Non voto-Pride
«Non vado a votare e ne sono orgoglioso». Lo ha detto Beppe Grillo a Napoli nel corso del "monnezza day": «Mi sento umiliato perchè non si può scegliere un partito, non si può esprimere una preferenza e non si può scegliere un programma perchè sono uguali: Veltroni e Berlusconi vogliono le stesse cose». Premesso che ancora la destra non ha presentato un programma, dalle idee confuse della Brambilla l'altra sera a Ballaro' mi sembra che le proposte siano tutto tranne che le stesse. La destra offre come ricetta universale detassare le imprese e gli autonomi per produrre "ricchezza" (per chi?), che dovrebbe poi magicamente risolvere a cascata anche i problemi dei dipendenti, quelli che davvero non arrivano a fine mese. Esattamente l'opposto della strada tracciata dai 12 punti, per non parlare di temi neppure trattati dal Pdl come ambientalismo, scuola, giustizia, spesa pubblica. Anche il confronto tra i programmi dei due schieramenti sul blog di Grillo non sta in piedi, infarcito di qualunquismo e illazioni. Solo qualche esempio, lasciando da parte le cose piu' assurde, come il conflitto di interessi che "Topo Gigio" non vuole risolvere, mentre vorrebbe un governo formato da Gianni Letta (!?): "Lo psiconano vuole tenersi tre televisioni e fare politica / Topo Gigio vuole che lo psiconano si tenga tre televisioni e continui a fare politica. Lo psiconano non vuole rispettare le sentenze europee e mandare Rete 4 sul satellite / Topo Gigio non vuole rispettare le sentenze europee e mandare Rete 4 sul satellite". Falso. La legge Gentiloni sul riordino radiotelevisivo era gia' pronta dallo scorso governo e verra' riproposta. Non solo, uno dei punti del programma e' il superamento del duopolo TV. " Lo psiconano vuol fare un governo di larghe intese dopo le elezioni / Topo Gigio vuol fare un governo di larghe intese dopo le elezioni": Falso. "Lo psiconano vuole fare le nuova legge elettorale con Topo Gigio / Topo Gigio vuol fare la nuova legge elettorale con lo psiconano". Falso al contrario, stavolta e' lo psiconano che non l'ha voluta fare. Ma come sempre e' piu' facile sputare sentenze che riconoscere le cose buone e dar loro spazio. E' piu' facile lamentarsi sempre che rimboccarsi le maniche. Peccato che non andando a votare si perda anche il diritto di lamentarsi, perche' ci si rifa' alla decisione della maggioranza, e a quel punto ci deve andare bene comunque. E si perde anche il diritto di reclamare le promesse fatte, perche' si e' firmata una cambiale in bianco. In Italia fino al 1880 aveva diritto di voto solo il 2% della popolazione. Fino al 1909 il 7%. Nel 1913 ebbe diritto di voto il 23%, il suffragio universale e' solo del '46. Eppure dopo una conquista di tale portata c'e' chi vuole stracciare la scheda elettorale, perche' tutto fa schifo. Scriveva Don Milani nel 1965, nella famosa lettera ai gudici: " [...] Posso solo dire che [i giovani] dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero [...]". E allora ben vengano le piazze gremite a reclamare sacrosanti diritti, ben vengano le liste civiche dei "grillini". Ben vengano le leve per sollevare lo status quo. Ma il qualunquismo dei sono tutti uguali e del non voto lasciamolo stare, per favore: se Grillo non si sente rappresentato da nessuno, si candidi. Se e' davvero piu' bravo degli altri un millesimo di quello che crede sarebbe una benedizione per l'Italia. Alla peggio un bagno di umilta' per lui.
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