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venerdì 12 febbraio 2010

Dialogo e idee


30 anni fa, il 12 Febbraio 1980, nell'atrio dell'Universita' La Sapienza fu ucciso dalle BR Vittorio Bachelet. Rosy Bindi, accanto a lui al momento dell'agguato, ama ripetere che Vittorio "è stato soprattutto un uomo di dialogo. Non rinunciava alle sue idee, ma le aveva talmente forti da potersi permettere il confronto con tutti". Ha mostrato quale sia la strada giusta per l'impegno dei cristiani in politica, cosi' diversa da quella urlata e fatta di contrapposizioni degli atei devoti di oggi. Sul suo blog Rosy Bindi ne ricorda la lezione cosi':

[...] Siamo ancora immersi nelle contraddizioni di una democrazia bloccata e incompiuta, sulla Costituzione ci si interroga non per attuarla, ma per modificarla nel suo impianto fondamentale. La società è investita da profonde lacerazioni e disuguaglianze e sembra rifiutare ogni offerta culturale e politica per essere più giusta, solidale e inclusiva. Ancora ci sfidano la povertà e la guerra. Ma ai cristiani non è chiesto di stare alla finestra, con uno sguardo di estraneità o peggio di diffidenza verso il mondo. Ci è chiesto, come ripeteva spesso Bachelet, «di saper vedere i segni dei tempi e saperli giudicare alla luce della fede. L'atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento. L'ottimismo con cui possiamo guardare alla vicenda umana è l'ottimismo della redenzione, cioè della croce e della resurrezione. E un atteggiamento che consente di guardare con amore capace di ogni accoglienza alla realtà umana è quello penetrante e libero dello spirito delle Beatitudini»

Qui un'intervista al figlio Giovanni per il Tg2, e qui un suo ricordo del papa'.

venerdì 19 dicembre 2008

Presto e Bene


La mozione presentata da 10 membri (Giovanni Bachelet, Mario Adinolfi, Olga Bertolino, Cristina Comencini, Pier Giorgio Gawronski, Teresa Marzocchi, Martina Simonini, Luca Sofri, Nando Dalla Chiesa e Giulio Santagata) alla Direzione Nazionale del PD questo pomeriggio, la stessa in cui Latorre e Bassolino si arrampicavano sugli specchi, e Veltroni invocava cambiamento chiedendo soltanto maggiori poteri per se'.

È un momento difficile per il Partito Democratico e per il suo progetto. Le sue difficoltà si riassumono nella distanza fra le intenzioni di rinnovamento, democrazia, partecipazione alla base del progetto originario ed effettiva costruzione del partito dalle primarie del 2007 ad oggi.
Chiediamo che oggi il PD riparta da quelle intenzioni, offrendo ai propri elettori garanzie capaci di ricostruire un rapporto fortemente compromesso: le persone affezionate alle sorti della sinistra in Italia si sentono travolte e spaesate e percepiscono come sempre piú ampia la distanza tra fiducia accordata un anno fa e immagine attuale del partito: apatico, inefficace, governato da egoismi e dissensi personali e di corrente.
Non è questo il PD per il quale hanno votato, non è quello che doveva e deve essere. Il PD non deve essere un cappello di rinnovamento appoggiato su strutture, meccanismi e politiche ereditate da altri partiti, altre storie, altri tempi. Non deve essere un organismo ancora centralista e sempre meno democratico. Non deve essere la ripetizione di schemi anacronistici e perdenti. Se oggi c’è una questione morale nel PD, è quella di far bene, democraticamente, una politica di sinistra, raccogliendo il consenso degli elettori grazie a un progetto efficace e vincente: è la cattiva politica ad alimentare la corruzione, è quella buona a tenerla lontana.
Per queste ragioni:
  • Chiediamo una discussione sull’attuale governo del partito, attualmente affidato a due soli organismi (coordinamento e governo ombra) integralmente nominati dal segretario, però sulla base di spartizioni ed equilibri correntizi.
  • Chiediamo che sia rivalutata e utilizzata l’assemblea; e che eventuali modifiche allo statuto siano comunque discusse solo attraverso l’assemblea.
  • Chiediamo la democrazia interna, l’organizzazione e l’avviamento di strutture intermedie e territoriali.
  • Chiediamo, cioè, che siano rispettati statuto e codice etico del PD, spesso violati o ignorati: organi (come questo) convocati senza ordine del giorno, in orari spesso insostenibili; conflitti d’interesse piccoli e grandi.
  • Chiediamo che sulla prossima scadenza elettorale –le europee– la volontà di rinnovamento e di costruzione di una nuova classe dirigente passi attraverso due scelte chiare e visibili:
    • Mantenere le preferenze, rifiutando qualunque modifica all’attuale legge elettorale tale da limitare la scelta dei candidati da parte dei cittadini.
    • Evitare pensionamenti eccellenti selezionando candidati giovani sulla base di competenze e capacità da mettere alla prova della politica europea
  • Chiediamo che il PD resti fedele alla scelta delle primarie, che rinneghi le sventate marce indietro delle ultime settimane, garantendo forza e legittimazione popolare ai propri leader e candidati.

In nome di questa legittimazione chiediamo a Walter Veltroni che trovino in lui condivisione e garanzia le nostre richieste, comuni ai molti che in questi mesi hanno cercato invano di riconoscere nell’immagine pubblica del PD e nelle sue scelte il progetto in cui hanno creduto e tuttora vogliono credere.

Si puo' fare? Io sto con i 10. Peccato sia finita cosi'.

venerdì 17 ottobre 2008

Fannulloni, stabilizzati e maestri unici


Via Wittgenstein, un estratto dell'intervento di Giovanni Bachelet, ieri in aula:

“Brunetta dovrebbe sapere più di altri che fermare simultaneamente i concorsi e la stabilizzazione di molti ricercatori negli enti di ricerca sarebbe una catastrofe. D’altronde, proprio lui, è diventato professore associato con i concorsi del 1981, quei concorsi anche detti ‘grande sanatoria’, con i quali tutti quelli che a vario titolo erano precari nelle università sono stati accettati come professori con un concorso riservato.
Quello che più critichiamo è che il Governo con la finanziaria blocca il turnover della università ed impedisce nuovi concorsi e con l'emendamento 'ammazza precari' ferma le stabilizzazioni. In questo modo tutte le linee di accesso alla ricerca e all'università vengono chiuse simultaneamente. E' un vero e proprio delitto dal momento che senza concorsi liberi e senza stabilizzazioni si uccidono le università”.

E su maestri unici e universita', una bella lettera di un maestro/professore. E a Roma seconda manifestazione nazionale consecutiva contro la scuola di questo governo.

lunedì 1 ottobre 2007

Scelgo Rosy


Ieri a San Giovanni Valdarno assemblea dei candidati nelle liste "Con Rosy Bindi, Democratici, davvero". Me la sono persa per motivi logistici, ma leggo dal sito di Rosy, su segnalazione di Polpette!, l'intervento di Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio. L'intervento completo lo trovate qua, qui solo un breve stralcio:

[...] anche noi, oggi, siamo schifati quanto i trecentomila di Bologna. Ma non vogliamo tirarci indietro. Per questo ci troviamo qui, in questa improbabile impresa del Partito Democratico, trascinati da Rosy Bindi: da qualcuno che ci assomiglia, che condivide i nostri ideali e lavora in modo disinteressato per il bene del Paese. Siamo scemi, illusi, complici della casta? O invece più coraggiosi di chi si limita a un pur meritato vaffa?