Visualizzazione post con etichetta legge elettorale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta legge elettorale. Mostra tutti i post

domenica 7 marzo 2010

Vieni avanti decretino


La “necessità e l’urgenza” di questo decreto è la tipica necessità e urgenza del governo Berlusconi: salvare se stesso e i suoi sodali. Per tutto il resto il paese puo' attendere. Mi pare scontato ricordare che un decreto in questa materia (elettorale) non si poteva fare, meno che mai a ridosso delle elezioni e con valore retroattivo, e da parte dei soggetti direttamente interessati agli effetti. E' semplicemente scandaloso, un abuso del forte sul debole. Mi pare poi evidente come la finzione dell'interopretazione di leggi gia' esistenti sia del tutto insostenibile, tanto che ci ha creduto solo il Presidente Napolitano. Presidente che in una lettera allucinante sul sito del Quirinale risponde ai cittadini imbufaliti per la sua firma sul decreto d'urgenza, sostenendo che "il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano". E chi se ne importa di regole, leggi, vincoli, tutele. Chi e' piu' potente ha sempre ragione, non e' pensabile altrimenti. Poco importa che il maggior partito di governo non sia stato in grado di raccogliere entro i termini 3500 firme, dimostrando che in fondo tutto questo seguito non ce l'ha, signor Presidente. Quel decreto e quella firma sono uno schiaffo a chi onestamente ogni santo giorno lotta alle prese con inderogabili scadenze di lavoro e burocratiche: per la scadenza del prossimo concorso ci sara' un decreto interpretativo che mi consente di mandare la domanda con meta' dei documenti necesari e fuori tempo massimo? Si e' mandato al macero il diritto di competere ad armi pari per il governo del paese, il diritto dei cittadini ad essere rappresentati da chi li rappresenta e non da chi e' gia' la' o possiede tre televisioni e qualche gornale. Lo si e' fatto peraltro anche senza prendere una decisione definitiva, ma rimandando "l'interpretazione autentica e infallibile al TAR, che sara' costretto a gioudicare esponendosi all’accusa di partigianeria qualunque sia l'esito finale: irresponsabile. Tra l'altro, non vedo come il decretino possa sanare la posizione di Formigoni, che ha presentato firme false. Da quel che capisco, dovrebbe essere ammesso, salvo poi annullare le elezioni, una follia.
L'umorista del giorno e' Claudio Scajola: “Se ad essere stata esclusa fosse stata una lista non nostra? Avremmo fatto la stessa cosa. Noi siamo un partito di moderati, di cattolici, riformisti, laici. Siamo persone di buon senso. Fa parte della nostra storia”. Anche perche' e' gia' successo, e il sindaco del centrodestra di Monte Porzio Catone ha vinto senza avversari per una questione di timbri. Mi pare che della loro storia faccia parte solo l'interesse privato del Capo, le lotte per le poltrone sfociate in un pasticcio colossale, e' lo sdoganamento di Stato alla tendenza italica al tarallucci e vino, al condono, alla scappatoia, al "lo fanno tutti e quindi e' giusto". A quelli che sanno che presentare firme false o fuori tempo e' questione di sostanza, non di forma. E questo decretino e' semplicemente l'ennesimo, e forse il piu' grave, abuso di potere.
E adesso vedremo di basare la campagna elettorale su due soli punti ben chiari: stracciano le regole per se stessi, e sono degli incapaci ai quali non bisognerebbe affidare nemmeno la gestione di un condominio. Ma il problema ormai e' che la differenza fra il bene e il male in questo paese e' diventata indistinguibile fra gli interessi miei e quelli di tutti. Ma speriamo che funzioni. Sempre che il prossimo non sia un decreto interpretativo della vera volonta' degli elettori, nonostante il risultato delle urne.

mercoledì 15 aprile 2009

Dita


La Lega si oppone all'election day dichiarando che sarebbe incostituzionale: secondo i razzisti in armatura infatti "chi si rifiuta di ritirare la scheda per il referendum automaticamente viene annotato in appositi registri, rendendo cosi' palese l'espressione del suo voto, anche perche' il non voto e' una espressione di voto. Questo e' palesemente incostituzionale in quanto il voto deve essere libero e segreto". Peccato che il non voto non sia un'espressione di voto, tranne per chi vuole utilizzare il non raggiungimento del quorum per far fallire il referendum, e soprattutto peccato che allo stesso modo chi il 14 Giugno non si rechera' a votare verra' comunque registrato: anche il registrare gli elettori che si recano al seggio per impedire loro di votare due volte e' incostituzionale per Calderoli? Senza contare poi che votare il 21 giugno, quello si', sarebbe illegale. Mentre la Lega, lo stesso partito che bruciava tricolori e inneggiava alla disgregazione della Repubblica, si nasconde dietro il dito ahime' troppo piccolo della Costituzione nel tentativo di far fallire un referendum per loro (e forse per anche il paese) deleterio, il nuovo editto bulgaro nei confronti di AnnoZero si nasconde dietro il dito del rispetto per i morti. Vauro cacciato dal programma per "riequilibrarlo": sulla TV di stato tutto quello che non pende a destra va demolito. E pensare che ben altro dovrebbe fare scandalo, non certo le vignette di Vauro.

domenica 1 marzo 2009

Il Porcello ai tempi della crisi


La decisione del Governo di non associare il referendum all’election-day di giugno, che pare ormai praticamente certa, appare ancora piu' inaccettabile data l'assoluta mancanza di argomenti ragionevoli a sostegno. L'unica, purtroppo irragionevole, e' l'intenzione di far fallire il referendum per garantire lunga vita al porcello, non curanti del costo che viene come sempre scaricato sui cittadini.
Una decisione dunque che produce danni gravi al Paese: butta dalla finestra 400 milioni di Euro, il doppio della social card; punta a tenere in vita il Porcellum, l’attuale delirante legge elettorale, e assesta un altro colpo all’istituto del referendum, sempre piu' bistrattato e sminuito. Quest'ultima e' infatti solo la conferma dell'insofferenza del governo per questo istituto cosi' come per tutti i vincoli e contrappesi i contrappesi costituzionali, in piena sintonia col concezione illiberale, ma travestita da libertaria, del berlusconismo nostrano.

martedì 13 gennaio 2009

No ai Pörcellä


Pare proprio che PD e PDL stiano trovando la convergenza sulla nuova legge elettorale per le europee. Vista l'ondata di proteste per l'abolizione delle preferenze, ci riprovano con un tyrucchetto, un'ikea geniale come la definita Ciwati: il modello svedese/belga. Le preferenze modificano l'ordine di lista soltanto se il candidato prende piu' dell'8% delle preferenze della sua lista in una determinata circoscrizione, altrimenti si segue l'ordine di lista. In ogni caso, sbarramento al 4%. Peccato che Andrea Mollica abbia fatto i conti, ed e' sostanzialmente soltanto un Pörcellö alla nordica (con inciuciø): le preferenze non avrebbero comunque alcun effetto. Per dire no ai Pörcellä in salsa svedese o belga, per difendere il nostro diritto di scegliere i nostri rappresentanti, BeffaTotale si incatena con altri blogger in difesa delle preferenze.

mercoledì 29 ottobre 2008

Maestro unico, pensiero unico


Il Senato approva il decreto Gelmini. Il pensiero unico e le ricette facili sono legge dello stato, nonostante le proteste di grandissima parte del mondo della scuola e dell'opinione pubblica. Che, tra parentesi, l'orrido TG1 di ieri sera ha tentato di far apparire come minoranza rumorosa. Ma fedeli alla linea, il governo va avanti. Il PD comincia a mobilitarsi per il referendum (peccato che pero' i tagli non sono referendabili in quanto in una legge finanziaria), mentre il ministro minaccia: "Entro una settimana presenterò il piano sull'Università". Il PD prova a fare sempre sull'universita' qualche proposta concreta, ma sono in gran parte i soliti discorsi a vuoto. La lotta nelle scuole e nelle Universita' continua.
Per continuare con le vergogne prossime venture, si discute della nuova legge elettorale per le Europee. Il solito TG1 di ieri ha pure tentato di far credere che a volerla cambiare fossero quelli che lottano per mantenere le preferenze. Siamo pero' certi, come suggerisce Gilioli, "che il ministro Brunetta interverrà presto per sanare lo scandalo di quei dipendenti pubblici che portano a casa oltre 12 mila euro al mese, scaragnano altre centinaia di euro sui viaggi aerei, lavorano al massimo due-tre volte la settimana e dall’anno prossimo saranno assunti esclusivamente per raccomandazione".
Per finire col gossip, la polizia postale (ma sono loro davvero?) mi scrive riguardo a un commento non ben identificato su questo post, che avrebbe offeso tal Antonio Corvasce. Presto sviluppi.

lunedì 15 settembre 2008

Doppio porcellum


Tra meno di dieci mesi avremo l'opportunita' di votare per il nuovo parlamento europeo. Si tratterà di scegliere chi ci rappresenterà nella sede sovranazionale che ormai concorre a decidere molto della nostra politica economica, dei nostri diritti sociali, delle politiche ambientali e di sicurezza. “Scegliere” potrebbe pero' rivelarsi non piu' il verbo appropriato. Se verrà infatti davvero approvata la nuova legge elettorale per le europee voluta dal centrodestra non saranno i cittadini a decidere gli eletti, visto che si punta a riproporre anche per l'Europa le liste bloccate. Impedire la scelta dei propri candidati, oltre che evidentemente l'ennesima limitazione della democrazia, sarebbe davvero il colpo finale alla politica europea in Italia, gia' duramente utilizzata come capro espiatorio di tutto, dai prezzi all'immigrazione, dal nostro irresponsabile governo destrorso. Se la politica è distante dalle persone, allora quella dell'Europa lo e' gia' molto di piu', e una cosa del genere sarebbe fatale. Senza contare che i cittadini non potranno neppure farsi rappresentare da forze politiche che non superino uno sbarramento del 5 per cento. Peccato che pero' in questo caso i gruppi parlamentari non si formino su base nazionale, ma extranazionale, e non ha proprio senso premiare una coalizione e garantire la semplicita' del panorama politico su base nazionale. Se si vuole semplicemente assicurare ai partiti piu' grandi il maggior numero di poltrone possibili gestite direttamente, per innescare la solita oscena compravendita, lottizazione e imposizione dall'alto di personaggi quanto mai sconvenienti, lo vadano a fare da un'altra parte. Fateci scegliere. Fermiamo il Porcellum bis su scala Europea. Se il PD c'e' ancora, tra una lotta intestina e l'altra, batta un colpo piu' sonoro di cosi'.

mercoledì 14 novembre 2007

Quale legge elettorale?


Di questi tempi si fa un gran parlare della nuova legge elettorale che dovrebbe superare il capolavoro del "porcellum" varato nella scorsa legislatura. La discussione e' serrata, in quanto ogni forza politica cerca di spingere per un sistema che possa premiare o preservare il piu' possibile la sua rappresentativita', piu' che cercare di individuare modalita' condivise che possano portare a una matura e stabile evoluzione del nostro sistema politico. E, come spesso accade, si discute quasi unicamente di quale modello straniero importare a scatola chiusa in Italia, senza preoccuparsi delle peculiarita' del nostro paese. Non solo, senza preoccuparsi delle diverse forme politice in vigore negli altri, e che le rispettive leggi elettorali sono chiamate a bilanciare. Forme ovviamente molto diverse da quelle presenti in Italia, come il presidenzialismo fortissimo in Francia, il numero di deputati variabile in Germania, o gli ampi poteri del primo ministro in Spagna.
Su Lavoce.info c'e' una esauriente presentazione dei principali modelli elettorali in discussione, evidenziando le difficolta' della loro importazione acritica, e gli sbilanciamenti che si andrebbero a introdurre. Si propone anche una proposta alternativa del costituzionalista Salvatore Vassallo, ripresa dallo stesso Veltroni qualche giorno fa, a mio modo di vedere molto equilibrata, che cerca di conciliare la rappresentativita' con i piccoli partiti e la governabilita' del paese, mantenendo un bipolarismo che eviti pero' per quanto possibile il formarsi di ampie ed eterogenee alleanze prive di coesione programmatica. Il sistema proposto inoltre si presta assai bene ad effettuare la scelta dei candidati mediante primarie di partito, in modo da consentire agli elettori di giudicare la qualità dei singoli candidati. Un accordo possibile?

giovedì 3 maggio 2007

Referendum o non Referendum?


E' in corso una raccolta di firme per un referendum per abrogare parte della legge elettorale approvata nella scorsa legislatura, e definita dallo stesso proponente "una porcata". Direi che, detto questo, sull'attuale legge non c'e' nient'altro da aggiungere, se non che va cambiata il piu' rapidamente possibile.

Il problema allora qual e'? Che tutti, specialmente i piccoli partiti, cercano disperatamente di mantenersi il posto in Parlamento, cercando in ogni modo di evitare sbarramenti e maggioritari con ricatti e muri vari.

Nel frattempo, tra discussioni di bozze di riforma preparate dal ministro Chiti, dimissioni di membri della Corte Costituzionale e altre amenita', e' stato promosso un referendum abrogativo. Seguendo il link i tre quesiti sono spiegati nel dettaglio.

Dal momento che il referendum puo' essere solo abrogativo, quello che si cerca di fare e' di modificare l'impianto della legge gia' esistente in modo da assicurare alla lista che ottiene il maggior numero di voti un congruo premio di maggioranza e alzare lo sbarramento nei confronti dei partiti che hanno meno del 4% alla Camera e ben dell'8% al Senato. Il terzo quesito invece vuole eliminare la possibilita' di essere candidati in piu' circoscrizioni. In questo modo si va ad evitare che il "pluri-eletto" possa avere il potere, optando per uno piuttosto che un altro dei seggi in cui ha ottenuto la maggioranza, di scegliere di fatto chi mandare in Parlamento.

Premesso che il terzo quesito e' condivisibilissimo, non puo' purtroppo modificare la maggiore vergogna della legge vigente, ovvero che il cittadino col voto non abbia facolta' di scegliere i candidati ma soltanto la lista, e pertanto che i candidati siano cooptati e non eletti dai cittadini. Fatto a mio modo di vedere non grave, ma gravissimo.

Per quanto riguarda invece gli altri due quesiti, la sensazione e' che vadano a trasformare una legge elettorale pessima in una altrettanto bacata. Il fatto di assegnare il premio di maggioranza a una singola lista anziche' a una coalizione andra' senz'altro a premiare i partiti moderati e conservatori, storicamente riserva di voti certi in Italia, e di conseguenza facilitera' la convergenza verso il centro. Inoltre il muro dell'8% al Senato mi sembra sinceramente eccessivo, andando a penalizzare piu' del dovuto idee minoritarie ma con un supporto numerico di tutto rispetto. Se si andasse a votare, dico allora No No Si'.

Tuttavia non si risolverebbe il problema, e una nuova e buona legge elettorale e' davvero necessaria. Le idee sono molte, cosi' come i sistemi elettorali in uso negli altri paesi. Si vuol garantire la governabilita' con un sistema maggioritario a collegi uninominali, come in Inghilterra, ma storicamente in Italia i candidati non hanno un legame forte col territorio come accade invece ad esempio negli Stati Uniti, per cui questo sistema diventa un po' un'alchimia per garantire un sistema bipolare a larghe coalizioni e una maggioranza congrua al raggruppamento vincente. Altra idea e' il sistema francese a doppio turno, che presenta il vantaggio di far comunque sentire la voce di tutti, sebbene poi gli apparentamenti delle diverse liste si modificano a seconda dei risultati del primo turno anziche' dare vita a stabili e forti alleanze con comunioni di intenti. Il sistema di elezione nelle amministrazioni locali in Italia invece mi sembra eccessivo per il Parlamento, in quanto assegna una maggioranza artificiosa ben del 60%. Oppure si parla di ritorno al Mattarellum, una sorta di via di mezzo all'italiana tra sistema proporzionale e maggioritario, che non ha poi funzionato cosi' male, sebbene abbia le sue pecche, tra il '93 e il 2001. A patto pero' di aggiungerci primarie di circoscrizione per la scelta del candidato di ogni lista.

Insomma, le idee sono tante, ma nessuna e' perfetta. Quello che tutti fanno finta di dimenticare e' pero' che la legge elettorale dovrebbe essere scelta non perche' piu' conveniente a chi gia' c'e', ma perche' riesca a conciliare quanto piu' possibile la democrazia con la governabilita' del paese.