeno tre mix di bevande bavaresi.
78) conoscere almeno tre piscine/baeder dell'SWM
79) andare a pattinare all' Olimpia Eissstadium
80) conoscere la Ohel Jakob synagogue (e magari mangiare al ristorante kosher del Museo ebraico)
81) vedere gli scoiattolini e/o i picchi sugli alberi del campus di Garching
82) capire il sistema elettorale tedesco e votare alle amministrative senza sbagliare
83) visitare il BMW-Welt
84) fare brunch da Zoozie's
85) andare a comprare le palline di Natale ad agosto a Rothenburg
86) entrare per la prima volta in un tendone dell'Oktoberfest e pensare di essere all'inferno
87) assistere all'inaugurazione di una linea di tram
88) scrivere 20+C+M+B+?? sulla porta di casa alla befana
89) conoscere 10 Brauerei diverse in Monaco e Baviera
90) entrare nelle cucine deserte dei tendoni in costruzione dell'Oktoberfest
91) fare i caroselli con i turchi o con i greci per le strade di Garching nello stupore dei vecchietti autoctoni
92) organizzare un dibattito con i candidati sindaco di Garching in inglese per gli stranieri (in alternativa: fare un brunch bavarese con Bocchino)... e farsi venire il mal di testa.
93) fare pausa pranzo alle 12:30 al laghetto
94) comprare qualcosa per un bambino da Obletter
95) arrivare sull'isola del Kleinhesselohersee quando non e' ghiacciato... sul pedalo' a forma di cigno!
96) partecipare e organizzare una manifestazione davanti al consolato (secondo i santissimi sacri crismi etc. etc. etc.)
97) bere qualcosa da Atzinger perche' all'Alter Simpl non si trova mai posto
98) andare a sentire il concerto di bonghi la domenica mattina sotto il Monopteros sotto l'effetto di sostanze stupefacenti
99) cogliere i fiori (o le fragole o gli asparagi o le zucche) nei campi appena fuori Monaco
100) passare almeno una notte al BBB

venerdì 2 marzo 2012

Lettera aperta alla Chiesa italiana

“Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio ” (Ef 2, 19).

Questa lettera nasce dopo l’incontro-invito con alcuni teologi e teologhe che abbiamo avuto nella comunità delle Piagge a Firenze il 20 gennaio scorso e al quale hanno partecipato tante persone credenti e non. Rifacendoci alla tradizione più antica della comunità credente, che per comunicare usava lo stile epistolare, anche noi abbiamo pensato di scrivere una lettera aperta alla chiesa italiana. Vorremmo fare una breve sintesi delle tante inquietudini e dei tanti desideri ed aspettative raccolte in quel contesto La trama principale delle nostre inquietudini, è espressa proprio dal testo della lettera alla chiesa di Efeso: Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio …
Abbiamo sempre pensato che questo fosse vero; abbiamo sempre pensato che la nostra condizione di donne e uomini credenti ci rendesse concittadini nella storia di tutti e familiari con il Mistero. Abbiamo sempre pensato che la nostra fede ci facesse responsabili nei confronti della vita di ogni creatura e dei difficili parti storici, sociali, economici, culturali e spirituali che la comunità umana vive da sempre. Abbiamo sempre pensato anche, che proprio perché siamo familiari di Dio, non siamo esenti dal vivere sulla nostra pelle le fatiche che ogni popolo fa per poter essere popolo degno e libero. Ma oramai, da molto tempo, ci sembra che questo non sia tanto vero, e soprattutto, con tristezza diciamo che forse nessuno ci chiede ed esige questa familiarità con il Mistero e questa solidarietà con la storia.
La struttura ecclesiale infatti sembra più preoccupata a guidarci che a farci partecipare e soprattutto a farci crescere. Le nostre comunità cristiane appaiono più tese a difendere una tradizione che a vivere una esperienza di fede. Noi sappiamo come diceva Paolo alla sua comunità di Corinto,che abbiamo il diritto di essere alimentati con parole spirituali … e con un nutrimento solido (Cfr. 1Co 3, 1-2),e invece ci sentiamo trattati come persone immature, come se non fossimo responsabili delle nostre comunità, ma solo destinatari chiamati a obbedire a ciò che pochi decidono ed esprimono per noi. E proprio in questo odierno contesto storico di grande fatica ma anche di grande opportunità per tutti i popoli, e dunque anche per la nostra società italiana, sentiamo che la chiesa è lon tana da questa fatica quotidiana dell’umanità. E che quando si fa presente, lo fa solo attraverso analisi , sentenze e a volte giudizi, che non ascoltano e non rispettano le ricerche e i tentativi che comunque la società fa per essere più autentica e giusta.
Ci sembrano sempre più vere le parole di Gesù nel vangelo Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito (Mt 23, 4). Noi non vorremmo essere collusi e complici di questo stile di vita, perché come credenti concittadini dei santi e familiari di Dio, sappiamo quanto è difficile sospingere la storia verso la pienezza della vita. Sappiamo anche che è difficile essere coerenti, ma lo vorremmo essere perché la coerenza oggi, sarà possibilità di vita per tutti. Perché condividere quello che abbiamo e non il sovrappiù, curarci dalle nostre ferite interiori,separarci da tutti quegli stili di vita che invece di includere escludono e invece di far crescere recidono, non è semplice ma è possibile, soprattutto quando nasce da una ricerca comune, dove ciascuno può suggerire qualcosa, dove ciascuno può condividere la sua visione del mondo e soprattutto la sua esperienza di Dio. Ma noi non ci sentiamo sostenuti nel far questo e l’esempio che abbiamo dalla chiesa ufficiale è, la maggior parte delle volte, quello di pretendere riconoscimenti e i difendere propri interessi, immischiandosi in politica solo per salvaguardare i propri privilegi.
Vogliamo essere popolo che cerca davvero di fare esperienza di Gesù, di quel Gesù che ispirava sogni di vita, che ispirava desideri di cambiamento. Quel Gesù che riusciva a far sognare anche chi conosceva solo disprezzo, o chi comunque veniva giudicato peggio di altri ed emarginato Ci domandiamo come mai ci dicono di essere obbedienti al magistero senza chiederci di essere fedeli a questo sogno bellissimo di una umanità composta da ogni lingua, razza, popolo, nazione …. (Cfr. Ap 7,9). Perché ci viene chiesto di essere credenti che devono obbedire e difendere la verità e non ci dicono invece che la Verità è più grande di noi e per questo va ricercata costantemente, ovunque e con tutti? Allora è per questo che vorremmo offrirvi queste nostre riflessioni, vorremmo che la chiesa ripe nsasse le sue strutture di comunità, e soprattutto la propria struttura gerarchica e i suoi rapporti con la società. Noi vorremmo che si rifiutasse ogni privilegio economico e soprattutto vorremmo che l’economia delle strutture ecclesiali non fosse complice della finanza e delle banche che speculano con il denaro a scapito del sudore e del sangue di individui e intere comunità, praticando un indebito sfruttamento, non solo delle risorse umane, ma anche di quelle naturali.
Queste, in breve, sono alcune delle nostre inquietudini che condividiamo con tutti i credenti, perché la Vita si è manifestata e noi l’abbiamo contemplata, vista, udita, toccata con le nostre mani… (Cfr. 1Gv 1,1-4) e di questo vorremmo rendere testimonianza. Partendo da questo primo incontro, ci impegniamo a cominciare un processo di autocritica e critica costante, per aiutarci a vivere e crescere insieme, come comunità credenti ma anche come compagni e compagne di cammino di tutti coloro che – tra evoluzioni, rivoluzioni e rivelazioni- fanno di tutto per rendere la storia più bella, solidale e giusta.

Alessandro Santoro – prete della Comunità delle Piagge (Firenze)
Antonietta Potente – teologa domenicana
Benito Fusco – frate dei Servi di Maria (Bologna)
Pasquale Gentili – parroco di Sorrivoli (Cesena)
Pier Luigi Di Piazza – parroco Centro Balducci di Zugliano (Udine)
Paolo Tofani – parroco di Agliana (Pistoia)
Andrea Bigalli – parroco di Sant’Andrea in Percussina (Firenze)

E' possibile sottoscrivere la lettera all’indirizzo di posta elettronica appellochiesa@gmail.com.

giovedì 1 marzo 2012

Scontro fra titani

 Comunicato stampa

   Sara Tommasi: Scilipoti mente circa la mia candidatura.

   La notoriamente non vera affermazione di Scilipoti secondo la quale non mi avrebbe offerto alcuna candidatura è smentita da una serie di sue dichiarazioni pubbliche. È invece vero che ho sempre saputo che gli obiettivi politici di Scilipoti si riducono, al limite, alla sua di rielezione, e che, avesse mai da offrire ad altri candidature vittoriose, lo farebbe a condizioni fuori dalla mia portata.

   È inoltre ovvio che lo scontro sul signoraggio, al quale mi sto sforzando di concorrere con ogni mezzo a fianco di Gino Marra, è violentissimo, difficilissimo e articolatissimo, e questa lotta è guidata da Marra attraverso quei suoi scritti con i quali ha messo in condizione di parlarne, sia pure a stento, anche un politico come Scilipoti. Una lotta che, oltre a richiedere uno stadio della consapevolezza giuridica e politica lontane da quelle di Scilipoti, richiede il coraggio, il senso dell’equilibrio, dell’onore e della dignità di un vero cavaliere, non di uno stalliere o di un giullare sempre pronto a trattare la propria resa per un piatto di lenticchie.

   Sara Tommasi

Chi lo sa che domani sarà



... forse c'è qualcosa che ci cambierà,
io credo che il dolore è il dolore che ci cambierà...
...vedi io credo che l'amore è l'amore che ci salverà

venerdì 27 gennaio 2012

Ciao Ivano

E ieri sera l'abbiamo salutato cosi' Fossati, al Teatro Tenda, col "bacio sulla bocca". Anche se negli ultimi lavori la vena si era un po' persa, ci manchera' parecchio...


Stancami e parlami  abbracciami
fruga dentro le mie tasche poi perdonami  sorridi
guarda questo tempo che arriva con te

martedì 24 gennaio 2012

Non insegnate ai bambini



... Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente,
stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto e' niente...