venerdì 29 aprile 2011

Cattive leggi, scritte male


«Devono essere immediatamente scarcerati gli extracomunitari clandestini che sono stati arrestati in flagranza, per violazione dell’articolo 14 comma 5 della legge sull’immigrazione 285/98 così come modificata nel 2009 dal cosiddetto pacchetto-sicurezza» . Si tratta — secondo un calcolo empirico fatto dal giudice — nella sola Milano, di tre quattro persone al giorno, una ventina a settimana e quindi circa un migliaio l’anno. E i processi? «Devono essere tutti chiusi con formule assolutorie»

Una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha restituito la libertà a un cittadino tunisino di nome Hassen El Dridi condannato a un anno di reclusione in base al nuovo reato di clandestinita' inventato dal Governo Italiano e ha cancellato quella stessa legge con effetto immediato. A luglio del 2010 la Corte Costituzionale aveva gia' dichiarato illegittima l’aggravante di clandestinità.

lunedì 25 aprile 2011

25 Aprile 2011



Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

P. Calamandrei

domenica 24 aprile 2011

Pasqua 2011

[...] Prendo spunto, questa notte, da quello che mi ha scritto un amico al quale è da poco nato il secondo figlio: non basta amarlo, questo bambino; occorre lottare perché possa davvero vivere in un mondo più bello. Un mondo nel quale si smetta una buona volta di acconsentire ogni giorno all’egoismo dei benpensanti, beati soltanto delle proprie ricchezze, si dica “basta” alla volgarità e alla stoltezza degli uomini di potere privi ormai di ogni decenza, si smetta di accettare passivamente la quotidiana banalità del male, che inghiotte gli uomini più deboli e più poveri in una tragedia dietro l’altra senza sosta, nell’indifferenza di tutti. Un mondo che sia davvero umano.
La Pasqua è credere che in questo buio del mondo, sull’orlo dell’abisso, è ancora possibile sperare; la luce è ancora accesa, nella notte. E’ possibile essere liberi perché è possibile amare. Ed è possibile amare perché Cristo è risorto e ha liberato il mondo dalla paura della morte che ci schiaccia e che ci impedisce di vivere e di amare. Andate, dunque, e portate ai discepoli questo annuncio: Lui è davvero risorto...
E ancora: Gesù ci precede in Galilea, ovvero sta davanti a noi, ci chiama a camminare verso di lui, come comunità di cristiani, anche in questa piccola parrocchia. Noi non siamo né migliori né peggiori di altri; solo una comunità cristiana che prova a credere che il Signore è sempre davanti a noi. Ogni Pasqua può così diventare una tappa in questa grande avventura della vita, verso un mondo reso libero per amare.


Don Luca, Pasqua 2011

giovedì 21 aprile 2011

Il ministro senza vergogna e senza portafoglio

Copio e incollo dal blog di Marco Cattaneo l'incredibile presa per il culo dei progetti bandiera che avrebbero "l’obiettivo di allineare la spesa italiana per la Ricerca alla media europea".... vorei poter pagare il mutuo con la stessa tecnica del ministro, ovvero senza mettere un centesimo. Come al solito dietro il presunto riallineamento ai parametri europei si nasconde l'ennisimo taglio al finanziamento ordinario alla ricerca.

Martedì, a Ballarò, il ministro Mariastella Gelmini ha vantato – di passaggio – l’approvazione del Piano Nazionale della Ricerca “che prevede un miliardo e quattrocento milioni di euro da spendere nei prossimi tre anni”.
Il PNR 2011-2013, in effetti, era stato presentato il giorno prima, con due tavole rotonde dalla composizione almeno in parte imbarazzante. 


invito 19 Aprile PNR_Pagina_2

Al di là della presenza dei presidenti dei maggiori enti pubblici di ricerca (che dovrebbe essere un’ovvietà, ma non c’è da scommetterci), brillano per competenza l’introduzione di Maurizio Gasparri e la moderazione delle tavole rotonde, affidata a Bruno Vespa, capace di passare con la consueta eleganza dall’epigenomica alla comunicazione con l’Aldilà (per chi si fosse perso il tema della puntata di Porta a Porta di ieri).
So che era presente qualche collega della stampa, ma noi non siamo stati invitati. E, data la parata di premi Nobel, c’è quasi da vantarsene.
Allora, per curiosità, siamo andati a vedercelo il Programma Nazionale della Ricerca sbandierato dal Ministro come un’azione che avrebbe “l’obiettivo di allineare la spesa italiana per la Ricerca alla media europea, mediante la realizzazione delle Azioni previste e dei Progetti Bandiera identificati con il contributo della comunità scientifica ed imprenditoriale” (lo si legge a pagina 76; il PDF potete scaricarlo qui).
E qui ci è venuto un primo sospetto. I 14 Progetti Bandiera (da pagina 82 in poi) assommano a 1772 milioni di euro (1,77 miliardi, a beneficio del ministro) in tre anni o più, e , come la signora Gelmini ha sottolineato davanti alle telecamere, si parla di 1,4 miliardi da spendere in tre anni. Questa cifra è pari, complessivamente, all’1 per mille del PIL 2010, che diviso per tre anni fa 0,33 per mille all’anno. E come farebbe, di grazia, ad “allineare la spesa italiana per la ricerca alla media europea”?
Ma questo è niente. Se si vanno a leggere i dettagli del finanziamento dei singoli Progetti Bandiera, si fanno scoperte istruttive. La quasi totalità dei fondi, infatti, proviene dal FOE, il Fondo ordinario per il finanziamento degli enti e istituzioni di ricerca, oppure dallo stanziamento ordinario dell’ASI, l’Agenzia spaziale italiana. Insomma, se mai si faranno i Progetti Bandiera, non ci sarà un centesimo in più, per la ricerca, saranno semplicemente privilegiati a danno di tutti gli altri progetti di ricerca, cui verranno sottratti i fondi provenienti dal fondo ordinario.
Di fatto, il PNR si configura così come una plateale ingerenza nelle scelte degli enti di ricerca, in barba all’autonomia sancita per legge e caldamente suggerita dal buon senso a chi con fatica è riuscito a terminare il suo curriculum di studi.
Non crederete che sia finita qui, vero? A pagina 74 del notevole documento (notevole se non altro per il bassissimo rapporto contenuti/numero di pagine) prodotto dal ministro e sottoscritto dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, c’è una tabellina illuminante. Che spiega a che fondi il ministro e le Sorelle Bandiera, pardon i Progetti, dovrebbero attingere.
806 milioni di euro, si vede, saranno sottratti al Fondo ordinario. Complessivamente il 15 per cento del totale. E se considerate che nel fondo sono compresi i salari dei ricercatori e degli altri dipendenti… Avete scommesso? Risposta esatta, non avanzano che le briciole. Ovvero, l’approvazione dei Progetti Bandiera cancella di fatto tutti gli altri progetti di ricerca degli enti pubblici italiani.
268 milioni verranno dai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale, retrocessi a tavolino in serie B.
Poi ci sono un sacco di altri fondi, ma sono sulla carta e lì resteranno, potete scommetterci. Per esempio i quasi 3 miliardi dei PON. I PON sono fondi europei, e non si possono usare per quello che ci pare. Mentre nei FAR, guarda che caso, ci sono fondi per le aree depresse. Il resto sono spiccioli…

Insomma, dietro l’altisonante Programma Nazionale della Ricerca 2011-2013 non c’è un centesimo, se non quelli spesi per stamparlo e presentarlo.
Come dimostrano i Progetti di Interesse, illustrati da pagina 89 in poi, che brillano per chiarezza espositiva e per trasparenza economica: la copertura finanziaria è, secondo i casi, “da definire” o “da individuare”.

Poi, nel Programma Nazionale della Ricerca (le maiuscole non sono mie), oltre a mancare i quattrini, è assente ingiustificata anche la trasparenza. Il ministero, alla pagina web dove si può scaricare il file PDF, sostiene che il PNR sia “l’esito di una ampia consultazione che ha coinvolto la comunità scientifica e accademica, le forze economiche, la rappresentanza della Conferenza Stato Regioni e dell’Osservatorio sulle politiche regionali per la ricerca e l’innovazione, nonché tutte le Amministrazioni dello Stato competenti per materia”.
Ma non dice chi. Chi, come, dove, su quali basi. Quando si approvano progetti di ricerca di portata multimilionaria, come i nostri Progetti Bandiera, nel resto del mondo si istituiscono commissioni che studiano il progetto, la fattibilità, i tempi, e pure i costi, perché il denaro pubblico non vada sprecato. Perché può darsi che io preveda di spendere 10 per un progetto per cui potrei spendere 8. O magari invece 12, e allora bisogna essere pronti a trovare anche gli altri due euro. Per questo qualcun altro è incaricato della revisione e della valutazione.
Qui, invece, va diversamente. Non mi risulta che siano stati consultati né l’Anvur né il Civr, ossia i due organismi che dovrebbero valutare la ricerca. E non sono stati consultati per una ragione semplicissima. Perché non esistono: la prima non si è ancora insediata, mentre il secondo è stato sciolto, in attesa che si insedi la prima.
Una nota penosa: l’ultima valutazione della ricerca italiana risale al triennio 2001-2003.

Tutto questo sarebbe sufficiente a far vergognare un qualsiasi ministro europeo della ricerca. Tranne il nostro.

P.S. Il PNR è stato presentato e approvato nel silenzio indifferente o colpevole dei mezzi di informazione. Eppure si sta parlando del futuro del paese. O forse sono io che mi illudo.

martedì 12 aprile 2011

Gagarin

Cinquant'anni fa, il 12 Aprile 1961, un uomo per la prima volta guardava la terra da fuori. Jurij Alekseevič Gagarin, metalmeccanico e pilota di 27 anni,  alle ore 9.07 di Mosca parti' all'interno della navicella Vostok 1 (Oriente 1) comunicando via radio la celebre frase поехали! (pojechali - "siamo partiti"). Compì un'intera orbita attorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima di 302 km viaggiando a una velocità di 27.400 km/h. Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, comunicò alla base che "la Terra è blu [...] Che meraviglia. È incredibile". L'altra frase famosa, "Non vedo nessun Dio quassu'" gli fu messa in bocca dalla propaganda Russa. Dopo 88 minuti di volo,  alle 10.20 ora di Mosca, la navicella atterro' in un campo vicino alla città di Takhtarova, mentre Gagarin espulso in volo veniva paracadutato a terra. Fu accolto da due contadini come un nemico arrivato dallo spazio, ma una volta riconosciuto dopo aver mostrato i documenti fu accolto come un eroe in Russia e nel mondo (e a ragione, visto che prima di lui avevano viaggiato solo una cagnetta e dei manichini), apri' la strada alla conquista dello spazio e alla corsa alla luna tra USA e URSS: dopo la batosta dello Sputnik e della Vostok, gli americani si rifecero con la conquista del nostro satellite.  Io me lo ricordo soprattutto per un vecchio libro degli anni '60 che avevo da piccolo sui razzi e i satelliti, dove campeggiava la foto qui accanto dell'intrepido Russo pronto al balzo verso l'ignoto...