martedì 30 settembre 2008

Emmanuel, negro


Dopo la prostituta nigeriana fotografata in cella stesa a terra mezza nuda e coperta di polvere, nuova impresa della polizia municipale di Parma. Stavolta hanno scambiato uno studente ghanese per un pusher, in base al solo e inconfutabile indizio del colore della sua pelle. Lo ammanettano, lo pestano, lo umiliano fino a farlo spogliare e lo costringono a firmare un verbale. Viene liberato solo dopo l'intervento del padre cui l'occhio nero, le ferite alla mano e la gamba maciullata del figlio vengono giustificate con una caduta. All'uscita dalla stazione di polizia, gli viene consegnata una busta con i documenti con scritto "Emmanuel negro". Qui la testimonianza del ragazzo, che ha poi trovato il coraggio di denunciare l'accaduto ai carabinieri. Il comune di Parma ha rilasciato una nota in cui si complimenta con la Polizia per l'arresto di un pericoloso pusher nell'operazione confermando che "la Polizia municipale ha dimostrato ancora una volta di essere all'altezza dei compiti assegnati". L'emergenza continua.
A Roma, in controtendenza, il sindaco affida a una popolare "showgirl" (si dice cosi'?) il ruolo di consigliere sulle questioni che riguardano gli immigrati originari della Romania. Non dubitiamo che sapra' trovare forme di "integrazione" fra le due culture. Siamo a cavallo...

Paura e delirio a Venezia


Dalle vive e incredibili parole del sindaco di Treviso Gentilini a Venezia, il bignami della lega. Non e' folklore, non c'e' niente da sorridere. E' un partito vero, di governo, che ha addirittura il dicastero dell'Interni. Che vuole "eliminare i bambini zingari", che vuole infilare "un turacciolo" nel baugigi dei giornalisti, che parla con disprezzo di "civilta' del deserto che scappa davanti ai leoni", di razzismo da quattro soldi, di popolo veneto che dice no e che "cambiera' la nostra italia e la nostra civilta'". E fanno quasi piu' impressione le risate soddisfatte e sadiche della gente che la delirante voce da orco di Gentilini. Ma in Italia una cosa di una gravita' e irresponsabilita' unica, intrisa di un razzismo cosi' greve come quando le bandiere che sventolavano non erano verdi ma nere, una cosa grave come questa e' ormai sdoganata, e' normale, accettata. Tremate, siamo ormai oltre l'emergenza.

lunedì 29 settembre 2008

Sul ciglio


Ma perche' Berlusconi fa tanto l'amichetto di Putin, e poi se qualcuno li accomuna se la prende tanto?
A parte i dubbi senza risposta, fa discutere l'intervista di Veltroni al Corriere, in cui si parla (a dire il vero da parte dell'intervistatore) di Putinismo in Italia, nel senso di una deriva autoritaria sempre piu' evidente a colpi di personalismo, decreti e minacce. A parte lo scomodare Putin, che appare francamente (ancora) esagerato, non si puo' assolutamente non essere d'accordo con Walter sul succo del suo discorso. E' innegabile che esista oggi una grande difficolta' dei sistemi democratici a combinare il rispetto delle procedure e l’efficacia delle decisioni, muovendosi su questo ciglio scosceso. E anche il passato governo Prodi, quello della non-decisione per eccellenza, ne aveva dato ampia prova. Sempre piu' rapidamente, infatti, il Parlamento negli ultimi anni si sta svuotando progressivamente delle sue funzioni: in cinque mesi di legislatura sono stati approvati solo decreti legge (del governo) o disegni di legge (elaborati dal governo), a parte un'unica legge parlamentare sulla commissione antimafia. In pratica si sta riducendo il Parlamento a un notaio, che ratifica con una maggioranza bulgara l'operato di un governo che rimane senza discussione, confronto e controllo. Oppure in uno strumento di ricatto per chi quella maggioranza bulgara non ce l'ha. Il risultato e' una modifica dell’assetto costituzionale sulla divisione dei poteri assolutamente evidente e preoccupante. Se pero' il problema dell'efficacia delle decisioni puo' passare da uno snellimento delle procedure, non e' certo possibile tollerare una totale abolizione di passaggi fondamentali intesi a garantire controllo, confronto e dibattito.
Eloquente invece la reazione di Berlusconi alle parole di Veltroni: "Noi abbiamo una maggioranza a cui gli italiani hanno dato il mandato di governare il Paese. Quindi, non parliamo più di dialogo". Il solito ritornello: Dio me l'ha data e nessuno me la toglie, come se poi le cose assurde che troncano ogni possibile collaborazione tra gli schieramenti le dicessse Veltroni e non le stessero facendo loro distruggendo conquiste sociali come scuola, sanita', lavoro, stato sociale. Il Biscione passa infatti nella stessa intervista a minacciare "una profonda riflessione su tutto il sistema giudiziario e su tutto ciò che abbiamo visto accadere recentemente a Milano", nel caso che l'ovvia eccezione di costituzionalita' sul lodo Alfano (che dovrebbe salvarlo dal processo con il partner straniero Mills) venga accettata dalla consulta. E subito dopo chiede l'abolizione delle intercettazioni su qualsivoglia reato, in quanto la privacy cosi' come l'impunita' e' un diritto, almeno per lui. Dando praticamente l'ennesima dimostrazione dal vivo che Veltroni ha soltanto ragione quando parla di deriva democratica. Ma loro se ne infischiano, e dopo la devastazione della scuola, la ridicolizzazione della pubblica amministrazione dei fannulloni, preparano la privatizzazione della sanita'. Tutto secondo copione.
Quindi Walter ha solo ragione. Eppure gli consiglierei di applicare lo stesso metro a proposito di democrazia svuotata anche all'interno del PD. Tra cooptazioni eccellenti o meno alle scorse elezioni, tra regole sempre meno chiare e trasparenti per primarie, tessere e congressi, tra correnti e correntine basate solo sui rapporti di forza della vecchia stagione il Partito "Democratico" sta per affondare nella stessa melma che si e' scavato intorno.

Fine di un'epoca


La CSU tracolla alle elezioni regionali bavaresi. I cristiano democratici conservatori della Baviera, partito federato alla CDU della cancelliera Angela Merkel, sarebbero scesi al 43%, perdendo ben 19,6 punti percentuali. Dopo 42 anni, i Cristiano sociali perdono così la maggioranza assoluta in Baviera e per la prima volta dovranno trovarsi un alleato. Tiene la SPD, la Linke resta fuori per 0.2% dallo sbarramento al 5%, ma il vero vincitore e' la lista degli Elettori Liberi FW, che raccoglie una serie di liste civiche di ispirazione conservatrice ed e' guidata da Gabriele Pauli "la Rossa", ex consigliera provinciale della Csu e oggi avversaria dichiarata dell'ex premier Edmund Stoiber: sono entrati in parlamento con il 10% e 20 seggi.
Ma ieri ho visto altre cose che voi umani non potete nemmeno immaginare: un tedesco che passava in auto col rosso a un semaforo come se nulla fosse. Altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. Forse e' davvero la fine di un'epoca, come dice il Sueddeutsche Zeitung....

domenica 28 settembre 2008

Non e' che l'inizio


E' vero, dire solo no non serve a molto. Non serve a cambiare davvero le cose. Non serve nemmeno a far cambiare idea a quei "moderati" sempre piu' disperati, che ogni giorno mettono sul piatto quello che conviene di piu' nell'immediato fra le varie proposte della politica, e che finiscono per premiare sempre piu' spesso chi promette a vanvera. Non serve ad essere costruttivi distruggere solamente, non serve il silenzio colpevole del famoso governo ombra. Pero' a qualcosa serve anche dire no con fermezza. Serve a quelli, tanti, che non sopportano vedere la scuola primaria devastata da un ministro servo di chi vuole vedere scomparire al scuola pubblica e la sua qualita'. Che invece di intervenire sui problemi specifici taglia indiscriminatamente per risparmiare sulle spalle delle generazioni future, adducendo motivazioni da far rabbrividire qualcunque pedagogo, compresi quelli di molti paesi che venivano a studiare i successi della nostra scuola nascosti in mezzo alle tante beghe. A chi non si rassegna a vederla una schiacciata tra un governo che la vede cime una semplice partita di bilancio da una parte, e schiere di giovani precari dall’altra che la vedono come unica possibilità d’un lavoro, con moltitudini di studenti sempre più ignoranti in mezzo. Serve a far capire a tutti quelli che non condivideno una riga della politica economica del governo che non sono soli. Che certe cose verranno difese con le unghie. E allora ben vengano le manifestazioni come quella di ieri in centocinquanta piazze italiane, da Torino a Enna. La CGIL richiama migliaia di persone (solo a Roma secondo gli organizzatori, sono diecimila) per protestare contro la politica economica di Tremonti e i tagli alla scuola. "Se le cose non cambiano, andremo allo sciopero generale di tutta la scuola" ha spiegato Epifani,"per contrastare le politiche dei tagli e la controriforma del Governo: paghiamo di più per avere di meno e favorire la sanità e la scuola privata". Speriamo serva anche a fermarli.

venerdì 26 settembre 2008

Che uomini sono?


Non solo Napoli. A Crotone un'indagine della procura scopre che lo smaltimento di 350 tonnellate di rifiuti altamente tossici e cancerogeni (arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio) provenienti dall'ex-industria del gruppo ENI «Pertusola Sud» di Crotone, avveniva nel modo piu' incredibile: i rifiuti venivano reciclati, senza alcuna misura di precauzione, come materiale edile. Un doppio guadagno, smaltimento e calcina gratis. Ieri mattina sono stati sequestrati 18 siti dove secondo l’accusa sarebbero riciclate montagne di rifiuti tossici. Che invece di essere smaltiti in apposite discariche sono stati utilizzati per costruire alloggi popolari, villette, una banchina portuale, strade e addirittura i cortili di tre scuole: la scuola elementare San Francesco e un istituto tecnico superiore, entrambi di Crotone, una scuola elementare a Cutro. Il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni ha confermato che «il materiale che abbiamo fatto esaminare da esperti qualificati è risultato altamente tossico e cancerogeno, tanto da poter provocare il cancro nell’uomo». Sette sono fino ad oggi gli indagati, di cui vale la pena fare nomi e cognomi: Vincenzo Mano, legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud; Giovanni Ciampà, rappresentante legale delle imprese Ciampà; Paolo Girelli, rappresentante legale dell’impresa Bonatti; Alfredo Mungari, rappresentante legale Costruzioni Leto; tre funzionari dell’asl regionale: Domenico Colosimo, dipendente dell’ ex Azienda sanitaria 7 di Catanzaro; Francesco Ruscio, dipendente dell’ex presidio di prevenzione dell’As 7 di Catanzaro; e Domenico Curcio, attuale dipendente dell’As 7 di Catanzaro. Accusati di associazione a delinquere e capaci di costruire alloggi popolari e cortili di scuole con rifiuti cancerogeni, e poi dormire tranquilli la notte. Tanto in quelle scuole i loro figli non li avrebbero mandati. La procura sta lavorando per chiarire le esatte responsabilita' di questo disastro incalcolabile alla salute, all'ambiente, alla credibilita' di imprese, istituzioni, mezzi di informazione colpevolmente distratti. Pronti a barattare la salute di ignari per qualche dollaro in piu'. Intanto il presidente della Provincia di Crotone punta il dito verso ENI, e confida che la bonifica dei siti responsabili degli scempi non venga affidata come ventilato a Syndial, società della stessa ENI: oltre al danno, la beffa?

giovedì 25 settembre 2008

Un lodo tira l'altro


Per tutti gli appassionati di certezza della pena e di legalita', ecco arrivare in discussione alle camere, dopo il grande successo del lodo Alfano che garantiva l'immunita' per le piu' alte cariche dello stato, anche il lodo Consolo. Come ogni lodo che si rispetti "si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge", ed e' stato scritto direttamente dall'avvocato dell'imputato eccellente per cui la norma e' stata predisposta: che non si dica che questi avvocati non si guadagnano lo stipendio, oltre che in tribunale sono costretti a fare gli straordinari anche in parlamento. L'avvocato-parlamentare Consolo difende infatti l'ex-ministro dell'ambiente Altero Matteoli (AN, oggi alle infrastrutture), indagato per favoreggiamento a Livorno. Avrebbe avvertito l'allora prefetto della città Vincenzo Gallitto delle indagini in corso sul suo conto per l'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso edilizio in costruzione all'isola d'Elba. In pratica il solerte avvocato ha pensato di modificare la regole costituzionali per i reati ministeriali, quelli commessi da soggetti che sono, o sono stati, ministri. Il trucco e' rendere obbligatoria la richiesta di autorizzazione anche per i reati che non vengono considerati dal tribunale dei ministri direttamente relativi al ruolo ministeriale, e che quindi oggi come oggi possono essere valutati e investigati dalla procura come per tutti i normali cittadini. Che guarda caso e' proprio la situazione di Matteoli, il quale aveva infatti inizialmente cercato (invano) di dimostrare che aveva agito nella suo ruolo di ministro. Con la maggioranza bulgara in Parlamento della sua parte politica, il buon Altero sa bene che non correrebbe alcun rischio di vedere la richiesta di autorizzazione approvata. L'ennesimo invito a delinquere, l'ennesima giustizia non piu' uguale per tutti, l'ennesima vergogna. Tolleranza zero per i poveracci, immunita' per il governo piu' criminale della storia della Repubblica. E se i militari li mandassimo al consiglio dei ministri?

mercoledì 24 settembre 2008

Testimoni di scarto


In Italia e' stata ristabilita la pena di morte. Per il reato di denuncia della ‘ndrangheta e delle sue collusioni con il mondo della politica. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (AN), a capo della Commissione centrale sui programmi di protezione per i testimoni di giustizia, ha comunicato infatti pochi giorni fa la revoca della scorta a Pino Masciari.
Pino e' (o meglio era, prima che la sua vita fosse distrutta dal suo coraggio) un imprenditore edile calabrese, sottoposto a programma speciale di protezione insieme a sua moglie e ai suoi due figli dal 18 ottobre 1997, dopo aver denunciato gli interessi, le angherie e i soprusi della ‘ndrangheta nel mondo dell'edilizia e le sue collusioni con il mondo della politica: il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti e di autovetture. Finche' non decise di dire basta e di denunciare il sistema; i giudizi dei Tribunali e le sentenze rilevano che “le dichiarazioni del Masciari sono da sole idonee a fondare un giudizio di gravità indiziaria ed evidenziano l’elevata attendibilità del dichiarante il quale si è determinato a riferire intorno alle vicissitudini al prezzo di un totale sconvolgimento della propria esistenza posto che, a seguito delle accuse mosse, è stato sottoposto allo speciale programma di protezione” (dalla nota della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro del 14 ottobre 2000). Si e' così arrivati alle condanne nei confronti di esponenti delle famiglie ‘ndranghetiste più potenti e pericolose, ma anche nei confronti di un giudice Consigliere di Stato.
Ma per Pino sono cominciati 11 anni di inferno. La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con le banche con cui operava. A seguito delle minacce ricevute, fu allontanato dalla sua terra, e costretto a undici anni vissuti da deportato in una località protetta, senza pero' alcuna speciale protezione, senza alcun cambiamento di identità ma anche senza alcuna possibilità di lavoro nè per lui nè per sua moglie. Nonostante questo, e grazie al supporto di associazioni e singoli che gli sono stati vicino, Pino non si è mai arreso, convinto di essere nel giusto come sono nel giusto tutti quelli che credono nella giustizia, e ha cominciato a incontrare studenti, associazioni e quanti lo invitavano per fargli raccontare la sua esperienza e la sua testimonianza a favore della legalità.
Proprio grazie alla sua opera, lo scorso 19 febbraio 2008 la Commissione Parlamentare Antimafia ha evidenziato quali e quante siano le criticità e le problematiche legate ai 75 Testimoni di Giustizia italiani e di come queste persone non possano essere viste come dei “pesi” ma come delle risorse da proteggere e da custodire affinchè anche attraverso essi si intuisca quale politica di aggressione alle criminalità organizzate lo stato voglia fare. Dopo l’assassinio a Casal di Principe dell’imprenditore campano Domenico Noviello che aveva osato denunciato il racket, lo stesso Alfredo Mantovano (gia' autore addiritttura di un libro a proposito, "Testimoni a perdere"),
pronunciò a favore della funzione educativa dei testimoni di giustizia, indicando il loro intervento nelle scuole come strada da intraprendere per combattere la cultura mafiosa. Salvo poi revocare per due volte la scorta a Pino Masciari: già quando ricopriva questo lo stesso incarico in Commissione nella precedente legislatura berlusconiana rimosse infatti Masciari dal Servizio Centrale di Protezione, considerando terminata la sua esperienza di testimone di giustizia.
Nella giornata di giovedì, dopo un patetico tentativo di smentita, la nuova revoca della scorta per i suoi spostamenti, nella quale Alfano autorizza ironicamente Masciari “a muoversi in autonomia”, da solo e con mezzi propri. Probabilmente per aggiungere un paio di Carabinieri alla scorta di qualche servo fedele del potere. Un chiaro esempio di come il governo considera veramente la lotta alla criminalita' organizzata, al di la' dei roboanti quanto inutili 500 militari mandati a sconfiggere la camorra. Di come questo governo considera pericoloso l'esempio a non chinare la testa e tacere i torti e le prepotenze. Pino da diversi anni ha infatti intrapreso un largo sforzo di testimonianza della sua storia: la scorta revocata non gli garantisce la sicurezza nei viaggi che affronta per incontrare le Istituzioni Locali, i ragazzi delle scuole di tutta Italia, le Associazioni Antimafia e Gruppi Sociali, che lo invitano come esempio di resistenza alle mafie. Per questo, gli Amici di Pino Masciari hanno deciso di cominciare una protesta non violenta, accompagnandolo disarmati alle assemblee, agli incontri pubblici, ai processi.
E' stata anche organizzata una diretta video durante i suoi spostamenti per fare accompagnamento civile non violento anche da casa, in streaming, guardando le spalle di Pino. In attesa che sia restituita a Pino la protezione a cui ha diritto.
Io intanto ho scritto ad Alfredo Mantovano per chiedere spiegazione della rimozione della scorta:

Gentile sottosegretario,

gli amici di Pino Masciari ci informano e ci documentano che, nella qualità di Presidente della Commissione Centrale di Protezione, ha “autorizzato” il dottor Masciari a “spostarsi in autonomia” per recarsi a conferenze e incontri pubblici, revocandogli di fatto la scorta in questi frangenti. Non serve certo ricordare che nella sua qualità di testimone di giustizia Pino Masciari è da tempo nel mirino della ‘ndrangheta, e rappresenta un simbolo nella battaglia per la legalità in Italia. La notizia desta pertanto preoccupazione in tutti coloro che considerano importante l'esempio e il coraggio di Pino Masciari per una vera lotta alla criminalita' organizzata, capace cioe', aldila' dei roboanti quanto inutili proclami, anche di insegnare a non chinare la testa davanti a soprusi, angherie e collusioni. Desidero dunque chiedere delucidazioni in merito alla decisione apparentemente ingiustificable della Commissione da lei presieduta, augurandomi che venga fatto tutto il possibile per garantire non solo l'incolumita' ma anche la dignita' di vita di Pino Masciari e di tutti i testimoni di giustizia italiani.

Grazie per l'attenzione

Distinti saluti

Segreteria politica: via Imperatorie adriano 33 Lecce - Tel/ Fax 0832 256153 - e-mail alfredo@mantovano.org
Ufficio Ministero dell'Interno - Tel 06 46533444 / Fax 06 4814661 - e-mail: alfredo.mantovano@interno.it

martedì 23 settembre 2008

Uomo morde cane


Da CorriereFiorentino.it:

Ha reagito contro il rapinatore, che era armato di trincetto, riuscendo a sventare il colpo in banca. Protagonista un cliente dell’istituto di credito, un romeno di 33 anni, che nella colluttazione con il malvivente, poi fuggito, ha riportato ferite alla testa, giudicate guaribile in tre giorni. A ricostruire alla polizia quanto accaduto stamani, intorno alle 11, in una banca di via Volturno a Sesto Fiorentino, sono stati alcuni testimoni che si trovavano nell’istituto di credito. I presenti hanno riferito agli agenti poi intervenuti che un uomo, alto circa un metro e 70, di corporatura esile, era entrato in banca, armato di trincetto, con il chiaro intento di compiere una rapina. Ma un cliente, identificato poi per il romeno, ha reagito avventandosi contro il malvivente con cui ha poi avuto una colluttazione. Il rapinatore è quindi scappato per sottrarsi all’arrivo della polizia. Sul posto sono intervenuti personale delle volanti e della squadra Mobile, alla quale sono affidate le indagini, oltre alla polizia scientifica per i rilievi del caso. Il trincetto utilizzato dal rapinatore, rinvenuto sul posto, è stato sequestrato.

Altro che esercito. Ma quando tutti i rumeni saranno stati rimpatriati (come chiede Maroni), chi restera' a vigilare sulle nostre strade?

Scuola: facciamo l'ipotesi


Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

lunedì 22 settembre 2008

Licenza di uccidere


Nonostante il silenzio della stampa, nonostante l'esercito (!!), la criminalita' organizzata continua a uccidere. Senza ritegno e senza interruzione. La strage di Castel Volturno ha costretto i media a riportare in prima pagina questa mattanza, anche se non si e' perso occasione per sparare nel mucchio anche dai giornali oltre che con le pistole, dando di criminali a tutti le vittime senza pensarci troppo. In fondo erano solo dei negri (termine che ormai denota solo generica antipatia). Fa pensare invece, se si guarda appena piu' in la' del naso, che ormai solo gli immigrati abbiano la dignita' e la volonta' di alzare la testa di fronte alla prepotenza, alla vigliaccheria e al ricatto della criminalita' organizzata. Solo gli ultimi degli ultimi, gli africani di Castel Volturno che subiscono ogni giorno lo sfruttamento e la violenza dei clan italiani e di altri africani, hanno saputo per una volta far prevalere la rabbia alla paura e alla rassegnazione. Si candidano a diventare l'ultimo baluardo della parte sana del paese? Oggi Saviano, un altro dei pochi che ancora sogna un futuro diverso per la sua terra, scrive una lettera aperta ai cittadini di Gomorra:

[...] Perché se tutto ciò è triste la cosa ancora più triste è l'abitudine. Abituarsi che non ci sia null'altro da fare che rassegnarsi, arrangiarsi o andare via. Chiedo alla mia terra se riesce ancora ad immaginare di poter scegliere. Le chiedo se è in grado di compiere almeno quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, pensarsi libera. Non rassegnarsi ad accettare come un destino naturale quel che è invece opera degli uomini [...] Bisogna trovare la forza di cambiare. Ora, o mai più.

sabato 20 settembre 2008

Alitaliana


Da Marioemario:

Berlusconi 5 mesi fa, 150 giorni fa, bloccava la vendita ad Airfrance di Alitalia.
Ricordiamo che Airfrance si sarebbe fatta carico dei debiti e delle perdite e che il suo progetto garantiva una dimensione di flotta e rotte superiore al progetto CAI. Inoltre il progetto Airfrance prevedeva un numero inferiore di esuberi e salari migliori per il personale di terra e di volo. Airfrance pagava per le azioni Alitalia e pendeva in carico debiti e perdite. In questi giorni le perdite giornaliere (3 milioni di euro) della compagnia sono state sono state pagate dalla compagnia (ovvero dal Tesoro): si tratta di 450 milioni di euro. Il fallimento della trattativa CAI avviene dopo la separazione della compagnia in due (bad and good) e quindi dopo la nazionalizzazione dei debiti e delle perdite cumulate. Svanita l'ipotesi CAI si torna alla opzione Aifrance o Lufthansa. Risultato della MITICA CORDATA BERLUSCONI. Venderemo allo "straniero" ma venderemo la compagnia pulita di debiti, ovvero SVENDEREMO, questa volta per davvero, la compagnia. Nel frattempo abbiamo inoltre versato 300+400 milioni di euro nelle casse della società che ha provveduto a bruciarli in inefficienza e privilegi.

Meno male che Silvio c'e'. Ma anche i sindacati.

giovedì 18 settembre 2008

La politica come fascismo


Riporto l'articolo di Raniero La Valle della rubrica "Resistenza e pace" in uscita sul prossimo numero del quindicinale di Assisi, Rocca.

Era uno scandalo che il ministro della difesa, celebrando la resistenza romana dinnanzi al presidente della Repubblica, avesse ripreso il tema dell'equivalenza tra antifascisti e repubblichini di Salò, i quali avrebbero combattuto anch'essi credendo di difendere la patria. Uno scandalo perché se il ministro della difesa non sa distinguere tra vera e falsa difesa della patria, quale patria oggi sarebbe pronto a difendere? Altrettanto inquietante era stata la rivalutazione del fascismo, a parte gli ebrei, fatta dal sindaco di Roma. Se per giudicare un regime nefasto si distingue tra male assoluto e relativo, riservando la condanna al solo male assoluto, allora nessun regime potrebbe essere condannato, perché il male assoluto, grazie a Dio, non esiste, quando perfino ad Auschwitz, come ci ha mostrato Roberto Benigni, si può dire che "la vita è bella", se può fiorirvi l'amore anche di uno solo. Dopo il fermo rimprovero del Presidente Napolitano, in difesa della Costituzione, Gianfranco Fini è corso ai ripari, rivendicando i valori dell'antifascismo, che dovrebbero essere fatti propri anche dalla destra; anzi è proprio perché non c'è stata una destra in grado di riconoscersi nei valori antifascisti, secondo Fini, che "libertà, uguaglianza e giustizia sociale", che sono i fondamentali postulati costituzionali, hanno avuto vita difficile in Italia. Tutto bene allora? Certamente è bene che a rivendicare le radici antifasciste della Repubblica, sia proprio il leader di quella destra che del fascismo si era presentata come erede. Ma al di là della disputa storica sulla periodizzazione del fascismo, e dell'opportunismo politico che può aver ispirato la presa di posizione di Fini, resta il fatto che la questione del fascismo è ancora aperta in Italia, ed è proprio la destra a rendere legittima una interpretazione della politica italiana in termini di fascismo o antifascismo. È una constatazione importante, perché finora tutti i tentativi di denunciare come fascismo le linee maestre dell'azione politica di Berlusconi, o il razzismo della Lega, e l'allarme sul pericolo fascista insito nelle riforme delle leggi elettorali e della stessa Costituzione, sono stati bollati come ideologici e insostenibili, con l'argomento che la storia non si ripete e in nessun caso in Italia potrebbe riprodursi una sciagura come quella fascista. Invece potrebbe ripetersi, ed è proprio la destra di governo a risuscitarne il fantasma. Certo il fascismo non tornerebbe con le camicie nere e l'olio di ricino (oggi si usano le spranghe), ma al di là delle forme, c'è un contenuto profondo del fascismo, un classismo ontologico, un'antropologia della disuguaglianza, una concezione esclusivista del potere, un primato della forza e, non ultimo, un culto del denaro, che fanno del fascismo un archetipo politico che sottende e può esplodere in qualsiasi società. L'antidoto è la cultura, l'informazione, l'educazione a uno spirito non gregario, la dignità della critica, la pace con i vicini e la pace con i lontani; ed è per questo che il fascismo arriva con la denigrazione della cultura, con la lotta contro la scuola, con la omologazione mediatica dei cittadini, con l'esaltazione della capacità comunicativa come capacità di governo, con la costruzione del nemico, con l'appello alla paura. L'esperienza storica è che il fascismo si prepara molto tempo prima che si impadronisca del potere, quando ancora non si immagina che la strada imboccata porti a quell'esito. Per questo i costituenti presero le loro precauzioni, vollero una Costituzione non "afascista", ma antifascista; dove l'antifascismo non stava nelle norme transitorie e nel divieto della ricostituzione del partito fascista, e nemmeno nell'affermazione puramente formale delle libertà. Esso stava invece nel disegno e nella concezione stessa dello Stato; e si può dire che il discrimine fosse proprio nell'articolo 3 della Costituzione, laddove si attribuisce alla Repubblica un compito a cui lei sola è obbligata: quello di operare in positivo per rompere i condizionamenti economico-sociali che ostacolano o impediscono la libertà, l'eguaglianza, lo sviluppo personale dei cittadini e la loro effettiva partecipazione all'organizzazione del Paese. Da qui discendono due concezioni dello Stato. Se l'ideale è uno Stato minimo, più mercato e meno Stato, uno Stato senza soldi, meno tasse per tutti, quei compiti non li potrà assolvere. Ancora peggio, se uno Stato che ha bisogno del gettito fiscale per la scuola pubblica, per la giustizia, per la sicurezza, per lo sviluppo del Sud, per gli investimenti strutturali, e magari anche per l'Alitalia, per i treni, per i beni culturali, viene accusato di "mettere le mani in tasca agli italiani", è chiaro che non potrà creare le condizioni di una convivenza giusta e pacifica, e non gli rimarrà che spendere i soldi che gli restano per la repressione e per le carceri. Ma è appunto da qui che nasce il fascismo, ed è qui che la politica stessa è fascismo.

martedì 16 settembre 2008

Guardare indietro


"In Italia la maggioranza dei vescovi, con poche ammirevoli eccezioni, ha posto ostacoli all'applicazione del motu proprio sulla messa in latino. Lo stesso bisogna dire di molti superiori generali che vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa secondo il rito antico [...] Non abbiamo intenzione di fare il processo alla liturgia nuova, tuttavia la liturgia post-conciliare è una mescolanza di antico e nuovo che produce spesso una mancanza di armonia e una confusione"

Segretario della Commissione Ecclesia Dei, monsignor Camille Perl, 15 Settembre 2008

L'ordinamento rituale della messa sia riveduto in modo che apparisca più chiaramente la natura specifica delle singole parti e la loro mutua connessione, e sia resa più facile la partecipazione pia e attiva dei fedeli. Per questo i riti, conservata fedelmente la loro sostanza, siano semplificati; si sopprimano quegli elementi che, col passare dei secoli, furono duplicati o aggiunti senza grande utilità; alcuni elementi invece, che col tempo andarono perduti, siano ristabiliti, secondo la tradizione dei Padri, nella misura che sembrerà opportuna o necessaria. Affinché la mensa della parola di Dio sia preparata ai fedeli con maggiore abbondanza, vengano aperti più largamente i tesori della Bibbia in modo che, in un determinato numero di anni, si legga al popolo la maggior parte della sacra Scrittura. [...] Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella « orazione comune » e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo, a norma dell'art. 36 di questa costituzione. Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi... la comunione sotto le due specie si può concedere sia ai chierici e religiosi sia ai laici, in casi da determinarsi dalla sede apostolica e secondo il giudizio del vescovo.
Costituzione Conciliare Sacrosantum Concilium, Concilio Vaticano II, 1964

E poi si stupiscono che le firme alla Chiesa Cattolica per l'8 per mille sono in calo. Invece che fare pubblicita', forse sarebbe il caso di rivedere le priorita'...

lunedì 15 settembre 2008

Un rompiscatole

La prima volta che entrò in classe aveva uno scatolone vuoto sotto il braccio. Nella baraonda che sempre travolge le ore di religione lui, in silenzio, lo posò per terra. E mentre noi, azzittiti, lo guardavamo, lo pestò con un piede.
"Avete capito chi sono io?", domandò.
"Un rompiscatole", concluse sorridendo.

Don Pino Puglisi fu nominato nel 1990 parroco di Brancaccio, quartiere palermitano controllato dai fratelli Gravina per conto del boss Leoluca Bagarella. Don Pino, detto 3P, per tre anni fece quello che non si doveva fare: cercare di strappare alla mafia il suo futuro, i bambini e l'adolescenza. Far aprire gli occhi a chi aveva sempre vissuto nell'ambiente mafioso, ottenere il miglioramento delle condizioni di chi da quell'ambiente era schiacciato. Fu un continuo pungolo per le istituzioni, con una serie di manifestazioni, di contatti con lo Stato, di proteste civili. Tutto questo avviene alla luce del sole, lontano dall'altare, con gesti che per la loro visibilità non passano inosservati: sono scelte ben precise e compiute con la consapevolezza del loro effetto dirompente sugli equilibri mafiosi. "Non dobbiamo tacere", diceva don Pino ai parrocchiani più timorosi nei giorni delle minacce, degli attentati che preludevano all'agguato. E aggiungeva, citando San Paolo, "si Deus nobiscum, quis contra nos?" (se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?).
Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno.
Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio.
Questa è un'illusione che non possiamo permetterci.
E' soltanto un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani.
Lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa.
E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto...

Per la mafia 3P fece anche troppo. Fu assassinato il giorno del suo 56esimo compleanno, il 15 settembre 1994, in mezzo alla strada. Il killer che lo uccise ha dichiarato in un intervista che "La Chiesa di Puglisi era una Chiesa diversa". Abbiamo probabilmente bisogno di altri come lui perche' diventi la Chiesa normale.



Estratto de "L'uomo che sparava dritto", documentario realizzato durante le riprese del film "Alla luce del sole" sulla vita di Don Pino.

Doppio porcellum


Tra meno di dieci mesi avremo l'opportunita' di votare per il nuovo parlamento europeo. Si tratterà di scegliere chi ci rappresenterà nella sede sovranazionale che ormai concorre a decidere molto della nostra politica economica, dei nostri diritti sociali, delle politiche ambientali e di sicurezza. “Scegliere” potrebbe pero' rivelarsi non piu' il verbo appropriato. Se verrà infatti davvero approvata la nuova legge elettorale per le europee voluta dal centrodestra non saranno i cittadini a decidere gli eletti, visto che si punta a riproporre anche per l'Europa le liste bloccate. Impedire la scelta dei propri candidati, oltre che evidentemente l'ennesima limitazione della democrazia, sarebbe davvero il colpo finale alla politica europea in Italia, gia' duramente utilizzata come capro espiatorio di tutto, dai prezzi all'immigrazione, dal nostro irresponsabile governo destrorso. Se la politica è distante dalle persone, allora quella dell'Europa lo e' gia' molto di piu', e una cosa del genere sarebbe fatale. Senza contare che i cittadini non potranno neppure farsi rappresentare da forze politiche che non superino uno sbarramento del 5 per cento. Peccato che pero' in questo caso i gruppi parlamentari non si formino su base nazionale, ma extranazionale, e non ha proprio senso premiare una coalizione e garantire la semplicita' del panorama politico su base nazionale. Se si vuole semplicemente assicurare ai partiti piu' grandi il maggior numero di poltrone possibili gestite direttamente, per innescare la solita oscena compravendita, lottizazione e imposizione dall'alto di personaggi quanto mai sconvenienti, lo vadano a fare da un'altra parte. Fateci scegliere. Fermiamo il Porcellum bis su scala Europea. Se il PD c'e' ancora, tra una lotta intestina e l'altra, batta un colpo piu' sonoro di cosi'.

domenica 14 settembre 2008

Priorita'


Un ragazzo di colore e' stato ucciso a sprangate a Milano per una scatola di biscotti. Da un padre col figlio, evidentemente trapasso di nozioni. L'emergenza aumenta, ma c'e' chi ritiene piu' fondamentali le coppie di fatto, i divorzi, e la messa in latino.
Mi sfugge comunque un nesso: "La Chiesa deve opporsi con fermezza, anche a costo di andare controcorrente, ai principi che fanno la forza e la grandezza del Sacramento del matrimonio": ma che c'entrano le unioni civili con il sacramento del matrimonio? Sarebbe come dire che se cambiano le regole del calcetto a 5, la FIGC deve preoccuparsi perche' sono in pericolo i fondamenti del calcio.
Il Papa parla poi di "alcuni frutti già manifestati" dal "motu proprio" che ha liberalizzato la messa in latino. Forse, mi scrive Augusto, la guerra in Georgia? I tentativi di espansionismo USA in Sudamerica? L'esplosione dell'intolleranza e del razzismo? La precarizzaione del futuro dei giovani, quello si' vero ostacolo alla famiglia? La crisi alimentare dovuta all'aumento di prezzo delle materie prime? Forse con la Messa in latino caleranno almeno i consumi di ostie...

sabato 13 settembre 2008

Rassegnarsi


I Rom NON, ripeto NON, rubano i bambini. L'ennesima dimostrazione.

Il Papa, mi fa notare Augusto, dice cose sensate solo quando e' all'estero, e svela la vera causa del dissesto di Alitalia

Gli uragani non passano solo sul Texas come vogliono farci credere i giornali

Nonostante gli sforzi dall'alto, si moltiplicano le voci nella Chiesa con le idee chiare su razzismo, legalita' e sicurezza

L'idea delle celle negli stadi, purtroppo, non l'ha inventata Matarrese

Il Kissinger di turno questa volta fara' un po' piu' fatica a fare i suoi comodi con la democrazia e i poveri del Sudamerica: un vento nuovo soffia?

Il comandamento "Non nominare il nome di Dio invano" vale anche per una governatrice ultraconservatrice candidata alla vice presidenza (argh) degli Stati Uniti

In Baviera l'estate e' finita, piove fitto e tiro fuori i maglioni da inverno. A ognuno il suo.

venerdì 12 settembre 2008

Endorsement


Lapo Pistelli si e' ufficialmente candidato candidato alle Primarie per il Sindaco di Firenze. Lo ha fatto rompendo gli indugi delle manovre di partito alla ricerca di un candidato forte che mettesse tutti d'accordo, gli ex di ogni colore, le correnti di ogni tipo timorose di restare fuori dalla spartizione in caso di primarie vere ed aperte. "Non posso dire di candidarmi "a nome" del PD, perché solo le primarie decideranno chi avrà l’onore di rappresentare il Partito Democratico e l’eventuale coalizione alle elezioni amministrative di primavera, ma intendo competere "in nome" del PD, del suo progetto politico, della necessità di superare le appartenenze di ieri. La politica, per definizione, ha infatti a che vedere con il futuro, con le aspettative dei cittadini, non con il peso delle nostre biografie". BeffaTotale sostiene Lapo Pistelli e la sua candidatura anche dalla Germania. Per chi e' a Firenze il 3 Ottobre, l'appuntamento e' al teatro Puccini, per condividere le ragioni politiche e personali di questa scelta, e per raccontare l'idea di Firenze che ci sta dietro.

Chiunque abbia a cuore il futuro della città sa bene che le sfide che ci attendono richiedono un grande senso di responsabilità e tanta passione. Il futuro della città è il domani che riguarda tutti noi ma anche il dopodomani, i nostri figli, le generazioni che verranno. Firenze merita attenzione, onestà, convinzione di poter migliorare la città e la qualità della vita dei cittadini. I fiorentini chiedono una città in cui sia più semplice vivere, lavorare, muoversi, incontrarsi, trovare risposte alle proprie domande e alle proprie esigenze. Per raggiungere questi obiettivi è stato fatto fino ad oggi molto lavoro, ma c’è ancora tanto da fare. Viviamo un’importante fase di trasformazione urbanistica, infrastrutturale e sociale. Uno dei rischi, a fronte di questi cambiamenti, è la perdita del senso di comunità. Per contrastare questa tendenza è necessario il completamento dell’opera di proiezione di Firenze in una dimensione nuova di eccellenza culturale, di contemporaneità, di ricerca, di innovazione. C’è bisogno di una personalità di prestigio nazionale, che sia in grado di rappresentare la fiorentinità e al tempo stesso di valorizzare la dimensione internazionale che appartiene a questa città. Un personaggio saldo nelle idee, ambizioso nei progetti, disponibile all’ascolto e capace di organizzare e motivare una squadra. Abbiamo appreso la disponibilità di Lapo Pistelli a candidarsi alle primarie del Pd in vista dell’elezione del nuovo sindaco di Firenze e, con questo spirito, intendiamo sostenerlo.

Primo firmatario: Mario Primicerio

Se vuoi sostenere la candidatura di Lapo Pistelli, scrivi a: primarie2009@lapopistelli.it

Monnezza, casta e promesse


Sull'Espresso e' pubblicata un'intervista a Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari. In cui si fanno nomi e cognomi, in cui ancora una volta si chiarisce come quel territorio e stato avvelenato fino al midollo e cosa c'e' dietro l'emergenza rifiuti in Campania. A casa degli autori e alla sede dell'Espresso perquisizioni a tempo di record: evidentemente l'inchiesta a qualcuno ha dato fastidio. Basta leggere per capire. Non risultano perquisizioni nelle discariche incriminate e a casa di qualcuno dei tanti nomi che fa Vassallo. Come sempre.

Non c'entra nulla, ma segnalo questo servizio della Stampa sulla sparizione del tema della casta da giornali e indignazione pubblica. Alle capriole di chi sostiene che il merito e' tutto di Silvio, rispondono i fatti e le mille promesse mancate del Governo. E le parole di Ilvio Diamanti: "Guardi, prendersela con la Casta quando al governo c’è Berlusconi, è come prendersela col rumore quando ci sono i fuochi d’artificio"

giovedì 11 settembre 2008

Certezza della pena, fischi, pesi e misure


Prima giornata di campionato: 1500 pseudotifosi, tra cui alcuni destinatari di richieste di custodia cautelare ma liberi grazie alle ferie della giustizia, hanno sequestrato un treno alla stazione di Napoli. Viaggiano senza biglietto, "caldamente" invitando i passeggeri che gia' si trovavano sul treno a trovare un'altra soluzione, creano un caos sulla linea causando ritardi indegni di un paese civile, e sfasciano 11 vagoni per un totale di 500000 euro di danni. Solo in sei vengono arrestati, ma sono subito scarcerati in attesa del processo. Cosi' commenta Veltroni: "Evidentemente dagli atti del governo si evince una morale: duri con quelli che non votano come gli immigrati e deboli con quelli che votano. Così i teppisti, che usano il calcio come pretesto per le loro bravate, per aggredire e seminare paura tra i cittadini, anche quando sono identificati e presi restano dentro per poche ore. Questa certezza di impunità non fa altro che perpetuare e coprire il loro agire". Il messaggio non viene recepito. Parte il solito polverone per non cambiare nulla, come gia' accadde a Novembre dell'anno scorso: bla bla bla, celle negli stadi (per cosa, per dare gli ultras in pasto ai leoni?), stop a tutte le trasferte, accesso solo agli abbonati (in serie A solo per la tifoseria piu' corretta d'Italia secondo le statistiche, ovvio no?), tornelli e girelli, per non cambiare nulla. Perche' l'unica cosa che basterebbe, come dimostra il modello inglese che qua da noi e' visto come la peste, e' la certezza della pena. Fai una sciocchezza? La devi scontare, salata. E allora ricominceremmo a vedere stadi senza gabbie e vetrate a bordo campo, senza guerra civile intorno allo stadio, senza treni distrutti. Deliri come le celle allo stadio "per metterci subito chi delinque", per poi farlo uscire mezz'ora dopo servono solo a inasprire i toni e gli animi, tutto il contrario di quello che servirebbe.

Sempre in ambito calcistico, De Rossi dedica la doppietta contro la Georgia al suocero, pregiudicato ucciso quest'estate in un regolamento di conti. Uno dei sindacati di Polizia non ha perso tempo per bacchettarlo perche' deve essere un esempio per milioni di giovani. Puo' essere. Ma chi e' stato d'esempio a De Rossi, quando un Senatore della Repubblica e il Presidente del Consiglio chiamano eroe un mafioso, quando nelle chiese di Palermo si espongono targhe in memoria di boss? Dov'era allora il sindacato di Polizia?

Ma se gli atti vandalici sono impuniti, con il dissenso non si scherza. Sabrina Guzzanti e' indagata per vilipendio contro il Papa per le parole, certo non carine, pronunciate in piazza Navona. Ma mi pare di aver ascoltato ben di peggio dai ministri della Repubblica, anche pochi giorni fa. Il ministro Gelmini, che ha gia' iniziato a prendere a badilate la scuola pubblica, tanto che addirittura Bossi se n'e' reso conto, e' stato contestato al liceo scientifico “Isacco Newton” di Roma. La polizia ha subito identificato chi fischiava la ministra: vietato esprimere perplessita' sullo sfascio in atto. Vietato fischiare, vietato il dissenso: gli 87.000 insegnanti che finiranno in mezzo a una strada grazie al maestro unico non hanno neppure possibilita' di mugugnare, devono uscire dalla scuola in fila per quattro a passo dell’oca cantando Giovinezza in coro con La Russa, Alemanno e Ciarrapico. Pronti a essere riconvertiti nel turismo. Intanto il ministro riassicura i genitori: il tempo pieno sara' garantito dalle hostess in esubero di alitalia: mentre i maestri porteranno in giro i turisti, i bambini impareranno come indossare le maschere dell'ossigeno e trovare l'uscita di emergenza. Lascia fare.

E dulcis in fundo, il ministro Carfagna sforna la sua prima fatica: il ddl sulla prostituzione, che introduce il reato di prostituzione in strada e luogo aperto al pubblico. Il trionfo dell'ipocrisia, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, e l'apparenza, almeno quella, tanto cara alla nostra destra dai sani principi morali e' salva. Il decoro prima di tutto: peccato poi che, come sottolineano in un comunicato tutte le associazioni che si occupano di recupero delle ragazze provenienti dalla strada e dallo sfruttamento, quello che più preoccupa non è la prostituzione all'aperto bensì al chiuso, perche' è "l'appartamento, la casa isolata, il circolo privato dove si può violare meglio chi è fragile e sfruttato e dove ci sono più minorenni e dove le donne sono di fatto più indifese per l'impossibilità di ricorrere a qualsiasi aiuto". Ma il ministro e' inflessibile: "Come donna impegnata in politica e nelle istituzioni, la prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo". Se lo dice lei...

La historia es nuestra y la hacen los pueblos

Oggi e' l'11 Settembre. Dopo aver riascoltato le ultime parole di Allende dalla Moneda, ripropongo qua il corto di Ken Loach realizzato per "11'09"01", una raccolta di 11 cortometraggi sul disastro delle torri gemelle.



Perche' non succeda di nuovo...

¡Viva Chile, viva el pueblo, vivan los trabajadores!

mercoledì 10 settembre 2008

Coccodrillo


In attesa della fine del mondo - che pare non arrivare, con sommo scorno di chi voleva come me vedere il sol dell'avvenire brillare sull'orizzonte degli eventi, scopro che il Nuovo Cimento, giornale della Societa' Italiana di Fisica, ha pubblicato il mio necrologio gia' nel 1906 (Volume 12, Number 1 / July, 1906). Trattasi probabilmente del mio coccodrillo, guadagnato sul campo per gli eminenti meriti scientifici (nonostante, e cito, "una profonda modestia che lo accresceva nella stima degli intimi e ma che forse che gl'impediva di acquistare nel mondo scientifico quella considerazione che meritava"). Comunque sia, per ogni evenienza da oggi in poi l'11 di Novembre evitero' accuratamente di attraversare il Tanaro ad Alessandria con il mio figlio (!?) minore, non si sa mai...
Qui il testo completo del mio elogio funebre. Tralasciando per modestia le molte lusinghe e i complimenti che costellano il breve quadro della mia vita e il ricordo nei colleghi, cito qua solo le alte parole finali con cui la mia fama verra' tramandata ai posteri: "Egli ha impartito, morendo , l'ultima e piu' esemplare lezione ai suoi scolari: quella dell'obbedienza alla voce del dovere". Hai detto poco. Peccato pero' che per errore mi hanno fatto nascere a Pisa. Capisco l'accostamento con Galilei (poi infatti subito fuggito a Firenze), ma proprio la'? Beffa!

martedì 9 settembre 2008

Eppure lo sapevamo anche noi

Non il massimo come esordio di BeffaTube, ma si puo' sempre migliorare...



... lo sapevamo anche noi il colore dell'offesa
e un abitare magro e magro che non diventa casa
e la nebbia di fiato alla vetrine
e il tiepido del pane e l'onta del riufiuto...

lunedì 8 settembre 2008

Campane a morto


Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Firenze (Italia) S.E. Mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, finora Vescovo titolare di Falerone. S.E. Mons. Giuseppe Betori.
S.E. Mons. Giuseppe Betori è nato a Foligno il 25 febbraio 1947. E’ stato ordinato sacerdote il 26 settembre 1970 e incardinato nella diocesi di Foligno. Ha conseguito la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e il Dottorato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico.
E' stato nominato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana ed eletto alla Chiesa titolare di Falerone il 5 aprile 2001. La sua consacrazione episcopale ha avuto luogo nella cattedrale di Foligno il 6 maggio dello stesso anno. È stato confermato nell’incarico di Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, per un ulteriore quinquennio, il 6 aprile 2006.
Ha collaborato a vari Dizionari e alla stesura dei Catechismi italiani ed è autore di numerosi articoli di esegesi biblica pubblicati su varie riviste specializzate.
Questi gli incarichi più significativi da lui ricoperti: Docente di antropologia biblica e di esegesi biblica; Preside dell’Istituto Teologico di Assisi; Parroco; Assistente diocesano dell’Azione Cattolica; Direttore del Centro Regionale di Pastorale; Segretario del Sinodo Diocesano; Direttore dell’Ufficio Catechistico della Conferenza Episcopale Italiana; Coordinatore del Convegno Ecclesiale Nazionale di Palermo; Sottosegretario della CEI. Nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana è anche Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena" e della Commissione Presbiterale Italiana.

La proverbiale apertura al dialogo, accoglienza per la diversita' e per i problemi piu' aspri del nostro tempo lo precedono. Addirittura anche il presidente della Camera Fini si frega le mani per la nomina di Monsignore e si sente in dovere di complimentarsi per scelta del miglior manganello possibile per la riottosa citta': " Sono certo che l'equilibrio, l'apertura al dialogo, la sensibilità che caratterizzano il Suo impegno come Segretario generale della Cei Lei saprà dimostrarli anche nella guida dell'Arcidiocesi fiorentina, che troverà nella Sua sollecitudine pastorale nuovi motivi di crescita nella testimonianza evangelica e nella presenza sociale". Un segno certo che ancora oggi in fondo in fondo la citta' di La Pira e Don Milani un po' di fastidio lo fa sentire nelle alte stanze di Roma. Nonostante tutto, resto fiducioso che questo lievito sapra' far crescere la massa, a dispetto di tutto: degli scandali, delle orecchie da mercante, dei bastoni fra le ruote. E se cosi' il nuovo Vescovo saluta la citta', cosi' infatti la citta' si preparava ad accoglierlo. Spero di non sbagliarmi.

Otto settembre


L'otto settembre del 1943 l'Italia si arrendeva. Il Re fuggito, nessuna disposizione dai comandi, l'esercito sbandato, l'occupazione tedesca. A Roma, a Porta San Paolo, gli antifascisti difendono la città dall'arrivo dei tedeschi. Inizia la Resistenza e la guerra di Liberazione, il riscatto del paese dall'incubo nazifascista. Oggi, sessantacinque anni dopo, il Capo dello Stato e i ministri in carica ricordano quella giornata storica, in cui i partigiani iniziarono la Liberazione e posero la pietra miliare su cui nacque la nostra Costituzione. Ma oggi gli eredi di quei fascisti che si schierarono quel giorno dalla parte sbagliata sono al governo, e vogliono scrivere la loro verita'. "Farei un torto alla mia coscienza - ha detto La Russa, parlando davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia". L'obiettivita' di chi considera tutti uguali, di chi confonde il bianco con il nero. Di chi non vede che furono la stessa cosa, ma tutto il contrario:

Ferriera mugola nella barba: - Quindi, lo spirito dei nostri... e quello della brigata nera... la stessa cosa?... - La stessa cosa, intendi cosa voglio dire, la stessa cosa... - Kim s'è fermato e indica con un dito come se tenesse il segno leggendo; - la stessa cosa ma tutto il contrario. Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena. Quel peso di male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. Ma allora c'è la storia. C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti; degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.


E se il sindaco (fascista) di Roma spiega candidamente che il fascismo non fu il male assoluto, ma lo furono solo le leggi razziali, tutti a indignarsi giustamente per l'orrido revisionismo di chi si sente in potere di dire e fare quello che vuole. Ma nessuno che faccia notare ad Alemanno, al suo partito e agli alleati che oggi, come allora, male assoluto sono tutte le leggi razziali, classiste e inutilmente repressive. Comprese quelle che continuano a varare a getto continuo. E l'emergenza continua.

domenica 7 settembre 2008

Braccia rubate all'agricoltura


Dopo tre giorni passati a imbiancare casa, mi e' definitivamente chiaro che ho sbagliato tutto nella vita. Al di la' dei risultati dell'imbiancatura (comunque oltre le previsioni), tornare dopo troppo tempo a fare continuativamente un lavoro manuale per piu' di 4 ore di fila mi ha regalato sensazioni dimenticate da tempo in questa gabbia di matti e di scrutatori di astri: risultati immediati, pronta valutazione del lavoro svolto, miglioramento a vista d'occhio della tecnica, soddisfazione, risultati concreti e duraturi, obiettivi verificabili. Forse se da piccolo sognavo di fare il contadino un motivo c'era. Mi sa pero' che a un certo punto qualcosa di terribile dev'essere successo se dalle melanzane sono finito alle galassie... beffa.

sabato 6 settembre 2008

A che ora e' la fine del mondo?


Il biochimico Otto Roessler ha scritto qualche settimana fa alla Corte Europea per i Diritti Umani, chiedendo di fermare il Large Hadron Collider (LHC) del CERN, a Ginevra, prima che questo distrugga il mondo. Secondo Roessler infatti, nel corso della serie di esperimenti per l'identificazione del Bosone di Higgs, LHC sarebbe in procinto di generare un buco nero che potrebbe distruggere la Terra. Pare che alla corte Europea non sia stato preso troppo sul serio, ma che al CERN si sia scatenata una gara fra i ricercatori per creare le prime pagine dei giornali on-line che annunciano l'imminente fine del mondo. Via astromat, ecco l'anteprima della fine del mondo su Repubblica.

mercoledì 3 settembre 2008

Sulla stessa barca

Certo che visti da quassu' ci accorgiamo davvero di essere tutti sulla stessa barca, decisamente alla deriva. E che sarebbe ora di smettere di pensare solo al proprio orticello, e a come farlo piu' rigoglioso usando l'erba del vicino. Per vedere se riusciamo in extremis ad evitare l'affondamento, insieme.


L'immagine e' stata scattate dalle camere della sonda Deep Impact, atterrata nel 2005 sulla cometa Temple 1, a 50 milioni di km dalal Terra. Quelli sopra sono 4 fotogrammi dall'impressionante video (combinazione di riprese ottiche e infrarosse) che mostra il passaggio della Luna davanti alla Terra, e in cui sono visibili oceani, continenti e nuvoloni.

martedì 2 settembre 2008

Posta da Cantu'


A seguito della lettera inviata al Sindaco di Cantu', riceviamo risposta (in realta' Cosimo solamente, per motivi tuttora non chiari, probabilmente legati al suo magnetismo a cui il primo cittadino brianzolo non e' affatto immune) dall'addetto alla comunicazione del Comune. Riporto per completezza qua di seguito la lettera ricevuta, l'allegato comunicato stampa del sindaco, il testo completo della delibera e per finire la nostra risposta per ringraziare della solerzia e della gentilezza, pur riproponendo il nostro punto di vista. Perche' anche una cureggia al vento puzza. Perche' i prossimi non siano i giocatori di colore della locale squadra di basket. Per chi fosse interessato, buona lettura.


La risposta dal Comune di Cantu'

Con ogni probabilità, il Suo stupore, così come il Suo sconcerto, sono da ricondursi al fatto che in merito a questa Deliberazione di Giunta Comunale - inerente al tema della Sicurezza Urbana - sono apparsi diversi articoli di stampa, alcuni dei quali piuttosti sbrigativi e lacunosi.
Per una Sua più completa informazione, Le alleghiamo sia la Deliberazione in questione, sia una nota che chiarisce il senso complessivo del Provvedimento stesso.
Richiamiamo la Sua attenzione, in particolare, sul fatto che nella Deliberazione non si parla affatto di possibilità che chi si accettino "denunce anonime" - che non saranno affatto accettatte - ma solo che verrà garantita la riservatezza dei dati anagrafici di chi accederà al servizio (nel pieno rispetto della normativa sulla privacy)
Dr Giovanni Bernardi
Addetto alla Comunicazione
Segreteria del Sindaco
Comune di Cantù

Il comunicato stampa

Città di Cantù
C O M U N I C A T O S T A M P A
DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE IN TEMA DI SICUREZZA URBANA

L’Amministrazione Comunale di Cantù ha in questi giorni approvato una Deliberazione di Giunta Comunale (che Vi alleghiamo) con la quale si è inteso migliorare il quadro complessivo della Sicurezza Urbana.
Tutte le premesse e motivazioni che stanno alla base del citato Provvedimento sono puntualmente riportate nel preambolo dello stesso.
Ci preme, tuttavia, precisare alcuni punti importanti e per i quali vorremmo evitare sorgessero incomprensioni od ambiguità.
La situazione di “criticità” cui si intende porre rimedio riguarda la sicurezza dell’intera compagine urbana – compresi quindi gli immigrati clandestini abusivamente alloggiati in immobili cittadini. Come, infatti, si legge nelle premesse dell’Atto in questione, proprio le persone entrate clandestinamente in Italia si trovano in una condizione di minor tutela, nonché particolarmente esposte a situazioni di pericolosità e di degrado sociale.
Non è quindi in una finalità persecutoria verso tali persone che si sostanzia il senso del Provvedimento Comunale, quanto nel volersi porre come strumento idoneo ad arginare il problema del degrado e dello squilibrio sociale e, in primis, proprio per aiutare queste persone (donne, uomini e bambini) ad uscire dalla loro precaria condizione di emarginazione e di sfruttamento cui molto spesso si vedono soggette.
Lo strumento operativo verso il quale intende indirizzarsi l’amministrazione Comunale di Cantù, per dare concreta realizzazione ai propri intenti così espressi, è quello di creare un Ufficio ad hoc, localizzato presso l’esistente Comando di Polizia Locale.
Affinché un progetto di questo tipo possa garantire reali benefici alla Cittadinanza, in termini di una maggiore sicurezza sociale, è necessaria le collaborazione di tutti gli interessati – a più livelli di intervento.
Ed è per questo motivo, che si rivelerà preziosa l’opera di collaborazione di quei cittadini che, di propria iniziativa, vorranno richiedere informazioni in merito oppure segnalare casi di irregolare locazione di immobili a stranieri altrettanto irregolari – nella normale ottica secondo la quale la coscienza civica è chiamata a collaborare con le Forze dell’Ordine e con il resto della Comunità, soprattutto laddove si abbia a che fare con problematiche spinose e di notevole impatto sociale.
Tra le possibili modalità operative, si prevede che le segnalazioni – come avviene, del resto, per la generalità delle situazioni comunicative fra Cittadino e Ente Pubblico – possano anche avvenite via telefono, eventualmente con la messa a disposizione della cittadinanza di un “numero verde” ad hoc.
Va inoltre osservato che, gestire con maggiore impegno e collaborazione di tutti questo tipo di situazioni irregolari, significa anche richiamare i Paesi di provenienza degli immigrati irregolari ad una maggiore responsabilità (senza di cui, sarebbe vano sperare di risolvere davvero il problema dell’immigrazione clandestina).
Il Comune di Cantù, nell’affrontare una tematica di così difficile gestione, si attende e sollecita la collaborazione anche delle realtà comunali ad esso limitrofe – in particolare, dei Comuni sottoscrittori del Patto Locale di Sicurezza Urbana – Area Canturina.
Attraverso la collaborazioni fra Enti Locali e fra gli stessi e la propria cittadinanza di riferimento (anche attraverso iniziative congiunte) sarà possibile creare le premesse per un vivere comune più sicuro e sereno e nel quale:

  1. le persone oneste e che lavorano regolarmente non vedano i proprio diritti ingiustamente sviliti da situazioni di irregolarità e disonestà (ad esempio, il lavoratore dipendente cui non riesce di prendere in affitto una casa per sé e la propria famiglia ad un costo ragionevole perché il proprietario preferisce affittare irregolarmente la stessa abitazione a stranieri irregolari disposti – o meglio, costretti ad accettare – di pagare più del dovuto e di abitare magari in 7 o 8 uno spazio abitativo adeguato a non più di 3 o 4 persone);

  2. gli stranieri irregolarmente presenti sul territorio si trovino inseriti in una situazione sociale complessiva che ne renda difficoltoso il restare illecitamente a margine della società, e che li sproni, invece, ad una opportuna regolarizzazione della loro situazione – con conseguenti vantaggi, in termini di sicurezza e di equilibrio sociale, a favore di tutti;

  3. venga meno lo sfruttamento di gente animata da principi onesti ma che, per via del loro irregolare stato di permanenza sul territorio ospite, si trovano esposti alla mercè di persone disoneste e pronte ad approfittare della loro situazione.

Tiziana Sala, Sindaco di Cantù

Il testo integrale della delibera

Deliberazione della Giunta Comunale
Comune di Cantu'

Oggetto: PROVVEDIMENTI FINALIZZATI AD ACCRESCERE LA SICUREZZA URBANA ED A CONTRASTARE LA PERMANENZA DI STRANIERI CLANDESTINI SUL TERRITORIO

LA GIUNTA COMUNALE

Su proposta del Sindaco, Tiziana Sala, Autorità Locale di Pubblica Sicurezza e Ufficiale del Governo ai sensi dell’articolo 54 del D. L.vo 267/2000:
Premesso che la situazione della sicurezza sull’intero territorio nazionale presenta delle criticità legate anche alla presenza sul territorio stesso di persone entrate clandestinamente in Italia e quindi soggette a minore tutela nei loro confronti e a possibili situazioni di pericolosità e di degrado sociale;
Considerato quindi che il governo per iniziare ad intraprendere azioni incisive su situazioni che se non controllate potrebbero aggravare una situazione già critica , ha approvato un pacchetto sicurezza attraverso l’approvazione del Decreto Legge 23 maggio 2008 n. 92 recante “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica” convertito con Legge 24 luglio 2008 n. 125, che modificando norme preesistenti prevede : Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, da' alloggio ad uno straniero, privo di titolo di soggiorno in un immobile di cui abbia disponibilità, ovvero lo cede allo stesso, anche in locazione, e' punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La condanna con provvedimento irrevocabile ovvero l'applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, anche se e' stata concessa la sospensione condizionale della pena, comporta la confisca dell'immobile, salvo che appartenga a persona estranea al reato. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni vigenti in materia di gestione e destinazione dei beni confiscati. Le somme di denaro ricavate dalla vendita, ove disposta, dei beni confiscati sono destinate al potenziamento delle attività di prevenzione e repressione dei reati in tema di immigrazione clandestina”;
Considerato che ai Sindaci sono state attribuite ulteriori competenze in materia di sicurezza urbana;
Considerato, inoltre, che nei mesi scorsi il personale della Polizia Locale è intervenuto presso attività produttive sul territorio, riscontrando – oltre a violazioni amministrative e penali relative all’attività – anche l’utilizzo illecito di porzioni di immobili con funzioni di alloggio per gli extracomunitari, taluni peraltro irregolari, adibiti a mano d’opera;
Rilevato che alla luce di quanto sopra occorre porre un freno allo sfruttamento illecito degli immobili ubicati sul territorio, che molto spesso vengono utilizzati, sia a titolo di ospitalità che di locazione, da stranieri privi di titolo di soggiorno, questi ultimi – frequentemente – a loro volta vittime di sfruttamento in attività irregolari;
Valutata, quindi la volontà del Sindaco di istituire all’interno del Corpo di Polizia Locale un ufficio che si occupi delle problematiche collegate al decreto sopra citato, anche alla luce dei provvedimenti che il Ministro degli Interni intende attuare, contenenti fondi a disposizione degli Enti Locali per raggiungere gli obbiettivi illustrati dalla legge;
Considerato che per poter ulteriormente dare un riscontro oggettivo a quanto illustrato si ritiene che il Comune di Cantù debba farsi promotore di iniziative congiunte con i Comuni limitrofi e non, e nello specifico con gli enti sottoscrittori del Patto Locale di Sicurezza Urbana – Area Canturina, che presentano caratteristiche – per le tradizioni locali e per l’economia stanziata sul territorio – pressoché analoghe a quelle di Cantù, dando la propria disponibilità a collaborare anche con eventuali altri enti interessati;
Considerato che il Decreto prevede sanzioni rilevanti, fino alla confisca dell’immobile utilizzato illegalmente, si ritiene opportuno informare la cittadinanza attraverso i propri spazi istituzionali e per dare maggior risalto alle iniziative e creare , quindi, un movimento di interessi e di conoscenza intorno all’intera problematica è intenzione dell’Amministrazione organizzare, di concerto con Anci Lombardia, un convegno che illustri compiutamente il Decreto, relazionando sulle novità e offrendo soluzioni anche organizzative;
Considerato fondamentale creare rapporti sinergici con l’intera cittadinanza affinché la coscienza civica aiuti le istituzioni ad affrontare problematiche difficili e di grande impatto sociale, tutto ciò anche attraverso la possibilità per i singoli cittadini di segnalare, in modo assolutamente riservato, il persistere sul territorio di situazioni irregolari;

Visto il D.L.vo 18 agosto 2000 n. 267, Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, ed in particolare l’articolo 54 così come modificato dal Decreto Legge 23 maggio 2008 convertito con Legge 24 luglio 2008 n. 125;
Vista l’articolo 12 del Decreto Legge 21 marzo 1978 n. 59, convertito con Legge 18 maggio 1978 n. 191;
Visto il D. L.vo 25 luglio 1998 n. 286, ed in particolare l’articolo 7, comma 1, che così recita: “Chiunque, a qualsiasi titolo, da alloggio ovvero ospita uno straniero o apolide, anche se parente o affine, o lo assume per qualsiasi causa alle proprie dipendenze ovvero cede allo stesso la proprietà o il godimento di beni immobili, rustici o urbani, posti nel territorio dello Stato, é tenuto a darne comunicazione scritta, entro quarantotto ore, all'autorità locale di pubblica sicurezza”;
Visto il parere espresso ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. 267/2000 dal Responsabile della Polizia Locale, Dott. Lucio Dioguardi e dal Direttore Generale, Dott. Andrea Fiorella;

Con voti unanimi, espressi nelle forme di Legge

D E L I B E R A
  1. di disporre che il Comando Polizia Locale di questa Città, proceda ad istituire un ufficio per le finalità in premessa indicate e per gli scopi meglio precisati al successivo punto 2. lettera a) e b), delegando il Responsabile della Polizia Locale a provvedere alla sua creazione e al suo funzionamento, autorizzando fin d’ora lo stesso a richiedere eventuali contributi che lo Stato renderà disponibili;

  1. che il Sindaco si faccia promotore di tutte le iniziative necessarie per proporre ai Sindaci dei comuni aderenti al Patto Locale di Sicurezza Urbana – Area Canturina, al Presidente della Provincia di Como ed al Prefetto di Como, soggetti tutti sottoscrittori di tale Patto, e ad altri Enti eventualmente interessati, di istituire una task force composta da personale di polizia locale appartenente a ciascun ente, con le seguenti finalità:

      1. a seguito della necessaria formazione, operare con cadenza settimanale al fine di verificare le segnalazioni che i cittadini, anche in forma riservata, vorranno inoltrare alle singole Amministrazioni Locali in merito alla violazione dell’articolo 12, comma 5 bis, del Decreto Legislativo 25 luglio 1998 n. 286;

      1. sempre con riferimento all’articolo 12, comma 5 bis, del Decreto Legislativo 25 luglio 1998 n. 286, verificare le situazioni in merito alle quali di propria iniziativa le singole Amministrazioni Locali siano venuti a conoscenza;

  1. di dare atto che delle iniziative intraprese (individuazione del numero di telefono, modalità di segnalazione, etc.) dovrà essere data adeguata informazione alla cittadinanza mediante l’affissione di manifesti, sui quali dovranno essere indicati i riferimenti normativi delle novità introdotte dal Decreto Legge 23 maggio 2008 n. 92 recante “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica” convertito con Legge 24 luglio 2008 n. 125;

4. di dare mandato agli uffici competenti di intraprendere tutte le iniziative necessarie per l’organizzazione di un Convegno che congiuntamente all’Anci Lombardia, considerato che il Sindaco è vicepresidente della Commissione Sicurezza, affronti l’intera problematica.


Con successiva votazione unanime, la presente viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell’art.134, comma 4 del TUEL (D.Lgs 267/2000).

La risposta

Gentile Dr. Bernardi,

la ringrazio per la sollecitudine della sua risposta e la disponibilità a chiarire ulteriormente il contenuto della delibera. Devo pero' ammettere che la lettura del testo completo ha di fatto aumentato il mio stupore e il mio sconcerto riguardo a questa iniziativa, rinforzando le sensazioni lacunose e incomplete suggeritemi dalla lettura degli articoli a cui si riferisce. Ritengo infatti, come illustrato nella mia precedente lettera, che la delibera utilizzi strumenti e modalita' per niente idonei a "creare rapporti sinergici con l'intera cittadinanza affinche' la coscienza civica aiuti le istituzioni ad affrontare problematiche difficili e di grande impatto sociale", dal momento che istiga alla delazione e al sospetto reciproco la cittadinanza e liquida un problema complesso come l'immigrazione a una semplice questione di sicurezza e di decoro urbano. Mi domando inoltre come si voglia tutelare persone che, come sostiene il Sindaco nel comunicato, "sono maggiormente esposte a situazioni di pericolosita' e di degrado sociale" con misure unicamente repressive, che peraltro non vengono neppure estese ai casi analoghi, e assai piu' numerosi, di affitti irregolari riguardanti cittadini italiani. Le rinnovo dunque la mia speranza in un pronto ritiro della delibera, e nell'impiego di risorse ed energie in politiche volte all'integrazione e al miglioramento concreto delle condizioni di vita delle persone piu' svantaggiate. Le comunico infine che contrariamente a quanto da lei sostenuto, la Polizia locale gia' accetta segnalazioni in forma anonima (o se preferisce "riservata") riguardanti la locazione di stranieri irregolari, come da me direttamente sperimentato.

Distinti Saluti