martedì 30 ottobre 2007

La legge e' un po' piu' uguale per tutti


Sopravvissuto alla presentazione alla conferenza, dove mi e' toccato anche di moderare una discussione, leggo solo in piena notte i giornali. Ma la notizia e' di quelle che allargano il cuore: ritornano, almeno in Consiglio dei Ministri, pene meno farlocche per il falso in bilancio. Finalmente. Comico poi il commento di Altero Matteoli, che non sapendo come meglio criticare parla di ennesima farsa del governo Prodi, perche' vara misure che non vedranno mai la luce, dal momento che cadra' a giorni. Che doveva fare? Smettere di lavorare perche' c'e' chi crede di fare i propri comodi contro la volonta' di chi l'ha portato in parlamento a rappresentarlo?
Meno comica la notizia del voto contrario di Mastella e Italia dei Valori alla commissione d'inchiesta per il G8. Ringraziano sentitamente ancora una volta tutti gli elettori che hanno sostenuto un programma elettorale, che ora tutti vogliono tirare dalla loro parte e fare il loro comodo. Dopo chi sosteneva che c'era scritto che non bisognava alzare l'eta' pensionabile e annullare del tutto lo scalone, adesso c'e' chi cerca di convincere tutti che di commissione d'inchiesta non se ne parlava. Si vede che a Mastella manca pagina 77. O che a qualcuno la verita' su Genova fa paura, come punire chi si macchio' di violenze e abusi tra le forze dell'ordine e tra i vertici politici che le istigarono.
Senza contare che dobbiamo affidarci a Rotondi per difendere la tradizione comunista italiana, mentre fioccano i pentimenti degli ex. Ma dove stiamo andando?

lunedì 29 ottobre 2007

Altri semi nel solco


Una nuova tragedia al largo delle coste italiane. Altri semi nel solco. Quanti ancora, quanti?

Qualche verso di Erri De Luca, da leggere ascoltando Ludovico Einaudi piu' sotto, "Le onde".

Vogliono rimandarci indietro, chiedono dove stavo prima,
quale posto lasciato alle spalle.

Mi giro di schiena, questo e' tutto l'indietro che mi resta,
si offendono, per loro non e' una seconda faccia.

Noi onoriamo la nuca, da dove si precipita il futuro
che non sta davanti, ma arriva da dietro e scavalca.

Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo.
Nemmeno gli assassini ci rivogliono.

Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,
non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso.

La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria e' una barca, un guscio aperto.

Potete respingere, non riportare indietro,
e' cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.
(Erri De Luca, da Sola Andata, Feltrinelli 2005)



domenica 28 ottobre 2007

Un'aria diversa e' possibile

Blog Action Day in clamoroso ritardo. Dedicato a chi pedala ogni giorno per andare a lavorare, con la neve o nei vialoni fitti di macchine a rischio della vita, a Paolo e i "Barcollo ma non mollo", al Foca che ci ha rimesso lo scalpo.



E domani sono a una conferenza al Castello di Ringberg, il posto piu' spettrale della Baviera, specialmente con questo tempo grigio da tempesta. Sopravvivero' alla settimana rinchiuso con solo astronomi e soprattutto alla notte di Halloween in un posto del genere?

sabato 27 ottobre 2007

L'assemblea


Prodi che traccia la storia dell'Ulivo, difende l'operato del governo e conferma che e' sua responsabilita' politica e morale andare avanti. Veltroni che chiede primarie a tutti i livelli, un partito strutturato a rete e non a piramide. Che difende, anche lui, il governo, a cui rinnova l'appoggio del PD. Che prospetta le linee di sviluppo e riforma che vorrebbe il nuovo partito perseguisse. Non con lo sforzo di creare una coalizione piu' grande possibile, ma di individuare obiettivi e programmi chiari, intorno ai quali o riunire una coalizione forte o correre da soli. E poi Gawronski che chiede una RAI e una pubblica amministrazione finalmente non piu' interconnessa alla politica, Adinolfi che chiede piu' Democrazia diretta. Rosy che ricorda la dirompente novita' del ruolo delle donne, e ne auspica una simile portata per i giovani, e che i vizi degli altri vanno riscattati con le nostre virtu'. Che auspica che non ci siano maggioranze precostituite e spartizioni anche negli enti locali, e che questo nuovo grande partito sappia riconoscere, come chiede anche Ignazio Marino, il valore della laicita' per tutte le grande questioni, nell'impegno nel trovare una sintesi che tenga in considerazione il pluralismo. Letta che chiede di superare la cooptazione, e di porre il merito come criterio discriminante. Di guardare non alle categorie che hanno accompagnato fin qui il dibattito politico, ma a costruire insieme, come unione di minoranze, quelle future. Maria Falcone che parla di legalita' e regole al primo posto nella politica, e ancora quelli che per la prima volta sono a un'assemblea di partito, perche' il PD e' riuscito a coinvolgerli e a dar loro la possibilita' di esserci. Precari, mamme, intellettuali, studenti, terzo settore, cittadini, democratici, con tante idee, tanti sogni da mettere per iscritto nei manifesti e negli statuti. E poi, dopo la costituente, da far vivere nella pratica e nel governo del paese. Tutto bellissimo. Niente correnti, niente cooptazioni, tanta democrazia diretta.
Peccato che poi nella pratica si inizi subito male. Il regolamento sulla formazione dei livelli regionali e provinciali del partito, il fatto che sara' un partito senza tessera, e soprattutto la formazione delle commissioni per la stesura dei documenti (con De Mita...) sono solo ratificate dall'assemblea in 3 minuti. Gia' decise dall'alto. Forse prevedibile, ma anche evitabile: si poteva e si doveva fare meglio, nonostante i numeri spropositati dell'assemblea. Trasformata semplicemente in una festa.

venerdì 26 ottobre 2007

Si parte, davvero


Saranno tantissimi, circa 2800 delegati. Avranno il compito di dare una forma e un cuore a un Partito che finora e' stato tutto e il contrario di tutto. Avranno il compito di chiarire le linee guida, gli obiettivi, i valori, ma anche le regole e i paletti. Dovranno individuare dove vogliamo arrivare, ma anche in che modo lo vogliamo fare. Ci saranno meta' donne, qualche faccia nuova e qualche faccia piu' conosciuta. Ci sara' qualche giovane, di quelli che in Parlamento non sono rappresentati, e anche qualche straniero che ha scelto di fare dell'Italia la sua casa e la sogna un po' migliore. Non sara' facile lavorare in cosi' tanti, ma sara' un bel colpo d'occhio. Buon lavoro.

La stampella


Preparando una presentazione fiume per il congresso della settimana prossima, ho seguito dal sito del Senato stralci della diretta delle votazioni al Senato. Tra i numeri del lotto degli articoli e degli emendamenti da respingere o approvare, in mattinata il Governo e' andato sotto 2 volte e 2 volte la maggioranza. A quel punto Prodi si presenta alle telecamere, annuncia che non porra' la fiducia ma che esige "che le forze politiche della maggioranza rispettino gli impegni che esse hanno assunto di fronte ai cittadini". Non serve. Il governo va sotto altre 3 volte su cavilli vari, l'ultima pochi istanti fa. Se la maggioranza piu' o meno regge nei numeri, sembra comunque sul punto di cedere dal punto di vista politico. La botta potrebbe arrivare dalla Finanziaria tra qualche settimana.
Ci pensa la Montalcini, ancora una volta insultata dall'opposizione e oggetto anche di lanci di carte, a sdrammatizzare. Chiama infatti, al rientro dopo una breve pausa ormai alle 22.00, uno amico del centrodestra per chiedere: "Ma il povero Storace ce la farà a votare fino a notte fonda? Dimmelo, perchè se si sente in difficoltà gli presto volentieri una stampella...". Magari quella che Storace voleva regalarle. E pensare che proprio lui diceva che la veneranda senatrice a vita non aveva senso dello humor.
Mentre le votazioni continuano, c'e' almeno qualche buona notizia. La Fiorentina pareggia a Villareal, con un paio di gol annullati ingiustamente, disputando una gran partita. E ancor piu' importante Aung San Suu Kyi incontra un esponente della giunta Birmana per un colloquio. Speriamo serva a qualcosa.

giovedì 25 ottobre 2007

Aumenti


E' di qualche giorno fa la notizia dell'imprenditore che ha provato a vivere per un mese con lo stipendio di un operaio. A dire il vero 1000 euro a testa a lui e la moglie. Ha finito i soldi dopo 20 giorni e ha decisop di aumentare lo stipendio di 200 euro ai dipendenti del suo pastificio, concludendo, alla buon ora, che "e' giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri". Fa un po' libro Cuore, ma almeno e' stato un buon esempio. La Fiat ha infatti annunciato che anticiperà subito e unilateralmente ai dipendenti i futuri aumenti contrattuali, attualmente in fase di contrattazione. Gli operai così si troveranno subito 30 euro in più a partire dalla busta paga di ottobre. Tutti contenti? Ovviamente no. I sindacati, tagliati fuori, non ci stanno: "ci sembra una decisione unilaterale, con una trattativa ancora in corso. Confermiamo lo sciopero del 30 ottobre". Giuro che se Babbo Natale mi porta un regalo che non ho chiesto nella letterina quest'anno glielo rimando indietro via Befana. A meno che Babbo Natale non sia iscritto alla CGIL, CISL o UIL.

mercoledì 24 ottobre 2007

Le grandi manovre


Sono in pieno svolgimento, ormai nemmeno piu' sottotraccia, le grandi manovre al capezzale del moribondo governo Prodi. Da un lato Berlusconi spinge per andare subito alle urne anche con il "Porcellum", rifiutando ogni intesa sulla riforma perche' sa che il tempo gioca contro di lui, mentre il PD guadagna consensi e la sinistra "radicale" si unisce. Dall'altra Mastella prima giura di non votare la Finanziaria, salvo poi di nuovo d'accordo con Di Pietro e Rosa nel Pugno sfiduciare il presidente della RAI perche' "il CdA era diventato un monocolore PD". Da un lato la sinistra "radicale" scende in piazza a far la "diga" ma anche un bello spot elettorale, e Bertinotti fa sapere che nell'Unione "nessuno capisce piu' nulla" e che il governo e' alla fine. Dall'altro Ruttelli, Casini e la Lega si accordano per sostenere il modello elettorale tedesco, che non prevede vincolo di coalizione da dichiarare prima del voto, per poter dar luogo a "alleanze di nuovo conio" appena usciti dalle urne e non sconvolgere pero' preventivamente il proprio elettorato. Tra l'altro lo stesso Ruttelli, pur ben guardandosi dal presentarsi alle primarie per evitare una magra figura, fa capire che i 300 "coraggiosi" eletti con Veltroni alla Costituente di Sabato formeranno una vera e propria corrente ben decisa ad andare in quella direzione. Nel fuggi fuggi generale, Prodi tenta di tenere insieme i cocci del suo governo. Ma c'e' ancora qualcuno che sta cercando di fare il bene dell'Italia invece di contarsi i voti e escogitare come prenderne di piu'?
Comunque sia, se Prodi cade e si va a votare, torna inevitabilmente Berlusconi, che alla fine mettera', come sempre, tutti i suoi alleati d'accordo, visto che non si vede all'orizzonte neanche uno straccio di idea o di progetto che possa fare a meno di lui. C'e' chi dice che con questa legge elettorale anche il biscione dura poco, e che i numeri saranno gli stessi a parti invertite. Penso invece che anche in queste condizioni per fermarlo occorrerebbe un miracolo del PD, che pero' dovrebbe presentarsi da solo dato che all'Unione, purtroppo, non ci crede piu' nessuno. E correre da soli con questa legge che premia le coalizioni non e' possibile. Se invece va a buttarsi con il centro e l'UDC come vorrebbero i Ruttelliani, cancella il senso della sua nascita, da' ragione a chi tra i "radicali" pensa al PD come la casa dei moderati (moderato sarai tu e Ruttelli) e va incontro al suicidio politico. O con la "Cosa Rossa", o non c'e' scampo. D'altronde se Prodi non cade e la situazione non muta direi che le probabilita' di una vittoria futura scemano ancora di piu', e chi ci facciamo del male da soli con lo spettacolo imbarazzante fornito ogni giorno dalla maggioranza. Non so neanche piu' cosa sperare. Guardo le nuvole lassu'.

martedì 23 ottobre 2007

Sull'orlo


Un magistrato di Catanzaro, Luigi De Magistris, indaga su alcuni politici italiani (pare Cesa, Prodi e Mastella) per i loro rapporti con una società chiamata “Why Not”. Il ministro della Giustizia, Mastella stesso, prima di essere ufficialmente indagato chiede il trasferimento di De Magistris per irregolarita' nei confronti della sua procura, probabilmente per non aver avvisato delle sue indagini i suoi diretti superiori. Il magistrato ribatte che in base alle intercettazioni in suo possesso proprio i suoi superiori intrattenevano rapporti telefonici con gli indagati, e iscrive Mastella nel registro degli indagati. Intanto il Consiglio Superiore della Magistratura non accoglie l’urgenza di trasferimento chiesta dal Guardasigilli, ma a De Magistris viene comunque avocata l’inchiesta. Il motivo e' meraviglioso: dal momento che Mastella e' indagato e ha anche chiesto il trasferimento, allora De Magistris non sarebbe piu' sereno a indagare sul Ministro. Un delirio. Sebbene i contorni della vicenda siano ancora nebulosi, e il buon De Magistris mi sembra che ci stia mettendo del suo, e' impensabile in una Democrazia qualunque che chiunque chieda e ottenga il trasferimento, qualunque sia il motivo, di un magistrato che indaga su di lui. Ed e' impensabile che nella maggioranza solo Di Pietro si sia scandalizzato.
Intanto Mastella dopo aver minacciato "muoia Mastella con tutti i Filistei", ovvero siccome sono indagato non voto la Finanziaria e mando a casa il Governo, viene imbonito da Prodi e il Governo si salva ancora al Senato. Nonostante Senatori dell'Unione si augurino che Prodi vada a casa il prima possibile (probabilmente per passare con meno polemiche possibile dall'altra parte), nonostante il capo dell'opposizione si vada vantando pubblicamente di essere colpevole di voto di scambio, nonostante Mastella faccia sapere a Di Pietro che "la mia dirittura morale è tale che con te non voglio avere nulla a che fare", nonostante, nonostante tutto, Prodi e' "tranquillissimo" e assicura "piena fiducia a Mastella". Allora siamo a posto.

Il futuro di Kilombo


Il testo che segue nasce da un'iniziativa promossa da alcuni kilombisti, per rilanciare il metablog delle Sinistre. Rilancio quantomai necessario in questo momento di riassetto partitico della Sinistra dopo la nascita del PD e con il governo dell'Unione alla corda. Per creare un confronto e un dialogo che vada oltre gli schieramenti, le tensioni, le divisioni.
La prima proposta, che dovrebbe nascere a giorni, e' la creazione di KilomboSlow, per aggiungere all'aggregatore delle sinistre uno spazio di dibattito e di confronto a velocita' ridotta rispetto al turbinare di metapost della pagina usuale. Spero che le difficolta' di cui parla Ciocci siano al piu' presto superate.

Kilombo nasce in concomitanza con importanti appuntamenti elettorali come le primarie per l'Unione e le politiche, per far dialogare e scontrare quelli che vengono chiamati riformisti e radicali, cercando di creare un terreno comune di appartenenza.

Kilombo era e deve rimanere un progetto politico (o, anche se non formalmente, una associazione politico-culturale) cioè che raduna tutti coloro che si riconoscono in alcuni valori (quelli della Carta) a prescindere dalla adesione ad un partito del centro-sinistra o alla stessa coalizione dell'Unione. Crediamo che questo sia un punto fondamentale da fissare, anche alla luce delle probabili future evoluzioni politiche. Il tutto per evitare di ricadere nel vecchio detto di Pietro Nenni secondo cui "a fare a gara fra puristi [di sinistra, ndr], si troverà sempre qualcuno più puro, che alla fine ti epura".
In questi giorni il progetto politico dell'Unione sembra, invece, alla corda. Il governo ha il fiato corto. A destra e a sinistra della coalizione governativa cresce la voglia di andare da soli. Alcuni non possono sentir parlare di Partito Democratico, altri non ne possono più della sinistra di lotta e di governo. Kilombo rischia di subire questa situazione e di implodere. Sarebbe un peccato, perchè è proprio nel momento in cui la sinistra "reale" si divide che bisogna fare valere le ragioni del dialogo riscoprendo il patrimonio storico e valoriale che ci accomuna. Questo compito è responsabilità anche nostra, la sinistra "virtuale". E', paradossalmente, nel momento di massima distanza politico-parlamentare che l'esperimento kilombista acquista significato e importanza non secondari.
Per prevenire l'implosione di Kilombo è cruciale riscoprire le ragioni del nostro aggregatore e farle diventare progetto politico (sebbene rigorosamente non partitico). Se vogliamo impedire che Kilombo si trasformi (o rimanga) una vetrina in cui prevalgono le ragioni della polemica fine a se stessa tra nemici su quelle del confronto fruttuoso tra compagni, dobbiamo dotarci di tutti gli strumenti, reali e virtuali, necessari.
Alcuni sono stati individuati molto tempo fa, ma sono rimasti in cantina. Kilombo slow e l'associazione aspettano solo di venire usati. Nessuno, però, osa metterci mano, cuore e testa. Perchè? Il loro scopo non deve essere quello di ricreare dal vivo o alla moviola l'atmosfera litigiosa e individualistica di kilombo.org. Le ragioni dell'associazione e di kilomboslow sono ben altre e altrettanto importanti. Sono le ragioni dello stare insieme a sinistra, nonostante parlamento e governo. Non dobbiamo, infatti, governare un paese, ma salvaguardare legami, contatti, spazi comuni. Non vale la pena impegnarsi in prima persona per queste ragioni? Allora perchè non ci diamo una mossa, magari prima che cada il governo e kilombo chiuda perchè Jaco si è dimenticato di pagare aruba?

Questo post è stato scritto collettivamente da Chemako, Ciocci, Falecius, Jaco, Luca, Meslier, Samie, Supramonte e Titollo. Chiunque condivida le ragioni da noi espresse è caldamente invitato a pubblicarlo sul proprio blog e a metapostare su Kilombo.

lunedì 22 ottobre 2007

L'alibi


Ricevo da Suro e volentieri pubblico...

Leggo di un ministro che attacca un magistrato che lo indaga, e mi tornano in mente gli scontri tra i pm ("disturbati mentali") e un premier che speravo archiviato e che invece rischiamo di rivedere presto al comando.
Guardo i partiti al governo mobilitare un milione di persone per scendere in piazza a protestare, con un tempismo invidiabile, in uno dei momenti di massima difficoltà dell'esecutivo.
Penso che siamo in un paese da barzellette. E invece no, siamo nel paese che ci meritiamo. Peggio, nel paese che vogliamo, perché nel nostro intimo lo vogliamo proprio così. Ci servono Mastella, Dini, Berlusconi, ma anche Mele, Turigliatto, Previti. Sono indispensabili per avere un alibi. Così non ci sentiamo in colpa quando non paghiamo le tasse, quando cerchiamo l'amicizia giusta per vincere un concorso, quando compriamo un SUV per girare tra le stradine del centro, quando superiamo i limiti di velocità parlando al cellulare. Perché possiamo dire che loro, che dovrebbero dare l'esempio, fanno peggio. Possiamo magari organizzare un V-day di protesta e sentirci con la coscienza a posto.
Non ce ne libereremo mai, perché in verità ci fanno comodo. Non dobbiamo cambiare la classe politica, dovremmo cambiare noi. Il resto verrebbe di conseguenza.

domenica 21 ottobre 2007

Neve a Garching

venerdì 19 ottobre 2007

Governo da Guinness


Questo e' proprio una maggioranza da Guinness dei primati. Oltre ad avere la truppa di governo piu' numerosa della storia repubblicana, e' appena riuscita a battere un nuovo record: per la prima volta la maggioranza presenta su una manovra finanziaria, appena arrivata al Senato, piu' emendamenti dell'opposizione, 1036 a 752. Facile l'ironia di Schifani, "ormai si fanno opposizione da soli". Intanto i numeri potrebbero ancora salire, c'e' tempo fino a lunedi' per pareggiare il conto. Martedi' infatti comincia la discussione, con la maggioranza che riesce a denunciare ad ogni passo la difficolta' a tenere insieme tutte le sue anime.
Sempre sulla finanziaria, Oliviero Beha segnala sul suo blog che un paragrafo astruso in legalese proroghera' ancora fino al 2012 la scadenza per Retequattro e RaiTre a spostarsi sul digitale. Europa 7 dovra' ancora aspettare, nonostante le sentenze di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Corte di Giustizia Europea. Un'altra vicenda surreale e indegna messa in piedi dal passato esecutivo per salvare Retequattro, e che evidentemente sta a cuore anche a qualcuno dell'attuale maggioranza. E' vero che si sta ancora cercando di promuovere la tecnologia per rendere fruibile il digitale terreste, ma sinceramente non ci sono scuse per far restare Europa7 una TV che non c'e' e lasciare Retequattro trasmettere senza concessione.
A proposito di Europa, ieri notte finalmente l'accordo sul trattato UE per il funzionamento istituzionale dell'Europa a 27. Oltre alle solite grane con le bizze polacche per mantenere un loro diritto di veto, questa volta anche l'Italia protestava per il taglio al numero dei suoi Eurodeputati. Alla fine ne otteniamo uno in piu' per pareggiare la Gran Bretagna, ma a costo di portare da 750 a 751 il numero di seggi a Bruxelles. Insomma, riusciamo a far strabordare anche l'Europa.

giovedì 18 ottobre 2007

Anche il Papa il 20 Ottobre


Oggi il Papa alla "Settimana sociale dei Cattolici", oltre a occuparsi della sentenza sul caso di Eluana di cui ho parlato gia' ieri, ha finalmente individuato nella precarieta' un'emergenza etica e sociale, e il vero ostacolo alla stabilita' e al futuro della famiglia. Lo suggerivo mesi fa a vescovi, ex sindacalisti e atei devoti troppo impegnati a prendersela con i Dico. "Quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso". Colpevolmente in ritardo la voce forte della Chiesa su questo tema.
E su questo stesso tema la sinistra "radicale" sabato scendera' in piazza: per chiedere al governo (di cui fa parte) piu' coraggio nel contrasto della precarieta', ma anche per l'abolizione totale dello scalone pensionistico, una politica per le abitazioni popolari, diritti alle coppie di fatto, diritti dei migranti, ritiro dall'Afghanistan, tutela dell'ambiente, lotta alla mafia. Sullo scalone ho gia' detto piu' e piu' volte come la penso, e l'eta' pensionabile va inevitabilmente alzata al contrario di quanto si chiedera' il 20. Per il resto i temi sono tutti giustissimi, ma mi sembra che sarebbe piu' costruttivo per i "radicali" utilizzare gli strumenti parlamentari e di governo che ha a disposizione per portarli avanti. Una manifestazione in questa situazione rischia pero' di minare la possibilita' reale e concreta di fare qualcosa, cosi' come i ricattini e i muretti messi su per ostacolare il lavoro di un governo che su molti temi, come la politica estera, ambiente, diritti delle coppie di fatto e dei migranti ha gia' elaborato importanti innovazioni legislative e operative. Resta tuttavia ancora aperto, con tutta la sua gravita' praticamente immutata, il problema della precarieta', della giungla ancora legalizzata nei contratti a termine, della mancanza assoluta di diritti e di ammortizzatori per chi con questi contratti deve vivere. E, aggiungo io, sono ancora al loro posto molte delle leggi vergogna approvate dallo scorso governo.
Ben venga allora un richiamo, almeno su questo tema, per riportare il problema ben in evidenza. Ma stiamo attenti che la manifestazione di sabato, anziche' un memorandum, non diventi un minestrone e un bello sgambetto al governo. Che resta, ne sono convinto, lo strumento che anche la sinistra "radicale" ha per fare nell'immediato qualcosa di concreto. A meno che non si ritengano ormai piu' utili gli spot elettorali.

mercoledì 17 ottobre 2007

Eluana, la dignita' e il bene della vita


E' di ieri la sentenza della Corte di Cassazione sulla vicenda di Eluana Englaro, una donna che da quindici anni è tenuta in vita grazie a un sondino che ne garantisce l’alimentazione forzata, dal momento che si trova in stato vegetativo per le conseguenze di un incidente stradale. La Cassazione ieri ha deciso di consentire un nuovo processo sul distacco del sondino, per il quale si batte da anni il padre della ragazza. Per il padre la sentenza rappresenta "un sussulto di umanità e di libertà verso una vittima sacrificale del codice deontologico dei medici e della legge". La Corte ha deciso che il giudice può autorizzare l'interruzione soltanto in presenza di due circostanze concomitanti: che sia provata come irreversibile la condizione di stato vegetativo e che sia accertato che il convincimento etico di Eluana avrebbe portato a tale decisione se lei fosse stata in grado di scegliere sul trattamento. Nel caso una delle due condizioni non sia provata, il giudice, come si legge nelle oltre 50 pagine della sentenza, deve negare l'autorizzazione dando la precedenza al diritto alla vita del paziente, indipendentemente dal grado di salute, di autonomia, di capacità di intendere e di volere dell'interessato e dalla percezione che altri possano avere della qualità della sua vita. Riprendendo l'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non in casi previsti dalla legge, stabilisce che "il diritto all’autodeterminazione del paziente non incontra un limite nel sacrificio del bene della vita".
Oggi l'Osservatore Romano, riprendendo le parole di Monsignor Giuseppe Betori, in un articolo commenta che nel caso di Eluana i presupposti, almeno il secondo, sono confutabili, cosa che oggettivamente appare condivisibile. Sottolinea poi che la sentenza e' orientata al relativismo, riconoscendo una pluralita' di valori possibili. Questo significherebbe "attribuire ad ognuno una potestà indeterminata sulla propria esistenza dalle conseguenze facilmente immaginabili, anche solo ragionando dal punto di vista etico".
Due posizioni apparentemente opposte, che cercano di dare risposta a un problema difficile come ogni questione che riguardi il mistero della vita e della morte. Che certo sono un mistero, come sa bene chi ha preso in braccio un bimbo appena nato, o ha visto chiudere gli occhi a una persona cara. La Costituzione ci ricorda che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". In cosa si traduce questo rispetto per la dignita' e per il valore della persona e della vita? Entrambe le posizioni, quella del padre di Eliana e quella dell'Osservatore, cercano di muoversi in questa direzione, secondo strade e punti di vista che pero' portano a soluzioni opposte. La vita e' un valore assoluto, o quando si deve essere nutriti con una sonda, lavati, girati ogni due ore e farsi vuotare l'intestino la dignita' della persona non c'e' piu'? Io credo che una condizione simile per essere dignitosa, e per essere tollerata anche da chi ne condivide il peso ogni giorno, vada affrontata con quanta consapevolezza la situazione rende possibile. Credo che nessuno debba decidere della vita altrui, ma che ognuno abbia facolta' di scegliere della sua anche in una situazione simile, per il meglio che si puo' fare in linea teorica. E anche se la sua scelta non e' condivisibile da me, o dal padre di Eluana, o dall'Osservatore Romano. Altrimenti non saremmo stati fatti liberi di farlo in ogni altra situazione. Credo insomma che sia inevitabile una legge sul testamento biologico, prima che i giudici di Cassazione debbano vedersi costretti a supplire, loro malgrado, alla politica.
Come nota finale, e' interessante notare che Dante, nel XIII Canto dell'Inferno, condanna chi ha rinunciato volontariamente al dono della vita ad avere l'anima eternamente confinata in un tronco d'albero "ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie", perche' non e' giusto riavere quel che si rifiuta. E dove avrebbe allora messo le anime di chi invece rifiuta di vivere una vita da vegetale?

martedì 16 ottobre 2007

I nodi del pettine


Seggi chiusi, risultati che finiscono di arrivare dai vari gazebo e sezioni che ci dicono, per esempio, che Adinolfi ha preso solo 700 voti piu' delle firme necessarie a presentare le sue liste nei 52 collegi dove Generazione U ha corso. Che Polpette sara' all'assemblea regionale toscana del PD, per lottare affinche' il nuovo partito non sia solo una spartizione fra i vecchi che c'erano prima. Che tanta gente ha perso l'occasione per modellare il PD come lo voleva, a forza di pensarlo gia' fatto, ormai gia' una DC travestita da sinistra, piena di baciapile del Vaticano, o il vecchio che torna con una mano di vernice. Eppure bastava andare a votare, e votare per chi voleva un PD piu' simile a come lo si sognava. Perche' e', o almeno avrebbe potuto essere, un partito nuovo davvero, non la continuazione dei vecchi. Eppure su certi argomenti non e' stato facile capire chi la pensava come te, perche' sono rimasti completamente esclusi dalla discussione e dal confronto durante la campagna elettorale.
Il primo e' il nodo della collocazione Europea del PD. Un tema che a lungo e' sembrato minacciare la nascita stessa del partito, e che poi e' misteriosamente scomparso dal tavolo, come molti di quelli scottanti. Solo Letta si pronuncio' a riguardo, sostenendo che non poteva che stare con il PES, il Partito dei Socialisti Europei. Posizione che condivido, ma su cui credo che larga parte della combriccola Weltroniana non mi trovo affatto d'accordo. E il buon Uolter per ora se l'e' cavata con il solito "ma anche". Per fortuna da Brussels gia' ci tendono la mano: e' di oggi la lettera di congratulazioni del presidente del PES Poul Nyrup Rasmussen a Weltroni, in cui auspica l'entrata del PD nel raggruppamento Europeo. E lo fa spiegando che i socialisti Europei guardano con grande attenzione quello che sta succedendo in Italia, e giustamente individuano nella voglia di cambiamento degli Italiani la grande affluenza alle "primarie". Speriamo che non si voglia ignorare questa mano tesa, perche' quello e' senz'altro il posto giusto.
Altro nodo e' quello dello statuto e delle regole. Sembra una cosa noiosa e di scarso interesse, eppure sara' un riscontro concreto di quanto nuovo vogliamo questo partito. Si e' parlato finora solo di meta' ruoli alle donne a tutti i livelli, ma Uolter ne aveva candidate solo 3 su 20 alla segreterie regionali. Il buon giorno si vede dal mattino. Ci sara' un limite di mandati per certe cariche elettive? Come verranno scelti i candidati, i dirigenti, i coordinatori? Con primarie a tutti i livelli? Sara' un partito democratico davvero? Intanto gia' si stanno regolando i primi conti con i "traditori" che hanno preferito altro alle liste di apparato. Ma noi sogniamo un partito in cui cercare di essere protagonisti con le proprie forze, senza dover aspettare l'appoggio dall'alto, sia un merito e non una colpa, dove contino le idee e non le amicizie. Io ci credo ancora.

Ma anche

Alla faccia di chi lo indicava come buonista per eccellenza, come colui che vuol mettere tutti d'accordo finendo poi per scontantare tutti, ecco il primo discorso di Veltroni da neo-segretario del PD:







Intanto si moltiplicano le proposte per l'inno del PD. L'imbarazzo della scelta. Per ora voto Ligabue...

lunedì 15 ottobre 2007

E' nato


Mentre continuano ad arrivare risultati sempre piu' aggiornati, la situazione a livello nazionale appare ormai chiara. Veltroni stravince, ed e' il primo segretario del Partito Democratico, il prino eletto da tutti gli elettori. Letta sorprende, Rosy direi deludente rispetto almeno alle mie aspettative della vigilia. Ci aspettavo almeno oltre il 15/20%. Leggermente meglio il nostro risultato a Firenze e in Toscana rispetto alla media Nazionale. Vedremo poi in quanti della lista "Con Rosy Bindi Democratici davvero" andranno alle varie assemblee. Sparisce invece Adinolfi in uno 0.1%, seguendo il destino di Gawronski. L'illusione della rete e dei blogger alla riscossa fallisce assai peggio delle previsioni: forse si poteva fare, ma era molto difficile e non ce l'hanno fatta. Ma almeno ci hanno provato, e non e' mai poco.
Resta comunque impressionante il numero di persone che ieri si sono messe in fila per votare. Quei lunghi serpentoni sono stati visti prima di tutto come la risposta alle piazze e ai vaffa di Grillo, alla riscossa della partecipazione sull'antipolitica. Ma come mi facevano notare alcuni amici ieri, credo che anche grazie a Grillo, e al referendum dei sindacati, il tema della partecipazione e della politica sia invece tornato alla ribalta: sia per lanciare davvero una risposta alla facile disillusione, ma anche come conseguenza di un'inattesa visibilita' del tema. C'e' anche chi a caldo ha letto lo straordinario risultato come un appoggio incondizionato all'operato del governo. Io dico invece che si tratta proprio di un invito a osare di piu', a non accontentarsi del minimo e provare a cambiare il paese in profondita'. Per questo in tanti eravamo in fila ieri, perche' il PD rappresenta l'ultima speranza di un partito forte e riformista che sia in grado di fare quello che il governo Prodi e la strategie delle varie sinistre "piu' sinistre" finora non e' stato capace, per motivi vari, di attuare ma solo di abbozzare. Si puo' e si deve fare di piu', e da oggi non si possono tradire quei milioni di cittadini che chiedono un partito unito, forte, riformista, democratico. Spero che tutte le speranza non vadano subito soffocate nel plebiscito per le liste di nomenclatura del generale Walter, quelli che vorrebbero tutto come prima solo con una bandierina diversa. Che l'aria nuova davvero gonfi le vele del PD: sappiano comunque che noi non molleremo la presa.
Resta il fatto che ieri abbiamo partecipato a qualcosa di storico: abbiamo eletto direttamente il segretario e i "saggi" fondatori di un grande partito, con la partecipazione libera alla sua costruzione di chiunque volesse farlo. Come fa notare Ezio Mauro, l'ultimo grande partito nato in Italia usci' da una cassetta registrata dal suo leader e padrone assoluto. Il PD e' tutt'altra cosa, e l'assemblea il 27 Ottobre lo dimostrera'. Anche a chi da piu' a sinistra lo pensa gia' una nuova Democrazia Cristiana e sottomesso alla Chiesa, a chi pensa che sposare questo progetto, che anni fa sembrava assolutamente impossibile, significhi gettare la spugna. A chi per restare puro e duro vorrebbe cambiare miracolosamente tutto e subito, rispondo invece che si tratta proprio di raccogliere quella spugna. Di raccoglierla con chi fino a ieri andava nella stessa direzione ma ti guardava storto, perche' solo insieme ce la possiamo fare. Di cominciare con fatica, applicazione e apprendimento continuo a fare il paese un po' piu' simile a come lo si sogna, a "cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

domenica 14 ottobre 2007

Tutti in fila


E' Domenica 14 Ottobre, il giorno della nascita del PD. Esco di casa per andare a votare e vedo davanti al gazebo in piazza della Vittoria una fila lunghissima e ordinata. Alla fine saranno oltre 50 minuti, tra copie di Europa e dell'Unita' in omaggio, tra persone che chiedono come si fa a votare, stupore per tutta questa gente in una zona residenziale dove FI di solito ottiene la maggioranza (caso unico a Firenze). A meta' coda arriva una signora anziana. Chiede se e' la coda per votare. "Una delizia" esclama ironica, e fa per andarsene. Proteste generali, la invitiamo a passare avanti se fa fatica a stare in piedi, lei si schernisce ma tutti, dico tutti, le fanno cenno di passare avanti. Desistiamo solo quando promette di tornare piu' tardi. Tutti sanno quanto e' importante anche una sola persona in piu'. Eppure anche nel pomeriggio stessa storia, code lunghissime un po' ovunque. E aria di festa, densa della voglia di esserci e di partecipare al processo costitutivo del PD, come recita la ricevuta del contributo volontario. E il voto mi lascia come sempre una sensazione bellissima, anche se stavolta quella croce poco sopra il mio nome aggiunge certo qualcosa. Nessuna possibilita' di elezione, ma esserci era comunque importante. Alla fine i votanti pare siano piu' di 3 milioni e duecentomila. Per votare, finalmente, non contro qualcuno. Un risultato straordinario e bellissimo. Don Camillo e Peppone a braccetto sembrano molto piu' forti di prima. E in fondo in fondo a loro agio.

sabato 13 ottobre 2007

Ci siamo


Domani si vota. Un voto storico in Italia. Pronta la tessera elettorale, e pronti a correre contro Furio Colombo, impresa non da poco. Molte persone con cui ho parlato in questi giorni frenetici qui a Firenze dicono che non andranno a votare, perche' disillusi, perche' sono tutti uguali, perche' non cambia niente. Io dico invece che domani abbiamo una grande occasione, e spero che piu' persone possibile la colgano per contribuire a creare un partito nuovo nel merito e nei fatti, aperto e forte. Un Partito Democratico, davvero.

giovedì 11 ottobre 2007

Si inizia bene


Il governo battuto in commissione difesa al Senato, quella presieduta da De Gregorio, sulla valutazione della Finanziaria. Approvata con qualche commento nelle altre commissioni. Certo che per la finanziaria luci e ombre dell'una tantum che non risolve e del taglio su ICI e affitti che poco redistribuisce, essere bocciata per i tagli alle spese militari e' proprio il colmo... e pensare che finalmente rilancia l'edilizia popolare!

mercoledì 10 ottobre 2007

Di voto in voto


Vince nettamente il Si' nel referendum sul welfare promosso dai sindacati. L'affluenza e' stata alta oltre ogni mia previsione, circa il 60%, un segnale a chi parla di crisi della politica e di disinteresse. I Si' dovrebbero essere tra il 70% e l'80%. Al Pignone di Firenze, per esempio, hanno votato 2.030 lavoratori su un totale di 2.530 e i sì sono stati 1.587. I No vincono solo tra i metalmeccanici delle grande aziende, secondo le posizioni della FIOM. Mentre c'e' chi grida ai brogli e insiste sull'astensione, il governo ne esce sicuramente rinforzato. Difficile a questo punto giustificare la manifestazione e l'astensione in Parlamento.

Intanto mancano 4 giorni alle "Primarie" del PD. Continua la campagna elettorale, per la Bindi addirittura un rap:



E' la prima volta in cui si potra' eleggere direttamente l'assemblea che determinera' valori, obiettivi e sfide del Partito a livello nazionale e regionale, nonche' il suo segretario. Con il 50% di candidati donne. Nonostante le premesse non tutte positive e qualche nota stonata, una grande occasione di democrazia.
Per me e per molti sara' anche la prima volta di una candidatura in un organismo di partito, e solo per questo vale la pena andare a votare. Sul perche' votare Bindi abbiamo gia' detto.
Per chi e' a Firenze, nel collegio Firenze 3 (Nord-Ovest, Rifredi/Novoli) questa e' la mia lista. Sono in buona compagnia, con l'Alida, la candidata a segretario regionale e un mio professore all'Universita'. Nella lista per l'assemblea Regionale c'e' anche Polpette, il Foca, l'Ilaria e il Fab. Chi altri ha un mangiafuoco (buongustaio) in lista? Per votare a Firenze, la lista dei seggi, e tutte le istruzioni. E' tempo di scegliere. A chi invece resta a casa, ricordo che l'importante poi e' non lamentarsi "perche' fanno tutti schifo".

martedì 9 ottobre 2007

Hasta siempre!


Non credo che siamo stretti parenti, ma se Lei è capace di tremare d'indignazione ogni qualvolta si commetta un'ingiustizia nel mondo, siamo compagni, il che è più importante.
(dalla lettera a Marìa Rosario Guevara, 20 febbraio 1964; in Ideario, Newton & Compton Editori)

Quaranta anni fa moriva in Bolivia Ernesto "Che" Guevara. Durante quella che sara' la sua ultima rivoluzione, dopo Cuba e Congo. E' divenuto l'icona del rivoluzionario, di chi e' incapace di compromessi, a costo della sua stessa vita, per la giustizia, la libertà e la dignità dei popoli. E' la sua l'immagine dell'eterno ribelle, del sognatore poco incline alla mediazione con un mondo pieno di ingiustizie. Di chi ha conosciuto con i propri occhi e con la propria pella le ingiustizie del mondo, a cavallo di una moto, e ha deciso che poteva fare la sua parte per raddrizzare quei torti. La sua e' stata la guerriglia e la rivoluzione, ma l'esempio vale per tutti, ciascuno secondo la propria parte. E allora da qualche parte ogni giorno, dove non si sapra', dove non l'aspettate, il Che ritornera'.


lunedì 8 ottobre 2007

Democrazia quasi diretta


Si sono aperti oggi 30 mila seggi per il voto sui sei capitoli del protocollo sul Welfare risultato dalla concertazione tra governo e sindacati, e che il governo dovra' trasformare in leggi su pensioni, sussidi di disoccupazione, lavoro precario. Nelle scorse settimane le polemiche si sono moltiplicate per le resistenze della "sinistra radicale" nei confronti dell'accordo (peraltro firmato anche da loro), e hanno portato all'istituzione della consultazione diretta dei lavoratori.
Tuttavia, in questi tre giorni tutti i lavoratori, anche i flessibili, precari e disoccupati, saranno chiamati dai tre sindacati CGIL, CISL e UIL ad esprimere la loro opinione sul protocollo. Una vera votazione, con vere schede e vere urne, preceduta da un confronto preventivo nelle assemblee sui luoghi di lavoro. Una bella prova di democrazia quasi-diretta. Peccato pero' che la consultazione e' a posteriori, invece che a priori (anche se essendo il protocollo risultato di una contrattazione non poteva essere votato prima), e che non si capisce cosa possa succedere se vincono i no. Verra' davvero ritirato l'accordo? Se lo possono permettere i sindacati? Il governo no di sicuro. E purtroppo questa spada di Damocle e' tesa sulle teste di tutti quelli che si ritroveranno a votare l'ennesimo accordo "che meglio di cosi' non si poteva fare". Sul protocollo in se' mi ero gia' espresso con tutti i miei dubbi, cosi' come sull'ammorbidimento dello scalone pensionistico. Dubbi anche qua, ma per motivi opposti a quelli dell'ultra-sinistra. Non vorrei essere uno dei 30 milioni di Damocle chiamati a votare.

domenica 7 ottobre 2007

Tasse e balzelli


In una giornata fredda ma assolata in terra di Germania, visita col nipote a un parco che in Italia ce lo sognamo.
Al ritorno mi riconcilio, in parte, con il minisro Padoa-Schioppa. Intervistato da Lucia Annunziata su RAI 3 dichiara:

La polemica anti tasse è irresponsabile. Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l'istruzione e l'ambiente

L'opposizione insorge: "È una frase rivelatrice della cultura e della mentalità di questo governo, che vede nell'imposizione fiscale una sorta di misura salvifica rispetto al peccato commesso da chi guadagna con il suo lavoro o la sua impresa", risponde Cicchitto di Forza Italia. Forse crede davvero che ognuno ha quello che si merita, e che tutti partono dalle stesse possibilita' qualunque sia la loro condizione, luogo e circostanza di nascita. Che tutti, se hanno talento, possono emergere e fare soldi guadagnati col sudore della fronte. Che chi ha meno possibilita' e' perche' e' un fannullone o un incapace, e non e' degno di essere aiutato nel momento del bisogno.
Stavolta sono perfettamente d'accordo con il Ministro. Le tasse sono una cosa bellissima, davvero un modo per contribuire tutti, secondo la possibilita' di ognuno, al bene della collettivita' e ai bisogni di tutti. Casomai il problema sono gli sprechi della ricchezza pubblica e il malgoverno. Suggerisco anche a Chicchitto, visto che il suo partito si vanta di difendere il Cattolicesimo, di rileggersi Matteo 25,31-46. E forse capira' dove sbaglia, e perche' i Cristiani stanno a buon diritto a sinistra e nel PD.

sabato 6 ottobre 2007

Perche' votare il 14 Ottobre


Dopo Gad Lerner, riprendo un post di Nando Dalla Chiesa dal suo blog, con cui concordo pienamente. Ho gia' detto le stesse cose, ma lui le dice molto meglio. Ecco perche' occorre in tutti modi andare a votare il 14 Ottobre, anche se, o forse proprio perche', si teme il peggio per il PD. E perche' bisogna votare per Rosy:

[...] Il fatto è che i partiti fondatori del Pd hanno già deciso chi sarà il segretario. E su questa decisione hanno mobilitato le loro truppe, anche mediatiche. Sarà Veltroni, leader capace e non privo di utopie autentiche. Ma questa decisione è stata presa avendo in testa un'idea di Pd che non mi piace affatto: tutto deciso prima, il numero uno e il numero due, con un solo candidato e dietro tutti a ritagliarsi posizioni di potere, con le celebri liste "a sostegno di Veltroni" e, naturalmente, le liste bloccate, senza preferenze. Insomma, non si vota più, decidiamo noi. Per questo quando Rosy ha deciso di rompere il gioco e di candidarsi, sapendo di perdere, e mi ha chiesto di appoggiarla, io -che ho passato cinque anni nella Margherita senza poter votare mai il gruppo dirigente- ho pensato che fosse mio dovere sostenerla. Perché il coraggio va aiutato, è merce rara. Perché questo è ormai un sistema dove se solo si teme di perdere nessuno mette più fuori il naso. Gli apparati hanno reagito male, e hanno (loro, non Veltroni) messo in atto ogni forma di scoraggiamento a stare con la Bindi prima e con Letta poi. Allora, il problema a me sembra un altro. Veltroni vincerà, sarà lui il segretario. Ma occorre che la voglia di cambiare il costume politico che sta dietro la candidatura Bindi acquisti un suo peso; capace di farsi sentire (e molto bene) nella fase costituente. Più voti avrà Rosy, più il Pd non sarà una creatura teleguidata. E Rosy sarà poi più leale con Veltroni di alcuni dei suoi grandi elettori. I quali dal lunedì 15 inizieranno a pensare a come farlo ballare e a come liquidare la richiesta di cambiamento se vedranno che questa non "tira" consensi. Ecco, così la vedo io. E per questo mi sto dando da fare per Rosy, che più la conosco e più mi piace. Credo anzi che un suo successo farebbe bene a tutta l'Unione [...]

E domani c'e' la Marcia Perugia-Assisi, per guerre dimenticate e guerre infinite. E, meno importante ma per questo non attesissima, Fiorentina-Juventus. Semplicemente "la" partita.

venerdì 5 ottobre 2007

Bamboccioni


Ecco, prima o poi doveva succedere. Il governo Prodi si comporta esattamente come il precedente nei confronti di una trasmissione RAI, "colpevole" di aver espresso un punto di vista lontano dal loro. Gravissimo il comportamento di Mastella, che anche avesse un briciolo di ragione passa per sempre dalla parte del torto. E gravissimo il comportamento di Prodi, che parla di serieta' mancata senza aver neanche visto la trasmissione. Non l'ho vista neanch'io, e sospendo il giudizio sul merito, ma chiedere la sfiducia del CdA RAI per "la gogna mediatica" di Berlusconiana memoria mi sembra davvero ingiustificabile. Oltretutto, mi sembra che a Mastella non manchi il diritto di replica: ci spieghi bene perche' vuole trasferire De Magistris invece di strepitare di complotti.
Altrettanto sconvolto leggo della dichiarazioni di Padoa-Schioppa: "Mandiamo i bamboccioni fuori di casa". Il ministro spiega che le nuove norme per gli affitti dei piu' giovani dovrebbero spingere i cosiddetti mammoni, che non vogliono uscire dalla "sicurezza" delle mura domestiche, ad affrontare da soli il terribile mondo. Qualcuno forse dovrebbe spiegare al Ministro che di giovani che vogliono restare a casa ce ne sono ben pochi, e che invece sarebbe di sua competenza capire perche' molti sono costretti a vivere con la propria famiglia di origine, o a dividere l'appartamento a 30 anni con altri 5 amici (o sconosciuti) per arrivare alla fine del mese. O perche' gli affitti siano saliti del 96% in 20 anni e i salari del 14%. E perche' io per uscire di casa sono dovuto arrivare fino in Cile prima e in Germania poi. Bamboccioni sono quelli che passano il tempo come i mocciosi a litigare tra loro per avere il telecomando della TV, o come all'asilo "la palla e' mia e si fa come dico io senno' non ti voto piu'". Dando uno spettacolo indecoroso invece di risolvere i problemi del paese, facendo sempre il minimo "perche' in questo momento e' il massimo che si puo' fare viste le condizioni". Consiglio la lettura de "L'Italia spiegata a mio nonno" a Padoa-Schioppa e compagnia, e di prepararsi a far largo a qualche "bamboccio" che magari fara' meglio di loro .

giovedì 4 ottobre 2007

La guerra fredda dallo spazio alla Corea


Ieri parlavo di muri e di caduta della cortina di ferro che divideva, fino a una quindicina di anni fa, l'est dall'ovest. E' di oggi invece la notizia dello storico accordo fra i leader della Corea del Nord e Corea del Sud. Un patto di riconciliazione di ampia portata con l'impegno ad arrivare a un trattato di pace che superi il "cessate il fuoco" con il quale si è conclusa, nel 1953, la guerra di Corea. Il conflitto, che fece due milioni e mezzo di morti e si concluse con la divisione della penisola lungo il 38esimo parallelo, fu combattuto con la partecipazione cinese da un lato e americana dall'altro. Oggi sono gia' nati alcuni progetti pilota sulla costa occidentale lungo il confine tra i due paesi, dove migliaia di operai del nord lavorano nelle fabbriche del sud.
E sempre nell'ambito della guerra fredda, 50 anni fa, in piena corsa allo spazio tra URSS e USA, veniva lanciato quasi per caso lo Sputnik 1, "il compagno di viaggio", il primo satellite artificiale lanciato in orbita intorno alla Terra. Era una sfera in alluminio di 58 cm di raggio, la cui forma fu scelta per riflettere al meglio la luce solare. Per 3 mesi brillo' attorno alla Terra, mandando deboli bip radio e facendo sognare milioni di persone, fino a bruciare al rientro in atmosfera. Il successo dei russi stupi' gli americani, presi in contropiede, e scateno' la gara che si concluse 12 anni dopo con la conquista della Luna. E oggi per il programma spaziale rimangono solo briciole.

Free Burma Day

mercoledì 3 ottobre 2007

Il muro



Oggi e' festa nazionale in Germania. Sono al lavoro nell'istituto deserto, con solo qualche italiano che si ostina a festeggiare il 25 Aprile. Si ricorda l'unificazione ufficiale dei cinque stati federali già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca dell'est che si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania.
Se e' vero che ancora oggi molti tedeschi non vedono di buon occhio la riunificazione (il 19% dei tedeschi, mentre all'est la percentuale aumenta arrivando al 21%), la situazione e' simile a quella fra il nord e il sud in Italia. I 74% dei tedeschi dell'est si ritengono svantaggiati rispetto a quelli dell'ovest, e si sentono considerati come cittadini di seconda classe. Insomma, la via dell'integrazione vera e ancora lunga, e un muro da abbattere rimane ancora parzialmente in piedi, anche se non fatto di mattoni.
Eppure l'abbattimento di quel muro mi colpi' profondamente da ragazzino, cosi' come vederne i resti molti anni piu' tardi a Berlino. Era il 1989, ai TG imperversavano i baffoni di Lech Walesa e la voglia di Gorbačëv. La cortina di ferro si andava sgretolando, si parlava di rinnovamento, di trasparenza, di Perestrojka. Per un disguido nella comunicazione delle nuove disposizioni in fatto di permessi per raggiungere l'ovest dalla DDR, improvvisamente il 9 Novembre 1989 migliaia di tedeschi dell'est si riversarono ai posti di blocco per raggiungere, finalmente, l'ovest.



Come pochi mesi prima per quel ragazzo che fermava i carri armati, capii qualcosa di importante. Che i muri non durano per sempre, e vale la pena darsi da fare per farli cadere. "La verita' e' che cadono, sempre", diceva Gandhi, nato proprio il 2 Ottobre 1869. Per questo, oggi, siamo col popolo Birmano, e con tutti coloro che lottano contro l'oppressione. Contro muri di pietra, come in Palestina, o meno tangibili e per questo piu' difficili da abbattere.

martedì 2 ottobre 2007

La strada


Quello che subito colpisce, fin dalla prima pagina, del libro di Cormac McCarthy premiato con il premio Pulitzer, e' la prosa asciutta, perfettamente calibrata e funzionale alla storia. Si parla del mondo dopo il mondo, della lotta per la sopravvivenza, del bene cosi' faticosamente contrapposto al male. Un uomo e un bambino, novelli Prometeo, sono in cammino in una terra desolata, lottando per la mera sopravvivenza, ma portando in germe il "fuoco" per riscattare l'umanita'. Come in Cecita' di Saramago, sebbene su un registro completamente diverso, piu' epico ed esemplare, tra la disperazione e la ferocia, tra la solitudine e la rovina, traspare un'infinita tenerezza e la speranza contro ogni speranza.
I personaggi, archetipi dell'umanita' e dei suoi valori, si muovono in un paesaggio decomposto agli elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco. Un mondo che rischia di diventare senza più memoria, senza Dio. Perché «laddove gli uomini non riescono a vivere, le divinità non se la passano meglio»
Ogni frase di McCarthy è insieme realistica ed evocativa, carica di angoscia e insieme di speranza. L'autore ci presenta l'uomo ridotto ai suoi istinti e bisogni primitivi, sopra i quali pero' emerge cio' che puo' ancora nobilitarlo e salvarlo.

Ce la caveremo, vero, papa'?
Si'. Ce la caveremo.
E non ci succedera' niente di male.
Esatto.
Perche' noi portiamo il fuoco.
Si', perche' noi portiamo il fuoco.

Un libro bellissimo, da leggere assolutamente.

lunedì 1 ottobre 2007

Scelgo Rosy


Ieri a San Giovanni Valdarno assemblea dei candidati nelle liste "Con Rosy Bindi, Democratici, davvero". Me la sono persa per motivi logistici, ma leggo dal sito di Rosy, su segnalazione di Polpette!, l'intervento di Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio. L'intervento completo lo trovate qua, qui solo un breve stralcio:

[...] anche noi, oggi, siamo schifati quanto i trecentomila di Bologna. Ma non vogliamo tirarci indietro. Per questo ci troviamo qui, in questa improbabile impresa del Partito Democratico, trascinati da Rosy Bindi: da qualcuno che ci assomiglia, che condivide i nostri ideali e lavora in modo disinteressato per il bene del Paese. Siamo scemi, illusi, complici della casta? O invece più coraggiosi di chi si limita a un pur meritato vaffa?