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mercoledì 9 giugno 2010

La colonna di destra


Oggi la colonnina di destra di Repubblica, quella morbosa, raggiunge l'apice di sempe con "i rutti dei mammut tenevano la terra al caldo". Ecco un piccolo estratto:

Digerendo vegetali, i grandi erbivori producevano questo gas che (contrariamente a quanto si possa immaginare) veniva poi emesso dalla bocca. "La gente pensa automaticamente alle flatulenze”, ammette il direttore della ricerca Felisa Smith, della University of New Mexico. "Invece, l'80-90 per cento del metano viene emesso in forma di rutto”.

Peccato che ai tempi del bue e dell'asinello fossero gia' estinti...

lunedì 19 aprile 2010

Il bicchiere non proprio vuoto

Il grafico realizzato da informationisbeautiful mette a confronto l’inquinamento giornaliero in termini di C02 prodotto dal vulcano Eyjafjöll con quello prodotto dal traffico aereo europeo. Il triangolo nero rappresenta invece la quantità di C02 “risparmiato” grazie al blocco del traffico aereo:


Qua qualche altra foto dell'eruzione.

Update 20/4/10
Jacopo mi segnala che la figura era sbagliata, di un ricco fattore 10... qua la versione giusta, in cui resta davvero poca consolazione visto che il vulcano quasi pareggia il traffico aereo:

giovedì 15 aprile 2010

Contro il futuro


Corrado Tuffi commenta cosi' l'approvazione della mozione anti-ambientale approvata dal Senato, dove la maggioranza si e' ispirata al dato inoppugnabile dei raffreddori del premier per valutare l'attendibilita' del riscadamento globale:

Alla fine, dopo una animata discussione, il Senato ha approvato la mozione anti ambientale della destra, in una versione che non riduce il furore ideologico della mozione originariamente presentata da D’Alì (n. 248), ma si limita ad evitare alcuni riferimenti nominativi a funzionari dell’ICCP.
La chiarissima e ben argomentata mozione proposta dal PD e respinta dalla maggioranza impegnava il governo:

- ad assumere misure concrete per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, che sia fondata su una crescita sostenibile e rifletta la necessità di diminuire la dipendenza dalle fonti tradizionali di energia;

- a utilizzare al meglio le misure di stimolo economico e fiscale per la realizzazione di una nuova economia più pulita che creerà nuovi posti di lavoro e porterà ad una ripresa sostenibile;

- a promuovere, in seno all’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), una precisa proposta per una piattaforma tecnologica internazionale per le energie a basse emissioni di carbonio;

- a cooperare con i Paesi in via di sviluppo per migliorare le capacità tecniche e umane per promuovere la messa in opera, la diffusione, la dimostrazione ed il trasferimento di tecnologie verdi ed ambientali;

- ad aumentare gli investimenti nella ricerca fondamentale ed applicata e nello sviluppo delle tecnologie pulite;

- a definire ed attuare politiche efficaci per migliorare l’efficienza energetica in tutti i principali settori della nostra economia e a promuovere attivamente tra i consumatori l’uso razionale dell’energia e l’efficienza energetica;

- a promuovere la ricerca e lo sviluppo delle “reti intelligenti” (smart grids) e gli investimenti in questo settore, come strumento per accelerare l’integrazione efficiente e sicura delle fonti di energia rinnovabile e della generazione distribuita nel sistema elettrico e per migliorare l’efficienza energetica;

- ad accelerare la definizione di politiche, contesti regolatori e piani di incentivi focalizzati sullo sviluppo e sulla diffusione della tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage).

Quel che è stato approvato, invece, dice tra l’altro che il governo deve:

- proseguire nell’azione di analisi derivanti dalle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2008 nel senso di prevedere l’opportunità anche di una revisione dell’Accordo 20-20-20 e comunque come già fatto in occasione del recente vertice italo-francese di escluderne con assoluta certezza il possibile inasprimento verso livelli di maggior impegno;
- adoperarsi affinché la politica ambientale dell’Unione europea abbandoni la linea sinora imposta in particolare dagli inglesi, dai tedeschi e dai Commissari europei all’ambiente succedutisi nel tempo, anch’essa basata sui dati rivelatisi inesatti dell’IPCC e che ha condotto ai trattati di Kyoto e del 20-20-20 ed al fallimento della Conferenza COP 15, linea peraltro già ufficialmente censurata dal Senato in sede di esame di specifiche mozioni sul clima e non adeguatamente seguita in occasione di molti incontri internazionali.

Insomma, l’obiettivo è ridurre l’impegno verso le energie rinnovabili e il risparmio energetico, e sopratutto ridurre il costo derivante dagli accordi internazionali non rispettati dall’Italia. Invece di affrontare il problema, abolirlo. Invece di provare ad agganciare il treno della possibile ripresa mondiale investendo nei nuovi mercati “verdi” e in nuove energie, rinchiudersi nella nostra bella Padania super inquinata dei capannoni, sperando che quei capannoni possano riprendere a produrre come un tempo le stesse cose di un tempo…

Ecco, l’approvazione di questa mozione non è tanto e soltanto l’ennesimo esempio di incompetenza ambientale dei nostri governanti. E’ sopratutto una ulteriore dimostrazione che la destra italiana è prima di tutto contraria al futuro. Propone di cacciare gli immigrati non tanto per razzismo, quanto per ritornare al bel mondo antico. Propone di tornare al nucleare perché non si fida delle nuove tecnologie rinnovabili. Immagina comunità chiuse e tradizionali, famiglie “non trasversali”, piccole patrie che possano farcela da sole. Propone passato, nega il futuro.

Ma, dato che il futuro è oscuro, e che il PD (e del resto un po’ tutta la sinistra europea) un racconto del futuro non lo riesce a immaginare o, se lo immagina, non lo riesce a rendere credibile, questa destra che vende il passato, vince e convince.

Per ora e non per sempre, speriamo.

lunedì 21 dicembre 2009

Accordi

Mentre a Firenze torna una neve tenace dopo anni, mentre l'Europa e' stretta in una morsa gelata, si e' chiuso per ironia della sorte il vertice sul clima di Copenaghen. Sebbene qualcuno sia ottimista, le associazioni ambientaliste insorgono per l'accordo, non vincolante, con cui si e' chiuso l'incontro. Il miglior commento e' quello di Bansky su un muro di Londra qualche notte fa (via Letizia):

martedì 8 dicembre 2009

Riscaldamento a Copenaghen


Inizia oggi a Copenaghen, e proseguirà fino al 18 dicembre, il COP15, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La più importante, si dice, da quella di Rio de Janeiro del 1992. Cosi' Marcello Saponaro:


In gioco ci sono i soldi, tanti soldi: quelli degli investimenti per ridurre la “febbre del pianeta”, quelli che dovremo pagare per ridurre dell’50% le emissioni di CO2 (rispetto alla CO2 che il mondo produceva nel 1990) entro l’anno 2050. Questa è la proposta del Governo danese. Una proposta che anche fosse sufficiente ha il grande difetto di non mettere i leaders del mondo di fronte alle proprie responsabilità negli anni del proprio mandato. Nel 2050, tra quarant’anni, Berlusconi – sono sicuro – non ci sarà più. Formigoni neppure. Gordon Brown e la Merkel sfioreranno il secolo di vita. Obama e Zapatero saranno novantenni. Nessuno, comunque, risponderà del proprio coraggio: avuto o mancato in quel di Copenhagen.

Chi paga? L’India, la Cina e il Brasile sostengono che a pagare debbano essere i paesi ricchi. Devono pagare riducendo le proprie emissioni e trasferendo le tecnologie ai paesi pù poveri. La Cina chiede che le riduzioni siano legate al PIL procapite, non a quello globale. In gioco ci sono almeno 10 triliardi di dollari. Il più grande flusso di risorse dal nord al sud del mondo mai visto. In tecnologie low carbon.

Comunque vada Copenhagen, la Green Economy è cominciata. Facciamo in modo d’arrivare in tempo allo sviluppo sostenibile.

Per adesso pare si sia parlato piu' che altro dello scandalo dei dati taroccati sull'effetto dell'uomo sul riscaldamento globale, poco di soldi e soluzioni.
E pensare che solo 40 anni fa c'era chi si vantava di riuscire a sciogliere i ghiacciai. La ENCO su Life era infatti orgogliosa di produrre abbastanza energia ogni giorno da sciogliere 7 tonnellate di ghiacciaio:


Pare almeno che il ghiacciao scelto dalla pubblicita' stia resistendo: il Taku Glacier in Alaska e' l’unico in controtendenza del Nord America, essendo avanzato di 7 km dal 1896!

giovedì 18 giugno 2009

In difesa della foresta


Da due mesi i nativi della foresta Peruviana sono impegnati in una battaglia importantissima con il governo di Alan García, uno degli ultimi in America latina che al consenso degli elettori continua ad anteporre quello di Washington e degli interessi delle multinazionali dello sfruttamento. Poco dopo il ventennale dell'assassinio di Chico Mendes, gli indigeni infatti difendono con i denti la loro foresta, che il governo ha venduto nel Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti alle multinazionali minerarie e del legname. Da quasi due mesi 1.300 comunità native della selva amazzonica peruviana sono infatti tornate in stato di mobilitazione permanente contro nove decreti legge varati dal governo di Lima, nella quasi indifferenza dei media internazionali. Le proteste sono partite all’inizio di aprile di quest’anno, dopo che le organizzazioni indigene hanno lanciato un «levantamiento» contro i decreti del presidente che autorizzavano le esplorazioni petrolifere e per il gas naturale in Amazzonia. Secondo gli indigeni i decreti sono illegali, perché violano la Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dal Perù, che prevede che i popoli indigeni siano consultati prima dell’approvazione di qualsiasi progetto sul loro territorio. Mentre il governo accusa gli indigeni di voler mettere "il Perù in ginocchio e bloccare il suo cammino verso lo sviluppo", i nativi incassano la solidarieta' dei paesi vicini e dei cittadini peruviani, e continuano la loro lotta per la preservazione di uno degli ecosistemi piu' importanti del pianeta.
Blocchi stradali e fluviali sono state le forme di protesta organizzate dalle comunita' native. Ma la repressione del governo e' stata durissima: il 5 giugno la polizia ha attaccato un blocco stradale nella regione di Bagua Grande, picchiando e sparando sulla folla: almeno 60 i morti e centinaia ancora dispersi. Solo da pochi giorni sono apparsi sull'Indipendent alcune delle foto che documentano la strage, "la Tienammen amazzonica" come la definisce il giornale inglese. Molte delle foto scattate da due cooperatori belgi, non sono state pubblicate perche' troppo crude.
Le foto escono proprio quando il governo del presidente Alan Garcia in difficolta' per le dimissioni di alcuni suoi esponenti in polemica con le violenze si e' visto costretto a revocare due dei decreti che favorivano lo sfruttamento delle foreste, il 1090 e il 1064. Uno dei principali capi indio, Daysi Zapata, vicepresidente della confederazione degli indiani d’Amazzonia, ha quindi chiesto ai suoi sostenitori di togliere i blocchi a strade e fiumi. Intanto il leader delle proteste Alberto Pizango, presidente della Confederazione, e’ arrivato in Nicaragua dove aveva chiesto asilo politico. La settimana scorsa Pizango era stato accusato di "sedizione, cospirazione e ribellione". Cosi' commenta gli eventi Gennaro Carotenuto su Latinoamerica:

Quello che si combatte in Perù è un conflitto che mette in gioco molteplici aspetti. Vediamo una volta di più la controffensiva di popolazioni native che qualcuno considerava residuali e assimilabili (se non sterminabili) e che invece in questi anni risultano sempre più coscienti di sé e dei propri diritti e pertanto combattive, dai mapuche cileni ai garifuna dell’Honduras. Questa lotta coincide dunque con quella di chi pensa che tutto il pianeta, la vita, la natura, la biodiversità, non sia assoggettabile ai Trattati di Libero Commercio come quello firmato dal governo di Lima che ha semplicemente rinunciato alla propria sovranità sulla regione sottoponendola agli interessi economici e finanche alle leggi di un paese terzo, in questo caso gli Stati Uniti. Il governo di Alan García spara sulla folla sostenendo pubblicamente che non ci sia altra via allo sviluppo che questa, disboscare, desertificare, distruggere, privare i popoli del loro territorio. Paesi vicini al Perù, l’Ecuador e la Bolivia in primo luogo, stanno dimostrando che il governo peruviano ha torto, che ci sono altre vie allo sviluppo oltre quella del pensiero unico e che senza rispetto per la vita dei popoli lo sviluppo stesso non ha alcun senso.

venerdì 16 gennaio 2009

Xenogogia


In questi giorni la maggioranza, sobillata dalla Lega scatenata nei sondaggi e in Parlamento, sta dando il meglio di se'. Nonostante abbia fatto retromarcia, grazie alle proteste piovute da ogni dove, sui tagli agli ecoincentivi di cui avevamo parlato qua, il suo ministro Maroni insiste sulla tassa agli extracomunitari per il permesso di soggiorno nonostante che pur una volta la CEI abbia fatto sentire il suo dissenso al governo su un tema diverso dalla scuola privata. Cosi' Francesco Costa su questa misura, oltre che ingiusta e razzista, palesemente idiota in questo momento in cui andrebbe incentivato piu' che perseguitato chi viene in Italia a produrre e a contribuire alle spese pubbliche: "Scremato il dibattito dalle posizioni più o meno apertamente razziste, il problema dei permessi di soggiorno in Italia non è la presenza o no di un balzello, che esiste già senza scandalo in altri paesi. Il problema è l’opportunità di inserire nuove tasse in una fase economica in cui mezzo mondo fa l’esatto opposto, ma soprattutto il sistema inefficente e inutilmente vessatorio con cui i permessi di soggiorno vengono erogati ai cittadini extra-comunitari. Il problema è il fatto che oggi i permessi di soggiorno vengano rilasciati mesi e mesi dopo che si sia presentata la documentazione necessaria, e durante quel lunghissimo intervallo gli immigrati siano costretti a non uscire dal paese, anche se dovessero farlo per lavoro o per motivi familiari (ma sarebbe ugualmente vessatorio se volessero andare in vacanza). A causa di questi enormi ritardi, poi, capita sovente che vengano consegnati permessi di soggiorno già scaduti o destinati a scadere entro poche settimane. Un governo serio si dedicherebbe a sciogliere questi nodi, piuttosto che a elaborare manovre punitive soddisfando l’ignoranza rancorosa di chi, orgogliosamente italiano, meriterebbe di stare in un paese civile e democratico meno di tanti altri".
Come se non bastasse, il Senato approva in via definitiva il reato di immigrazione clandestina incluso nel pacchetto sicurezza. Il risultato sara' che i disperati che attraversano per mesi deserti e mari su bagnarole di fortuna per sfuggire a fame, guerre, persecuzioni e da un futuro senza prospettiva, arrivando senza piu' niente, stremati e spesso in condizioni gravi a Lampedusa piuttosto che a Brindisi, potranno vedersi notificare dalle forze dell'ordine, prima ancora di ricevere una bottiglia d'acqua, l’avvio di un procedimento giudiziario che prevede il pagamento di una sanzione di 5000 euro. Procedimento che non potra' nella realta' mai partire, e multa che non potranno mai pagare, se pure riuscissero in qualche modo a capire cosa gli stia succedendo. Piu' che la rivoluzione culturale di cui parla la Lega, mi pare lo sdoganamento definitivo della Xenogogia, la demagogia a uso e consumo dei peggiori istinti razzisti. Del resto del livello culturale e del razzismo a tutto campo della lega parla da solo questo intervento (video) del capogruppo della Lega al consiglio regionale della Lombardia Stefano Galli: dopo aver dichiarato la sua contrarieta' ad aderire alla giornata della lotta contro l'omofobia perche' significherebbe riconoscere l'omosessualita' come una non-malattia mentale, rivela di rifutare di celebrarla come se averla fosse "un colpo di culo". Forse la malattia mentale e' da cercare piu' vicino a lui di quanto pensi. E l'emergenza, invece di passare, continua a colpire.
Per finire l'ennesima beffa. Da Ciwati: "Alitalia: quattro miliardi di euro. Comune di Catania: 140 milioni di euro. Sostegno agli altri enti locali: zero euro. Misure anti-crisi: poco di più. Del resto, certe cose non hanno prezzo. Per tutto il resto (lo so, è facile) c'è Social card". Peccato che non ci sia piu' nemmeno quella: nonostante il mega-regalo a MasterCard, che poi era il solo ed unico scopo dell'operazione, 1 su 3 non contiene neppure un centesimo. Beffa.

venerdì 5 dicembre 2008

Energia: Tvemonti vs futuro


Con il decreto legge n.185/2008 il governo intende ridurre le detrazioni sugli investimenti nel settore del risparmio energetico. Ancora una volta il nostro governo mostra un'assoluta incapacità di guardare al futuro, come già dimostrato in occasione dei tagli alla ricerca. In un periodo di grave crisi energetica e ambientale, con molti paesi che stanno cercando di trasformare il problema in una ghiotta opportunità d'investimento, l'Italia decide di rinunciare a questa possibilità. Decide di arrendersi alla "tragedia dei commons", come si spiega in questo bell'articolo di Ugo Bardi, dimostrando di non saper far di meglio di una colonia di batteri nel gestire le risorse a sua disposizione. Non solo, mette anche i bastoni fra le ruote ai privati cittadini (e alle imprese) che vogliono, nel loro piccolo, contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e nel contempo sostenere, con i loro investimenti, un settore economico che promette ottime prospettive di crescita.
Gli interventi sugli edifici che finora godevano della detrazione al 55% sono svariati. I miglioramenti possono riguardare i serramenti, l'isolamento (copertura e fondazioni), le pareti esterne, la scelta dei materiali (il legno per esempio è un ottimo isolante termoacustico) e, soprattutto, gli impianti solari.
Questi si distinguono in due categorie: il solare fotovoltaico e il solare termico. I pannelli fotovoltaici convertono l'energia solare in energia elettrica sfruttando l'effetto fotoelettrico e possono raggiungere efficienze che vanno oltre il 30%. Su piccola scala, tuttavia, sono molto più diffusi i pannelli termici. Questi permettono di sfruttare l'energia solare per accumulare calore da usare nelle applicazioni domestiche. Un ulteriore sviluppo di questa tecnica è il solare termodinamico, che si avvale di specchi per concentrare la luce solare e raggiungere temperature molto più alte, in modo da poter essere sfruttato anche per applicazioni industriali.
L'energia solare è la regina delle fonti rinnovabili, anche perché è di gran lunga la più abbondante. Sarebbe sufficiente catturare lo 0,02% della radiazione solare incidente per poter coprire il fabbisogno energetico attualmente fornito dai combustibili fossili e dal nucleare. E' chiaro che questo tipo di energia può essere maggiormente sfruttata dai paesi con maggiore insolazione. Paradossalmente, tuttavia, è la Germania la nazione che investe maggiormente a livello europeo. Il nostro paese è come sempre in ritardo (solo sesto), preceduto anche da nazioni climaticamente più sfavorite, come la Francia e l'Austria.
In uno scenario di questo tipo, risulta ancora più scellerata la decisione di Tvemonti di ridurre le agevolazioni per chi investe in questo settore.
Meno accessibile dell'energia solare, ma comunque discretamente abbondante, è l'energia eolica: il 5% dell'energia fornita dai venti del nostro pianeta coprirebbe il fabbisogno mondiale. E' chiaro tuttavia che questo tipo di fonte presenta dei problemi legati alla stabilità del vento e alla capacità delle turbine (stimata intorno al 20-40%). Le installazioni off-shore posso contenere queste limitazioni. La Danimarca riesce a coprire il 19% del proprio fabbisogno grazie ai moderni mulini a vento, mentre è di nuovo la Germania a guidare il ranking mondiale in termini di energia prodotta. Con i suoi 8600 km di coste, l'Italia avrebbe ottime possibilità in questo settore: anche qui tuttavia siamo in ritardo, solo al settimo posto.
Le altre fonti rinnovabili possono fornire un utile alternativa in alcune realtà locali, ma non possono essere considerati sufficienti, da sole, a coprire il fabbisogno. Tra queste citiamo:

  • l'energia geotermica: che sfrutta il calore proveniente dalla crosta terrestre (una fonte molto sfruttata dall'Islanda, che copre il 20% del fabbisogno grazie ai geyser);
  • l'energia del mare: che sfrutta i movimenti dei mari e degli oceani generati dalle forze mareali (è recentemente partito un esperimento italiano);
  • le biomasse: cioè i materiali biologici usati come combustibili (sfruttamento sostenibile delle foreste, biogas dai rifiuti o di origine animale);
  • l'energia idroelettrica: copre oltre il 15% del fabbisogno mondiale. Richiede profondi interventi a livello paesaggistico e spesso provoca modifiche agli ecosistemi. Nel nostro paese questo tipo di impianti è diffuso soprattutto nell'arco alpino, anche se il progressivo ritiro dei ghiacciai ne ha limitato fortemente la potenza e ha portato alla chiusura di alcuni di essi.
Se consideriamo le rinnovabili nel complesso, il nostro paese si colloca al quarto posto nell'Europa dei 15, anche se non mostra un trend di crescita rassicurante. L'Italia sembra insomma poco interessata ad investire in un settore che promette ottime possibilità di sviluppo. In questo contesto, la decisione di Tvemonti si dimostra poco lungimirante, così come lo fu, a suo tempo, la scelta di rinunciare al nucleare da fissione come fonte di energia. Il referendum votato nel novembre del 1987, quando il boato del disastro di Chernobyl (aprile 1986) era ancora forte, bloccò infatti le centrali allora in attività ma non ci ha impedito di continuare ad acquistare energia nucleare all'estero, soprattutto in Francia. Energia prodotta da impianti che si trovano a poche centinaia di chilometri dalle nostre frontiere. Inoltre, gli impianti nucleari inattivi, non sono necessariamente più sicuri, visto che resta comunque il problema dello smaltimento delle scorie. I progetti di riapertura delle centrali annunciati in campagna elettorali ora servono a poco, considerando anche i tempi tecnici (e burocratici) necessari a riavviare un programma fermo da più di vent'anni. Senza contare che anche l'Uranio e' tutt'altro che una risorsa infinita.
L'Europa come sempre va nella direzione opposta: nessuno costruisce più nuove centrali a fissione e si comincia ad investire nello studio del processo di fusione nucleare, lo stesso che alimenta il Sole e le altre stelle: la fusione di due atomi di idrogeno in uno di elio. I vantaggi sono enormi: il combustibile (l'idrogeno) è il più abbondante nell'universo, mentre il prodotto della reazione (l'elio) è un elemento estremamente stabile, che non dà problemi di radioattività come succede nelle centrali a fissione. Enormi però sono anche i problemi, primo fra tutti la necessità di confinare il combustibile, che deve raggiungere temperature dell'ordine dei milioni di gradi per scatenare la reazione. Diversi paesi (tra cui l'Unione Europea) stanno partecipando all'esperimento pilota ITER, con lo scopo di realizzare un reattore sperimentale in grado di produrre energia dal processo di fusione in maniera stabile. L'investimento è notevole, 10 miliardi di euro, e i tempi previsti per avere dei risultati applicabili sono lunghi, decine di anni. Anche l'Istituto di Fisica dei Plasmi qui a Monaco dall'altra parte della strada rispetto al mio ufficio lavora su un progetto simile, cercando di risolvere gli stessi problemi. Ma vale la pena di tentare: con la fusione nucleare il mondo potrebbe risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico, con grandi conseguenza economiche e sociali. A meno che non rappresenti la via d'accesso a un nuovo ottovolante di esplosioni economiche e successive crisi come abbiamo visto negli ultimi secoli.

Grazie al mio fidato esperto di fonti energetiche per buona parte del post...

mercoledì 3 dicembre 2008

Misure anticrisi: pay-ecology


Dice che il governo ha riportato al 19% l'aliquota IVA alle pay-tv, che era al 10% da quanto il governo Dini volle fare un favore alla TelePiu' di Berlusconi, con voto decisivo di Bertinotti. Oggi Berlusconi non ha piu' pay-tv, quindi pensa bene di alzare l'aliquota al suo piu' pericoloso concorrente che lo sta facendo innervosire non poco. Sky tuona con spot contro il governo, il quale si vede inondata la casella postale di email di protesta (dimostrazione che i media l'opinione pubblica la smuovono eccome: solo una manciata di firme per l'appello contro l'emendamento della lega che vuol togliere le cure agli stranieri non in regola). La sinistra si straccia le vesti per una nuova e fondamentale bataglia dopo la commissione di vigilanza RAI, Berlusconi dice che e' una vergogna che la sinistra protesti per le imposte ai ricchi 4 milioni di cittadini possessori di abbonamenti Sky. Peccato che fatta da lui una cosa simile e' sbagliata comunque, ma ormai il conflitto di interessi e' una roba per stranieri e secchioni.
Quello che invece non dice ne' Berlusconi ne', ancor piu' gravemente, quasi nessuno a sinistra, e' che ristrutturare la propria casa secondo criteri ecologici per diminuire gli sprechi e usare energie rinnovabili e' oggi ancora piu' di ieri una cosa da ricchi, di quelli veri.
Come mi segnala Paolo, andatevi a leggere l'Art. 29 del decreto 28 novembre 2008 "recante misure urgenti per il SOSTEGNO a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale" (mi è sembrato il caso di evidenziare la parola SOSTEGNO), e leggetevi bene almeno un paio di volte il comma 11, per finire in bellezza:

Art. 29
6. Le detrazioni di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n.296, come prorogate dall’articolo 1, comma 20, della legge 28 dicembre 2007, n. 244, sono confermate, fermi restando i requisiti e le condizioni previste nelle norme sopra richiamate nonché nel decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dello sviluppo economico 19 febbraio 2007, secondo le disposizioni del presente articolo.

7. Per le spese sostenute nei tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2007, i contribuenti inviano alla Agenzia delle entrate, esclusivamente in via telematica, anche mediante i soggetti di cui all’articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e successive modificazioni, apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi pari a 82,7
milioni di euro per l’anno 2009, a 185,9 milioni di euro per l’anno 2010, e 314,8 milioni di euro per l’anno 2011. L’Agenzia delle entrate esamina le istanze secondo l’ordine cronologico di invio delle stesse e comunica, esclusivamente in via telematica, entro 30 giorni dalla ricezione dell’istanza, l’esito della verifica stessa agli interessati. La fruizione della detrazione è subordinata alla ricezione dell’assenso da parte della medesima Agenzia. L’assenso si intende non fornito decorsi 30 giorni dalla presentazione dell'istanza senza esplicita comunicazione di accoglimento da parte dell’Agenzia delle entrate.
8. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e da pubblicare sul sito Internet dell’Agenzia delle entrate è approvato il modello da utilizzare per presentare l’istanza di cui al comma 7, contenente tutti i dati necessari alla verifica dello stanziamento di cui al medesimo comma 7, ivi inclusa l’indicazione del numero di rate annuali in cui il contribuente sceglie di
ripartire la detrazione spettante.
9. Per le spese sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, l’istanza di cui al comma 7 è presentata a decorrere dal 15 gennaio 2009 e fino al 27 febbraio 2009. Per le spese sostenute nei due periodi d’imposta successivi, l’istanza è presentata a decorrere dal 1° giugno e fino al 31 dicembre di ciascun anno.

10. I contribuenti persone fisiche che, per le spese sostenute nell’anno 2008 per gli interventi di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, della citata legge n. 296 del 2006, non presentano l’istanza di cui al comma 7 o ricevono la comunicazione di diniego da parte dell’Agenzia delle entrate in ordine alla spettanza delle detrazioni di cui al comma 6, beneficiano di una detrazione dall’imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, pari al 36% delle spese sostenute, sino ad un importo massimo delle stesse pari a 48.000 euro per ciascun immobile,
da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.
11. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, da pubblicare sul sito Internet della medesima Agenzia è comunicato l’esaurimento degli stanziamenti di cui al comma 6.

In pratica, quanti anche nel 2008 appena trascorso abbiano deciso di ristrutturare casa, magari puntando un pò in alto delle proprie possibilita' ma certi di recuperare le spese per il risparmio energetico per una percentuale del 55% (in 10 anni), e che magari hanno basato il bilancio familiare proprio su questo, si ritrovano questa percentuale sicuramente calata al 36%. E questo finchè ci sono i fondi per coprire il rimborso. Le conseguenze sono ovvie: portafogli personale, famiglie incasinate, crisi nel settore dell'impiantistica, perdita di posti di lavoro, lavoro nero, nessun rispetto per l'ambiente. Mi sembranno ottimi sostegni, veramente ottimi. Questa poi della retroattività e' la cosa piu' grave. Da quando in qua si cambiano le regole nel corso di una partita?

sabato 18 ottobre 2008

L'uovo e la gallina


Ricapitoliamo: la commissione ambiente del parlamento Europeo ha approvato un pacchetto su clima ed energia, riguardante la nuova 'borsa delle emissioni' di gas serra (Ets) che funzionerà dal 2013 al 2020. Il pacchetto confermerebbe l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, che passerebbe automaticamente al 30% in caso di accordo internazionale alla conferenza di Copenaghen del dicembre 2009 sul periodo post-Kyoto. Salta pero' fuori l'opposizione del governo italiano (e polacco) al piano, giudicato troppo oneroso, e la richiesta di fermare tutto per un anno, passata la crisi economica: l'ambiente puo' aspettare. Il governo calcola infatti che il prezzo per ridurre l'emissione di CO2 sarà per l'Italia di 18 miliardi all'anno (mercoledì erano 25 miliardi...), e Brunetta bollava ieri come una "follia" il piano. Per il commissario UE all'ambiente Stavros Dimas, invece, i numeri forniti da Roma "sono completamente al di fuori di ogni proporzione": i costi per l'Italia sarebbero compresi tra i 9,5 e i 12,3 miliardi, in linea con i costi per gli altri paesi UE. Anzi, la rivoluzione verde "creerà nuovi posti di lavoro (0,3%), spingerà l'innovazione e darà sicurezza energetica".
Cosi' Berlusconi: "gli impegni che l'Unione Europea si era data sotto presidenza tedesca oggi si confrontano con una crisi nella quale siamo. Non crediamo che questo sia il momento per andare avanti da soli e fare i don Chisciotte". Figurarsi se tocca a noi dare il buon esempio, piuttosto che muovere un dito preferiamo guardare la barca affondare. Ancora piu' esplicito Schifani: "Consapevole del pericolo che incombe sull'economia reale l'Europa trovi una sintesi su temi altrettanto importanti, come quello della tutela dell'ambiente, ma sicuramente meno emergenziali rispetto alla crisi finanziaria e al rischio di recessione". Forse Schifani non si e' mai domandato se sia nato prima l'uovo e la gallina, forse nella sua proverbiale capacita' di pensare a lungo termine il nostro governo non ha ancora pensato al fatto che intervenire sugli effetti senza minimamente riflettere (e intervenire!) sulle cause della crisi non serve solamente a sprecare risorse e denaro. O forse sono gli unici al mondo a non vedere nella crisi energetica e ambientale uno dei motivi trainanti della crisi finanziaria in corso? E poi, vuoi mettere la soddisfazione di morire senz'acqua ma pieni di dollari?

mercoledì 3 settembre 2008

Sulla stessa barca

Certo che visti da quassu' ci accorgiamo davvero di essere tutti sulla stessa barca, decisamente alla deriva. E che sarebbe ora di smettere di pensare solo al proprio orticello, e a come farlo piu' rigoglioso usando l'erba del vicino. Per vedere se riusciamo in extremis ad evitare l'affondamento, insieme.


L'immagine e' stata scattate dalle camere della sonda Deep Impact, atterrata nel 2005 sulla cometa Temple 1, a 50 milioni di km dalal Terra. Quelli sopra sono 4 fotogrammi dall'impressionante video (combinazione di riprese ottiche e infrarosse) che mostra il passaggio della Luna davanti alla Terra, e in cui sono visibili oceani, continenti e nuvoloni.

giovedì 22 maggio 2008

Nucleare


Scajola promette nuove centrali nucleari entro cinque anni. Lasciamo da parte i rischi in caso di perdite, che mettiamo da parte per il momento anche se fu proprio il disastro di Chernobyl a guidare l'opinione pubblica e a bloccare il nucleare in Italia dopo il referendum. Comunque sia pare che ci vogliano almeno 12 anni per avere queste centrali funzionanti. Rimangono poi due miti da sfatare:

  • L'energia nucleare non e' a emissione zero. Restano un sacco di scorie difficilissime da smaltire. In realta' impossibili da smaltire: mi sembra di capire che servono almeno 20000 anni prima che raggiungano un livello di radioattivita' non pericoloso.
  • L'energia nucleare non e' rinnovabile: anzi, siamo ormai prossimi al picco dell'uranio, cosi' come a quello del petrolio. Tra pochi anni (30-40) costera' cosi' tanto estrarre l'Uranio che non sara' piu' conveniente. Anzi, pare che il picco sia stato raggiunto gia' anni fa, ma l'uso delle testate nucleare dell'ex URSS riciclate come combustibile nucleare ha mascherato l'effetto. In pratica stiamo per costruire delle centrali impossibili da smaltire e che sono destinate a rimanere senza carburante dopo 5-10 anni.
Da un articolo di Ugo Bardi, dell'Universita' di Firenze (quello che ha le pipistrelliere alle finestre per mangiare le zanzare):
E' ancora possibile produrre abbastanza uranio per mantenere attivi i reattori esistenti, che possono supplire in parte al declino dei combustibili fossili. Tuttavia, mantenere la produzione, o anche espanderla con nuove centrali, è destinato a costare sempre più caro. Ne consegue che l'energia nucleare non potrà mantenere la promessa che aveva fatto negli anni '50 e '60, ovvero produrre energia talmente abbondante e a buon mercato che "non sarebbe valsa nemmeno la pena di farla pagare agli utenti". Tanto vale prenderne atto e non farsi troppe illusioni che il nucleare per magia ci risolva tutti i problemi.

In pratica, se anche fu un errore fermare il nucleare nel referendum dell'1987 ricominciare ora non ha molto senso. Siamo sull'orlo di una crisi energetica mai vista con la crisi dei combustibili fossili, e continuiamo tranquillamente a suonare mentre la nave affonda. E domani, su questi temi, inizia Terrafutura alla fortezza da Basso di Firenze.

venerdì 14 marzo 2008

Scialo




Da oggi si va a metano...

lunedì 3 marzo 2008

Il programma


Finita la composizione delle liste con abbondante spargimento di sangue e di cerchiobottismo (almeno abbiamo Gianni Cuperlo e Rosy in Toscana, ma anche Achille Serra al Senato), ho avuto finalmente il tempo di leggere con attenzione il programma integrale del PD. Confermo subito che mi sembra tutto tranne che uguale a quello del Pdl, come si affannano a ripetere da ogni lato. E non solo perche' quello delle destre e' il solito libro dei sogni con 85 miliardi di costi da destinare ai soliti, quelli che ne hanno meno bisogno ma si possono permettere di lamentarsi: sono agli antipodi soprattuto in tema di lavoro, flexicurity, misure di ammortizzazione della precarieta', etica pubblica, giustizia e sconti fiscali. Mentre la destra taglia l'ICI ai ricchi (gli altri sono gia' esenti) e propone il precariato selvaggio come unico strumento di contrasto della disoccupazione, il PD propone misure convincenti per i giovani e i piu' svantaggiati. Dallo spot dello stipendio minimo, al lavoro flessibile che sia piu' caro per le imprese di quello "tradizionale", e varie misure a favore del lavoro dipendente e i piu' svantaggiati (disabili, asili nido, congedi parentali, affitti). Bene anche la forte sottilineatura dell'importanza del merito e della valutazione del lavoro di istituti pubblici e pubblica amministrazione, l'aumento della concorrenza e delle liberalizzazioni sulla strada tracciata da Bersani. Ottima soprattutto la parte riguardante l'ambientalismo del fare: si parla finalmente non di crescita a tutti i costi, vista finora come un bene assoluto, ma di ridurre i consumi e di energie rinnovabili, pur lavorando alle infrastrutture necessarie anche per ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse. Dai pendolari alle reti europee di alta velocita'. Si parla poi esplicitamente di difesa della 194, testamento biologico e riconoscimento delle unioni di fatto.
Mi lasciano invece molto perplesso le parti rigurdanti politica estera da un lato, e Universita' e ricerca dall'altro. Per la ricerca infatti non si individuano ne' problemi ne' soluzioni, avanzando solo proposte generiche o destinate a non incidere nel disastro attuale. Niente che miri a una normalizzazione e una progettazione delle assunzioni, aumento dell'investimento soprattutto privato attualmente inesistente in Italia, individuazione di obiettivi e settori strategici: addirittura un pochino meglio, solo a questo riguardo, perfino l'UDC. La ricetta invece contro le baronie Universitarie e' identificato praticamente nella autonomia indiscriminata degli atenei, persino sulle rette per gli studenti. Sistema che finora si e' rivelato in Italia solo un proliferare di corsi truffa piu' o meno incredibili, a scapito senz'altro della qualita' dell'insegnamento. Per la politica estera si punta invece forte su "uno strumento militare che consenta di assicurare un'adeguato difesa del territorio nazionale e svolgere il ruolo da protagonista che le compete nelle alleanze internazionali". Agli ovvi problemi che una frase del genere propone risponde assai meglio di me Carlo Gubitosa su Peacelink: e' quanto mai urgente rompere con le logiche della forza e della violenza, e portare avanti vere politiche di pace e di risoluzione non-violenta dei conflitti soprattutto in ambito internazionale. Basta sfogliare un attimo il bilancio della spesa militare italiana per scoprire tanti soldi che potrebbero essere spesi meglio per un vero sviluppo pacifico e umano. Si parla poi di importanza centrale dell'Europa, ma non di una vera Europa dei cittadini e non piu' soltanto dei mercati, di una vera Costituzione fatta e pensata per garantire a tutti gli Europei uguali tutele e diritti.
Restano poi altri punti appena sfiorati, quasi di passaggio, come il conflitto di interesse e le leggi vergogna in ambito di riforma della giustizia. E altri punti urgentissimi e drammatici sono colpevolemnte trascurati (come del resto da Sinistra critica e Arcobaleno): ma non c'e' qualcuno che si preoccupi di come abbattare il debito pubblico, che ci strangola ogni anni in 70 miliardi di interesse all'anno, e che semplicemente spostiamo continuamente sulle spalle di chi verra' dopo di noi? Sara' compito di quei giovani tanto pubblicizzati portare questo e altri temi chiave della questione generazionale, come la politica previdenziale attualmente insostenibile, al centro del dibattito politico. Si e' poi troppo timidi con gli ordini professionali, privilegi di categoria ormai odiosi e insostenibili (basti pensare ai notai), nessun accenno ad una tassazione decente delle rendite finanziarie che si succhiano la maggior parte dei ricavi mondiali senza produrre ne' generare beni, benessere diffuso e ricchezza concreta. E' la che bisogna colpire per liberare risorse da investire per i piu' deboli.
Si puo' e si deve fare di piu'. Se vogliamo cambiare l'Italia dobbiamo andare piu' in profondita' nei cancri e nei muri di gomma che pesano sull'inerzia al cambiamento del nostro paese. Eppure sono ottimista, e penso che non si poteva comunque sperare di portare in fondo la rimonta, che oggi appare almeno possibile, affondando troppo la lama in un paese storicamente cosi' poco incline al cambiamento e alla novita'. Sono ottimista e voglio guardare al linguaggio nuovo che il PD ha portato sulla scena politica, ai giovani e alle donne a cui a dato fiducia tra mille polemiche, al peso dato all'etica e al codice morale per i propri candidati, che ha costretto tutti gli altri a inseguire sullo stesso terreno anche se non potevano permetterselo. E allora partiamo pure disel. Basiamoci su alcuni nodi chiave, come la precarita', gli stipendi da fame del lavoro dipendente, l'ambientalismo del fare e cominciamo da la' a plasmare un'Italia diversa.
Ma non solo a parole e promesse elettorali. Sfruttiamo davvero l'agilita' e la liberta' del correre da soli: presentiamo prima delle elezioni 12 disegni di legge per ognuno dei 12 punti del programma. Presentiamo la lista dei 12 ministri che saranno chiamati a guidare il paese in questo momento delicatissimo. Passiamo dalle parole e dalle promesse da campagna elettorale ai fatti, e convinciamo gli ultimi indecisi che questo e' l'unico progetto serio per cambiare il Paese. Per vincere e farlo davvero. Si puo' fare. Si deve.

giovedì 6 dicembre 2007

Natale a basso consumo


Bella iniziativa nella mia terra natia. Mi dicono da Firenze che sta arrivando a 900000 famiglie del Toscane una strenna natalizia a basso consumo. Si tratta del progetto P.I.L.A., Progetto Integrato Luce Acqua Ambiente, realizzato da Acea, Acque Publiacque, in collaborazione con tre importanti associazioni di volontariato (Anpas, Avis e Misericrodie) e patrocinato dalla regione Toscana. Il pacco contiene un kit composto da lampadine a basso consumo energetico e frangigetto da applicare ai rubinetti di casa per ottenere un risparmio di acqua ed energia. L’idea e' ovviamente diffondere la cultura del risparmio idrico ed energetico anche attraverso pratiche semplici ed alla portata di tutti, quali, appunto, l’uso delle lampadine a basso consumo ed il frangigetto, garantendo un guadagno non solo ambientale ma anche monetario. Il kit garantisce un risparmio complessivo annuale stimato in circa 50 euro a famiglia, corrispondenti a un risparmio energetico globale intorno a 520.000 tonnellate equivalenti di petrolio. Due gesti semplici, la sostituzione delle usuali lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo e l'inserimento del frangiflutti nei rubinetti e nella doccia (che mescola aria all'acqua aumentandone la pressione a parita' di flusso) che possono portare una concreta diminuzione dei consumi di energia elettrica e delle risorsa idrica. Con il frangigetto, si taglia l´acqua consumata in casa, senza pesanti differenze di utilizzo: invece di 50 litri d'acqua per una doccia se ne consuma un terzo. Un risparmio per le tasche e per l'ambiente. Come sempre, almeno il portafoglio ci fa sentire stupido lo spreco.

domenica 28 ottobre 2007

Un'aria diversa e' possibile

Blog Action Day in clamoroso ritardo. Dedicato a chi pedala ogni giorno per andare a lavorare, con la neve o nei vialoni fitti di macchine a rischio della vita, a Paolo e i "Barcollo ma non mollo", al Foca che ci ha rimesso lo scalpo.



E domani sono a una conferenza al Castello di Ringberg, il posto piu' spettrale della Baviera, specialmente con questo tempo grigio da tempesta. Sopravvivero' alla settimana rinchiuso con solo astronomi e soprattutto alla notte di Halloween in un posto del genere?

lunedì 27 agosto 2007

L'ambiente e il portafogli


E' in corso a Vienna una conferenza ONU sui cambiamenti climatici. Mai come in questa torrida estate piu' di attualita'. Un rapporto che verra' presentato da l'Unfcc, la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, spiega come investire nella difesa del clima costa molto meno che non farlo. Nei prossimi 25 anni, infatti, andrebbero spesi oltre 220 miliardi di dollari l'anno per ridurre le emissioni di gas serra. Ovvero un investimento pari allo 0.3-0.5% del prodotto mondiale lordo. Probabilmente una cifra troppo alta specialmente per quelli il cui "tenore di vita non e' negoziabile", come tenne a precisare qualche tempo fa il presidente americano Bush, e che non hanno aderito al protocollo di Kyoto.

Eppure bisognera' considerare bene quanto costerà non spenderla: i costi in mancanza di efficaci politiche ambientali, sempre secondo il rapporto, raggiungeranno infatti il 5-20% del prodotto mondiale lordo, ovvero 40 volte la stima prevista per rientrare nei limiti di Kyoto, nel corso degli stessi 25 anni.

Vedremo se almeno il portafoglio servira' a smuovere le coscienze. Magari un aiuto lo dara', in fondo in molti cerchiamo di risparmiare acqua, gas e elettricita' per non avere brutte sorprese in bolletta, oltre che per preservare le risorse. Seppure la miopia e' un difetto sempre piu' comune. Dev'essere colpa del caldo.

giovedì 26 aprile 2007

La prova definitiva del global warming

Direi che l'immagine e' inconfutabile. Tra l'altro, tra lo scioglimento dei ghiacci e l'estinzione dei mammut, il rientro a Monaco e' stato drammatico: caldo estivo (a fine aprile) che pensavo di aver sbagliato e di essere sceso ad AbuDabi, Khartoum, o giu' di la'. Dopo la sosta in istituto, passo finalmente a casa dove la mia pianta stara' boccheggiando dopo 10 giorni di abbandono. Spero di essere ancora in tempo.