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mercoledì 27 febbraio 2013

Nuova classe dirigente

Ieri dalla Gruber c’era il corrispondente da Roma della TV tedesca, che aveva appena raccolto una dichiarazione senza né capo né coda sull’uscita dall’Euro fatta da una giovanissima neo deputata grillina. Commento testuale del giornalista estero: “Questa ragazza non può parlare a me come se parlasse con i suoi amici in pizzeria, perché da oggi lei è un leader della vostra nazione e le sue dichiarazioni hanno potenzialmente un impatto a livello internazionale”.

(via Ivan Scalfarotto)

domenica 24 febbraio 2013

Pala e scopetto elettore perfetto



Anche la strada e' piu' pulita? Non piovera' mai quando ci sono le elezioni, dice Gaber, ma ci sono 40 cm di neve a Poggio Conca! Nonostante il meteo, il pandino fa il suo dovere: doppia crocetta deposta!

martedì 30 marzo 2010

L'odio ha vinto sull'amore


Tanto per dirne una, il Piemonte sara' governato da un leghista nel 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia. E purtroppo non e' la conseguenza peggiore del voto di ieri: nel Lazio una banda di incapaci al governo, nel nord la Lega si candida a egemonizzare le politiche regionali e nazionali incredibilmente riuscendo a essere ancora credibile come partito di lotta (Roma ladrona) e di governo (a Roma). Le liste cinquestelle di Beppe Grillo invece fanno il pieno di voti, raggiungendo il 7% in Emilia (pari a IDV e il doppio dell'UDC) e risultando decisive in Piemonte per la vittoria di Cota. Fra i giovani tra i 18 e i 35, quelli che non hanno sprec.., ehm, votato per Grillo hanno in maggior parte disertato le urne, con un 51% di astensione. Si perde anche tra le macerie dell'Aquila, e al sud nonostante il malaffare di Cosentino e Lombardo. Visto il crollo del PDL (26% a livello nazinale), questo potrebbe essere un assaggio dielle macerie del dopo Berlusconi.
Rimane il villaggio di Asterix sulla laguna Venezia e la riserva protetta di ripopolamento e cattura in Toscana, e poco piu'. Ma, come suggerisce Cosimo, potrebbe piovere: il modello Liguria ci assomiglia molto, a un bel temporale. Speriamo cambi il vento: in fondo il cancro sara' debellato fra 3 anni, e Rutelli ha preso lo 0.58% aggregato, meno di Grillo. Possiamo consolarci.

domenica 28 marzo 2010

Principi irrinunciabili


Ritorna spesso nel nostro linguaggio ecclesiale, anche ai livelli più alti, l’espressione di “principi non rinunciabili”, che i politici cristiani – nel nostro caso cattolici – dovrebbero tener presenti nell’ambito dell’attività legislativa, e che i cittadini credenti dovrebbero sempre valutare, in particolare al momento delle elezioni. E normalmente si cita la realtà della vita, soprattutto al suo inizio e al suo termine, e quella della famiglia, soprattutto al momento del matrimonio. Ed è più che doveroso, perché se è vero che non si tratta di obblighi bensì di concessioni, cosicché un cristiano rimane sempre libero di osservare la linea richiesta dalla sua fede, è anche vero che il permissivismo civile può indurre anche a un permissivismo morale.
Quello che, invece, più facilmente intacca la coscienza morale, anche perché non v’è l’insistenza del magistero ecclesiale – soprattutto ai livelli più popolari – è da una parte il monito costante di Gesù, che cioè la primaria alternativa a Dio, e quindi a una vita veramente spirituale (anche cristiana), è “mammona” (v. Mt 6, 24 e Lc 16, 13), cioè l’idolo della ricchezza comunque raggiunta e del potere (vero idolo della nostra diffusa cultura occidentale, anche italiana), dall’altra il permissivismo sociale, cioè l’interesse privato, anche di gruppi o di comunità (delle stesse comunità religiose, che talora utilizzano il machiavellico “il fine giustifica i mezzi”) contro il “bene comune”, l’evadere la legge utilizzando tutti gli espedienti possibili, anche con la mediazione di professionisti particolarmente abili, e lo smaccato esempio di infrazioni alla moralità pubblica e privata di chi gode di situazioni di privilegio.
Credo allora che da una parte la sobrietà e dall’altra l’onestà e la trasparenza nella vita sociale siano davvero principi irrinunciabili per i cristiani, dal momento che il centro del messaggio evangelico, prima ancora della libertà che non di rado può finire nell’individualismo, siano proprio da una parte la chiarezza nell’agire (“sia il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno” – Mt 5,37 e Gc 5,12), e dall’altra, soprattutto l’amore, caratteristico di Dio-Trinità, che si esprime nell’attenzione all’altro, nella solidarietà. Ci rammarichiamo spesso di una gioventù senza norme e con scarsi ideali, e non ci rendiamo conto che è la conseguenza di esempi dati da chi, invece, dovrebbe incoraggiare con la vita prima che con la parola. Penso al cattivo esempio che diamo talora anche noi, gerarchia ecclesiale, con eventuali cattivi comportamenti disordinati in campo sessuale, ma anche in quello economico. E penso quanto dovremmo forse essere più chiari e più tempestivi nel richiamare il rispetto della sincerità e della sobrietà, della legalità e della solidarietà, anche quando vengono manomesse da chi forse “predica bene”, ma certo “razzola male”.

Luigi Bettazzi
(Vescovo emerito di Ivrea – Presidente Centro Studi Economico Sociali per la Pace Pax Christi)

domenica 7 marzo 2010

Vieni avanti decretino


La “necessità e l’urgenza” di questo decreto è la tipica necessità e urgenza del governo Berlusconi: salvare se stesso e i suoi sodali. Per tutto il resto il paese puo' attendere. Mi pare scontato ricordare che un decreto in questa materia (elettorale) non si poteva fare, meno che mai a ridosso delle elezioni e con valore retroattivo, e da parte dei soggetti direttamente interessati agli effetti. E' semplicemente scandaloso, un abuso del forte sul debole. Mi pare poi evidente come la finzione dell'interopretazione di leggi gia' esistenti sia del tutto insostenibile, tanto che ci ha creduto solo il Presidente Napolitano. Presidente che in una lettera allucinante sul sito del Quirinale risponde ai cittadini imbufaliti per la sua firma sul decreto d'urgenza, sostenendo che "il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano". E chi se ne importa di regole, leggi, vincoli, tutele. Chi e' piu' potente ha sempre ragione, non e' pensabile altrimenti. Poco importa che il maggior partito di governo non sia stato in grado di raccogliere entro i termini 3500 firme, dimostrando che in fondo tutto questo seguito non ce l'ha, signor Presidente. Quel decreto e quella firma sono uno schiaffo a chi onestamente ogni santo giorno lotta alle prese con inderogabili scadenze di lavoro e burocratiche: per la scadenza del prossimo concorso ci sara' un decreto interpretativo che mi consente di mandare la domanda con meta' dei documenti necesari e fuori tempo massimo? Si e' mandato al macero il diritto di competere ad armi pari per il governo del paese, il diritto dei cittadini ad essere rappresentati da chi li rappresenta e non da chi e' gia' la' o possiede tre televisioni e qualche gornale. Lo si e' fatto peraltro anche senza prendere una decisione definitiva, ma rimandando "l'interpretazione autentica e infallibile al TAR, che sara' costretto a gioudicare esponendosi all’accusa di partigianeria qualunque sia l'esito finale: irresponsabile. Tra l'altro, non vedo come il decretino possa sanare la posizione di Formigoni, che ha presentato firme false. Da quel che capisco, dovrebbe essere ammesso, salvo poi annullare le elezioni, una follia.
L'umorista del giorno e' Claudio Scajola: “Se ad essere stata esclusa fosse stata una lista non nostra? Avremmo fatto la stessa cosa. Noi siamo un partito di moderati, di cattolici, riformisti, laici. Siamo persone di buon senso. Fa parte della nostra storia”. Anche perche' e' gia' successo, e il sindaco del centrodestra di Monte Porzio Catone ha vinto senza avversari per una questione di timbri. Mi pare che della loro storia faccia parte solo l'interesse privato del Capo, le lotte per le poltrone sfociate in un pasticcio colossale, e' lo sdoganamento di Stato alla tendenza italica al tarallucci e vino, al condono, alla scappatoia, al "lo fanno tutti e quindi e' giusto". A quelli che sanno che presentare firme false o fuori tempo e' questione di sostanza, non di forma. E questo decretino e' semplicemente l'ennesimo, e forse il piu' grave, abuso di potere.
E adesso vedremo di basare la campagna elettorale su due soli punti ben chiari: stracciano le regole per se stessi, e sono degli incapaci ai quali non bisognerebbe affidare nemmeno la gestione di un condominio. Ma il problema ormai e' che la differenza fra il bene e il male in questo paese e' diventata indistinguibile fra gli interessi miei e quelli di tutti. Ma speriamo che funzioni. Sempre che il prossimo non sia un decreto interpretativo della vera volonta' degli elettori, nonostante il risultato delle urne.

giovedì 4 marzo 2010

Due pesi, nessuna misura


La Polverini, nel Lazio, e Formigoni, in Lombardia, stanno provando a silurarsi da soli. La prima per via di un panino farcito di divisioni all'interno del Pdl, il secondo per avere trattato con leggerezza il passaggio burocratico della presentazione delle liste (eppure è la quarta volta che si presenta come candidato presidente, e non potrebbe nemmeno). La prima dovrebbe essere riammessa (ma non la lista PDL che la sostiene a Roma), mentre per Formigoni pare che non ci sia niente da fare date le irregolarita' nelle firme, a meno di un decretino ad hoc che cambi le regole a partita finita. Perche' dopo aver discusso di igieniste e velone, amici di Bondi e fisioterapisti, geometri con posizioni in lista si sono resi conto di essere in un partito che non esiste, dove trovare anche 3500 firme e' un'impresa non da poco.
Scomposte le reazioni del governo, che parla di golpe, di forma anteposta alla sostanza, con protagonista assoluto il ministro della difesa (della difesa!) che dice che "Non accetteremo una sentenza che impedisce ai nostri elettori di votarci. Siamo pronti a tutto. Non rispondiamo delle nostre azioni". Un Benito La Russa pronto a far marciare su Roma i carri armati dell'esercito e a fare un gran polverone per sostenere la Polverini. Si sono fatti un «autogolpe» da soli, ma adesso sono pronti a rovesciare il tavolo delle regole e delle istutuzioni democratiche come i bambini beccati con le mani nella marmellata, senza ritegno e senza decoro. Mancanza di decoro confermata, ancora una volta, dagli indegni applausi a Di Girolamo alle sue dimissioni dal Senato.
Ma se da un lato il governo e' pronto a cambiare retroattivamente termini e regole per le elezioni democratiche (democratiche?), su altre cose e' ben deciso a non cedere di un millimetro. Anzi, a confondere le acque fin che puo' per tenere in scacco i suoi unici capri espiatori: gli stranieri. Paolo Rumiz su Repubblica spiega molto bene la follia delle regole sulla presunta sanatoria Maroni, trasformata in gran segreto in un trappolone: gli immigrati che hanno fatto domanda di sanatoria ma in passato non hanno rispettato un decreto di espulsione vanno rispediti a casa. O almeno forse vanno rispediti a casa. Per qualche questura (Trieste, Riimini e Perugia) sono criminali da allontanare, per altre (Milano, Venezia, Bologna) sono irrogolari da sanare con una sanatoria, che serve apposta. Con il risultato di annullare ogni effetto della presunta sanatoria, trasformatesi in una retata e nell'ennessima beffa. Due pesi, nessuna misura.

mercoledì 3 marzo 2010

We are the world for Polverini



Un inno internazional corale per sollecitare la riammissione della Polverini alle elezioni regionali nel Lazio. Si può mettere a repentaglio la democrazia per un paio di panini? (grazie al Suro)

martedì 2 marzo 2010

Regole


Per chi ha dalla sua il televoto Minzoliniano le regole sono solo ostacoli inutili, a meno che non si tratti di quelle "ad personam" che invece piacciono parecchio. Per chi e' abituato a confondere il consenso con le regole, ogni intralcio e' un “colpo di Stato”. Lo dimostrano le tragicomiche vicende di Roma e del panino galeotto (anche se dietro questa vicenda si nasconde semplicemente una lotta di poltrone finita male), di Milano con le firme a matita e falsificate (diretta conseguenza del tentativo del ciellinissimo Formigoni di farsi rieleggere da fuorilegge per l'ennesima volta), e di Padova con gli zombi della liberta'. Pare proprio che ormai per il Pdl votino solo i morti... oppure no?

martedì 9 giugno 2009

Leggere i risultati


Due le cose che colpiscono immediatamente nell'ascoltare le varie analisi del voto nei salotti TV e sui giornali in questi giorni. La prima e' che per un volta hanno perso (quasi) tutti, di solito invece vincono tutti e non si sa bene come. La seconda e' che i risultati non si confrontano piu' con quelli precedenti, ma solo con i sondaggi circolati qualche giorno prima del voto. In pratica i numeri piu' o meno inventati dei sondaggi modificano fortemente la percezione del risultato: Berlusconi strombazzava di avere dei sondaggi che lo vedevano al 45%, e quindi ha preso una batosta tremenda sebbene in realta' abbia straordinariamente tenuto nei confronti dei risultati precedenti, nonostante tutto cio' che e' successo ultimamente, da Mills, a Noemi, alla monnezza a Palermo, al terremoto. Anzi, l'unico contraccolpo vero l'ha avuto proprio in Abruzzo, dove un sacco di gente non e' andata a votare o ha votato da qualche altra parte, a testimonianza che il non far seguire fatti ai proclami in qualche (raro) caso non paga. Allo stesso modo il PD festeggiucchia una tenuta che solo i dirigenti vedono, visto che il dato nazionale vede un calo di 5 punti e traballa in molte amministrative. Anche qui a Sesto, nonostante la facile conferma dell'ottimo sindaco Ginassi, l'emorragia e' consistente, crollo nelle Marche e in Umbria, sparizione dalla Lombardia dove si prendono meno voti che in Sicilia. Il problema e' che probabilmente questi sondaggi stanno venendo usati come alibi, per dire che meglio di cosi' non si poteva fare, per contare i (pochi) voti persi dagli avversari invece della voragine sotto i nostri piedi. C'e' addirittura chi esulta del buon risultato della Lega, un partito xenofobo al 10% in Italia perche' potrebbe dare fastidi negli equilibri di governo. Ma a che prezzo?
L’unico successo vero che il PD possa esibire al momento è quello della candidatura di Debora Serracchiani, che nel suo Friuli ha preso piu' voti di preferenza di Berlusconi. Nel suo caso il PD ha fatto la cosa giusta, ha preso un candidato capace, un volto nuovo capace di raccogliere consenso, le ha dato spazio e l’ha appoggiata in campagna elettorale. Peccato che questo non si sia ripetuto per altri candidati nelle altre circoscrizioni, e che il resto delle liste non fosse propriamente una ventata di energia, di idee buone e di facce nuove. Anzi, un dato su cui riflettere e' stato il bassissimo uso delle preferenze da parte degli elettori in genere, soprattutto delle preferenze multiple, e il grande successo dei candidati di apparato, quelli sponsorizzati da Roma con lettere minatorie apposite: tanto che in Toscana tutti e 3 le mie preferenze non ce l'hanno fatta, ma dietro Sassuoli (che conferma che per raccogliere i voti bisogna apparire in TV) anche Leonardo Domenici che ha lasciato a Firenze non proprio idilliaci ricordi e' riuscito a raccogliere piu' di 100000 preferenze. Con buona pace di chi si batte contro il porcellum: e infatti Mastella e De Mita andranno a Strasburgo, tanto per fare qualche esempio impresentabile, mentre il Principe ballerino e Strano, quello della mortazza, almeno loro non ce l'hanno fatta. E non dimentichiamo Magdi Allam, quello che proclamava l'emergenza etica, che rappresentera' l'UDC in Europa, e le letterenze di Papi tutte promosse, la Matera addirittura seconda al sud dopo lo stesso Papi col dono del'obiquita'.
Resta da capire perche' i sondaggi ultimamente continuino a prendere sonore cantonate, dalla famosa vittoria in relax di Prodi trasformata in una veglia al cardiopalma, al quorum delle sinistre radicali mai raggiunto all'ultima tornata. C'e' chi individua nel mancato controllo del dato dell'astensione il problema, ma di sicuro e' qualcosa su cui i sondaggisti italiani dovranno lavorare.
Intanto il PSE a Bruxelles non esiste piu', se e' vero che quello del PD sara' il gruppo riformista piu' nutrito in parlamento. E forse il dato piu' preoccupante e' proprio il crollo delle sinistre in tutta Europa.

lunedì 8 giugno 2009

ReWind of change


L'effetto Obama all'incontrario: il PSE perde in tutta Europa. Mentre si attende la mazzata anche in casa nostra, Augusto al seggio a Monaco di Baviera mi scrive e spiega cosi' il crollo di consensi per le sinistre in Europa:

[...] sono venute a votare al seggio diverse persone di nazionalità italiana ma esclusivamente deutschsprachig, alcune esplicitamente spiegandoci che avevano optato di votare per la rima volta per le liste italiane per dare un segnale visto quanto sta succedendo in Italia. Peccato che ho l'impressione che in Italia non ci sia la stessa sensibilità, purtroppo.


In Spagna, Germania, UK, Ungheria le sinistre perdono perche' i loro elettori sono tutti a votare ai consolati italiani. E anch'io in coda per votare a Firenze ho incontrato una signora austriaca e una tedesca, pure loro deutschsprachig ma con marito e passaporto italiano, spinte dalla stessa intenzione. E con la speranza, vana, che la pioggia copiosa avesse tenuto lontano dal mare qualche deluso delle sinistre. Invece alle urne solo sei italiani su dieci, peggio ancora nel resto d'Europa (ma perche' votavano da noi). Un tedesco ci salvera'?

sabato 6 giugno 2009

Alle Urne



Il solito impareggiabile Biani sulle elezioni di oggi e domani. Andate a votare, per carita', anche e quella scala sembra altissima: l'alternativa e' solo questa. Per chi invece volesse sapere quale saranno le conseguenze nel PD del risultato delle urne, Zoro formula qualche possibile (?) scenario...

mercoledì 29 aprile 2009

Ciarpame senza pudore


Casini (Un Divorziato Cattolico) candida Emanuele Filiberto (Un Dandy Coronato) e Sgarbi (Un Delirante Cacacazzi) dopo aver impostato la campagna elettorale su "smettetela di litigare". Di Pietro candida se stesso anche se non andra' mai a Bruxelles, insieme a un manipolo di improbabili seguendo l'esempio fulgido di Silvio. Che pero' va oltre, ma oltre ogni limite, candidando senza pudore letteronze, ballerine, attricette, troniste, modelle e favorite varie. Per rassicurare tutti, il sultano fa sapere dall'harem di Arcore che l'operazione non e' volta a ricompensare le sue concubine, ma a garantire una quota rosa nelle liste del PDL al parlamento europeo. E conferma che si tratta di persone altamente qualificate, dal momento che hanno tutte seguito addirittura un corso tenuto da Mara Carfagna sui gusti sessu... ehm, sul lavoro del governo e sulle problematiche affrontate dal parlamento europeo. Mentre qualcuno giustamente si dispera scoprendo che i pomp... ehm, la devozione della figlia per il sultano e' stata vana e minaccia di darsi fuoco senza un seggio in Parlamento, sui giornali compaiono interviste, anche queste senza pudore, alla figlioccia (figlioccia?) diciottenne del sultano che preferisce candidarsi "alla Camera, al parlamento. Ci penserà Papi Silvio".
Unica voce indignata e' quella della moglie dl Sultano, che esasperata dichiara: "quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti". Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido: quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere". Dopo la lettera di qualche tempo fa, Veronica scocca un secondo dardo contro il suo sposo birichino. Peccato che, come i milioni di elettori del PDL di Berlusconi in questo paese di nani e ballerine, non faccia poi seguire alle parole i fatti, restando poi al suo posto nel castello incantato che a parole disprezza. Papi puo' stare tranquillo, le piazzate della moglie fanno solo del bene alla sua immagine di vero macho italico, che lui smentisca invocando candidature maleodoranti e complotti della sinistra o meno.

mercoledì 22 aprile 2009

Manifesti / 2: a volte ritornano

Imperdibile, dalla Fondazione Daje:


A grande richiesta qui anche il generatore di manifesti del PD, sempre da PaulTheWineGuy.
E qui trovate le liste del PD per le Europee: tra il dire e il fare c'e' di mezzo il PD. Vero e' che dall'altra parte c'e' pure chi fa peggio...

mercoledì 15 aprile 2009

Dita


La Lega si oppone all'election day dichiarando che sarebbe incostituzionale: secondo i razzisti in armatura infatti "chi si rifiuta di ritirare la scheda per il referendum automaticamente viene annotato in appositi registri, rendendo cosi' palese l'espressione del suo voto, anche perche' il non voto e' una espressione di voto. Questo e' palesemente incostituzionale in quanto il voto deve essere libero e segreto". Peccato che il non voto non sia un'espressione di voto, tranne per chi vuole utilizzare il non raggiungimento del quorum per far fallire il referendum, e soprattutto peccato che allo stesso modo chi il 14 Giugno non si rechera' a votare verra' comunque registrato: anche il registrare gli elettori che si recano al seggio per impedire loro di votare due volte e' incostituzionale per Calderoli? Senza contare poi che votare il 21 giugno, quello si', sarebbe illegale. Mentre la Lega, lo stesso partito che bruciava tricolori e inneggiava alla disgregazione della Repubblica, si nasconde dietro il dito ahime' troppo piccolo della Costituzione nel tentativo di far fallire un referendum per loro (e forse per anche il paese) deleterio, il nuovo editto bulgaro nei confronti di AnnoZero si nasconde dietro il dito del rispetto per i morti. Vauro cacciato dal programma per "riequilibrarlo": sulla TV di stato tutto quello che non pende a destra va demolito. E pensare che ben altro dovrebbe fare scandalo, non certo le vignette di Vauro.

martedì 16 dicembre 2008

Dal tramonto all'Alba


Le elezioni ragionali in Abruzzo per rimpiazzare Del Turco, presidente PD dimesso si dopo essere stato arrestato a seguito di un’indagine di tangenti, sono andate secondo il copione previsto da tutti, nonostante il rumore suscitato per il voto di scambio alla luce del sole. Affluenza che crolla del 15%, segno evidente di sfiducia assoluta nella possibilita' di riscatto di una politica sempre piu' distante e sempre piu' impegnata a curare i propri interessi: come se fossero mancati i motivi, anche Luciano D’Alfonso, segretario regionale del PD e sindaco di Pescara, è stato arrestato poche ore fa accusato di concussione, mentre a Roma si continua a negare che esista una questione morale nel PD. Netto il verdetto del 53% che e' andati a votare: il PD perde 13 punti, Di Pietro ne prende 8 e va al 15%: eppure qualcuno nel PD giura che la colpa sia della mancata alleanza con l'UDC (fermo al 5%) per andare con l'Italia dei Valori. In realta', come spiega Costa su Giornalettismo, "la cosa è andata bene a tutti, naturalmente: dato che si deve perdere, meglio perdere tutti piuttosto che rischiare che qualcuno vada benino e gli altri quindi vadano ancora peggio. Fossero andati da soli, Di Pietro, Veltroni e la sinistra, avrebbero avuto ognuno la responsabilità del proprio risultato. Oggi, invece, Di Pietro può dare la colpa a Veltroni, Veltroni può dare la colpa a Di Pietro, Ferrero può dare la colpa a Veltroni e Di Pietro. Che è quello che volevano tutti, il motivo per cui erano andati tutti insieme: poterla buttare in caciara un minuto dopo la chiusura delle urne".
Le cose non vanno meglio nell'avvicinamento alle primarie per le amministrative nel resto d'Italia: tra quello che accade a Suzzara (MN) e quello che continua a succedere a Firenze pare proprio che a parecchi nel PD e limitrofi le primarie vadano bene solo se a vincere e chi e' stato prescelto vicino ai caminetti di Roma, piuttosto che dai cittadini.
Per fortuna che in tanto grigiore, dopo il tramonto arriva l'Alba: la Parietti pronta a scendere in campo per la segreteria. Chissa' se anche in quel caso si parlera' di primarie truccate per raggiungere definitivamente il fondo...

lunedì 29 settembre 2008

Fine di un'epoca


La CSU tracolla alle elezioni regionali bavaresi. I cristiano democratici conservatori della Baviera, partito federato alla CDU della cancelliera Angela Merkel, sarebbero scesi al 43%, perdendo ben 19,6 punti percentuali. Dopo 42 anni, i Cristiano sociali perdono così la maggioranza assoluta in Baviera e per la prima volta dovranno trovarsi un alleato. Tiene la SPD, la Linke resta fuori per 0.2% dallo sbarramento al 5%, ma il vero vincitore e' la lista degli Elettori Liberi FW, che raccoglie una serie di liste civiche di ispirazione conservatrice ed e' guidata da Gabriele Pauli "la Rossa", ex consigliera provinciale della Csu e oggi avversaria dichiarata dell'ex premier Edmund Stoiber: sono entrati in parlamento con il 10% e 20 seggi.
Ma ieri ho visto altre cose che voi umani non potete nemmeno immaginare: un tedesco che passava in auto col rosso a un semaforo come se nulla fosse. Altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. Forse e' davvero la fine di un'epoca, come dice il Sueddeutsche Zeitung....

domenica 20 aprile 2008

Strategia della tensione


Siamo tornati dove eravamo. Ai mostri rumeni strupratutto in prima pagina, ovviamente sorvolando sugli stessi e piu' numeori crimini identici commessi da italiani e spesso neanche denunciati, agli egiziani con due pesi e due misure, al tentativo neanche malcelato di creare tensione e paura per cavalcarla a fini elettorali e di controllo. Insomma, una strategia della tensione de'noantri, magari anche ispirata a quella messa su dall'amministrazione Bush su scala planetaria e di cui ci parlava ieri Giulietto Chiesa alla presentazione di Zero a Monaco. Siamo tornati a usare i ROM quando e come servono, ovvero come capro espiatorio, oppure al massimo per attaccare i propri manifesti elettorali fuori tempo. L'importante e' far mettere i sacchi di sabbia alle finestre, e al massimo dire alla televisione che il nuovo anno portera' una trasformazione. E poco importa se i reati sono aumentati sotto il governo Berlusconi, e' troppo bello, facile e scontato dire che la sinistra non fa niente per la sicurezza e lascia le frontiere spalancate all'invasione dei barbari, perche' se si e' incapaci di dare speranza e prospettiva l'alternativa e' seminare paura. E' qui che abbiamo perso, ed e' qui che bisogna lavorare. Senza seguire la destra in questo delirio xenofobo e populista. La soluzione a un problema cosi' complesso non puo' essere unico e semplice come il pugno duro e la tolleranza zero. Ho paura che senza giustizia sociale, recupero delle aree di degrado urbano, dialogo e comprensione dell'altro otteniamo solo l'ansia generalizzata che ci vogliono inculcare.

mercoledì 16 aprile 2008

Si puo' fare, di piu'


Ricevo da Nicolo', e volentieri pubblico, una dettagliata analisi dei risultati elettorali che trovo coincidere sostanzialmente con la mia, che pero' ho scritto molto di piu' di pancia. Qui ragioniamo un po' di piu'.

Dopo qualche ora di meditazione e analisi dei risultati elettorali, condivido alcune riflessioni sul significato del voto di domenica e lunedì.

1. Per la quinta volta in 15 anni, circa 10 milioni di italiani hanno chiesto a Silvio Berlusconi di guidare il paese. Credo sia giunto il momento di finirla con il ritornello autocommiserevole ed indignato “ma che popolo di stupidi che siamo” che sento ripetere da molti in queste ore. La scelta di affidarsi al leader del PdL non è niente di più e niente di meno che lo specchio fedele dell’Italia di oggi. In questo senso, è semplicemente irrazionale e tafazzista consolarsi dicendo che gli Italiani non capiscono nulla e sono lobotomizzati dalla televisione. Invece, chiediamoci perché da 15 anni Berlusconi sia l’unico esponente politico che riesce a intercettare desideri e consensi degli Italiani. Ecco qualche spunto in tal senso:

  • La logica di proporre la delega in bianco all’uomo carismatico e vincente è più attraente del chiedere a una popolazione vessata da decenni di disequazione tra trasse e servizi di credere ancora ad uno Stato da costruire insieme, rinunciando ciascuno a qualcosa a vantaggio della collettività.

  • Le coalizioni guidate dal Cav. sono in genere caratterizzate da un pensiero debole: se il PD è stato definito da più parti (anche con una certa protervia intellettuale) partito “post-ideologico”, Forza Italia/PdL sono partiti “anti-ideologici”, e proprio per questo piacciono alle casalinghe siciliane e agli imprenditori lombardi. Quel poco di ideologico che c’era nel centro-destra è stato espulso (Casini) o fagocitato (AN).

  • Gli Italiani sono sostanzialmente e irrimediabilmente NON di sinistra. Il che non significa essere di destra, perché la realtà è che chi vota e fa vincere SB spesso non ha neppure idea di cosa significhi essere di destra. Semplicemente sono capaci di definirsi politicamente solo per negazione, e sparita la DC e con essa il naso tappato di Montanelli il loro voto è andato univocamente nella direzione non di sinistra.

2. Confrontando i risultati del 2006 con quelli di oggi (sono passati solo due anni, un tempo decisamente breve) si possono poi fare alcune considerazioni:
  • Berlusconi e Fini non hanno aumentato il loro consenso in modo particolare. Hanno spostato qualcosa in qualche regione del sud, ma quello che ha fatto stravincere la coalizione è stato il raddoppio di consensi della Leganord: a questo proposito, so di ragazzi di 18/20 anni di Firenze che hanno scelto questo partito per il loro primo voto politico proprio perché esso rappresenta l’unica voce chiara e forte a favore del manganellismo e dell’allofobia.

  • Lo stesso discorso apparentemente vale per il PD, che bene o male conferma il dato dell”Ulivo” del 2006. Qui la novità importante è la scomparsa politica dell’area post-comunista. Sono “scomparsi” 2,5 milioni di elettori. Non credo affatto all’astensionismo di sinistra per mancanza di adeguata rappresentanza politica, credo invece che l’elettorato di sinistra abbia giudicato imbarazzante il comportamento dei propri leader nella scorsa legislatura ed abbia scelto un partito con vocazione di governo. Questo significa, se la matematica non è un opinione, che il PD ha completamente fallito al centro. I cattolici non hanno votato PD, preferendo il confortante simbolo crociato o l’altrettanto confortante (vedi sopra) delega in bianco.

3. Mi chiedo in queste ore se noi del PD potevamo fare di più. La risposta è sì. Ero e resto convinto che quella di Veltroni rappresentasse la proposta politica più appetibile e condivisibile, per forma e contenuti, di questa campagna elettorale, e se “solo” un italiano su 3 l’ha capito la colpa è di chi non è stato capace di veicolarla. Alla fine, bastava leggere i programmi per capire la serietà, la lungimiranza e la modernità del progetto politico del PD e per convincersi a dargli almeno una possibilità.
È mancata la capacità, anche per una oggettiva questione di tempo, di radicarsi tra la gente, di affrancarsi dall’immagine di “minestra riscaldata” che ci portiamo dietro e su cui il “principale esponente” ha giustamente calcato la mano. Per esperienza personale di questi mesi vissuti da “militante” posso dire che chi si è avvicinato al neonato PD, ai suoi circoli, ai suoi alle volte faticosi meccanismi di partecipazione diretta, anche solo per vivere da osservatore una riunione in cui non capiva quasi nulla, nella quasi totalità dei casi si è convinto della bontà del progetto non per la stima verso WV, Bindi o D’Alema ma per l’aria che ha respirato in prima persona. È il contrario della delega in bianco, e funziona solo se la gente è chiamata a partecipare davvero.
Mi chiedo quanto, nelle regioni in cui il PD ha fallito (ma in cui allo stesso aveva un compito ben più ostico di quello che avessimo noi in Toscana), questo meccanismo abbia ingranato davvero, o quanto invece il PD sia stato sentito dalle persone come un partito “romano”, lontano dai problemi locali, come l’ennesimo modo di riempire le liste magari con uno stile un po’ più accattivante di quello proposto da Romano Prodi due anni fa.

4. Infine, una breve riflessione sulla nuova conformazione parlamentare. Le urne ci lasciano due Camere terremotate, in cui sono scomparsi decine di gruppi parlamentari a favore di un bipolarismo fortemente tendente al bipartitismo secondo me più subìto che voluto dagli Italiani. A livello di efficienza parlamentare questo dato può indubbiamente avere aspetti positivi, come molti hanno già avuto modo di rilevare. Quel che sorprende e interroga è vedere sbiadita nel panorama parlamentare odierno la contrapposizione storica destra-sinistra, categorie che quasi non hanno più significato – per come lo abbiamo fino a qui inteso – non solo a livello ideologico ma neppure a livello politico. La geografia parlamentare che si sta delineando sembra piuttosto essere radiale, con formazioni moderate al “centro del cerchio” (PD, PDL, UDC) e formazioni più estremiste nei toni e nei contenuti al “bordo del cerchio” (Lega, IDV).
Sono stati spazzati via 100 (cento) parlamentari di sinistra a favore di uomini di DiPietro e di Bossi, che senza entrare nel dettaglio propongono un’idea completamente diversa dell’agire politico, a prescindere dalle singole posizioni.
In Senato avremo due partiti “maggioritari”, da 35-40%, un partito che sopravvive come ultimo baluardo delle concezioni politiche della prima repubblica e due “movimenti” nati come risposta estemporanea ad un problema sorto nel paese in modo circoscritto nello spazio (Lega per l’insoddisfazione del nord) o nel tempo (IDV per lo sdegno post manipulite).
Credo che sia corretto che una formazione politica che raggiunge a stento il 3 percento non debba essere rappresentata in Parlamento, ma sono anche convinto che esista nel concreto un’Italia di sinistra “radicale” dalla grande vitalità, costruttiva e creativa, che da oggi faticherà a individuare un proprio referente politico nelle istituzioni nazionali. Senza evocare i fantasmi della sinistra extraparlamentare degli anni 70, è un problema di cui dovremo farci carico negli anni che verranno.

martedì 15 aprile 2008

L'uovo e la gallina


Sto cercando di smaltire la sbronza. La disfatta e' epocale, non abbiamo guadagnato niente dal 2006, loro invece vanno al 50% senza un pezzo di destra e l'UDC. E' tornata la Fenice.
Ha vinto la paura, l'uovo oggi, la disillusione, il si salvi chi puo'. Ha perso la speranza, la gallina domani, il credere di poter fare un paese piu' leggero, moderno e piu' giusto. Non siamo stati capaci di comunicare che si poteva fare davvero, non solo vincere, ma un paese migliore, che si poteva cambiare insieme, vincendo l'inerzia al cambiamento e al nuovo.
E ora invece l'abbiamo consegnato a Bossi e alle armature padane. Ai paladini dell'intolleranza, della paura, dell'interesse di parte. Ai mafiosi, ai condoni, all'aiutati che Dio t'aiuta. A quelli che si sono fatti da soli, non importa con quali loschi mezzi, perche' e' l'unico modo in questo paese di furbi per emergere dalla merda. A quelli che vogliono riscrivere i libri di storia, che hanno gia' chiesto di "dare una regolata a quello che produce l'Unita'". L'abbiamo consegnato perche' non abbiamo saputo parlare a persone disperate e sfiduciate. L'ho detto ieri sera nel delirio e nella botta da sconfitta, ma vedo che sono in buona compagnia a pensarla cosi'. E' il trionfo dell'uovo sulla gallina. Della paura sulla speranza.

Ora dobbiamo almeno evitare di ricominciare a tirare la coperta troppo corta del PD da una parte e dall'altra. Tra Caruso e la Binetti. E' vero che siamo il partito piu' consistente, il piu' grande partito riformista che l'Italia abbia mai avuto. Che siamo una realta'. Ma adesso c'e' bisogno di convincere il paese che questa realta' e' in grado di guidarci oltre le rapide. E non solo dopo che 5 anni di governo scellerato hanno e avranno trasformato le rapide in una cascata, dopo che l'oggi non promette piu' neppure un ovetto. C'e' bisogno di far si' che questo sia un partito democratico davvero, dove sia possibile dire la propria, far valere le proprie idee se sono buone. Dove non decidono solo gli apparati, ma chi ha voglia di mettersi in gioco e i numeri per farlo bene. C'e' bisogno di far diventare il PD ancora di piu' un progetto serio, cominciando da dove per i tempi contingentati e la poca voglia di rischiare fino in fondo - anche da parte nostra - ci siamo fermati. Da dove abbiamo perso. Per curare profondamente quei problemi che hanno portato il berlusconismo di nuovo al potere, preoccuparci finalmente della causa oltre che dell'effetto: particolarismi esasperati, corporativismo, mafie, immobilismo, cavillismo, deresponsabilizzazione, miopia e sguardo solo sull'immediato, sull'uovo. Per ridare speranza anche a chi non ce l'ha piu', e non accontentarci di soffiare sul focherello di chi un pochino l'aveva conservata.

Sui giornali i commentatori danno come nota positiva il definitivo passaggio a un bipolarismo maturo, in cui sono spariti i partitini e solo 4/5 gruppi parlamentari siederanno in Parlamento. Che adesso siamo un paese (quasi) normale. Per quanto mi sforzi non riesco a vedere nella sparizione della Sinistra Arcobalenata una nota positiva. Almeno dovranno pensare a un progetto piu' serio e piu' stabile, ma invece le prime coltellate cominciano gia' a volare. Dalla loro disfatta, e dal travaso del loro elettorato nel voto utile al PD che invece dal centro non ha guadagnato nulla, arriva pero' una lezione: che con la Binetti e i baciapile non si sono guadagnato voti, si e' solo perso in credibilita' e organicita' della proposta. Se ne tenga conto.

Stasera mi rifiondo a una festa della birra. Sperando di non sentire piu' nulla. Al prossimo che mi dice "So, Berlusconi won again, how's that possible?" smetto di essere pacifista e gli mollo un destro. In fondo sono spariti anche loro, i pacifisti. Mi mettero' un cannone nel cortile.

Il lunedi' delle salme



La domenica delle salme non si udirono fucilate
il gas esilarante presidiava le strade.
La domenica delle salme si portò via tutti i pensieri
e le regine del tua culpa affollarono i parrucchieri...

... a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile.