venerdì 31 ottobre 2008

Fuga di cervelli

giovedì 30 ottobre 2008

Il paese dei manganelli


Curzio Maltese sugli scontri a piazza Navona, in cui un gruppo di neonazi armati di spranghe tricolori hanno assalito gli studenti che manifestavano ignorati dalla polizia (qui tutta l'intervista):

Ho visto cose che se non avessi visto stenterei a crederci. Non erano studenti, erano neonazisti arrivati con un camion pieno di spranghe. Sono scesi e hanno cominciato a picchiare gli studenti al grido Duce Duce [...] La polizia li ha deliberatamente ignorati lasciando i nazisti liberi di picchiare gli studenti [...] Domani si parlerà solo degli incidenti e non dei molti buoni motivi della manifestazione. Gli incidenti sono stati provocati ad arte e non vengono dagli studenti [...] La polizia ha sistematicamente manganellato gli studenti senza armi e ignorato quelli armati [...] Spero che non sia in atto una strategia peggiore di quella del G8

E poi non dite che non ci avevano avvertito.

mercoledì 29 ottobre 2008

Maestro unico, pensiero unico


Il Senato approva il decreto Gelmini. Il pensiero unico e le ricette facili sono legge dello stato, nonostante le proteste di grandissima parte del mondo della scuola e dell'opinione pubblica. Che, tra parentesi, l'orrido TG1 di ieri sera ha tentato di far apparire come minoranza rumorosa. Ma fedeli alla linea, il governo va avanti. Il PD comincia a mobilitarsi per il referendum (peccato che pero' i tagli non sono referendabili in quanto in una legge finanziaria), mentre il ministro minaccia: "Entro una settimana presenterò il piano sull'Università". Il PD prova a fare sempre sull'universita' qualche proposta concreta, ma sono in gran parte i soliti discorsi a vuoto. La lotta nelle scuole e nelle Universita' continua.
Per continuare con le vergogne prossime venture, si discute della nuova legge elettorale per le Europee. Il solito TG1 di ieri ha pure tentato di far credere che a volerla cambiare fossero quelli che lottano per mantenere le preferenze. Siamo pero' certi, come suggerisce Gilioli, "che il ministro Brunetta interverrà presto per sanare lo scandalo di quei dipendenti pubblici che portano a casa oltre 12 mila euro al mese, scaragnano altre centinaia di euro sui viaggi aerei, lavorano al massimo due-tre volte la settimana e dall’anno prossimo saranno assunti esclusivamente per raccomandazione".
Per finire col gossip, la polizia postale (ma sono loro davvero?) mi scrive riguardo a un commento non ben identificato su questo post, che avrebbe offeso tal Antonio Corvasce. Presto sviluppi.

Brunetta e gli astronomi fannulloni


Continua la campagna di semplificazione e di insinuazione (per risolvere il problema dei fannulloni bastano i tornelli! Basta tagliere lo stipendio se un poveraccio e' in malattia!) del ministro Brunetta, che come spesso sentiamo chiama anche la statistica a corroborare i suoi dati. Peccato che qualche volta si rischi di scherzare col fuoco: sul Carlino di qualche giorno fa si forniscono con grande enfasi i dati dell'assenteismo per malattia nella pubblica amministrazione Emiliana, confrontando settembre 2007 e settembre 2008: calo del 44%, del 50% all'Osservatorio Astronomico (purtroppo la tabella non e' pubblicata nell'articolo on-line). L'immediata conclusione e' che gli Astronomi sono tutti fannulloni. Peccato pero' che con la statistica usata male si possa dimostrare qualunque cosa, come ben sanno proprio gli astronomi. Via Marcella, ecco la lettera del Direttore dell'Osservatorio inviata in replica al Carlino:

OGGETTO: Tabella “Assenteismo” pubblicata il 18 ottobre 2008 e articolo “Il ministro a Bologna” a firma “n.c.” del 26 ottobre 2008.

Mi rendo conto perfettamente che un giornalista e, più in generale, la Redazione di un giornale non debba avere una conoscenza professionale approfondita delle “scienze statistiche”; questo tuttavia non giustifica un uso quantomeno fuorviante dei dati, così come viene fatto dal Ministro Brunetta e riportato in modo (forse volutamente?) incompleto nella tabella pubblicata il 18 ottobre e citata nell’articolo a firma “n.c.” il giorno 26 ottobre 2008. Come sono i fatti? Nel caso dell’Osservatorio Astronomico, che dirigo, con 57 dipendenti a tempo indeterminato (e circa 20 precari!!), si ha che nel mese di settembre 2008 si è avuto 1 giorno di assenza per malattia, mentre nel mese di settembre 2007, preso a raffronto, si erano avuti 2 giorni. Da questo discende per il Ministro e per la tabella che riporta solo un dato percentuale, che c’è stato un calo del -50%!! Una signora che mi ha telefonato ha interpretato addirittura che prima, cioè nel 2007, ben 28 dipendenti erano assenti!!
Credo che solo una persona “ignorante” (nel senso buono e letterale del termine e senza offesa per nessuno) possa non capire che si tratta di una fluttuazione statistica irrilevante se calcolata su un solo mese e su un rapporto 1:2. E che il dato così presentato è assolutamente “strumentale”. Infatti, è facile vedere che quando il numero dei dipendenti è piccolo, si hanno fluttuazioni incredibili e prive di senso. Con lo stesso criterio andrebbero infatti stigmatizzati ad esempio i comportamenti nei Comuni di San Felice sul Panaro (+312,5%) e Cavezzo (+416,7%), in cui, quindi, il Decreto Ministeriale avrebbe avuto effetto opposto. Sempre prendendo i dati dalle Tabelle inviate al Ministro Brunetta si vede poi che per l’Osservatorio Astronomico di Bologna la “media di giornate di assenze per malattia sul totale dei dipendenti nel mese di settembre 2007” era pari a 0,033. In altre parole, praticamente nulla!!

In conclusione:

1. All’Osservatorio Astronomico di Bologna NON esisteva e non esiste alcuna forma di assenteismo (0,033 giornate di assenza medie per malattia per dipendente per mese!!).
2. Il dato riportato del -50% è basato sul passaggio CASUALE nel totale per tutti i dipendenti da 2 giornate ad 1, quindi di nessuna rilevanza statistica data la dimensione del campione (57 dipendenti su 30 giorni) e figlio di una mera fluttuazione dovuta ai “piccoli numeri”. Come dimostrano i casi delle amministrazioni con un numero totale di dipendenti confrontabile, in cui si hanno diminuzioni o crescite del tutto “abnormi e casuali”.

Poiché ho ricevuto telefonate e messaggi che “stigmatizzano” il comportamento tenuto finora dal personale dell’Osservatorio Astronomico, lamentando uno scarso controllo e “glorificando” invece il Ministro Brunetta, chiedo UFFICIALMENTE e FORMALMENTE che queste mie considerazioni vengano riportate con altrettanta visibilità a tutela del buon nome dell’Ente e di tutto il suo personale che svolge il proprio dovere con assoluta dedizione, ben oltre le mansioni richieste, anche per attuare i compiti delle 9 unità di personale non più in organico (dal 31/12/2005) per pensionamenti, decessi e trasferimenti, mai sostituite a causa del blocco del turnover che dura da anni.
Cordiali saluti,

IL DIRETTORE
Prof. Flavio Fusi Pecci


E poi attenti ad accusare i fisici: ecco quello che un astronomo stressato, tartassato da Brunetta e dalla Gelmini e perennemente precario appeso a un filo potrebbe tentare per arrotondare il magro stipendio

martedì 28 ottobre 2008

Bersani ti voglio bene


Ieri sera invece di studiare per uno di quei concorsi truccati che ti domandi che vai a fare a provarli, sono andato ad un incontro a Sesto Fiorentino con Pierlugi Bersani su "Con il PD: per governare Sesto, per salvare l’Italia". La serata era ben congeniata: due studenti (tra i migliori della serata, che hanno fatto notare al PD come li abbia lasciati soli fino a adesso e come siano stati loro a mettere in moto l'opinione pubblica mentre il PD si leccava le ferite), un'operaia, un artigiano ("non vorrei che dalla crisi delle banche ne uscissero solo le banche"), una mamma che parlava di scuola e di integrazione scolastica, un agente di polizia che diceva a chiare lettere che non ci sta a rendersi responsabile di "annunci mediatici senza mai verifica dei risultati", l'ottimo sindaco della mia nuova futura citta' Gianassi che ha spiegato perche' e come si ricandidera' per un nuovo mandato, dando finalmente l'idea che c'e' almeno qualcuno che ha capito cosa vuol dire fare il sindaco e il sindaco di tutti. In chiusura il piatto forte: Bersani ha parlato per piu' di un'ora trascinando tutte le 500 persone presenti (3 per la questura, come faceva notare il Suro che presentava la serata) in un "one man show" gradevolissimo, mai noioso eppure sempre in profondita'. E' stato l'esatto opposto del modello di uomo politico delle destre, quello fatto di semplificazione assoluta dei problemi e di slogan mai verificabili e sempre in superficie nei problemi. Ci ha spiegato a fondo eppure con semplicita' e trasporto quasi tutto, dalla gloalizzazione e le sue origini, alle radici della crisi attuale della finanza e le sue prossime conseguenze, alla vera origine dei tagli indiscriminati su scuola e Univerista'. Tanto che a fine serata la gente in piazza discuteva di globalizazione nell'ottocento e di ammortizzatori sociali. Una serata che mi ha rimesso in pace col PD e con la politica molto di piu' della manifestazione di sabato, trascinato dalla passione e dalla competenza di Bersani. In tutta la serata una sola scemenza: l'insistere nel giudicare sbagliato il referendum sul lodo Alfano perche' alla gente non interessa e quindi saremo sconfitti. Se pero' non proviamo almeno qualcosa, saremo sconfitti comunque.

lunedì 27 ottobre 2008

Italian University for foreigners

Via Alessandra, ecco una rapida descrizione per stranieri di cosa e' successo e sta succedendo in Italia, e del perche' il Max Planck e' pieno di italiani:



Intanto questa intervista a MaryStar Ciellini sul Corriere e' quasi piu' terrificante del disastro che sta portando nella scuola e nell'Universita'. Teorizza la dittatura della maggioranza e rivela di ispirarsi nientepopodimeno che a Obama, dimostrando di non averci capito niente. E pensare che tutti erano certi si "ispirasse" a Tremonti. E mi piacerebbe sapere dove Marastellasenzacielo premia produttivita' e merito: si parla solo di tagli. Forse questa gente fa il ministro per dare una speranza a tutti...

domenica 26 ottobre 2008

Ci siamo


Ieri a Roma ha retto anche il tempo. Nonostante i mesi di anticipo con cui la manifestazione era stata convocato la gente non ha perso l'occasione di dire no al disastro del governo, e alla fine anche Di Pietro si e' fatto vedere in piazza con tanto di megafono (a proposito, ho firmato per il referendum sul lodo Alfano). E alla faccia del solito stucchevole balletto delle cifre, ieri al Circo Massimo c'era davvero tanta tanta gente, che voleva un'Italia diversa, e che voleva un PD e una classe dirigente all'altezza della sfida. La nuova, tascabile Unità di Concita De Gregorio titolava a tutta pagina "Ci siamo": e ieri in piazza davvero c'eravamo, a ritrovarci e contarci, a riempire uno spazio anche fisicamente. Rompendo per almeno un giorno la sensazione di essere soli nel vortice che sta trascinando l'Italia a fondo, soli a credere in certe cose passando solitamente o per stupidi sentimentali o mostri strani e fuori dal tempo. Eravamo in tanti nel corteo, per strada: tra partigiani con tricolori sbiaditi, tra gli studenti e gli insegnanti imbufaliti con la riforma Gelmini, tra stranieri che reclamavano il diritto di esserci, comunisti smarriti e cittadini estenuati. Peccato che le bandiere del PD siano proprio orrende, con quello sfondo bianco e la scritta tricolore, ma almeno tanti erano i colori degli striscioni, della gente arrivata da tutta Europa (da stoccarda uno striscione "2500 km per esserci"). Eravamo ancora di piu' al Circo Massimo, un colpo d'occhio eccezionale. Ad ascoltare il discorso del segretario Walter Veltroni, finalmente netto e deciso. Ottimo su molti punti come scuola e ricerca, sviluppo sostenibile, sul razzismo dilagante, sulla trasformazione della televisione nella vera scuola del maestro unico. Un po' meno incisivo su altri, trattati solo in superficie, come i soldi alle banche a scatola chiusa o sulla questione della giustizia, ma certo non si poteva avere tutto. Il discorso segna anche una svolta importante, dal momento che Uolter torna a fare i nomi e i cognomi dello schieramento a noi avverso, perche' forse quando le idee scarseggiano (anche se qualche proposta, timida, c'e' stata), i nemici da combattere possono fare da surrogato. Per contrappasso invece non cita mai la parola sinistra, ormai siamo tutti riformisti. Tutto bellissimo, ma da domani, per dirla con Pippo Civati...

...Ok, va bene, da dopodomani. Il tempo di tornare a casa, sui pullman, sui treni e sulle auto che hanno raggiunto tra ieri e oggi la Capitale. Il tempo di riposarsi, di leggere i giornali del giorno dopo, di scaricare le foto, di montare i video e i filmati della nostra lunga giornata democratica. Da lunedì, però, facciamo in modo che quello che è successo oggi a Roma, non si perda. Che lo spirito del Pd, a lungo smarrito, non torni a confondersi. Che le parole chiare pronunciate da Walter, davanti a centinaia di migliaia di persone, si articolino in un lavoro quotidiano, a tutti i livelli, capace di trasferire alla società le parole e i contenuti che oggi abbiamo ascoltato, dal palco del Circo Massimo. Non perdiamoci di vista, come si disse in occasione di un'altra grande manifestazione, ispirata allora dalla società civile. E facciamo in modo che il Pd sia come la piazza di Roma di questo pomeriggio: un partito in cui tutti siano alla stessa altezza (anche il palco era opportunamente molto basso), in cui tutti possano esprimersi, in cui gli italiani possano trovare quella sede di dibattito, di confronto e di decisione politica di cui, in tanti, abbiamo bisogno. Veltroni ha spesso ricordato che l'Italia è migliore della destra che la governa. Anche il Pd può essere migliore di quello che è stato finora, diciamo, per capirci, in quel lungo intervallo trascorso dal 15 aprile al 25 ottobre. E dipende da ciascuno di noi.

Perche' come diceva Zoro nella nuova puntata di Tolleranza Zoro, una manifestazione contro l'attuale classe dirigente del PD avrebbe avuto forse un successo anche maggiore...


sabato 25 ottobre 2008

Roma, 25 Ottobre

BeffaTotale presente, con lo striscione dell'Emergenza Nazionale:

venerdì 24 ottobre 2008

I perche' dei facinorosi (2)


L'ovvio scopo del governo con la Legge 133 non e' in nessun modo riformare l’Universita'. La legge non riforma in nessun punto ne' i concorsi, ne' il reclutamento, ne' l’ordinamento didattico. In nessun punto si riducono i privilegi dei baroni ne' si moralizza il funzionamento degli atenei, premiando il merito, la qualita' e l'uso virtuoso delle risorse. E neppure questa e' l'intenzione futura del governo. Si taglia per tagliare, senza alcun progetto alternativo e senza alcun piano che favorisca i giovani meritevoli, i centri di eccellenza, che risolva i problemi attuali piu' gravi. Chi ci rimette sono sempre i soliti, i precari e i giovani, che si vedono sbarrata la strada dall'impossibilita' non solo di accedere ad un posto di ruolo, ma anche di vedersi rinnovato un contratto a termine. L’unica cosa che vuol fare il governo con la Legge 133 è fare cassa per finanziare altre manovre demagogiche o di emergenza. Le conseguenze sono nefaste, e portano non solo allo sganciamento dell’Italia dal treno dei paesi più avanzati, ma anche alla fine dell’Università pubblica come strumento di perequazione e mobilità sociale. Ecco in video un brevissimo bignami, o la 133 for dummies:

I perche' dei facinorosi (1)


Il presidente del consiglio nel vano tentativo di difendere MariaStar Ciellini e Brumetta: "In tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, così come mi ha confermato il ministro dell'Interno, ci sono dei facinorosi che hanno il supporto dei giornali". Peccato che in realta' i facinorosi sono al governo, dove tentano una semplificazione selvaggia dei concetti per poter tagliare e desertificare convincendo i piu' che in questo modo si castigano i fannulloni, gli ideologici e gli sprechi. Brunetta (diventato professore con solo 2 articoli referati e secolari) ha detto solo ieri che "le piazze sono piene di bamboccioni ignoranti e opportunisti". Via Corradoinblog l'intervento di Albertina Soliani in Senato di qualche giorno fa sulla riforma della scuola:

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 075 del 22/10/2008

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la senatrice Soliani per illustrare la questione pregiudiziale QP7.

SOLIANI (PD). Signor Presidente, signora Ministro, colleghi, parlare di Cittadinanza e Costituzione, come fa l'articolo 1 di questo decreto, e metterne in discussione principi e valori negli articoli successivi, è il paradosso di questo provvedimento.

Come si fa a parlare dell'articolo 3 della Carta costituzionale, che proclama l'eguaglianza davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua - sottolineo, di lingua -, di religione, mentre si opera, con l'articolo 4 di questo decreto, una riduzione tale del tempo scolastico, degli insegnanti, delle compresenze, delle relazioni educative interne ed esterne alla scuola, da indebolire oggettivamente l'azione della Repubblica volta - è sempre l'articolo 3 - a rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza di cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana?

Perché la scuola è lo strumento formidabile per attuare questo articolo, per modificare le condizioni di partenza, per realizzare la mobilità sociale. Perché la scuola è la Repubblica. C'è un rapporto vitale tra la scuola e la Costituzione, che va ben oltre l'articolo 1 di questo decreto. La Costituzione si deve insegnare, si deve conoscere e si deve coerentemente praticare. L'articolo 4 del decreto, che introduce, vent'anni dopo, l'insegnante unico nella scuola primaria, in luogo della scuola a tempo pieno o con moduli articolati nel tempo e nell'insegnamento, istituita dalle leggi nn. 820 del 1971, 517 del 1977 e 148 del 1990, opera una drastica restrizione delle opportunità educative e di apprendimento dei ragazzi italiani.

Proprio perché taglia, smantella, riduce e restringe, questo intervento si configura come un attentato all'esercizio del diritto all'istruzione di cui debbono poter godere, secondo la Costituzione, i bambini di oggi nel nostro Paese. Questo è l'interrogativo sostanziale sulla costituzionalità di questo decreto. Parlo di quei bambini, di quei ragazzi a cui la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, inserita nel Trattato di Lisbona, all'articolo 24, si rivolge così: "In tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente", anche - aggiungo io - di fronte all'organizzazione scolastica. Questa è l'Europa che noi oggi siamo.

Quale scuola elementare si prepara ai bambini di oggi e di domani con questo decreto? Più inclusiva o meno inclusiva di quella di oggi? Più ricca o più povera di stimoli? Certamente più povera. Più povera di rapporti interpersonali, di mezzi, di cultura, di educazione, di qualità. Ogni tempo sprecato nell'infanzia o nell'adolescenza è una perdita o un ritardo per il futuro. Questa è la nostra responsabilità.

Guardiamo questo provvedimento con lo sguardo verso il futuro dei bambini di tre o quattro anni che frequentano oggi la scuola dell'infanzia, o di quella di sei e sette anni che frequentano la scuola elementare e chiediamoci: dà loro maggiori opportunità la scuola che esce da questo decreto e dai provvedimenti che lo accompagnano? Noi abbiamo il dovere in quest'Aula di rappresentare gli interessi dei bambini, perché vale anche per loro l'articolo 2 della Costituzione, che parla della solidarietà sociale. Li riguarda. E il citato articolo 24 della Carta europea dice che i minori, quindi i bambini e ancor più gli adolescenti, «possono esprimere liberamente la propria opinione. Questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità».

L'insegnante unico, ministro Gelmini, modifica la struttura della scuola primaria, che è tra le migliori del mondo, quella che ha consentito di più di rimuovere gli ostacoli di cui parla la Costituzione. È questo che si aspettano i bambini italiani oggi? Sa il Ministro che la solitudine del maestro unico, da solo di fronte ai molti problemi e di fronte al mondo, è insostenibile? Verranno poi da sé, immediatamente - perché altrimenti non si regge nella classe - le classi differenziate per immigrati e ragazzi con difficoltà; verrà l'assistenza dei doposcuola per i più poveri, in luogo della scuola, una bella scuola per tutti! (Applausi dal Gruppo PD). Sa, il Ministro, che una scuola più povera mette in difficoltà le famiglie e, in particolare, le donne, e che questo non è compatibile con la tutela accordata alle famiglie, appunto, dagli articoli 29 della Carta costituzionale e 33 della Carta dei diritti dell'Unione europea? Lo sa, il Ministro, che, secondo il recente rapporto della Banca d'Italia sulle economie regionali, le cause dei risultati insufficienti delle scuole del Sud non sono rappresentate dagli insegnanti, ma dalla mancanza di infrastrutture edilizie e dalla bassa condizione sociale ed educativa delle famiglie?

Sa, il ministro Gelmini, che la legge n. 148 del 1990, che istituì l'attuale scuola elementare, fu l'esito di un dibattito lungo e approfondito nel Governo, nel Parlamento, nella scuola e nel Paese, come ricorda oggi il Ministro della pubblica istruzione di allora, Sergio Mattarella? Sa, il Ministro, che la scuola dei moduli venne dopo i nuovi programmi del 1985, che, sotto la spinta dei cambiamenti sociali e culturali, ritennero motivatamente insufficienti nel mondo di 20 anni fa il maestro unico e le 24 ore settimanali? Sa, il Ministro Gelmini, che nel biennio 1987-1988 vi fu una sperimentazione sul campo, prima che la suddetta legge fosse varata, su 6.000 classi, nel primo anno, e su 21.000, nel successivo, con esito positivo, come registrò la Conferenza nazionale sulla scuola del 1990? Non dico che così si governava, ma dico che così si deve governare. (Applausi dal Gruppo PD). Chi ha raccontato al ministro Gelmini che la ragione di quella riforma è stata l'occupazione dei docenti? Non si mette mano alla scuola senza una memoria, senza una visione, soltanto per pura economia! (Applausi dal Gruppo PD).

In questi giorni, ministro Gelmini, è in visita alle scuole dell'infanzia di Reggio Emilia l'economista James Heckman, premio Nobel nel 2000 per l'economia, che, intervistato, ha detto che investire nell'infanzia porta un ritorno anche economico e che vi sono gli strumenti per dimostrarlo. Sull'investimento iniziale vi è un ritorno annuo valutabile nella misura del 10 per cento, superiore a certi investimenti sul mercato azionario dove il tasso di ritorno medio è dell'ordine del 6 per cento sul lungo termine. Nella situazione globale in cui ci troviamo, che non sarà così per tutta la vita dei nostri ragazzi, ciò di cui dobbiamo preoccuparci ora è pensare a investimenti, dice Heckman, in programmi per l'educazione dell'infanzia, in particolare degli immigrati, perché sarà quella che porterà il maggior ritorno economico. Questa è la visione, signora Ministro, alternativa a quella del Ministro dell'economia, il quale ha così sintetizzato la sua pedagogia sulla stampa: un maestro, un libro, un voto. Questa è la miseria del vostro programma: in realtà, a Tremonti la scuola non interessa; gli interessa far cassa per altri interessi e il ministro Gelmini, semplicemente, esegue.

Signor Presidente, infine, vi è un altro punto che vorrei evidenziare prima di avviarmi a concludere: l'articolo 5 del decreto determina quantità e contenuto dei libri di testo e mette vincoli precisi, stabilendo per quanto tempo debbano durare nella scuola quei libri di testo, ossia cinque anni. Per cinque anni, cioè, non si pensa a nient'altro rispetto a quanto è stato pensato quando si è stampato il libro di testo: e dov'è la libertà d'insegnamento sancita dall'articolo 33 della Costituzione? Possibile che il Governo non avesse altre strade per confrontarsi con gli editori e stabilire anche sgravi fiscali per le famiglie? Qui è accaduto che da un taglio di 8 miliardi di euro, semplicemente, si sia poi sviluppato un pensiero ideologico di grande portata (l'ha dichiarato il ministro Gelmini): cancellare 40 anni di storia italiana!

Non ricorda, signora Ministro, quante vittime può mietere un approccio di questa natura? Ecco perché, signor Presidente, questo decreto è lontano dalla nostra Costituzione. Ecco perché, in Italia, cresce la ribellione democratica, che non è - come ha dichiarato poco fa il ministro Sacconi, oggi presente in quest'Aula - frutto di una minoranza di presuntuosi o di una generazione di docenti cinica e ideologizzata.

Avete tentato di toccare la Carta costituzionale formale e il popolo qualche anno fa ha respinto il tentativo. Ma se si tocca la vita delle persone, delle nuove generazioni...

PRESIDENTE. Per favore, si avvii a concludere, senatrice Soliani.

SOLIANI (PD). Sto per terminare, Presidente.

Come dicevo, se si tocca la vita delle persone, delle nuove generazioni allora il popolo comincia a dire no, perché l'Italia non è disposta a vedere le nuove generazioni private della chance più importante per il loro futuro: l'istruzione. Perché questa, signor Presidente, sarà la generazione che per prima avrà meno istruzione delle precedenti e questo non è propriamente quello che prevede la Carta costituzionale.(Vivi applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut. Congratulazioni).

Riconoscere le coppie omosessuali


La rivista Aggiornamenti Sociali, diretta da padre Bartolomeo Sorge e redatto da un gruppo di gesuiti e di laici, ha pubblicato sul numero di Giugno in occasione dei 60 anni della Costituzione un interessantissimo lavoro intitolato "Riconoscere le unioni omossessuali?". Il gruppo di studio sulla bioetica che l'ha redatto, partendo dal Magistero della Chiesa e dalla Costituzione della Repubblica, offre una preziosa sintesi che si sforza di non condannare ne' escludere a priori, ma cerca la possibilità di uno "spazio di incontro" tra le diverse posizioni. Nel tentativo di suggerire una via d'uscita dai quei vicoli ciechi che hanno costituito una sconfitta per entrambe le posizioni nel recente dibattito. L'idea di partenza e' che, come mostra la gran parte delle indagini, la persona si scopre nella maggioranza dei casi omosessuale senza volerlo e in modo irreversibile, cosi' che lo spazio lasciato alla libera scelta e' molto ridotto: "il compito dell'etica non sta quindi nell'insistere per modificare questa organizzazione psicosessuale, ma nel favorire per quanto possibile la crescita di relazioni più autentiche nelle condizioni date". Tenendo conto di questo punto di vista, il punto focale della richiesta di un riconoscimento pubblico dell'unione affettiva di due persone dello stesso sesso e' che racchiude in se' la volonta' di un riconoscimento tout court di se stessi, che e' la base di una completa autostima sociale. La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e sociali diventa allora "uno sforzo per entrare con il proprio progetto di vita nel ciclo di vita della societa' nel suo insieme, contribuendovi positivamente, in maniera non concorrente, non surrogata della coppia eterosessuale, con una specificita' pero' ancora da focalizzare".
La Chiesa, che finora ha visto spesso come non autentico e disordinato l'amore omosessuale, non ha pero' davvero esplorato tutta la questione, non interrogandosi sulla rilevanza sociale di una coppia stabile nella ricerca del bene comune. Anche il Concilio Vaticano II infatti individua il bene comune come "l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e speditamente" (Gaudium et spes, n.26). E allora chiaro che prendersi cura stabilmente dell'altro, in ogni tipo di relazione, non puo' che essere visto come una forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso come un contributo prezioso alla vita sociale. Pur mantenendo chiare le distinzioni dal matrimonio, ne segue la difficolta' a sostenere che il riconoscimento di alcuni diritti e responsabilita', fondate sulla continuita' e stabilita' di convivenza e di una relazione affettiva, costituirebbe una svalutazione dell'istituto matrimoniale o una modificazione profonda e negativa dell'organizzazione sociale. E certamente si debbono includere tra i rapporti riconosciuti come stabili anche quelli tra persone dello stesso sesso, non perche' ci si basi sulla loro connotazione omosessuale, ma per la loro rilevanza sociale e costituzionale (Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale). Conclude dunque lo studio:

Il riconoscimento giuridico del legame tra persone dello stesso sesso, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione. Ed è proprio per questa relazionalità che il legame tra persone dello stesso sesso, così come avviene per altre forme di relazione sociale, può essere garantito, non nella forma di un privilegio concesso in funzione della particolare relazione sessuale, ma nel riconoscimento del valore e del significato comunitario di questa prossimità.
La politica e la norma di legge esauriscono qui il proprio compito, prendendo atto senza ulteriori precisazioni di un legame in essere. Non spetta al legislatore indagare in che modo la relazione viene vissuta sotto altro profilo che non sia quello impegnativo, ma necessariamente generico, dell’assunzione pubblica della cura e della promozione dell’altro e di altri — che assumono tipologie e manifestazioni diverse —, fatto salvo intervenire quando vengano meno il rispetto e la tutela della persona, con danno conseguente. Invaderebbe campi che non le appartengono una scelta politica che volesse stabilire a priori forme accettabili di espressione di quel legame — ad esempio affettiva e sessuale — e in base a esse riconoscere e garantire determinate tutele. Nel riconoscimento dei propri limiti e quindi delle proprie responsabilità la politica e il potere dello Stato mostrano rispetto per le persone e ne riconoscono la priorità.
In questo quadro la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico. Essa rappresenta un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico. E ciò senza mettere in discussione il valore della famiglia, evitando così indebite analogie, abusi e pericolosi scivolamenti verso ulteriori pretese.


Ne consiglio la lettura anche a Binetti e compagnia: un'ottica equilibrata e capace di coniugare, dall'interno della Chiesa, visioni diverse. Di associare alla richiesta di diritti e di riconoscimento i doveri e responsabilita' verso l'altro e verso la societa', insistendo sulla valenza sociale della stabilita' affettiva. Altro che tolleranza discreta e prudente, nel tentativo (vano?) di contenere il fenomeno senza legittimarlo. Buona lettura.

Il paradiso dei calzini

Sperando che ci vadano anche i calzini selvaggi...



Dove vanno a finire i calzini quando perdono i loro vicini

dove vanno a finire beati i perduti con quelli spaiati
quelli a righe mischiati con quelli a pois dove vanno nessuno lo sa

giovedì 23 ottobre 2008

Confessioni

Ecco, ha confessato. Non pensa quello che dice: "Non ho mai pensato alla polizia nelle scuole".



A meno che, in fondo in fondo, non abbia la faccia come il culo.

Presidente emerito


Berlusconi minaccia il ricorso alla polizia per soffocare il dissenso nelle scuola e nelle universita' ai tagli indiscriminati tesi a sfasciare definitivamente l'istruzione pubblica, anziche' intervenire sulle sue criticita': "Non permetterò l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". E infatti arrivano puntuali i primi scontri. Evidentemente i decreti emanati dal governo senza confronto ne' Parlamentare ne' con le parti coinvolte non sarebbero invece ne' violenza ne' imposizione nei confronti di chi una scuola pubblica e di qualita' per tutti vorrebbe continuare ad averla, magari migliore. Esulta Libero che tale strategia aveva proposto dalle sue pagine, e che oggi rilancia con una “proposta di legge” in un articolo di Giancarlo Lehner, parlamentare berlusconiano e "studioso di crimini del comunismo". L'idea e' rifilare cinque anni di galera a chi fa i picchetti, occupa scuole o «ostacola la libera circolazione di cose e merci». Il culmine del climax e' pero' l'intervista a Francesco Cossiga, Ministro dell'Interno alla fine dei caldi anni 70, poi Presidente del Consiglio e Presidente Emerito della Repubblica, pubblicata dal Quotidiano Nazionale:

[...]
Quali fatti dovrebbero seguire?
«A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che... «Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».
[...]

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero. «Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Ecco in che mani siamo e siamo stati. Anch'io vorrei sentire le sirene delle ambulanze, quelle che vanno a internare Cossiga e quelli come lui, chi e' convinto che il fine giustifica i mezzi e peggio ancora che i fini giusti siano sempre i suoi.

mercoledì 22 ottobre 2008

Se non ora, quando? Il 25?


Secondo l'OCSE l'Italia e' uno dei paesi peggiori per la disuguaglianza economica tra chi ha e chi non ha, al sesto posto per il gap tra le classi sociali dopo Messico, Turchia, Portogallo, Stati Uniti e Polonia. E la ricchezza è distribuita in modo anche più diseguale delle entrate: infatti in Italia il 10 per cento dei più abbienti possiede il 42 per cento della ricchezza totale e il 28 per cento delle entrate globali. La mobilità tra le classi sociali è in Italia tra le piu' basse, i figli di genitori poveri hanno molte meno probabilità di accedere alla ricchezza e a classi sociali piu' agiate che nella maggior parte degli altri paesi OCSE. Con ovvie conseguenze non solo di ingiustizia, ma anche di ristagno sociale e mancata innovazione.
Come se non fosse abbastanza, ritorna selvaggia l'evasione fiscale dei ricchi, dopo la rimozione di tutti gli organo di controllo e vigilanza voluti dal precedente governo.

Gli editoriali dell'ultimo numero di Nature, la piu' prestigiosa rivista scientifica internazionale, comincia cosi': "Nearly 2,000 Italian researchers will lose promised permanent positions under a law that is expected to come into force by the end of the year. They may have to leave public research altogether", e proseguono: "The Berlusconi government may feel that draconian budget measures are necessary, but its attacks on Italy's research base are unwise and short-sighted. The government has treated research as just another expense to be cut, when in fact it is better seen as an investment in building a twenty-first-century knowledge economy". In madrepatria, nonostante le minacce antidemocratiche del Biscione, continuano cortei, occupazioni, lezioni in piazza, mobilitazioni e iniziano le prime repressioni poliziesche del dissenso. Mobilitazioni che vedono fianco a fianco da un lato studenti e giovani ricercatori preoccupati e estenuati da mancanza di prospettiva e di riconoscimento del merito, dall'altra professori e baroni, purtroppo ansiosi nella maggior parte dei casi solo di mantenere i loro privilegi e clientelismi, e non di cambiare in meglio. Solo a Firenze in 40000 sfilano contro gli attacchi incrociati del "ministro unico" Brunetta-Mariastar: "SE PENSATE CHE L'ISTRUZIONE SIA COSTOSA, PROVATE CON L'IGNORANZA". Con le giovani generazioni che si vedono messe ancora peggio di chi pensava, come la mia, di aver gia' toccato il fondo. con una scuola gia' classista e razzista che sta per essere istituzionalizzata come tale.

Dilaga infatti senza freno l'emergenza razzismo, a Padova compare anche il primo bar ariano, con "Vietato l’ingresso ai negri. Irregolari e pregiudicati".
Preoccupata di distribuire privilegi e risorse a banche e famiglie industriali, il governo fa retromarcia anche su ogni impegno su clima e ambiente, isolandosi dall'UE. Commenta Sarkozy: "abbandonare il pacchetto dell'Unione Europea è irresponsabile e drammatico. La situazione ambientale del mondo non è migliorata in conseguenza della crisi finanziaria. Il pacchetto è fondato sulla convinzione che il mondo va incontro alla catastrofe se continua a produrre nelle stesse condizioni. Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perché c'è la crisi economica". Tocca anche dargli ragione.

Il PD, malgrado un’iniziativa politica rivoluzionaria, moderna, e creativa come quella messa in piedi durante la sua creazione e la successiva campagna elettorale, ha perso le elezioni ed e' quindi sparito a leccarsi le ferite e a guardarsi l'ombelico. Dando l'immagine di un partito allo sbando, che ha la necessita' immediata di rialzarsi, smettere di spartirsi poltrone e poltroncine contando le correnti e cominciare a unirsi sui punti cardine e a proporre cose invece di sfinirsi su battaglie inspiegabili e perse, o cincischiare su opportunita' e strategie ovvie. Per esempio, non puo' permettersi di perdere l'occasione storica della crisi dei mercati (o meglio, della deregolamentazione che il capitalismo ha voluto contro il mercato) per spiegare che le cose non sono cosi' semplici come tutti ci vogliono far credere sempre di piu', che si puo' e si deve uscire dalla crisi con un piano che sia anche e soprattutto per i cittadini, e far proprie e rilanciare con forza e fermezza le tante e disperse proposte per un nuovo patto sociale reso possibile dalla crisi (qui un esempio).

Non bastano queste (ma qui tante altre) come ragioni per essere in piazza Sabato a Roma?

martedì 21 ottobre 2008

Ripassaha


Per dirla alla toscana, ripassaha. 3-0 e a casa, umiliati dai bavaresi che corrono il triplo e sbagliano la meta'. Come mi segnala Domenico, a Firenze gia' si sospetta dell'effetto Betori, venuto da gobbaccio a gufare arcivescovilmente in terra granducale. Ma nonostante la formazione completamente sbagliata (fasce sguarnite, sempre in inferiorita' in mezzo, Vargas da ricovero da quanto e' inguardabile, Montolivo e Mutu a pascolare invece di sudare), nonostante le gambe molli e le mutande sgommate per l'impatto con il meraviglioso catino dell'Allianz, nonostante la beffa del tedesco seduto dietro a me che dopo due minuti mi batte sulla spalla e mi fa cenno di tornare pure a casa, nonostante i 6000 disperatio che hanno colorato per una volta Monaco di viola e di accenti familiari, bisogna anche guardare il bicchiere mezzo pieno: almeno non ha segnato Toni. Ma la prendono con filosofia anche i tifosi viola. Ecco il coro piu' gettonato: "Beho, beho, beho, beho, son felice e son contento anche se poi vomitho". Con un Vargas cosi', non credo sia difficile. Beffa.

lunedì 20 ottobre 2008

Incoraggiare l'impegno


"La parola camorra è stata esclusa di proposito dai discorsi del Papa a Pompei perchè ne ha parlato altre volte, anche l'anno scorso a Napoli, e stavolta il viaggio ha il carattere particolare di un pellegrinaggio. Ma soprattutto per una forma di rispetto per le persone per bene, che in Campania sono la maggior parte", ha chiarito il vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, rispondendo ai giornalisti che hanno chiesto perché Benedetto XVI oggi abbia tralasciato il tema della criminalità organizzata. "La Campania - ha ricordato il religioso - non è solo questo e il Papa ha inteso incoraggiare l'impegno delle persone per bene nella difesa dei valori e nella costruzione di una civiltà dell'amore, che rappresenta certamente anche un impegno anticamorra". Chissa' come si sono sentite incoraggiate i cittadini onesti della Campania nella loro battaglia quotidiana dal discorso del Papa. Ma come riescono al Vaticano a dire sempre la cosa sbagliata, nel momento sbagliato e nel modo sbagliato? Scopri le differenze:

Che crepino


Art. 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dello individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Costituzione della Repubblica Italiana

L'emergenza divente a poco a poco ogni giorno piu' inaudita. Dopo la vergogna delle classi speciali per stranieri, la Lega rilancia con un nuovo emendamento, presentato questa volta al Senato e ancora piu' razzista e pericoloso. L'idea e' modificare l'articolo 35 del Testo unico sull'immigrazione cancellando il comma 5, "l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità", e negando agli stranieri irregolari le prestazioni sanitarie di base. Poco importa che si debba trasformare anche i medici in delatori, e che la norma esistente non solo garantisce il diritto alla salute e alle cure mediche per i piu' esposti fra coloro che vivono in Italia, secondo Costituzione. Senza contare che serve da tutela anche per tutti gli altri, ad esempio isolando eventuali malattie trasmissibili nei soggetti piu' a rischio. Evidentemente la Lega preferisce invece accertarsi che tutti gli stranieri pestati nei vari recenti raid non possano essere rimessi in sesto a spese loro...

domenica 19 ottobre 2008

Gilardino


Dopo venti minuti di fuoco con la Reggina, fioccano le interviste al bonber viola Gilardino:

D – Una trasmissione tv che segui...
R – Non mi dispiacciono l'Isola dei Famosi e il Grande Fratello.

D – Cosa pensi di Cabrini all'Isola dei famosi? Tu ci andresti?
R – Non so rispondere. Certo che è un'esperienza di vita forte. Il contatto con la natura, il restare soli con se stessi...


Uno di spessore insomma. Per adesso l'esperienza di vita forte che gli consiglio e' continuare a fare tanti gol, cominciando da martedi' all'Allianz Arena...

sabato 18 ottobre 2008

L'uovo e la gallina


Ricapitoliamo: la commissione ambiente del parlamento Europeo ha approvato un pacchetto su clima ed energia, riguardante la nuova 'borsa delle emissioni' di gas serra (Ets) che funzionerà dal 2013 al 2020. Il pacchetto confermerebbe l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, che passerebbe automaticamente al 30% in caso di accordo internazionale alla conferenza di Copenaghen del dicembre 2009 sul periodo post-Kyoto. Salta pero' fuori l'opposizione del governo italiano (e polacco) al piano, giudicato troppo oneroso, e la richiesta di fermare tutto per un anno, passata la crisi economica: l'ambiente puo' aspettare. Il governo calcola infatti che il prezzo per ridurre l'emissione di CO2 sarà per l'Italia di 18 miliardi all'anno (mercoledì erano 25 miliardi...), e Brunetta bollava ieri come una "follia" il piano. Per il commissario UE all'ambiente Stavros Dimas, invece, i numeri forniti da Roma "sono completamente al di fuori di ogni proporzione": i costi per l'Italia sarebbero compresi tra i 9,5 e i 12,3 miliardi, in linea con i costi per gli altri paesi UE. Anzi, la rivoluzione verde "creerà nuovi posti di lavoro (0,3%), spingerà l'innovazione e darà sicurezza energetica".
Cosi' Berlusconi: "gli impegni che l'Unione Europea si era data sotto presidenza tedesca oggi si confrontano con una crisi nella quale siamo. Non crediamo che questo sia il momento per andare avanti da soli e fare i don Chisciotte". Figurarsi se tocca a noi dare il buon esempio, piuttosto che muovere un dito preferiamo guardare la barca affondare. Ancora piu' esplicito Schifani: "Consapevole del pericolo che incombe sull'economia reale l'Europa trovi una sintesi su temi altrettanto importanti, come quello della tutela dell'ambiente, ma sicuramente meno emergenziali rispetto alla crisi finanziaria e al rischio di recessione". Forse Schifani non si e' mai domandato se sia nato prima l'uovo e la gallina, forse nella sua proverbiale capacita' di pensare a lungo termine il nostro governo non ha ancora pensato al fatto che intervenire sugli effetti senza minimamente riflettere (e intervenire!) sulle cause della crisi non serve solamente a sprecare risorse e denaro. O forse sono gli unici al mondo a non vedere nella crisi energetica e ambientale uno dei motivi trainanti della crisi finanziaria in corso? E poi, vuoi mettere la soddisfazione di morire senz'acqua ma pieni di dollari?

venerdì 17 ottobre 2008

Fannulloni, stabilizzati e maestri unici


Via Wittgenstein, un estratto dell'intervento di Giovanni Bachelet, ieri in aula:

“Brunetta dovrebbe sapere più di altri che fermare simultaneamente i concorsi e la stabilizzazione di molti ricercatori negli enti di ricerca sarebbe una catastrofe. D’altronde, proprio lui, è diventato professore associato con i concorsi del 1981, quei concorsi anche detti ‘grande sanatoria’, con i quali tutti quelli che a vario titolo erano precari nelle università sono stati accettati come professori con un concorso riservato.
Quello che più critichiamo è che il Governo con la finanziaria blocca il turnover della università ed impedisce nuovi concorsi e con l'emendamento 'ammazza precari' ferma le stabilizzazioni. In questo modo tutte le linee di accesso alla ricerca e all'università vengono chiuse simultaneamente. E' un vero e proprio delitto dal momento che senza concorsi liberi e senza stabilizzazioni si uccidono le università”.

E su maestri unici e universita', una bella lettera di un maestro/professore. E a Roma seconda manifestazione nazionale consecutiva contro la scuola di questo governo.

Mi pento


Mi pento, pubblicamente. Seguendo l'invito del Santo Padre, che ha puntato il dito contro la "scienza che segue facili guadagni". Proprio per questo ho studiato fisica, per i facili guadagni. Scoperto, mi tolgo un grosso peso scusandomi pubblicamente. La notizia sul blog di Robecchi:

Finalmente una novità nella vita millenaria della Chiesa Cattolica, una cosa mai successa, un’iniziativa inedita: il papa ha attaccato duramente la scienza e gli scienziati. Non l’aveva mai fatto, e anzi si ricorda quando Galileo venne premiato per la sua opera durante una toccante cerimonia intitolata "O dici che sei un pirla o ti diamo fuoco". L’affondo di papa Ratzinger è avvenuto durante un’udienza per i partecipanti a un convegno su fede e ragione (la ragione è stata lasciata al guardaroba insieme agli ombrelli). Gli scienziati inseguono facili guadagni, ha detto Benedetto XVI seduto su una sedia del valore stimato di due milioni di euro nel suo palazzo con affreschi inestimabili. Questo attaccamento ai soldi non è per niente bello, insomma. Anziano ma sempre arzillo, il papa ha ricordato che "La scienza non può elaborare principi etici", annunciando che d’ora in poi farà a meno di qualunque cosa provenga dalla scienza, dall’aspirina all’automobile. Secondo gli analisti finanziari, il mantenimento del monopolio dell’etica è in questo momento il core-business del Vaticano, particolarmente prezioso in questo periodo di turbolenze finanziarie.

Nella foto: papa Ratzinger su una grata della metropolitana, tipico esempio di mancanza di etica degli scienziati.

Intanto negli USA un senatore ha fatto causa a Dio (proprio a Lui...), ma pare che il problema sia la notifica visto che nessuno conosce l'indirizzo.

giovedì 16 ottobre 2008

Cervelli in fuga da Gomorra


Ce l'abbiamo fatta. Anche Roberto Saviano e' costretto ad andarsene all'estero "per un periodo".

[...] Fino a un anno fa potevo ancora chiudere gli occhi, fingere di non sapere. Avevo la legittima ambizione, credo, di aver scritto qualcosa che mi sembrava stesse cambiando le cose. Quella mutazione lenta, quell'attenzione che mai era stata riservata alle tragedie di quella terra, quell'energia sociale che - come un'esplosione, come un sisma - ha imposto all'agenda dei media di occuparsi della mafia dei Casalesi, mi obbligava ad avere coraggio, a espormi, a stare in prima fila. E' la mia forma di resistenza, pensavo. Ogni cosa passava in secondo piano, diventava di serie B per me. Incontravo i grandi della letteratura e della politica, dicevo quello che dovevo e potevo dire. Non mi guardavo mai indietro. Non mi accorgevo di quel che ogni giorno andavo perdendo di me. Oggi, se mi guardo alle spalle, vedo macerie e un tempo irrimediabilmente perduto che non posso più afferrare ma ricostruire soltanto se non vivrò più, come faccio ora, come un latitante in fuga. In cattività, guardato a vista dai carabinieri, rinchiuso in una cella, deve vivere Sandokan, Francesco Schiavone, il boss dei Casalesi. Se lo è meritato per la violenza, i veleni e la morte con cui ha innaffiato la Campania, ma qual è il mio delitto? Perché io devo vivere come un recluso, un lebbroso, nascosto alla vita, al mondo, agli uomini? Qual è la mia malattia, la mia infezione? Qual è la mia colpa? Ho voluto soltanto raccontare una storia, la storia della mia gente, della mia terra, le storie della sua umiliazione. Ero soddisfatto per averlo fatto e pensavo di aver meritato quella piccola felicità che ti regala la virtù sociale di essere approvato dai tuoi simili, dalla tua gente. Sono stato un ingenuo. Nemmeno una casa, vogliono affittarmi a Napoli [...]

Quello stesso Sandokan che ha piu' volte minacciato di ucciderlo manda fax dal carcere (ma non e' in regime di 41bis?) minacciando querele, e il pentito che aveva rivelato un piano per ucciderlo entro Natale ritira tutto, mentre si insinua che Roberto non sia altro che un millantatore, probabilmente per isolarlo ancora di piu' e poi colpirlo piu' facilmente nel silenzio e nell'indifferenza. Mentre si moltiplicano le pelose solidarieta' di chi fino a ieri si affannava a minimizzarlo (compreso il Presidente del Consiglio che ci fa sapere che presto sconfiggera' la Camorra dalla Campania dal momento che ha gia' eliminato i rifiuti), l'on. Cosentino, chiamato in causa da 5 pentiti della camorra e coinvolto nello smaltimento illegale di rifiuti tossici nella stessa regione, rimane imperterrito nel governo come se nulla fosse. Mentre Saviano fa le valigie, si vuole eleggere alla Corte Costituzionale un altro tizio, Gaetano Pecorella, che non solo è l’avvocato del primo ministro (e ci sarebbero ragioni di opportunita', ma per il momento sorvoliamo), ma è anche imputato per favoreggiamento nella strage di piazza della Loggia a Brescia, una delle piu' atroci stragi di stato. Mentre l'autore del libro piu' importante degli ultimi anni -il creatore di un nuovo genere di grandissimo impatto e efficacia a cavallo tra il reportage e la fiction - e' costretto ad andare all'estero per tornare a respirare, chi invece stando comodamente in Italia si e' inventato una residenza in Belgio per andare in Parlamento nel collegio estero per il Pdl come Nicola Di Girolamo, truffando colleghi e elettori, rimane tranquillo al suo posto forte della solidarieta' (questa volta tangibile) dei suoi colleghi. Saviano ha ragione: come il professor Adolfo Parmaliana, come tutti gli italiani decenti, in questo paese e' pericolosamente solo.

Viva l'Europa (7)


Per salvarci dall'emergenza che monta, prova almeno a tenderci una mano l'Unione Europea, che boccia senza appello il succo dello strombazzato piano del governo su sicurezza e immigrazione. Da L'Unita':

Ora è costretto ad ammettere l’errore. E a fare retromarcia. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in audizione davanti al Comitato Schengen, non può più continuare a dire che le sue politiche in materia di immigrazione sono «del tutto conformi alle direttive Ue», come ha fatto negli ultimi mesi. Ora è costretto ad ammettere che la norma contenuta nel pacchetto sicurezza che prevede l'allontanamento dei cittadini comunitari senza casa e reddito è «eccessiva». Punto. Ed è anche costretto a fare retromarcia sull’idea di mandare in carcere chi è senza permesso di soggiorno. Il reato di immigrazione clandestina resta, ma sarà punito con una sanzione pecuniaria e non, come prevedeva il pacchetto sicurezza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Punto (continua)

Sempre a proposito di Europa(7), la vergognosa manovra del governo per salvare Retequattro. Resta da capire se il Consiglio di Stato, il cui verdetto definitivo sulla vicenda è atteso per il 16 dicembre prossimo, accetterà la proposta del ministero. Da L'Unita':

Pur di non rischiare di perdere Retequattro, anche se ormai era praticamente impossibile, il governo ha trovato le frequenze per Europa7. Ma, sia chiaro, Mediaset non ci rimetterà nulla, le frequenze Berlusconi le toglie a RaiUno. In realtà, nemmeno l’ammiraglia Rai perderà spazio, semplicemente la una riorganizzazione dello spettro di frequenze finora occupate dal primo canale, renderà disponibile un nuovo spazio che il ministero assegnerà a Europa7. Giusto per risolvere anche questa grana. (continua)

mercoledì 15 ottobre 2008

Segregazione scolastica


Mentre, per fortuna, infuriano le occupazioni di scuole e Universita' e le assemblee studentesche sulla "riforma" Gelmini, la Lega fa approvare alla Camera una mozione che istituisce la segregazione scolastica, prevedendo "classi d'inserimento" e che impegna il governo a "rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione". La proposta, primo firmatario il capogruppo della Lega Roberto Cota, e' stata approvata con 265 «sì», 246 «no» e un astenuto. "La mia proposta serve a prevenire il razzismo e punta a realizzare una vera integrazione": cosi' Cota giustifica la norma, un po' come dire che guidare ubriachi favorisce la sicurezza sulle strade. Aggiunge poi che sono cose "che avvengono nella maggior parte dei paesi europei, i quali hanno costituito luoghi di apprendimento separati per i bambini immigrati", come se qualunque cosa viene fatta all'estero (per esempio il sistema scolastico tedesco che seleziona a 9 anni i bambini destinati all'Universita' e quelli "difficili" che vengono spediti a scuole speciali) sia assolutamente migliore di quello che viene fatto in Italia. Anche per questo il 25 saro' a Roma, con il banner dell'Emergenza Nazionale.

martedì 14 ottobre 2008

14 ottobre, 1 anno fa


Un anno fa si celebravano le primarie per la scelta del segretario del Partito Democratico. Un anno fa si respirava l'entusiasmo e la speranza di molti, che vedevano realizzato il lungo cammino dell'Ulivo in un partito grande, plurale, aperto e democratico che metteva insieme le grandi tradizioni riformiste e progressiste per cambiare finalmente l'Italia. A un anno di distanza il risultato fa quasi tenerezza: non ci sappiamo accordare neppure per dare slancio all'unico punto fermo, la manifestazione del 25 a Roma. Grazie a una classe dirigente strategicamente geniale, come dice Zoro, "per chi andrà a manifestare non sarà semplice capire come comportarsi, se urlando slogan contro il governo, gridando proposte alternative ai decreti legge Pdl o rimanendo in rispettoso silenzio per la crisi dei mercati. Si dice che ad aprire il corteo sarà un grande striscione con su scritto: Scusate il disturbo, finiamo subito". Il PD e' stritolato dalle lotte fra fazioni e personalismi odiosi, nelle logiche di redistribuzione fra le due classi dirigenti, trovatesi improvvisamente a convivere da separati in casa e terrorizzate da tutti quegli strumenti di democrazia diretta e partecipata, come le primarie, che tendono a spostare dal loro controllo nomine, idee, strategie. Emblematico a questo riguardo il bell'articolo di Rosy Bindi sull'Unita' di ieri riguardo al ruolo dei cattolici nel PD: quel filo di speranza che rimane e' proprio dato da quei pochi che sembrano ricordarsi ancora di perche' si e' fatto questo benedetto partito. Un partito che invece, nello sforzo di stabilire un dialogo costruttivo con dei sordi, si e' lasciato sfuggire di mano la possibilita' di intercettare il giusto malcontento nei confronti della dissennata gestione del governo Berlusconi: non per il gusto di protestare e poter dire no, ma per riuscire incanalare in proposte costruttive e innovative la voglia di non vedersi scippati di beni e diritti faticosamente conquistati. Forse proprio perche' il vero problema di questo PD e' la mancanza di un'idea propria, di un modello da proporre che sappia coinvolgere e appassionare. Non e' stato capace di ribaltare i pronostici delle elezioni, di ridare speranza a un paese sommerso dalla paura dell'altro, della crisi, del futuro: la società si è chiusa, ha preferito le risposte univoche al faticoso confronto fra simili, ha preferito ritrarsi in se stessa e nei propri egoismi, mentre il PD si perdeva per ritirarsi a contemplarsi l'ombelico (interessante l'analisi di El Pais) e a spartirsi poltrone. E questo proprio quando il crollo del liberismo selvaggio e del modello di sviluppo americano offriva un'occasione senza precedenti per portare avanti una visione alternativa di sviluppo, sostenibile e solidale. Forse il tonfo alle prossime europee fara' capire, anche a chi e' attaccato alla sua poltroncina a respirare un'aria stanca e mefitica, che se non ci si muove e non si spalanca le finestre a tutto quell'entusiasmo e capacita' rimaste alla porta, e che si e' cercato in ogni modo di soffocare, non si potra' piu' neppure morire di rendita. Forse i miracoli ancora accadono.

lunedì 13 ottobre 2008

Dall'Alabama a Varese


Una ragazza marocchina di 15 anni e' stata picchiata a Varese per un posto sull'autobus. Per un posto sull'autobus: come a Montgomery, Alabama, 40 anni fa. Ieri infatti, subito dopo essere salita sul bus all'uscita dalla sua scuola, sarebbe stata insultata da un ragazzo che reclamava il diritto a quel posto. Poi l'intervento di un'amica del giovane, che ha fatto degenerare l'episodio in ulteriori insultati, strattonate, graffiate. Al momento di scendere Anna, la rgazza marocchina, si sarebbe sentita promettere ulteriori rappresaglie. Puntualmente, venerdì pomeriggio mentre si trovava nel piazzale dove si svolge il mercato cittadino, sarebbe stata avvicinata da una trentina di persone che l'avevano seguita sin dall'uscita da scuola. Quindi il pestaggio avvenuto per strada in mezzo all'indifferenza generale dei passanti. Ma probabilmente per le autorita' anche questa volta il razzismo non c'entra. solo per caso nell'aggressione le gridavano "brutta marocchina di m...", solo per caso Anna e' stata ritrovata sanguinante con il setto nasale rotto. Non e' piu' un'emergenza, e' una catastrofe.

domenica 12 ottobre 2008

Spolpare il cadavere


Indovina un po' da dove il nuovissimo decreto salva banche prende i soldi? A chi indovina ricchi tagli. La soluzione piu' sotto, nel DECRETO-LEGGE 9 ottobre 2008, n. 155 "Misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali":

Articolo 7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, sono individuate per ciascuna operazione di cui al presente articolo le risorse necessarie per finanziare le operazioni stesse. Le predette risorse, da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono individuate in relazione a ciascuna operazione mediante:
a) riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle poste correttive e compensative delle entrate, comprese le regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; nonche' quelle dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali;
b) riduzione di singole autorizzazioni legislative di spesa;
c) utilizzo mediante versamento in entrata di disponibilità esistenti sulle contabilità speciali nonche' sui conti di tesoreria intestati ad amministrazioni pubbliche ed enti pubblici nazionali con esclusione di quelli intestati alle Amministrazioni territoriali con corrispondente riduzione delle relative autorizzazioni di spesa e contestuale riassegnazione al predetto capitolo;
d) emissione di titoli del debito pubblico.

Come sempre, come per l'ICI, da Universita' e Ricerca: le vere ruote di scorta di ogni politica che si rispetti, e gia' da tempo oltre la canna del gas. Ma ai camionisti, ai carrozzieri e ai banchieri stessi mai? E per giunta con quei soldi le banche le salviamo anche a scatola chiusa, senza una minima discussione sulle regole del gioco. Ole'. Altro siluro...

sabato 11 ottobre 2008

Sempre piu' giu'


Il giochino si e' rotto. Le borse crollano sempre piu' giu', l'occidente coi soldi e' nel panico. Nonostante gli encomiabili sforzi ieri a cena di un'amica banchiera, nonostante ottimi bignami in rete (ad esempio le raccolte di link per capire la crisi di Corrado qua e qua), i contorni del dissesto finanziario globale rimangono nebulosi. Qualche convinzione me la porto pero' dietro: la globalizzazione della finanza ha fatto si' che la crisi principalmente concentrata negli stati Uniti si sia portata dietro tutto l'occidente (se l'America starnutisce il mondo si ammala, purtroppo: sarebbe quasi giusto che il presidente tra poche settimane lo votassimo anche noi); che l'inizio della crisi, quando ancora si parlava solo di mutui, e' stato scatenato dall'aumento del divario tra chi ha i soldi e chi fa fatica; che la crisi energetica sta facendo da volano alla crisi finanziaria, e che non risolveremo niente continuando a ignorare questa verita'. Magari mi sbaglio, ma mentre tutti rassicurano, probabilmente a ragione, sul destino dei nostri risparmi (che non ho), io mi preoccupo per qualcosa di molto piu' grosso che potrebbe covare, come dopo la grande crisi del '29. E se invece fosse l'occasione per ripartire da capo, secondo uno svioluppo sostenibile e sociale, con regole piu' chiare e applicate, con un'attenzione maggiore a chi stiamo lasciando indietro e a quel che resta delle risorse del pianeta? L'occasione sarebbe unica, e la speranza e' l'ultima a morire...

venerdì 10 ottobre 2008

Bando a Morando


Nuovo inno del PD. "In ginocchio da te" di Gianni Morando:

Apc-Pd/ Morando: Il 25 ottobre in piazza a sostegno del Governo
Mobilitazione per incoraggiare azione a difesa dei risparmiatori

Roma, 10 ott. (Apcom) - La manifestazione del 25 ottobre non sarà anti-governativa: lo assicura il coordinatore del governo ombra del Pd, Enrico Morando. E se nell'opposizione c'è "qualcuno che pensa di trarre vantaggio dalla crisi, si sbaglia di grosso: quando ci sono emergenze del genere - dice al 'Giornale' - è inevitabile che l'opinione pubblica si stringa attorno al governo". Per Morando, l'opposizione deve fare due cose: "Intanto incoraggiare e sostenere il governo nello sforzo che sta facendo per fronteggiare l'emergenza. E devo dire che l'iniziativa che è stata presa col decreto varato la sera scorsa per dare una risposta immediata mi sembra condivisibile. Inoltre - prosegue l'esponente Pd - dobbiamo chiedere con forza al governo che cambi il segno della sua politica economica: deve passare da una politica restrittiva e una espansiva e fortemente anti-ciclica". Niente cortei anti-Berlusconi dunque? "Non è una manifestazione anti-governativa. Anche perchè l'intervento messo a punto dal governo per rassicurare i risparmiatori e sostenere il sistema bancario è giusto - conclude - è quello che avevamo chiesto anche noi e dunque merita un giudizio positivo".

E' invece l'ora di finirla con questa baggianata del dialogo con chi del dialogo se ne frega. Se la Manifestazione del 25 fosse davvero quella che immagina Morando, dubito che chiunque sano di mente, me compreso, si farebbe il viaggio fino a Roma. Per fortuna la gente e' molto piu' avanti della sua supposta (appunto) "classe dirigente", e il 25 sara' in piazza a manifestare il proprio dissenso verso chi vuole rifondare l'univerista' e la scuola per decreto, anziche' attraverso un percorso e un confronto serio e articolato che tenga conto non solo del portafogli ma anche dei mutamenti e delle esigenze nuove. Sara' in piazza per un’idea di scuola e di ricerca pubblica e non privatizzata che non parta dai tagli ma da un progetto didattico, educativo e di sviluppo; per la difesa del tempo pieno di qualità, dell'obbligo a 16 anni, di un'Universita' basata sul merito e non sul clientelismo e il familismo; per fermare la deriva xenofoba del paese riflesso delle misure autoritarie e razziste del governo; per fermare il fiorire di indegne leggi ad-personam tese a garantire impunita' e privilegi; per fermare il porcellum europeo che vuole togliere anche in Europa la possibilita' di scelta ai cittadini; per una vera politica a sostegno dei salari.
Per tutte queste ragioni oggi non solo e' giusto, ma e' quanto mai urgente e necessario andare in piazza contro questo governo che sta attuando a colpi di decreti uno sfracello mai visto nel paese. Ed infatti, mentre il PD indugia e sta a guardare, si moltiplicano per fortuna in scuole ed Universita' in tutta Italia le proteste: in più di cento città d'Italia sono stati organizzati oggi dall'Unione degli studenti imponenti cortei contro il decreto Gelmini: oltre 200000 gli studenti coinvolti. Ieri a Pisa un'assemblea dei precari dell'Universita' talmente gremita che si e' tenuta in piazza dei Cavalieri, mentre a Firenze i corsi di Scienze sono bloccati per l'agitazioni di studenti, ricercatori e professori; alcune lezioni sono state tenute simbolicamente nei luoghi storici della citta', da Piazza Signoria al Ponte Vecchio, mentre oggi la protesta si e' snodata con un corteo per le strade della citta'. Lunedi' sempre a Firenze una nuova fiaccolata per la scuola organizzata dai sindacati. Anche l'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna e' in "intervallo", per ricordare i "risultati raggiunti giorno per giorno anche grazie all’indispensabile contributo delle ricercatrici e dei ricercatori precari, con entusiasmo enorme e stipendi magrissimi e traballanti. Ora tutto questo rischia di finire, per lasciare spazio ai ricordi di un passato in cui, per quanto poco, il nostro paese alla ricerca sembrava ancora crederci". Domani invece la manifestazione delle sinistre a sinistra del PD (almeno loro contro), e l'inizio della raccolta delle firme per il referendum contro il lodo Alfano inspiegabilmente disertato dal PD per paure strategiche sinceramente imbarazzanti. Per tutto questo la lotta continua, anche il 25, nonostante Morando e il PD.