giovedì 13 settembre 2007

Furbi come le volpi


E' in piena bufera l'Universita' italiana per l'ennesimo scandalo. Test di ammissione truccati, errori nelle domande, bustarelle, spintarelle assortite per avere un posto alla facolta' di Medicina.
Uno dei giovani baresi coinvolti nell'inchiesta ammette su Repubblica di aver pagato per essere aiutato a superare il test. Eppure "non capisce perché la gente si scandalizza", e sostiene che "non esiste ripetere il test" perche' "non ho fatto niente di male e quindi io mi sento a tutti gli effetti uno studente dell'Università di Bari". D'altronde si sa, "questo è il paese dei furbi".

Dal dizionario De Mauro on-line:
fùr|bo agg., s.m.
1 agg. AU che sa provvedere abilmente al proprio interesse, che sa agire prontamente e con scaltrezza per trarsi d’impaccio, per aggirare situazioni spiacevoli o pericolose: sei stato f. a fingere di non sapere nulla | che esprime, che denota furbizia: avere un’aria furba; anche s.m.: non fare il f.
2 s.m. OB malfattore


Allora probabilmente faccio bene a sentire un pugno allo stomaco a sentir dire sempre che l'Italia e' il paese dei furbi. Che e' il paese degli imboscati, degli evasori, dei parassiti, di chi sfrutta la propria posizione di prestigio per interesse personale. Di chi pensa di essere migliore degli altri perche' riesce ad evitare di portare il suo contributo, sia questo economico o lavorativo, fatto di capacita' e di competenze, a servizio della collettivita', e di chi ne ha bisogno. Che sia il paese di chi e' convinto che le regole servono solo per mettere i bastoni fra le ruote alla "libera iniziativa", che esistano solo per essere aggirate. Di chi non si sente mai responsabile, tanto c'e' qualcuno che ci pensera': dalla carta buttata in terra, al moribondo per strada, alle tasse per mandare avanti ospedali e scuole. Di chi pensa che la propria parte sia pensare solo a se stesso, in un paese dove vince le elezioni chi promette non di migliorare le condizioni di vita di tutti, ma di preservare il piu' possibile i portafogli e abbassare a tutti le tasse.

Eppure non e' cosi'. L'Italia non e' il paese dei furbi. E' un paese dove un sacco di gente si sbatte per fare anche la parte degli altri, che oltretutto spesso fanno di tutto per mandare a monte anche il lavoro altrui. E' un paese dove la minoranza rumorosa passa il tempo a imboscarsi salvo poi lamentarsi che le cose non vanno, e la maggioranza silenziosa porta avanti la baracca, come i "limoni lunari", lavorando anche per gli altri e cercando di arginare chi si crede tanto furbo da stare al di sopra delle regole, della convivenza, delle proprie responsabilita'. Altrimenti, senza persone come la tanto bistrattata Forleo che ancora parla di dignita', non saremmo ancora a galla. E altrimenti i furbi non potrebbero sentirsi tanto furbi, in un paese allo sbando.
Forse allora le volpi, quelli furbi davvero, sono quelli che nonostante tutto la loro parte la fanno, quelli che "I care" e non "me ne frego e vaffa".

Il Limone Lunare

Lunari si chiamano
perché ogni luna butta le sue zagare
senza risparmio, non tutte infruttano -
dalla nuova casca la foglia deperita
pallida come noi.

Mentre i frutti indolciscono la polpa
raffinandosi la grana,
pizzuti scaturiscono i novelli
e spunta il boccio: una rossa goccia dura
cresce, spacca bianco
aprendosi fino quando muore
ma sotto comincia ingrossare.
Quando cogli il limone giallo maturo
è verde il piccolo e affaccia un nuovo fiore
in ogni tempo, senza darci la secca
Anche le piante riposano, dopo scaricate.
Come i limoni lunari non riposo mai.

D. Dolci
(da Il limone lunare, Laterza 1972)

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