Dialogo e idee
30 anni fa, il 12 Febbraio 1980, nell'atrio dell'Universita' La Sapienza fu ucciso dalle BR Vittorio Bachelet. Rosy Bindi, accanto a lui al momento dell'agguato, ama ripetere che Vittorio "è stato soprattutto un uomo di dialogo. Non rinunciava alle sue idee, ma le aveva talmente forti da potersi permettere il confronto con tutti". Ha mostrato quale sia la strada giusta per l'impegno dei cristiani in politica, cosi' diversa da quella urlata e fatta di contrapposizioni degli atei devoti di oggi. Sul suo blog Rosy Bindi ne ricorda la lezione cosi':
[...] Siamo ancora immersi nelle contraddizioni di una democrazia bloccata e incompiuta, sulla Costituzione ci si interroga non per attuarla, ma per modificarla nel suo impianto fondamentale. La società è investita da profonde lacerazioni e disuguaglianze e sembra rifiutare ogni offerta culturale e politica per essere più giusta, solidale e inclusiva. Ancora ci sfidano la povertà e la guerra. Ma ai cristiani non è chiesto di stare alla finestra, con uno sguardo di estraneità o peggio di diffidenza verso il mondo. Ci è chiesto, come ripeteva spesso Bachelet, «di saper vedere i segni dei tempi e saperli giudicare alla luce della fede. L'atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento. L'ottimismo con cui possiamo guardare alla vicenda umana è l'ottimismo della redenzione, cioè della croce e della resurrezione. E un atteggiamento che consente di guardare con amore capace di ogni accoglienza alla realtà umana è quello penetrante e libero dello spirito delle Beatitudini»
Qui un'intervista al figlio Giovanni per il Tg2, e qui un suo ricordo del papa'.
1 commento:
Dal Blog di Gad Lerner (http://www.gadlerner.it/2010/02/13/rai-vorrei-conoscere-il-nome-di-quel-funzionario.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+gadlerner%2Ffeed+%28Gad+Lerner+Blog%29&utm_content=Google+Reader):
Vorrei conoscere il nome del funzionario Rai che tra ieri e oggi, per zelo politico o anche solo per abitudine burocratica, ha segnalato l’opportunità di cancellare la rubrica religiosa “A sua immagine” in quanto vi compariva il deputato Giovanni Bachelet, dunque violava la “par condicio”.
Il mio amico Giovanni era interpellato per ricordare la morte di suo padre, Vittorio Bachelet, insigne giurista e vicepresidente del Csm, assassinato dalle Brigate rosse trent’anni fa. L’ignominia di questo gesto deve farci riflettere. Non bastano le scuse alla famiglia Bachelet, che spero giungano sollecite da parte del presidente Paolo Garimberti e del direttore generale Mauro Masi. Nei prossimi giorni, ogni volta che ascolterete le dichiarazioni insulse da dieci secondi cadauno dei soliti noti, e nella solita proporzione, all’interno dei soliti telegiornali -perfettamente in regola con la normativa liberticida approvata dalla Commissione di vigilanza- rivolgete un pensiero a Giovanni. Come lui, anche voi siete vittime di un calcolo politico vergognoso, finalizzato solo a imbavagliare le trasmissioni scomode e perpetuare la disinformazion dei tg durante la campagna elettorale. Pazienza se ci va di mezzo la dignità della Rai, incapace perfino di esentare sè stessa dalla vergogna di una simile censura al familiare di una vittima del terrorismo.
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