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martedì 12 aprile 2011

Gagarin

Cinquant'anni fa, il 12 Aprile 1961, un uomo per la prima volta guardava la terra da fuori. Jurij Alekseevič Gagarin, metalmeccanico e pilota di 27 anni,  alle ore 9.07 di Mosca parti' all'interno della navicella Vostok 1 (Oriente 1) comunicando via radio la celebre frase поехали! (pojechali - "siamo partiti"). Compì un'intera orbita attorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima di 302 km viaggiando a una velocità di 27.400 km/h. Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, comunicò alla base che "la Terra è blu [...] Che meraviglia. È incredibile". L'altra frase famosa, "Non vedo nessun Dio quassu'" gli fu messa in bocca dalla propaganda Russa. Dopo 88 minuti di volo,  alle 10.20 ora di Mosca, la navicella atterro' in un campo vicino alla città di Takhtarova, mentre Gagarin espulso in volo veniva paracadutato a terra. Fu accolto da due contadini come un nemico arrivato dallo spazio, ma una volta riconosciuto dopo aver mostrato i documenti fu accolto come un eroe in Russia e nel mondo (e a ragione, visto che prima di lui avevano viaggiato solo una cagnetta e dei manichini), apri' la strada alla conquista dello spazio e alla corsa alla luna tra USA e URSS: dopo la batosta dello Sputnik e della Vostok, gli americani si rifecero con la conquista del nostro satellite.  Io me lo ricordo soprattutto per un vecchio libro degli anni '60 che avevo da piccolo sui razzi e i satelliti, dove campeggiava la foto qui accanto dell'intrepido Russo pronto al balzo verso l'ignoto...

giovedì 17 marzo 2011

150

giovedì 6 maggio 2010

Eh!

Un anno dopo...



... auguri Leo!

E per dirla come diresti tu, "Eh!"

(Il disegno e' di Philip Waechter, Papa' passo a passo)

venerdì 12 febbraio 2010

Dialogo e idee


30 anni fa, il 12 Febbraio 1980, nell'atrio dell'Universita' La Sapienza fu ucciso dalle BR Vittorio Bachelet. Rosy Bindi, accanto a lui al momento dell'agguato, ama ripetere che Vittorio "è stato soprattutto un uomo di dialogo. Non rinunciava alle sue idee, ma le aveva talmente forti da potersi permettere il confronto con tutti". Ha mostrato quale sia la strada giusta per l'impegno dei cristiani in politica, cosi' diversa da quella urlata e fatta di contrapposizioni degli atei devoti di oggi. Sul suo blog Rosy Bindi ne ricorda la lezione cosi':

[...] Siamo ancora immersi nelle contraddizioni di una democrazia bloccata e incompiuta, sulla Costituzione ci si interroga non per attuarla, ma per modificarla nel suo impianto fondamentale. La società è investita da profonde lacerazioni e disuguaglianze e sembra rifiutare ogni offerta culturale e politica per essere più giusta, solidale e inclusiva. Ancora ci sfidano la povertà e la guerra. Ma ai cristiani non è chiesto di stare alla finestra, con uno sguardo di estraneità o peggio di diffidenza verso il mondo. Ci è chiesto, come ripeteva spesso Bachelet, «di saper vedere i segni dei tempi e saperli giudicare alla luce della fede. L'atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento. L'ottimismo con cui possiamo guardare alla vicenda umana è l'ottimismo della redenzione, cioè della croce e della resurrezione. E un atteggiamento che consente di guardare con amore capace di ogni accoglienza alla realtà umana è quello penetrante e libero dello spirito delle Beatitudini»

Qui un'intervista al figlio Giovanni per il Tg2, e qui un suo ricordo del papa'.

mercoledì 20 gennaio 2010

19 gennaio


Ieri tutta l'Italia che conta, quella che va in TV a spaleggiare il Sultano e i suoi tentativi di impunita', ricordava "Bottino" Craxi a 10 anni dalla morte. A questi si e' aggiunto anche un incredibile Capo dello Stato, che ci spiega come Craxi "pago' con una durezza senza uguali". Peccato che sia morto latitante e non si sia fatto neppure un giorno di carcer. Qualcuno almeno ricorda che piu' che Craxi, ieri il Presidente della Repubblica avrebbe fatto meglio a commemorare un martire della legalita' e della democrazia: il 19 gennaio 1940, esattamente 70 anni fa, nasceva infatti a Palermo nel rione popolare della Kalsa Paolo Borsellino.


martedì 22 dicembre 2009

L'ultimo '89


Per l'Europa il simbolo condiviso di quanto avvenne nel 1989 è la caduta del muro di Berlino, nel novembre di quell'anno. In Romania però i cambiamenti arrivarono con più di un mese di ritardo, con quella che è stata poi definita la “rivoluzione” del dicembre 1989. A Timişoara le manifestazioni e gli scontri contro il regime di Ceauşescu iniziarono il 16 dicembre. Da quel momento tutto successe molto in fretta. Troppo in fretta per qualcuno, in un susseguirsi di avvenimenti mai del tutto chiariti e probabilmente pilotati dai servizi segreti. Il 22 dicembre, 20 anni fa esatti, Ceauşescu scappò da Bucarest, per essere catturato, processato in una scuola elementare e subito fucilato con la moglie il giorno di Natale.
Quando crolla l'ultimo bastione della cortina di ferro, quello che resta della Romania sembra un mondo di altri tempi, governato per decenni da un vampiro come il leggendario Dracula. Di Bucarest s’erano perse le tracce, da quando negli anni Sessanta e Settanta Ceausescu veniva lodato e riempito di crediti da tutti i solerti leader occidentali, Nixon in testa, che scambiavano la sua politica opportunistica per un coraggioso percorso autonomo da Mosca. Sotto gli interessi e i miraggi, il comunismo rumeno era degenerato in un sultanato, in mano a una coppia i cui capricci decidevano le sorti dello stato. Nicolae ed Elena, lui il «Conducător», «il Genio dei Carpazi» e «il Danubio del pensiero», lei «la fiaccola del partito» e «la saggia di grande nomea», per usare appellativi, fra i più sobri, con cui venivano celebrati dai poeti di corte. Avevano inventato «il socialismo in una sola famiglia», parenti ovunque a presidiare i cardini di un sistema di potere che aveva stremato il paese oltre ogni limite di immaginazione. Niente riscaldamento nelle case, niente cibo nei negozi, salari di fame, esportazione di tutte le materie prime nel tentativo di ripianare l'enorme debito estero, controllo ossessivo su tutta la popolazione: la Securitate non aveva nulla da invidiare alla Stasi, con un agente in ogni condominio. Anche il possesso di una macchina da scrivere doveva essere registrato negli archivi.
Anni dopo la caduta del regime, nel 1995, ebbi l'occasione di lavorare per un paio di intense settimane in quello che restava (dopo il completo restyling di un gruppo incredibile di suore di Madre Teresa) di uno dei piu' vergognosi lasciti del regime, le migliaia di orfanotrofi-lager, bacino per i reclutatori della polizia politica e risultato della folle politica demografica del regime che costringeva ogni donna a partorire almeno 4 figli. Dove i bambini venivano tenuti richiusi in celle di pochi metri quadrati con il pavimento in discesa, per meglio raccogliere nello scarico al centro della stanza avanzi di cibo digeriti e non e sudiciume vario, in modo da selezionare i piu' coriacei per le operazioni della Securitate. E all'epoca i carri a cavallo nelle strade di periferia, territorio di branchi di cani randagi, erano ancora in numero simile alle utilitarie Dacia di fabbicazione locale con vecchie catene di montaggio Volkswagen.
Segnalo un bel reportage di Paolo Rumiz su Repubblica di oggi (che purtroppo non ho trovato in rete), sulla Romania a 20 anni dall'anniversario della fuga del dittatore. Tra l'indifferenza dei giovani, la rimozione degli anziani e le piccole e grandi manie del padre padrone come il guardaroba sterminato conservato nel piu' grande edificio del mondo dopo il Pentagono, il palazzo "Casa del Popolo" che si era fatto costruire nel megalomane piano di ristrutturazione della citta' che ricostrui' piu' di un quinto di Bucarest. Buona lettura.

giovedì 3 dicembre 2009

Bhopal, 25 anni


Alcune centinaia di persone hanno manifestato oggi a Bhopal chiedendo giustizia per le vittime dell’incidente avvenuto esattamente venticinque anni fa allo stabilimento chimico della Union Carbide. Il 3 dicembre 1984, nonostante l’allarme già lanciato da alcuni abitanti della zona, dallo stabilimento fuoriuscirono 42 di tonnellate di isocianato di metile che uccise migliaia di abitanti delle baraccopoli vicina. Sul numero delle vittime, però, non c’è certezza. Il governo ha fissato la cifra ufficiale a tremila, ma secondo alcune organizzazioni umanitarie potrebbero essere anche ventimila. Senza contare le altre 570mila persone hanno sofferto danni gravi e irreparabili per la salute. L’inchiesta iniziale ha evidenziato delle carenze nelle misure di sicurezza, ma la Union Carbide ha messo rapidamente tutto a tacere pagando al governo indiano un risarcimento di 470 milioni di dollari, che dovevano essere versati alle vittime e alle loro famiglie. Soluzione che il Governo indiano ha accettato per paura dei contraccolpi che i maggiori investitori stranieri avrebbero potuto provocare sull’economia indiana. Il risarcimento era pero' pensato basandosi sulle tremila vittime ufficiali e in dollari, con un cambio dollaro-rupia fissato al valore del 1989. L’ultimo assegno, però, è stato staccato nel 2004, quando il cambio era ben diverso.
Dopo venticinque anni, la strage non è finita. Ogni giorno circa 6000 persone contaminate dai gas tossici si fanno visitare negli ospedali appositamente costruiti a Bhopal, con 2 milioni di pazienti all’anno. Nei locali della fabbrica, mai bonificati, ancora oggi vengono rinvenuti migliaia di chili di residui tossici: le acque sotterranee avvelenano ancora la gente, così tutto ciò che produce la terra. Tracce di sostanze chimiche tossiche vengono ancora trovate nel latte materno.
A livello giudiziario, una volta versata la somma, nessuno ha pagato. L’ex amministratore delegato dell’industria, Warren Anderson, è stato chiamato in giudizio (l’ultima volta, di nuovo, nel luglio di quest’anno), ma gli Stati Uniti ne hanno negato l’estradizione e ora è un benestante pensionato, latitante tra Manhattan e la Florida.
Cosi' Marco Paolini per Report ricorda la tragedia qualche anno fa:

martedì 29 settembre 2009

Auguri Mafalda!


Nel giorno del 73 compleanno di chi si fa ormai ridere dietro da tutto il mondo (tanto da essere quotato da un sito irlandese di scommesse riguardo a chi sara' il prossimo che insultera'...), facciamo invece gli auguri a qulcun'altro che il mondo l'ha fatto ridere, sorridere ma anche un po' pensare. E che il nonnetto dagli affari torbidi e dal pisello in fuorigioco l'avrebbe contestato con tutte le sue forze.
La prima striscia di Mafalda comparve sul settimanale Primera Plana a partire dal 29 settembre 1964, 45 anni fa, con episodi che avevano per protagonisti la stessa Mafalda ed i suoi genitori. Editore del settimanale era un amico personale del disegnatore Joaquín Lavado, in arte Quino. Il personaggio era nato per una promozione di una linea di elettrodomestici, poi annullata, ma Mafalda in versione umoristica ebbe subito un successo crescente in America Latina e poi in Europa. Pubblicata dal 1964 al 1973, e' stata tradotta in svariate lingue, compreso il cinese, ma mai pubblicata negli Stati Uniti. Contestatrice di minestre e ingiustizie, in costante sfida dialettica con gli adulti, informatissima e preoccupatissima delle sorti del mondo, sara' la protagonista di oltre 2000 strisce fino al 25 giugno 1973, quando Quino decise di non disegnarla piu' per dedicarsi ad un bisogno comunicativo non più indirizzato verso l'arte sequenziale, ma che ha continuato a regalarci autentici capolavori. A Mafalda e' dedicata anche una piazza di Buonos Aires.

sabato 26 settembre 2009

Auguri Osservatorio


Il 26 settembre 1869 veniva inaugurata solennemente la "gran cupola girante" per il "gran refrattore d'Amici" situata provvisoriamente dove ora sorge la Torre Solare.
L'astronomia sul colle di Arcetri compie oggi 140 anni...

martedì 25 agosto 2009

E quindi uscimmo a riveder le stelle


Il 25 agosto del 1609, 400 anni fa, Galileo Galilei dimostrò al governo veneziano il funzionamento del suo telescopio, un notevole perfezionamento dei canocchiali costruiti qualche anno prima dagli occhialai olandesi che mostravano vicino gli oggetti lontani.
Piu' tardi, verso l’autunno del 1609, Galileo spinto dalla curiosità scientifica diresse per la prima volta il proprio strumento perfezionato verso il cielo, inventando cosi' il telescopio astronomico: la natura della luna, i satelliti di Giove, la forma particolare di Saturno, le macchie solari. Gli oggetti celesti noti svelarono fisionomie inattese, e nuovi astri si aggiunsero a quelli conosciuti ad occhio nudo. Il cielo non sarebbe piu' stato lo stesso, in una continua evoluzione tecnica che dalle lenti di pochi centrimetri di Galileo ha permesso oggi i grandi telescopi con specchi di 10 metri e quelli ancora piu' grandi in programmazione.
Galileo comprese subito l’inestimabile valore delle sue scoperte telescopiche, e capi' come esse costituissero nuove basi osservative per promuovere un ribaltamento totale della concezione del mondo e dell'universo, stavolta supportata da prove osservative dirette. Quest'anno dunque l'astronomia osservativa telescopica compie 400 anni, eppure c'e' ancora un sacco di Universo da guardare...

lunedì 20 luglio 2009

Allunaggio

Quarant'anni fa un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanita' (qua nella versione restaurata):



In occasione del 40 anniversario la sonda LRO ha anche chuso definitivamente i conti con le teorie complottiste dello sbarco fasullo, individuando i moduli lunari delle missioni Apollo sulla superficie del nostro satellite e non in uno studio di Hollywood (sebbene i complottisti avessero gia' vita dura prima). Ma chi nonostante tutto non si rassegna a credere che la Luna e' stata per un breve periodo piu' a portata di mano di quanto vorrebbero, si consoli sapendo che oggi come allora, e forse oggi ancora di piu', la falce di luna alta nel cielo continua a fare il suo mestiere...