domenica 30 settembre 2007

L'aria salata e il PD dall'estero


Oggi giornata intensa. Nel primo pomeriggio incontro organizzato dalla sezione DS di Monaco "Alex Langer" con l'Onorevole Claudio Micheloni, senatore eletto nella circoscrizione Europa. Gran parte dell'incontro e' giustamente dedicato ai problemi degli italiani residenti a Monaco definitivamente, e dei figli degli immigrati. Comunque molto interessante vedere il punto di vista di chi condivide con me le stesse difficolta' di integrazione e di identita', seppure estremizzate da un ottica di permanenza che non ho. E scopro poi con sorpresa che gli stessi italiani all'estero, e chi da loro e' stato eletto, sono scettici sull'utilita' e sull'opportunita' del voto dall'estero. Visto come un'ostacolo all'integrazione nel paese di adozione e nella sua vita politica, ha pero' delle potenzialita' e delle necessita' a cui rispondere da non perdere, casomai da riformare.
Per il resto, uno schietto punto di vista dall'interno del Senato per confermare quello che mi e' sempre sembrato: il problema sono si' i numeri risicati che esasperano i litigi, la ricerca di riflettori e di poltrone, i ricatti. Ma soprattutto che non si discute piu' dei problemi del paese, ma si pensa solo a difendere le alleanze e il proprio orto di partito. Non si discute di scuola, ma della Moratti o di Fioroni, per citare un esempio fatto oggi. Se manca il senso delle istituzioni e del loro compito nel Senato della Repubblica, siamo proprio all'ultima spiaggia. Che Micheloni vede nel Partito Democratico, per salvare non solo al sinistra, ma tutta la politica italiana.
Dopo un rapido giro all'Oktoberfest, come sempre caotica, mi vado a godere un film italiano nell'ambito di una rassegna organizzata dal museo del cinema di Monaco. Sara' che forse e' uscito nel 2007 quando ormai ero tedesco, ma questo film proprio me l'ero perso in Italia nei weekend Fiorentini. Eppure e' molto bello. Esordio del regista Alessandro Angelini, racconta senza ipocrisia e retorica una storia di padre e figlio, di colpa e di sforzo di capire, di abbandono e di ritrovamento. Mi colpiscono alcune inquadrature quasi rubate all'intimita' del padre e del figlio, che inaspettatamente si ritrovano prima di essere pronti a farlo. In un finale che appare senza scampo, c'e' spazio per il riconoscersi e il riuscire a guardarsi indietro. Lo consiglio. Sulla rotta, anche se non ancora agli stessi livelli, dello splendido "Ladro di bambini" di Amelio che ho visto qualche settimana fa.

sabato 29 settembre 2007

Mano male...

...che c'e' anche Osvaldo, che da solo gioca al biliardo:



Non e' di grande compagnia ma e' il piu' simpatico che ci sia! Uuuuh, che noia qui al bar, che noia la sera, la sera vedersi qui al bar. Che noia qui al bar. Il Corvo ci vede giusto un'altra volta, almeno che due gol splendidi, dribbling, assist e mille palloni giocati non siano solo un fuoco di paglia. Tempi duri per il Pazzo. E mentre l'Inter strapazza la Roma, noi siamo secondi in attesa degli altri.

Almeno riesco a farmi passare la malinconia del compleanno del Berluska, e del regalo agghiacciante che gli hanno fatto i leghisti (quelli dei 10 milioni di combattenti per la liberta' del nord). Oltre a una foto ose' della Brambilla con dedica ai Circoli della Libertina, una bella maglietta verde. Effettivamente, grazie a Dio non sono nella famiglia Berlusconi, mi basta De Michelis come cugino di 3 grado di mia madre... A meno che la F maiuscola di Famiglia non significhi altro.

venerdì 28 settembre 2007

Il contratto e il bidet


Mentre in Birmania, fortunatamente, i soldati cominciano a imparare che l'obbedienza non e' piu' una virtu', in Italia tra litigi e magliette rosse si sta decidendo sulla finanziaria 2008. Mentre attendiamo gli esiti tra voci piu' o meno attendibili, la sensazione e' che il messaggio da dare sia che il peggio e' passato e si puo' cominciare a costruire dopo l'emergenza. Seppure, ancora una volta, con troppa timidezza. Ma aspettiamo prima di giudicare.
E nell'attesa leggo su Internazionale il trafiletto di Luca Sofri, che segnala come gli Americani hanno bisogno dello spot per convincersi a pulirsi il sedere, dal momento che "sapete… la carta tende a… distribuire il problema". Imperdibile, con i sederini puliti sorridenti. La tipa piu' esilarante e' la seconda da sinistra. Cliccare per credere.
Non contento, leggo e scopro come fare per scampare alle promesse da marinaio dei politici. A Udine anche il voto di scambio e' sotto contratto. E se non si rispettano i patti, scatta la denuncia. Coinvolto nientepopodimeno che il presidente della provincia. Sarebbe il massimo andasse in galera non per voto di scambio ma per inadempienza contrattuale. Anche chi fece un contratto con gli Italiani qualche anno fa e' avvertito...

giovedì 27 settembre 2007

Il rosso e l'arancio



In queste ore, in Birmania, l'arancio dei monaci si mescola al rosso delle bandiere degli studenti e del sangue. Non si e' fatta attendere l'annunciata risposta del regime contro le proteste e le marce dei monaci e poi della gente del paese. Solo ieri almeno nove morti, centinai di arresti e numerosi feriti.
Il governo "impegnato a dare prova di moderazione nella sua risposta alle provocazioni" secondo le fonti ufficiali, ha anche dato ordine di arrestare i monaci nei monasteri e di allontanare i giornalisti stranieri. Ma immagini, filmati e testimonianze continuano a rimbalzare attraverso la rete, cosi' come il popolo continua a sfidare il coprifuoco e i fucili dell'esercito.
Eppure la speranza c'e'. Secondo alcuni testimoni alcuni dei soldati si sono rifiutati di sparare sulla folla che pacificamente sta manifestando contro al dittatura che ha affamato il paese, oggi uno dei 20 piu' poveri del mondo.
Interessante la versione ufficiale del governo:

[...] Dal momento che il governo sta in ogni modo assicurando la stabilita' dello Stato, la pace della comunita', la regolamentazione della legge e lo sviluppo del paese, che sono i principali requisiti, la popolazione del paese sta godendo i frutti della pace nazionale e dello sviluppo.
Sabotatori dall'interno e dall'esterno del paese e alcune radio straniere, gelosi dello sviluppo e della pace del paese, hanno effettuato atti istigativi attraverso menzogne per causare l'instabilita' interna e la mobilitazione civile. Inoltre, alcuni membri dello Shanga, gruppi anti-governativi e sabotatori stanno inscenando marce di protesta. [...]
Le persone che desiderano guadagnarsi da vivere in pace non accettano o prendono parte alla protesta. Tuttavia, alcuni sabotatori delle marce di protesta costringono le famiglie nelle case lungo il loro percorso, che le conoscano o no,
a dare del denaro o ad unirsi alla marcia, aggiungendo che i dimostranti non possono garantire della loro sicurezza se non si uniscono a loro [...]

Niente di fatto all'ONU. Russia e Cina votano contro l'embargo economico, in quanto primi patners commerciali della Birmania. Tuttavia il mondo si comincia a mobilitare per sostenere il coraggio dei birmani che lottano per una vita dignitosa: domani, 28 Settembre, "In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt".
Stasera nuova manifestazione in Campidoglio, e alla Stazione Leopolda a Firenze gli studenti delle scuole superiori hanno adottato un nastro rosso, ocra, giallo o rosa come segno di solidarietà. E domani sara' un giorno in rosso.

mercoledì 26 settembre 2007

Ecco le liste, con polemica


Il 14 Ottobre per la prima volta nella storia del paese gli italiani saranno chiamati a votare per eleggere direttamente l'assemblea costituente di un partito e il suo segretario. Non puo' che essere la migliore risposta alla voglia di cambiamento e di apertura della politica che stiamo respirando in modi diversi da parecchi mesi. Eppure non sono tutti Rosy e fiori. Arrivano oggi i primi dati ufficiali per le liste e i relativi numeri, e con loro le polemiche e qualche novita'.
Intanto la prima sorpresa. Stamani Gawronski e Schettini hanno fanno sapere che uniranno i loro progetti politici, candidando a segretario del PD il solo Gawronski. Qualcuno lo comunichi anche a Diamanti su Repubblica: ci saranno quindi solo 5 candidati.
Qualche polemica sulla presentazione delle liste in Liguria, dove tutti i consiglieri DS e Margherita contattati per l'omologazione delle liste si sarebbero rifiutati di "ricevere" i rappresentanti delle liste locali apparentate proprio con Gawronski. Fosse vero e senza motivo logistico sarebbe gravissimo. Aspettiamo l'esito del ricorso al comitato regionale.
Tuttavia le polemiche piu' grosse sono per la lista 2 di Veltroni, quella che doveva avere tutti i capolista under 35, essere aperta ai giovani e fuori dalle logiche dei vecchi partiti, quella da cui anche iMille volevano cambiare la politica italiana. Ne avevo gia' parlato, la scelta si e' rivelata pessima. Anche l'onorevole Giachetti, che ha tentato invano di convincere il ministro Melandri, fautrice della lista, a candidare alcuni giovani del pulmino e del Comitato Ombra, si e' dovuto scontrare col muro di apparato, che l'ha usata per inserire chi dalla principale era rimasto fuori. Ed e' di poche ore fa una lettera dei dirigenti della Margherita giovanile che rinunciano alla loro candidatura proprio a causa di questa mancata occasione di apertura ai giovani. Confermate le mie paure della vigilia. C'e' chi cerca di cambiare tutto per non cambiare niente, di perdere un'occasione irripetibile per aprire le porte a chi la politica e l'Italia la vuole cambiare in meglio, con energie nuove.

Provano invece a cogliere l'occasione le liste "Con Rosy Bindi. Democratici, davvero": fallita in extremis la corsa in quasi solitario con gli amici Cechi (purtroppo aiutato troppo tardi da Roma) per una lista in Europa, mi candido comunque a Firenze nel collegio 3 Novoli-Rifredi. Per un Partito Democratico, davvero. Fatto anche di giovani e di donne.

Nell'attesa di sapere dove andiamo, un riassunto di da dove veniamo:

martedì 25 settembre 2007

La storia dalla loro parte


Da otto giorni i monaci sfilano per le strade della capitale del Myanmar, l'ex-Birmania, per protestare contro la dittatura della giunta militare al potere dal 1988.
La giunta si installo' dopo aver represso nel sangue la rivolta dagli studenti di Yangon, che protestavano contro il "socialismo birmano", l'autarchia del dittatore Ne Win che porto' il paese al disastro economico.
Nel 1990 il regime permise libere elezioni, dove stravinse la Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, poi Premio Nobel per la Pace, che venne pero' arrestata e costretta agli arresti domiciliari.
Oggi, a seguito delle condizioni di vita sempre piu' difficili per la popolazione dell'ex-Birmania, uno dei paesi piu' poveri del mondo, anche i monaci hanno deciso di scendere in strada e marciare per le via della citta'. Senza armi, senza bandiere, tranne il pavone simbolo degli studenti dell'88 e della Lega per la Democrazia, e slogan politici. Solo con i loro passi, i vestiti arancioni, la loro dignita'. Seguiti da una folla sempre piu' numerosa.
Le ultime notizie parlano di un governo che sembra intenzionato a reagire, a provocare la pacifica e non-violenta protesta della gente per soffocare la rivolta nel sangue. In questi momenti marciamo ancora piu' convinti al loro fianco, piu' convinti di ieri.

Penso di aver a questo punto chiarito che non sono soddisfatta della parola "speranza". Non credo nelle persone che hanno solo speranza. Noi combattiamo per quello che vogliamo. Dico sempre che non c'e' nessun diritto alla speranza senza l'impegno, per cui lavoriamo per provare a cambiare la situazione per il bene del paese, e siamo fiduciosi che arriveremo al tavolo del negoziato un giorno o l'altro. Questo e' il modo in cui tutte le situazioni di questo tipo si risolvono, anche con il piu' truculento dei dittatori. Prevarremo perché la nostra causa è giusta, perché la nostra causa è fondata. La Storia è dalla nostra parte. Il Tempo è dalla nostra parte
Aung San Suu Kyi

lunedì 24 settembre 2007

"Come se io sia"



Guardavo, in Italia, le interviste e i "panini" confezionati dai TG sulle votazioni sulla RAI in senato. E sentivo odore di grandi manovre. Di Mastella con i suoi che studiano un grande partito di centro con l'UDC, di Dini che "se la tira" e alza il prezzo, della "cosa rossa" che litiga probabilmente per sapere chi sara' a guidarla e che peso specifico avranno le sue componenti, con Di Pietro che salta sul cavallo di Grillo per darsi una rinfrescata. E tutti in attesa di sapere che ne sara' della legge elettorale per dare il definitivo rompete le righe, o spallata che dir si voglia. Pensavo a come scrivere tutto questo, ma intanto ci pensava gia' Scalfari. Mi ha risparmiato la fatica.
E mentre Mastella viene messo in croce ancora per l'indulto, probabilmente l'unica cosa di cui non ha colpa, sul suo blog nato da poco per rispondere agli attacchi grilleschi, si lamenta:

[...] un attacco sempre a me. In linea dunque. Come se io sia l'emblema del Male. Sono io il Male d'Italia?

Deve avere ragione Fioroni che prima delle famose tre "I" ci sono altre priorita' per la scuola italiana. E sparare su Mastella e' sempre piu' come farlo sulla Croce Rossa, "come se lui sia".

Grazie a astromat per la segnalazione sul blog di Mastella

domenica 23 settembre 2007

Colori


Reduce da un finesettimana di fuoco in Italia. Come al solito, troppe cose da fare e troppe persone da vedere in troppo poco tempo.
Almeno pero' ho scoperto qual e' la differenza principale tra l'Italia e la Germania viste dal treno d'estate che sempre mi sfuggiva: il contrasto dei colori. In Germania sono vivi, forti e nitidi, i contrasti sono sempre decisi. Perfino il tempo grigio stacca netto sul verde dei prati umidi, o il giallo dei campi. In Italia il sole, i prati bruciati, gli intonaci delle case sono l'esatto contrario, tenui, sfumati, contrasti di colori chiari su colori chiari, bruciati dal sole. Se proseguendo verso nord la sensazione continua, si capisce perche' Van Gogh non poteva nascere in Italia e forse, almeno in parte, la differenza tra impressionisti e macchiaioli.

giovedì 20 settembre 2007

La via di Damasco


Riccardo Capecchi, funzionario della Presidenza del Consiglio ha scritto una lettera al sito Dagospia annunciando le sue dimissioni, a seguito della pubblicazione di una sua foto sull'aereo di Stato che riportava Mastella e Rutelli a Roma dopo il gran premio di Monza:

Oggi il vostro sito ha pubblicato una mia foto mentre mi imbarco sul volo di ritorno da Milano che riportava a Roma il Vice Presidente Francesco Rutelli dopo il Gran Premio di Monza.
Ero su quel volo di ritorno da Milano per atto di cortesia del Ministro Rutelli dopo aver partecipato a titolo strettamente privato al Gran Premio e tengo a precisare che ero in possesso di un biglietto regolarmente acquistato per il volo AZ 2119 delle ore 20.00 da Linate a Fiumicino.
Sono certo di non aver commesso alcun illecito o violazione di legge ma consapevole tuttavia di aver compiuto una leggerezza: mi è ben chiaro che non tutti hanno l'opportunità di salire su un volo di Stato in alternativa ad un volo di linea solo per risparmiare alcune ore di attesa. Ciò a prescindere che in quella circostanza vi siano o meno fotografi appostati per fare degli scoop giornalistici contro questa o quella Autorità dello Stato.
E credo anche che nella vita si debba essere conseguenti e che i comportamenti individuali anche del più piccolo collaboratore, quale io sono, non debbano in alcun modo inficiare ruoli ed istituzioni, esse sì importanti e prestigiose.
E' per questo motivo che ho già ritenuto opportuno rimettere in modo irrevocabile il mio incarico presso la Presidenza del Consiglio.
Ringrazio con l'occasione il Presidente Romano Prodi ed il Sottosegretario Enrico Letta per l'opportunità che mi hanno dato in questi mesi di collaborare al loro fianco.

L'onda di Internet colpisce ancora, e i blog continuano a fare notizia. Almeno Capecchi riconosce l'errore, mentre altri una mossa del genere se la sognano. Che stiano pero' cambiando (un pochino) le cose anche da noi? Almeno Grillo sara' servito a qualcosa.

mercoledì 19 settembre 2007

Appartiene a tutti noi

La differenza tra cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato, tra il bene e il male. Tra cosa essere e cosa non essere.



E domani torniamo in UEFA, seppure in onda su un canale porno... Dopo la partita, "le trasmissioni piccanti, divertenti e soprattutto educative di Superpippa Channel". Che tristezza.

martedì 18 settembre 2007

Delirio contagioso


Deve esserci qualcosa di contagioso nell'aria. Una grillite fulminante. Tra "voglio distruggere i partiti" e "fate le liste civiche, ma come dico io senno' niente bollino blu", tra equiparazione di iscritti ai partiti e pregiudicati, tra valium e alzheimer, tutti si sentono in dovere di seguire l'onda. Compreso il TG per il quale la prima notizia e' l'ultimo post di Grillo sul suo blog. Siamo forse noi blogger diventati piu' importanti delle televisioni? Io purtroppo continuo a fare il contrario e a commentare l'ultimo TG, dove l'onda non accenna a placarsi.
E allora e' giusto chiedere di bloccare gli aumenti delle idennita' parlamentari, anche se alla camera sono gia' bloccate. Allora e' normale che i partiti minori della maggioranza, proprio quelli che hanno puntato i piedi per avere le poltroncine da Prodi generando la squadra di governo piu' numosa della storia d'Italia, ora chiedano indignati di tagliare Ministri e Sottosegretari per limitare i costi della politica. Allora e' normale che si giochi a chi la spara piu' grossa per cavalcare, acriticamente, l'onda. E la coerenza, come al solito, e' opzionale.

lunedì 17 settembre 2007

Legato mani e piedi


Sembra sia questo il destino di Veltroni, legato stretto dai vari apparati DS e DL subito saltati in blocco sul suo carro di predestinato vincitore. Proprio il fatto che il sindaco di Roma sia apparso da subito come il candidato autorevole e comunicativo adatto a guidare il nuovo partito, ha fatto si' che le varie nomenclature si tirassero indietro dalla competizione, uccidendo il confronto delle idee, per ritagliarsi uno spazio al traino del cavallo di razza.
A pochi giorni dalla chiusura delle liste, i nodi vengono al pettine. Sono 3 le liste per Veltroni, quella della nomenclatura, quella dei "giovani" che comprende anche quel che resta de iMille, e quella della mozione Angius rimasta nel PD. La situazione la descrive Luca Sofri nel suo Blog:

Walter Veltroni sarà sostenuto da tre liste, alle primarie del PD. Una - comunemente nota come Lista 1 - è quella che dovrebbe ospitare i nomi dell'establishment consolidato dei vecchi partiti. Un'altra - la Lista 2 - è quella che dovrebbe ospitare persone e proposte di maggior rinnovamento e attenzione alla modernità (sotto il lugubre nome di "Ambiente, innovazione, lavoro") ed essere più strumentale sia a un vero cambiamento della politica di sinistra sia a un'emancipazione di Veltroni dai gruppi che l'hanno gestita finora.
Ora, il problema è che tutto l'establishment consolidato nella Lista 1 non c'entra, e quelli che c'entrano temono la concorrenza della Lista 2: e le conseguenze sono due. La prima è che sta scorrendo il sangue nella formazione delle cinquine dei candidati. La seconda è che in molte regioni la Lista 2 sta venendo sabotata da chi sta dentro la 1 e assediata da chi resta fuori dalla 1, a rischio di scomparire o di perdere la sua natura e credibilità.
Spero che gli assediati resistano, e W. stia con loro

Anch'io lo spero, per dare un senso a quell'aggettivo nel nome del nuovo partito. Spero anche che per questi motivi si decida di cambiare davvero, e di puntare su chi il candidato plebiscitario ha deciso di sfidarlo e correrne i rischi. E spero che iMille, e soprattutto chi per loro ha preso le decisioni, si renda conto che con ogni probabilita' ha suicidato il movimento con l'inserimento in una lista annacquata che rischia di perdere anche quel poco di colore.

domenica 16 settembre 2007

Finalmente i gol


Grazie a vcast e' possibile registrare i programmi televisivi italiani come col videoregistratore, e riguardarseli comodamente entro 3 giorni. Mi era stato segnalato tempo fa, ma vuoi che i programmi TV in Italia non sono poi cosi' imperdibili, vuoi che telegiornali e altre cose interessanti si trovano su raiclick, non avevo mai provato. Ieri, improvvisa, l'illuminazione. Basta cercare al lunedi' su youtube i filmati, a risoluzione raccapricciante, dei gol della domenica calcistica. Basta fare zapping tra gli incomprensibili programmi sportivi tedeschi, per godersi solo le "strisciate" (juve, milan, inter). Mi sono appena visto "ultimo minuto" registrato su vcast, saltando l'odioso Mughini e compagnia e guardandomi solo i gol. Perfetto.
Una Fiorentina sprecona viene punita da un gol incredibile di Zampagna: se era voluto, da applausi, cosi' come il tacco volante di Juan per la Roma. Peccato, ma intanto si e' sbloccato Bobone. "El Pocho" Lavezzi fa impazzire gli avversari, ma al Fantacalcio mi segna solo Tavano su rigore. Sara' dura. Almeno la Juve ha perso...

sabato 15 settembre 2007

Le primarie delle primarie


D'accordo, quelle del 14 Ottobre non sono primarie. Qualcosa di piu'. Pero' l'iniziativa delle liste in sostegno di Rosy Bindi in gran parte d'Italia per restituire ai cittadini la possibilita' scegliere i propri rappresentanti per le assemblee costituenti nazionali e regionali, aggirando le liste bloccate, e' troppo bella chiamata cosi': le primarie delle primarie. Un bell'esempio di trasparenza e democrazia, non solo a parole.

Come solo parole si sono dimostrate quelle di Veltroni che parlava di 50% di tutte le cariche elettive del PD alle donne. Infatti, alla prima occasione, candida solo 3 donne alla segreterie regionali su 20 regioni complessive, tra vistose spartizioni di poltrone e poltroncine tra i vecchi apparati. Una sola donna su cinque per Letta, mentre Rosy Bindi presenta 4 uomini e 4 donne dove si presenta. Adinolfi e Gawronski rinunciano causa mancanza di mezzi, mentre Schettini dovrebbe presentare 2 candidati.

Per quanto riguarda la circoscrizione Europa, stiamo impazzendo per la raccolta di firme sul fotofinish. Chiunque sia interessato a portare il contributo e vive, studia o lavora in Europa anche non iscritto alle liste degli italiani all'Estero si faccia avanti!

Infine, sempre nel cammino per verso il PD, una bella iniziativa su Repubblica.it, Bussole, per mettere a confronto, alla pari, tutti i candidati segretari su 10 temi scelti da Ilvio Diamanti. Sperando che il livello di interesse delle domande, dopo la prima sulle radici, salga decisamente.

venerdì 14 settembre 2007

Il PD in Europa


La collocazione del PD in Europa e' stato a lungo uno dei nodi su cui si discuteva in modo piu' acceso poco prima della decisione di dar veramente vita a questa nuovo partito. E' stato anche uno dei motivi che hanno spinto Mussi, Angius e compagni ad intraprendere una strada diversa. Eppure il tema, importantissimo, e' scomparso dal dibattito tra i candidati alla segreteria e tra le liste. L'unico chi si era pronunciato era stato Veltroni, con un salamonico, come al solito, "sogno un nuovo grande partito europeo che sia la casa di tutti i socialisti e riformisti". Come dire, se noi non sappiamo dove andare in Europa, che l'Europa si adatti a noi. Da subito. Ma nonostante il fatto che a lungo termine il processo sia inevitabile anche in Europa, pretendere che accada subito e' pero' perlomeno ottimista.
Ieri pero' rompe gli indugi Letta, sostenendo alla sede DS di via dei Giubbonari a Roma (a due passi dal mitico Forno Roscioli) che "Il Pd starà nel centrosinistra e non possiamo far finta di non vedere che in Europa il Pse è il cuore e il centro di questo schieramento. È la famiglia di riferimento a cui guardiamo, poi andrà allargata e riformata da dentro perché le famiglie europee ormai sono vecchie". Giusto, e lo dice un ex Margherita. Ma gli altri da che parte stanno?

La guerra come l'abbiamo vista


Mancano poche ore all'atteso discorso di Bush sulla futura strategia del Pentagono in Iraq. Proprio qualche giorno fa un gruppo di militari USA prossimi al ritorno in patria dopo 15 mesi al fronte spiegano in una lettera al New York Times la guerra "come l'hanno vista".
E' un'analisi sorprendentemente lucida della situazione, che mette in evidenza la difficolta' da parte Americana di gestire una situazione ormai sfuggita di mano, tra minoranze, bande, lotte intestine tra Sciiti e Sunniti, condizioni disastrose della popolazione. "In un ambiente senza legge dove uomini armati governano le strade, sbrigare le faccende quotidiane e' diventato un atto di resistenza alla morte. Quattro anni di occupazione e non siamo riusciti a mantenere alcuna promessa, abbiamo sostituito la tirannia del partito Baath con una tirannia Islamista, con la guerriglia e la violenza criminale. Quando la preoccupazione principale di un Iracheno medio e' come e quando verra' ucciso, possiamo a mala pena sentirci ripagati quando porgiamo un pacco di aiuti. Come un iracheno ci ha detto qualche giorno fa con profonda rassegnazione, -Abbiamo bisogno di sicurezza, non di cibo gratis-".
La lettera fa capire come ormai anche i soldati americani sono consapevoli di aver forse ottenuto una vittoria militare, ma di essere stati sconfitti sul piano politico, di non essere stati in grado di gestire una situazione esplosiva, e che questo sara' alla fine fatale all'impresa in Iraq: "In conclusione, dobbiamo riconoscere che la nostra presenza potra' aver liberato l'Iraq dalla morsa di un tiranno, ma li ha anche privati del rispetto di se stessi. Si renderanno presto conto che il modo migliore di recuperare la loro dignita' sara' chiamarci per quello che siamo - una forza di occupazione — e costringerci a ritirarci".
A poche ore dal rientro in patria, due di loro non ce l'hanno fatta. Sono stati uccisi in un agguato. Un altro e' stato gravemente ferito alla testa. Vedremo quale sara' la risposta di Bush a tutto questo.

giovedì 13 settembre 2007

Furbi come le volpi


E' in piena bufera l'Universita' italiana per l'ennesimo scandalo. Test di ammissione truccati, errori nelle domande, bustarelle, spintarelle assortite per avere un posto alla facolta' di Medicina.
Uno dei giovani baresi coinvolti nell'inchiesta ammette su Repubblica di aver pagato per essere aiutato a superare il test. Eppure "non capisce perché la gente si scandalizza", e sostiene che "non esiste ripetere il test" perche' "non ho fatto niente di male e quindi io mi sento a tutti gli effetti uno studente dell'Università di Bari". D'altronde si sa, "questo è il paese dei furbi".

Dal dizionario De Mauro on-line:
fùr|bo agg., s.m.
1 agg. AU che sa provvedere abilmente al proprio interesse, che sa agire prontamente e con scaltrezza per trarsi d’impaccio, per aggirare situazioni spiacevoli o pericolose: sei stato f. a fingere di non sapere nulla | che esprime, che denota furbizia: avere un’aria furba; anche s.m.: non fare il f.
2 s.m. OB malfattore


Allora probabilmente faccio bene a sentire un pugno allo stomaco a sentir dire sempre che l'Italia e' il paese dei furbi. Che e' il paese degli imboscati, degli evasori, dei parassiti, di chi sfrutta la propria posizione di prestigio per interesse personale. Di chi pensa di essere migliore degli altri perche' riesce ad evitare di portare il suo contributo, sia questo economico o lavorativo, fatto di capacita' e di competenze, a servizio della collettivita', e di chi ne ha bisogno. Che sia il paese di chi e' convinto che le regole servono solo per mettere i bastoni fra le ruote alla "libera iniziativa", che esistano solo per essere aggirate. Di chi non si sente mai responsabile, tanto c'e' qualcuno che ci pensera': dalla carta buttata in terra, al moribondo per strada, alle tasse per mandare avanti ospedali e scuole. Di chi pensa che la propria parte sia pensare solo a se stesso, in un paese dove vince le elezioni chi promette non di migliorare le condizioni di vita di tutti, ma di preservare il piu' possibile i portafogli e abbassare a tutti le tasse.

Eppure non e' cosi'. L'Italia non e' il paese dei furbi. E' un paese dove un sacco di gente si sbatte per fare anche la parte degli altri, che oltretutto spesso fanno di tutto per mandare a monte anche il lavoro altrui. E' un paese dove la minoranza rumorosa passa il tempo a imboscarsi salvo poi lamentarsi che le cose non vanno, e la maggioranza silenziosa porta avanti la baracca, come i "limoni lunari", lavorando anche per gli altri e cercando di arginare chi si crede tanto furbo da stare al di sopra delle regole, della convivenza, delle proprie responsabilita'. Altrimenti, senza persone come la tanto bistrattata Forleo che ancora parla di dignita', non saremmo ancora a galla. E altrimenti i furbi non potrebbero sentirsi tanto furbi, in un paese allo sbando.
Forse allora le volpi, quelli furbi davvero, sono quelli che nonostante tutto la loro parte la fanno, quelli che "I care" e non "me ne frego e vaffa".

Il Limone Lunare

Lunari si chiamano
perché ogni luna butta le sue zagare
senza risparmio, non tutte infruttano -
dalla nuova casca la foglia deperita
pallida come noi.

Mentre i frutti indolciscono la polpa
raffinandosi la grana,
pizzuti scaturiscono i novelli
e spunta il boccio: una rossa goccia dura
cresce, spacca bianco
aprendosi fino quando muore
ma sotto comincia ingrossare.
Quando cogli il limone giallo maturo
è verde il piccolo e affaccia un nuovo fiore
in ogni tempo, senza darci la secca
Anche le piante riposano, dopo scaricate.
Come i limoni lunari non riposo mai.

D. Dolci
(da Il limone lunare, Laterza 1972)

mercoledì 12 settembre 2007

Largo ai giovani


Incredibile faccia tosta dell'opposizione che dopo 5 anni di epurazioni e controllo selvaggio sulla RAI grida all'attentato alla Democrazia per la sostituzione del delegato del governo (Petroni, nominato da Tremonti) con un rappresentante vicino all'area Prodiana.
Incredibili, ma solo perche' inopportune da quel pulpito. Dovrebbe essere, per fortuna, discussa tra poco la legge promossa dal ministro Gentiloni per smarcare, almeno in maniera diretta, la televisione di Stato dal controllo politico. Vedremo se l'opposizione indignata votera' coerentemente con gli strepiti di questi giorni.
E tra gli strepiti, mi sembra che in pochi colgano il nodo della nomina. Fabiani ha 77 anni, ed e' anche presidente di Acea, multiservice per energia elettrica, teleriscaldamento, acqua potabile, acque reflue. Direi che i quasi 80 anni se li deve portare proprio bene se è in grado di svolgere questi due importantissimi incarichi in contemporanea. Mio padre, alla stessa eta', al massimo fa il nonno, e solo con un nipote alla volta, e si gode la pensione. Ah, ma e' vero, i giovani i posti se li devono venire a prendere, anche quelli di nomina ministeriale.
Ci fanno sapere che Fabiani rinuncera' allo stipendio di consigliere: ci mancherebbe altro. A quando la codifica per legge sull'impossibilita' di cumulare incarichi pubblici e di non poterli ottenere superati i 65 anni?
Largo ai giovani, si ripete in questi giorni di campagna elettorale per il PD. Probabilmente si intende che devono sparire il piu' presto possibile.

martedì 11 settembre 2007

11 Settembre, 1973


L'11 Settembre 1973 cadeva sotto le bombe contro il palazzo de La Moneda il presidente eletto dal popolo Cileno Salvador Allende, e con lui la "via cilena al socialismo". Allende aveva tentato di guarire un paese segnato come tutto il suo continente da profonde ingiustizie sociali, radicato classismo (ancora oggi assai marcato), neocolonialismo, interessi e abusi stranieri nel Paese quali lo sfruttamento delle miniere di rame, tra le piu' ricche del globo.
L'11 Settembre, dopo un prolungato embargo e dopo aver sobillato una serie di scioperi che piegarono il paese, le forze armate rovesciarono con l'aiuto americano il governo democraticamente eletto. Spengendo, momentaneamente, la fiammella di speranza per i poveri e i diseredati del paese e del continente intero. Poi vennero le torture, le esecuzioni, il terrore, la dittatura, le sparizioni, il liberismo, l'ordine.
Questo l'ultimo messaggio del Presidente Allende sotto assedio nel palazzo del governo, sulla centralissima Alameda:

7.55, Radio Corporaciòn

Parla il Presidente della Repubblica dal palazzo della Moneda.
"Viene segnalato da informazioni certe che un settore della marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata. Ciò rappresenta una sollevazione contro il Governo, Governo legittimamente costituito, Governo sostenuto dalla legge e dalla volontà del cittadino. In queste circostanze, mi rivolgo a tutti i lavoratori. Occupate i vostri posti di lavoro, recatevi nelle vostre fabbriche, mantenete la calma e la serenità.
Fino ad ora a Santiago non ha avuto luogo nessun movimento straordinario di truppe e, secondo quanto mi è stato comunicato dal capo della Guarnigione, la situazione nelle caserme di Santiago sarebbe normale.
In ogni caso io sono qui, nel Palazzo del Governo, e ci resterò per difendere il Governo che rappresento per volontà del Popolo. Ciò che desidero, essenzialmente, è che i lavoratori stiano attenti, vigili, e che evitino provocazioni. Come prima tappa dobbiamo attendere la risposta, che spero sia positiva, dei soldati della Patria, che hanno giurato di difendere il regime costituito, espressione della volontà cittadina, e che terranno fede alla dottrina che diede prestigio al Cile, prestigio che continua a dargli la professionalità delle Forze Armate. In queste circostanze, nutro la certezza che i soldati sapranno tener fede ai loro obblighi."
Comunque, il popolo e i lavoratori, fondamentalmente, devono rimanere pronti alla mobilitazione, ma nei loro posti di lavoro, ascoltando l’appello e le istruzioni che potrà lanciare loro il compagno Presidente della Repubblica.

8:15 A.M.

Lavoratori del Cile:
Vi parla il Presidente della Repubblica. Le notizie che ci sono giunte fino ad ora ci rivelano l’esistenza di un’insurrezione della Marina nella Provincia di Valparaiso.
Ho dato ordine alle truppe dell’Esercito di dirigersi a Valparaiso per soffocare il tentativo golpista.
Devono aspettare le istruzioni emanate dalla Presidenza.
State sicuri che il Presidente rimarrà nel Palazzo della Moneta per difendere il Governo dei Lavoratori.
tate certi che farò rispettare la volontà del popolo che mi ha affidato il comando della nazione fino al 4 novembre 1976.
Dovete rimanere vigili nei vostri posti di lavoro in attesa di mie informazioni.
Le forze leali rispettose del giuramento fatto alle autorità, insieme ai lavoratori organizzati, schiacceranno il golpe fascista che minaccia la Patria.

8:45 A.M.

Compagni in ascolto:
La situazione è critica, siamo in presenza di un colpo di Stato che vede coinvolta la maggioranza delle Forze Armate.
In questo momento infausto voglio ricordarvi alcune delle mie parole pronunciate nell’anno 1971, ve lo dico con calma, con assoluta tranquillità, io non ho la stoffa dell’apostolo né del messia.
Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato.
Ma stiano sicuri coloro che vogliono far regredire la storia e disconoscere la volontà maggioritaria del Cile; pur non essendo un martire, non retrocederò di un passo.
Che lo sappiano, che lo sentano, che se lo mettano in testa: lascerò la Moneda nel momento in cui porterò a termine il mandato che il popolo mi ha dato, difenderò questa rivoluzione cilena e difenderò il Governo perchè è il mandato che il popolo mi ha affidato.
Non ho alternative.
Solo crivellandomi di colpi potranno fermare la volontà volta a portare a termine il programma del popolo.
Se mi assassinano, il popolo seguirà la sua strada, seguirà il suo cammino, con la differenza forse che le cose saranno molto più dure, molto più violente, perché il fatto che questa gente non si fermi davanti a nulla sarà una lezione oggettiva molto chiara per le masse.
Io avevo messo in conto questa possibilità, non la offro né la facilito.
Il processo sociale non scomparirà se scompare un dirigente.
Potrà ritardare, potrà prolungarsi, ma alla fine non potrà fermarsi.
Compagni, rimanete attenti alle informazioni nei vostri posti di lavoro, il compagno Presidente non abbandonerà il suo popolo né il suo posto di lavoro.
Rimarrò qui nella Moneda anche a costo della mia propria vita.

9:30 A.M. RADIO MAGALLANES

In questi momenti passano gli aerei.
Potrebbero mitragliarci.
Ma sappiate che noi siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno tener fede ai loro obblighi.
Io lo farò su mandato del popolo e su mandato cosciente di un Presidente che ha dignità dell’incarico assegnatogli dal popolo in elezioni libere e democratiche.
In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi per dirvi di avere fede.
La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine.
Questa è una tappa che sarà superata.
Questo è un momento duro e difficile: è possibile che ci schiaccino.
Ma il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori.
L’umanità avanza verso la conquista di una vita migliore.
Pagherò con la vita la difesa dei principi cari a questa Patria.
Coloro i quali non hanno rispettato i loro impegni saranno coperti di vergogna per essere venuti meno alla parola data e ha rotto la dottrina delle Forze Armate.
Il popolo deve stare in allerta e vigile.
Non deve lasciarsi provocare, né deve lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le proprie conquiste.
Deve difendere il diritto a costruire con il proprio sforzo una vita degna e migliore.



10:10 A.M.

Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.
Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
La storia è nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.

Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
Erano d’accordo. La storia li giudicherà.
Dinanzi a tali fatti non posso dire che una sola parola ai lavoratori: io non (a questo punto la registrazione è confusa, si odono sempre più forti scoppi di bombe) ...al quale essi erano sottomessi.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi.
Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.

Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole (si odono ancora scoppi vicinissimi) e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.

Impossibile non pensare a tutto questo a Santiago, passando davanti alla Moneda, al monumento ad Allende. Nella stessa citta' in cui uno dei viali piu' grandi si chiama ancora Avenida 11 Settembre, in "onore" del colpo di Stato. In un Cile oggi dominato da quell'ideologia liberista imposta dagli USA che ne ha accentuato se possibile ancora di piu' le differenze sociali ed economiche, impressionanti soltanto cambiando quartiere di poche centinaia di metri. Eppure la storia e' davvero nostra e la fanno i popoli. Oggi, il primo 11 Settembre dopo la morte di Pinochet, Nuove speranze, nuove possibilita' si affacciano per i popoli sudamericani. Con Evo Morales in Bolivia e le nazionalizzazioni, con Chavez in Venezuela e il sogno di Bolivar di un sudamerica unito e libero, con Lula in Brasile. Ancora tra molte contraddizioni con la Bachlet nello stesso Cile. Spira un vento nuovo in quella parte del globo. Speriamo che gonfi le vele anche nel vecchio mondo. Diceva Gandhi:
Quando dispero, io ricordo che nel corso di tutta la storia dell'umanita'
ci sono stati tiranni che per un po' sono sembrati invincibili.
Ma la verita' e' che cadono, sempre.
Riflettici, sempre.

lunedì 10 settembre 2007

Liste regionali

Riporto due agenzie di Adinolfi, una del 14 agosto pochi giorni dopo l'inizio della campagna elettorale per le primarie del PD...

Roma, 14 ago. (Adnkronos) - Ha scelto il blog www.marioadinolfi.it per presentare al popolo della rete i suoi primi candidati alla segreteria regionale del Pd. Mario Adinolfi svela i suoi portabandiera nelle prime cinque regioni, che si preparano alle primarie del 14 ottobre: "Tra sessanta giorni si vota. Da oggi a fine mese -dichiara Adinolfi- presenteremo i nostri candidati segretari regionali, perche' la battaglia noi la combatteremo su ogni terreno, anche su quello dove alcuni nostri rivali stanno cercando strani accordi. Noi non ci accordiamo. Noi ci candidiamo, in alternativa all'esistente, in ogni territorio".
Questi sono i primi cinque nomi, per la carica di segretario regionale nelle regioni: Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Basilicata". Leonardo Bertini, 33 anni di Livorno, esperto di management sociale, per la Toscana; Timoteo Carpita, 20 anni di Assisi, studente universitario, per l'Umbria; Valeria Brigida, 27 anni di Roma, videomaker, per il Lazio; Marco De Amicis, 34 anni di Avezzano, esperto di comunicazione, per l'Abruzzo; Ottavio Romanelli, 30 anni di Potenza, laureando in ingegneria, per la Basilicata.
Adinolfi spiega: "Sono tutti co.co.pro, studenti o disoccupati sotto i 35 anni. Si confronteranno con i professionisti della politica dei partiti, come lo sto facendo io, con il sostegno solo delle liste di Generazione U e dell'organizzazione di Democrazia Diretta. Spero davvero che i dirigenti di Ds e Margherita comincino a percepire quanto questa nostra candidatura collettiva a nome di una generazione esclusa sia preziosa per le ragioni fondative stesse del partito democratico".

... e una di ieri (forse dopo aver capito che non ci sono le risorse per presentare le liste nazionali e quelle regionali?):

PD: ADINOLFI, NOI OCCULTATI DA MEDIA COME V-DAY DI GRILLO =
PER PROTESTA RITIREREMO NOSTRI CANDIDATI DA CORSA PER SEGRETERIE REGIONALI
Roma, 9 set. (Adnkronos) - "Il sistema mediatico italiano e' malato. Prima non ha raccontato nulla di quello che si mobilitava da mesi attorno a Beppe Grillo, ai blog e al suo V-Day. Poi lo ha occultato, infine oggi ha scatenato questa indegna e ridicola gazzarra sui presunti insulti a Marco Biagi, un caso montato ad arte". E' l'opinine di Mario Adinolfi, candidato alla segreteria del Pd.
"Con Paolo Garizio del Piemonte, con Valeria Brigida del Lazio, con Marco De Amicis dell'Abruzzo, con Marco Giordano della Campania, con Leonardo Bertini della Toscana, con Timoteo Carpita dell'Umbria e con tutti gli altri nostri candidati segretari regionali abbiamo raccolto anche ieri -prosegue- migliaia di firme per le nostre liste alle primarie del 14 ottobre partecipando ai vari eventi del V-Day".
"Bene, oggi abbiamo deciso insieme che il 12 settembre consegneremo le firme richieste e contestualmente ci ritireremo dalla corsa alle segreterie regionali del Pd, dove i soliti noti cercano i soliti accordi, anche quando a Roma fanno finta di guardarsi in cagnesco. Ma la nostra protesta di oggi, protesta che ci costa molto e ci fara' concentrate sulle liste per l'assemblea nazionale del Pd, e' contro un sistema mediatico che ha avuto il coraggio di occultare il V-Day di Grillo. Tutte le edizioni dei telegiornali Rai, con pochissime eccezioni, si sono rese responsabili di una folle marginalizzazione della notizia. La stessa che colpisce noi e la nostra mobilitazione per le primarie, conclude Adinolfi.
(Pol/Pe/Adnkronos) 09-SET-07 13:59

Come dire, piove e allora resto a casa e non vado a lavorare per protesta. Non era meglio dire che si sta facendo tanto, forse piu' del previsto? Che presentarsi anche alle regionali era proprio troppo? Ma, evidentemente, anche spararle grosse si puo' fare...

domenica 9 settembre 2007

Il dopo vaffa

Pare 300000 firme. Non noccioline. Una valanga di gente incavolata. E tutte convocate attraverso la rete. Io credo che la risposta a queste 300000 firme non sia, come auspica Grillo, la distruzione dei partiti. Sia invece la buona politica, fatta di aursterita', fatta da chi intende il governo del paese come un servizio e non un'occasione di accumolo di soldi, di visibilita' e di potere. Serve che queste 300000 persone e gli altri 54 milioni di italiani se lo ricordino alle prossime elezioni invece di rivotare coloro dei quali non sono contenti o peggio stare a casa lasciando campo libero proprio a chi vogliono cacciare.
Oltre all'interessante analisi di Gennaro Carotenuto e all'intervista a Rosy Bindi (che va piu' o meno nella direzione che suggerisco), riporto questa nota di Nando Dalla Chiesa dal blog della stessa Bindi:

A proposito di Beppe Grillo (di Nando Dalla Chiesa)

Cara Rosy, hai visto il successo di Beppe Grillo? Be', non mi ha sorpreso. Anzi, credo che avrebbe potuto tranquillamente raddoppiare le cifre della partecipazione se solo avesse avuto il traino di stampa e televisioni. Evidentemente il suo Blog sta surclassando buona parte di quotidiani e settimanali. E, soprattutto, ha evidentemente molte ragioni dalla sua parte. Io credo che chi di noi è più sensibile all'esigenza di una politica aperta e di servizio debba sapere interpretare lo spirito migliore di una manifestazione come quella di ieri. Non per scimmiottare Grillo, che è un comico e molto di più e di diverso, anche da noi. Ma perché ci sono ragioni di fondo della manifestazione che devono vivere nella nostra idea e prassi della politica. Purtroppo da anni molti nostri "colleghi" agiscono e decidono e omettono come se vi fosse una perfetta sintonia tra la politica e la società civile, confondendo l'assenso passivo o la rassegnazione talora sprezzante dei cittadini con il consenso.
Abbiamo la responsabilità di dimostrare con chiarezza che c'è, nei partiti, nelle istituzioni, chi non esprime l'immagine della politica dileggiata ieri da Grillo e dalla piazza. Penso alla proposta di mettere al bando i condannati dal parlamento. Rosy, dobbiamo dire, e poi ridire, che quella proposta alcuni di noi l'hanno già presentata in parlamento. Che non abbiamo avuto bisogno del Vaff. Day (che infelice nome...) per chiedere quello che recita il primo punto della proposta di legge firmata ieri da 300.000 cittadini. E che non l'abbiamo depositata, quella proposta, nella scorsa legislatura, per lasciarla in un cassetto. Ma l'abbiamo portata in commissione al Senato, dove abbiamo perso. Ora, figurati, va bene riproporla. E' utile rilanciare la sfida. Ma è importante sapere che ciò che Grillo ha ritenuto giusto lo aveva già ritenuto giusto una pattuglia di senatori. Che la complicità e il quieto vivere non sono dappertutto.
Se non chiariamo queste e altre cose, se non gridiamo la nostra contrarietà alla vergogna delle liste bloccate (una vergogna anche per il nostro nascituro partito democratico, ahimé), tutti saremo uguali. E la tendenza a far tutto un fascio c'è, purtroppo, in un movimento che viene convocato in piazza su quella infelice parola d'ordine. Proprio l'altro ieri in un dibattito su Radio Popolare (Radio Popolare dico, mica la radio della Lega), mi sono sentito accusare di parlare come parlo ora perché ho "il cadreghino da difendere", oppure di avere come portavoce "Enzo Carra il condannato" (falso, falso, falso consapevole). Ecco. Anche per sconfiggere le correnti populiste che vedo montare (e Berlusconi le ha aizzate mica poco...) dobbiamo, da qui al 14 ottobre e soprattutto dopo, rendere chiara con i fatti e con le parole (che contano) la nostra identità: passione civile per la politica e, come ormai usiamo dire, democratici davvero.

Concludo riprendendo la vignetta di Mauro Biani, e riporto un brano della "Lettera ai Giudici", di Don Milani:

[...] Dovevo ben insegnare come un cittadino reagisce all'ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande: I care. E' il motto intraducibile dei giovani americani migliori. "Me ne importa, mi sta a cuore". E' il contrario esatto del motto fascista "Me ne frego" [...]

E direi anche del "Vaffa" che poi non e' capace di andare oltre lo sdegno per costruirci qualcosa, di chi si sente fregato ma non responsabile.

sabato 8 settembre 2007

Me la sono persa

L'ho scovata troppo tardi la Festa del Camionista. Maledizione, non faccio piu' in tempo ad andare. Ma essere eletto Miss Camionista era il mio sogno...

giovedì 6 settembre 2007

Paura e legalita'


Il tormentone di questi giorni e' "la sicurezza non e' ne' di destra ne' di sinistra". Una frase cosi' ovvia che non vuol dire nulla e confonde le idee. Perche' se la sicurezza non ha schieramento, la lotta all'illegalita' e il senso della legalita' ce l'ha eccome. I modi, i tempi e le strategie di contrasto della criminalita' e di recupero di aree e persone hanno avuto, finora, approcci ben diversi da parte dei due schieramenti. Sembra pero' che sia diventato piu' facile anche per la sinistra cavalcare gli umori e la pancia dei cittadini, cercando di dare risposte solo nell'immediato e solo punitive che non sono mai ne' efficaci ne' durature.
Leggo a questo proposito su Onemoreblog una bella intervista di Repubblica a GianCarlo Caselli, che mi trova perfettamente in linea riguardo alla lettura del recente dibattito su legalita' e sicurezza. Fa notare, giustamente, che i lavavetri non commettono reato penale finche' non compiono violenza, rendendo quantomeno strano parlare di legalita' declinata insieme a lotta ai lavavetri. Sottolinea soprattutto che quello che la politica dovrebbe fare, come dicevo, e' leggere oltre le paure della gente e il loro senso di insicurezza, e agire perche' questo sia controllato e diminuito. Tutto il contrario della strada intrapresa con i provvedimenti di Firenze prima e, probabilmente, del Governo poi. Ne riporto, per comodita', alcuni stralci:

Dottor Giancarlo Caselli, lei oggi è il procuratore generale del Piemonte, ma in passato si è occupato di terrorismo e di mafia. Che cosa pensa del clamore odierno attorno ai temi della sicurezza? È d´accordo con gli annunci che giungono in queste ore dal governo?
«No, non sono del tutto d´accordo».


E perché?

«È vero, in 40 anni da magistrato ho fatto tanti mestieri: sono stato anche responsabile di tutte le carceri, ho lavorato ad Eurojust per combattere la criminalità internazionale e ho presieduto una corte d´assise dove si condannano gli assassini. Posso dire, dunque, che conosco bene il problema della sicurezza e che essa mi sta a cuore. Ma non credo che la soluzione ai suoi problemi sia solo la rincorsa alle manette. C´è una questione di coerenza politica, prima di tutto».


Beh, cominciamo da politica e coerenza. Che cosa vuol dire?

«Io, è noto, vado spesso in giro per dibattiti e nelle scuole, proprio a parlare di legalità: da un po´ di tempo sento di essere fuori moda. È il frutto di un lustro di storia italiana, quello che coincide con la passata legislatura. Per anni, si è fatto intendere che le regole vanno bene sino a quando le si proclamano, poi diventa subito bravo chi sa aggirarle meglio. È l´Italia dei condoni, delle leggi ad personam per sottrarsi ai processi, del "così fan tutti". Dopo, quelli che sono i più tolleranti con se stessi, invocano la tolleranza zero per gli altri, che a loro volta sono sempre gli stessi...».

Di chi parla?
«I più deboli, i diversi, ma anche i cittadini "comuni". Il nostro sistema di legalità ha due codici: quello per i galantuomini a prescindere, per censo; subito dopo quello che vale invece per tutti gli altri. Con in mezzo gli eterni problemi della giustizia. La lentezza dei processi soprattutto, che per i primi costituisce la salvezza dalle condanne e per gli altri una punizione in più».

Il ministro Amato definirebbe questi suoi discorsi sui «diversi» come «sociologia d´accatto». Vuol provare a rispondergli?

«Guardi, io non faccio il sociologo. Lo ripeto: penso di poter parlare di legalità avendone titolo come magistrato penale da 40 anni. E non condivido neppure quella definizione secondo cui la sicurezza «non è né di destra né di sinistra». È un modo di dire che ci offende: noi che, per anni, siamo stati chiamati giustizialisti e "toghe rosse" proprio perché volevamo difendere la legalità. Un tempo la sinistra era considerata sinonimo di garantismo e la destra di ordine. Ora, invece, c´è un´inversione deformante di tutto questo, con chi chiede privilegi per sé e nessuna tolleranza per gli altri».


Ma oggi la maggioranza di governo, dopo quel lustro, è cambiata. Continua ad essere critico?

«Faccio fatica a orientarmi, le differenze politiche si stanno affievolendo. Si fa a gara nell´appiattirsi sulle posizioni con venature populistiche, ad accantonare ad esempio la difesa dei diritti sociali nel nome supremo della sicurezza, ad assecondare le paure e le insicurezze della gente e le sue percezioni esasperate».


Che cosa dovrebbe fare allora la politica?
«Arginare le paure e le insicurezze, far comprendere ai cittadini che spesso esse sono esagerate. Non confondere i diversi temi e i diversi problemi della legalità. Invece vedo una trasversalità politica nel compiacere un´opinione pubblica sempre più arrabbiata, perdendo di vista la complessità della realtà».

Facciamo qualche esempio?

«Ragioniamo sui lavavetri o sui posteggiatori abusivi e persino sui graffitari. È gente che, se non compie atti violenti, non commette alcun reato. Pensare alle manette per cancellarli dalla città è un assurdo giuridico e anche un´illusione. Su questi temi leggo molta confusione».


In che senso?

«Si mettono assieme problemi molto diversi tra loro: la criminalità organizzata, la criminalità comune, la microcriminalità e persino comportamenti che non sono criminali. Non voglio giudicare i provvedimenti annunciati dal governo, perché non sono ancora concreti, ma vi scorgo il pericolo che siano non una serie di interventi mirati, ma un gran calderone».

Ma il magistrato Caselli, l´uomo che ha attraversato tutti gli scenari della lotta al crimine, che cosa suggerisce allora?
«Che reprimere non basta: le risposte devono essere anche altre. Quanto al funzionamento della giustizia, bisognerebbe cominciare prima dalla certezza della pena e dalla durata smisurata dei processi. Non è possibile che in Inghilterra il primo grado di un processo penale duri pochi mesi e in Spagna solo un anno, mentre da noi si va dai 4 ai 6 anni. Si tratta di offrire più soldi alla giustizia, di distribuire meglio le risorse là dove sono più necessarie e di snellire le procedure cancellando i cavilli travestiti da garanzie».

L'affrontare i problemi potando i rami invece di curare la pianta probabilmente e', quello si', sia di destra che di sinistra.

mercoledì 5 settembre 2007

L'8 Settembre vado al mare


Tra pochi giorni sara' l'8 Settembre. Nessun armistizio, nessun Re scappera' al sud, ma nelle piazze di mezza Italia e' previsto il "Vaffanculo day". Non e' un concerto di Masini, ma un'iniziativa di piazza che devo dire gia' dal nome puzza un po'. Dietro c'e' Beppe Grillo, un comico ormai diventato messia, un fustigatore di tutti e di tutto. Ha un blog affollatissimo, polemiche a non finire, qualche volta a ragione qualche volta abbastanza discutibili e qualunquiste, mai o quasi mai un refuso o un mi sono sbagliato. Si vede che, bonta' sua, lui non sbaglia mai. Moltissimi seguaci: qualsiasi post su di lui e' sicuro di avere mille commenti. Quello che mi disturba e' comunque il tono, il tutto fa schifo e il tutti sono uguali. Sono anch'io un gran polemico, ma in fondo in fondo so che il bianco e il nero in natura non esistono.
Ma torniamo al V-day. La giornata avra' come scopo, apprezzabilissimo, il promuovere una raccolta di firme per una legge di inziativa popolare. Vediamo nel dettaglio i tre punti:

  1. Nessun cittadino italiano puo' candidarsi in parlamento se condannato in via definitiva o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale. A parte che credo sia incostituzionale, dal momento che priverebbe di diritti civili previsti dalla Costituzione (e.g. Art 51) alcuni cittadini, credo che non si possa non tener conto che la pena scontata riabilita pienamente chi ha sbagliato. Credo anche che dopo aver pagato ci si possa sottomettere al giudizio libero degli elettori. E' vero che come esiste l'interdizione dai pubblici uffici per alcuni reati, si potrebbe pensare una cosa del genere anche per la candidatura al parlamento e alle cariche elettive in genere. Questo pero' dovrebbe in ogni caso riguardare ben determinati reati (abuso di ufficio, corruzione etc) e non genericamente ogni possibile reato. Ritengo che si debba piuttosto lavorare sulla responsabilizzazione dei partiti e degli elettori: sono loro che presentano persone impresentabili perche' portano voti, e sono loro che votano pregiudicati e corrotti vari, leggi o non leggi. Se anche leviamo di mezzo i condannati, non voterebbero forse degli incensurati disonesti? Mi sembra che dopo tangentopoli sia ampiamente successo.
  2. Nessun cittadino puo' essere eletto in Parlamento per piu' di due legislature. Anche qui c'e' qualcosa che non mi torna. Innanzi tutto perche' solo al Parlamento e non in Regione, al Parlamento Europeo etc etc? E perche' due legislature in tutto? Tutte le persone in gamba che sono in Parlamento, che nonostante il "fanculo tutti" ci sono, perche' non potrebbero rappresentarmi piu' dopo 10 anni anche non consecutivi, magari a 25 anni di distanza fra loro? E' vero che sarebbe bene garantire un ricambio, ma 2 legislature in tutto mi pare un po' pochino. Magari non piu' due legislature consecutive nella stessa carica elettiva gia' sarebbe ragionevole.
  3. I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta. Qui bisogna capire cosa si intende. Se si vuole impedire, come nel sistema attuale, le candidature pilotate dai partiti sono d'accordo. Nonostante il fatto che le preferenze siano portatrici di clientelismo e voto di scambio (che sospetto non sia in larga parte evitato anche con le liste bloccate), nonche' tendano a impedire la possibilita' di emergere a chi non porta in dote una dose consistente di voti personali. Quello che e' successo pero' e' questo sistema ha di fatto autorizzato e generalizzato il clientelismo all'interno dei partiti, dando la possibilita' di pilotare totalmente le candidature e mettere l'elettore davanti a candidare davvero impresentabili. Credo pero' che il sistema migliore potrebbe essere quello delle primarie per la scelta del candidato o dei candidati prima delle elezioni vere e proprie in collegi maggioritari, dal momento che si rende ancora piu' aperta la partecipazione, si permette ai cittadini di scegliere chi meglio li possa rappresentare (nonche' sperabilmente facilitare un rapporto diretto col "proprio" parlamentare) e permette ai partiti di sottrarsi ai ricatti di chi, con un sistema proporzionale a preferenze, si fa forte del suo pacchetto di voti personali da portare in dote per ottenere cio' che vuole.
Ecco, per questo andro' al mare e non in piazza a firmare la proposta di legge. Apprezzo la voglia di migliorare e di agire fattivamente per farlo. Riconosco che i problemi che mette sul piatto, cosi' come quelli del referendum per la modifica della legge elettorale, sono cruciali e importanti. Ma ritengo che vengano affrontati in maniera semplicistica, proponendo soluzioni in parte peggiori del male che vogliono curare. Sputare su tutto indiscriminatamente al grido "Vaffanculo" puo' servire per sfogarsi, ma raramente porta una effettivo miglioramento e proficuo cambiamento.