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venerdì 29 aprile 2011

Cattive leggi, scritte male


«Devono essere immediatamente scarcerati gli extracomunitari clandestini che sono stati arrestati in flagranza, per violazione dell’articolo 14 comma 5 della legge sull’immigrazione 285/98 così come modificata nel 2009 dal cosiddetto pacchetto-sicurezza» . Si tratta — secondo un calcolo empirico fatto dal giudice — nella sola Milano, di tre quattro persone al giorno, una ventina a settimana e quindi circa un migliaio l’anno. E i processi? «Devono essere tutti chiusi con formule assolutorie»

Una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha restituito la libertà a un cittadino tunisino di nome Hassen El Dridi condannato a un anno di reclusione in base al nuovo reato di clandestinita' inventato dal Governo Italiano e ha cancellato quella stessa legge con effetto immediato. A luglio del 2010 la Corte Costituzionale aveva gia' dichiarato illegittima l’aggravante di clandestinità.

martedì 8 marzo 2011

Patente Padana

Da Giornalettismo:

Un uomo, fermato per sorpasso in provincia di Padova, ha esibito il documento secessionista invece di quello italiano
La vicenda è avvenuta a Padova, città ad alta concentrazione leghista. Supera un’auto in modo non regolamentare e quando i Carabinieri di Campodarsego gli contestano la multa esibisce una carta di circolazione veneta anziche’ italiana, con tanto di timbri dell’Onu, ottenuta nella sua qualita’ di presidente dello ‘Stato di Padova della Repubblica veneta’. Per tutta risposta i militari, come riportano i giornali locali, portano Gabriele De Pieri, 43 anni, in caserma, per contestargli una serie di verbali di multa, oltre a una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
"Ho esibito la nuova patente veneta – racconta l’uomo – non valida, dicono. Ma io ribatto che a casa nostra è validissima e che qui loro non hanno sovranità". De Pieri e’ talmente convinto della sua tesi da aver fatto verbalizzare ai Carabinieri di dichiararsi ‘cittadino del popolo veneto e titolare di sovranità originaria’ e in quanto tale non asservito ‘all’autorità dello Stato italiano’. I verbali di multa sono stati scritti, ovviamente, in italiano, lingua che il venetista dichiara di non saper leggere e per questo di aver richiesto una traduzione in veneto. Anche per questo De Pieri, annuncia di volersi rivolgere alla Corte Europea dei diritti umani, che, si spera, darà il giusto rilievo alla faccenda. (AMSA)

martedì 15 febbraio 2011

Non e' razzista

L'intervesta a Bersani sulla Padania segna probabilmente il punto di non ritorno della demenziale strategia del partito: in  prima pagina, sotto il titolone "Traviolti dall'Orda", il segretario liscia la Lega sostenendo che "non e' razzista". E impegnandosi a portare avanti il federalismo a casaccio del carroccio per convincere i celoduristi a mollare il Cavaliere. Finche' era Letta a lisciare un po' tutti cercando di colpire nel mucchio uno poteva cercare di far finta di nulla, ma il segratario no. La Lega non e' razzista. Non ci credo, qualcuno faccia subito una smentita.

mercoledì 15 settembre 2010

La scuola di pochi


Ad Adro, nel bresciano, una scuola pubblica e' stata costruita tappezzata di simboli leghisti e intitolata a un defunto docente leghista. I crocifissi sono stati ben avvitati sui muri, e il maiale sara' servito per forza anche ai bambini islamici. Il comune non e' nuovo a pensate del genere, tempo fa aveva lasciato a digiuno alcuni bambini figli di immigrati perche' in ritardo coi pagamenti della retta scolastica.
Mentre il ministro dell'istruzione minimizza parlando di "folklore" e il sindaco si difende sostenendo che quello sia in realta' il "sole delle alpi" di celtica (forse) origine, qualcuno si domanda se la' nel nord sappiano cosa significa "simbolo" e si preoccupa che ormai in questo nostro paese ormai si siano persi tutti gli anticorpi attivati in vent'anni e faticosamente conservati fino ad oggi in epoca repubblicana. Perche' il fatto rivela tanto della cultura che lo sorregge: nessuno dopo il regime aveva osato far entrare dei simboli di una parte politica in una scuola pubblica, ed e' un'enormita' che al rappresentate di una comunita' sia potuto venire in mente, cosi' che i ministri della repubblica giustifichino e minimizzino. Per fortuna qualcuno si indigna, e sabato ad Adro ci sara' una manifestazione di protesta. Qualcuno ha anche scritto a Napolitano:

Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,

Lei è certamente a conoscenza della vicenda della scuola pubblica di Adro, in provincia di Brescia. All’inaugurazione della struttura, in coincidenza con l’apertura dell’anno scolastico, i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni territoriali hanno potuto vedere per la prima volta i nuovi locali del plesso scolastico, primaria e secondaria inferiore, e con stupore constatare che dovunque, nei locali, sui banchi – dove i bambini e i ragazzi studieranno e assisteranno alle lezioni – nei bagni, sui vetri, perfino sullo zerbino all’ingresso, è stato inciso il simbolo del partito della Lega Nord, il cosiddetto Sole delle Alpi.

L’intera vicenda del nuovo complesso scolastico di Adro, presenta numerosi punti oscuri, a cominciare dalla decisione di intestare la scuola al docente universitario e parlamentare della Lega Nord, Gianfranco Miglio, la cui intera opera intellettuale non sembra paragonabile a quelle di personalità accademiche e scientifiche di altissima levatura che hanno contribuito al Sapere della Nazione e che per questo meritano l’onore dell’intestazione di una scuola o di un istituto dello Stato. Inoltre, secondo alcuni mezzi di informazione, il procedimento per l’intestazione sarebbe stato viziato da alcune irregolarità, come l’assenza della necessaria pronuncia del Consiglio d’Istituto.

Sono molti anche gli interrogativi su come si è addivenuti alla costruzione del nuovo complesso scolastico: diverse fonti giornalistiche raccontano che il costo della costruzione della scuola e degli arredi e beni strumentali, circa sei milioni di euro, sarebbe ricaduto su non meglio identificati “imprenditori locali e singoli cittadini entusiasti dell’iniziativa”; la quale però non sarebbe avvenuta per spirito di mecenatismo o di liberalità disinteressata, ma dietro oscure promesse di cambi di destinazione d’uso dei terreni su cui la scuola è costruita o altri in via di individuazione, con paventati mutui che starebbero per essere accesi da parte del comune per “l’acquisto di beni che precedentemente erano già suoi” e via discorrendo, in una vicenda dove i punti oscuri certamente non mancano.

Ma su queste e altre vicende gli organi preposti al controllo della legittimità e della legalità degli atti pubblici, così come i mezzi di informazione per la parte spettante all’opinione pubblica, non faranno mancare certamente la loro necessaria opera, e non è questo l’oggetto di questa lettera.

Il motivo invece risiede invece nella profonda inquietudine e nel malessere che coglie qualsiasi cittadino realmente democratico nel vedere nei locali di una scuola dello Stato la presenza diffusa, ossessiva, capillare, del simbolo di un partito politico molto ben identificato, la Lega Nord, inciso in tutto l’edificio, quasi a suggellare la titolarità della scuola stessa in capo al partito, in una sorta di proprietà privata partitica o di un farsesco copyright intellettuale.

Chi scrive ha appreso, proprio in una scuola pubblica come quella di Adro, che in una nazione democratica l’istruzione pubblica è compito fondamentale assegnato allo Stato che allo scopo assicura gli istituti di istruzione e li pone sotto la sua esclusiva tutela, sovrintende al loro funzionamento e assicura il bene primario dell’istruzione, che è libera e scevra da qualsiasi condizionamento. E’ di tutta evidenza, dunque, come la scuola di Adro, con la presenza del simbolo di un partito politico disseminato ovunque, leda irreparabilmente il principio costituzionale della libertà di insegnamento e della titolarità esclusiva dello stato democratico nell’istruzione pubblica dei suoi cittadini.

Cosa devono pensare i bambini e i ragazzi di Adro nel vedere la presenza del simbolo del partito politico di maggioranza relativa del paese nella loro scuola pubblica? Che la loro istruzione è sostenuta dal partito? Che possono studiare e sperare in un futuro migliore se seguiranno le indicazioni del partito che già adesso si sta occupando della loro formazione? E magari nel loro futuro sarà ancora una volta il partito a inserirli nel mondo del lavoro o per mettere su famiglia?

Il sindaco di Adro, già noto alle cronache per la recente decisione di sospendere il servizio mensa della stessa scuola per “punire” i genitori insolventi che non pagavano la retta”, in violazione totale della Convenzione per i diritti dell’Infanzia, ratificata anche dall’Italia di cui Adro fa ancora parte, fino a prova contraria, ha sostenuto, puerilmente, che quel simbolo non è quello della Lega Nord di cui il primo cittadino fa parte, ma quello di un sedicente simbolo tradizionale del luogo, indentificato come Sole delle Alpi, aggiungendo con ciò alla violazione democratica che si sta compiendo, l’offesa all’intelligenza di tutti i cittadini italiani, aderenti alla Lega Nord Compresa.

Questa iniziativa antidemocratica e degna di uno stato totalitario – i cui sinistri spettri provenienti dal nostro recente passato ancora aleggiano e sempre più spesso sembrano ritrovare, in iniziative sciagurate come questa, rinnovato vigore – è stata definita dal Ministro dell’Istruzione come semplice “folklore”, non trovando alcuna netta presa di distanza e meno che mai gli immediati provvedimenti commisurati alla gravità del fatto tesi a rimuovere la violazione costituzionale compiuta con questo sconsiderato e pericoloso gesto.

Un gesto che, in assenza di autorevoli e autentici interventi delle Autorità politiche e costituzionali che chiariscano i confini da non superare in una democrazia nell’uso e utilizzo di beni pubblici, potrebbe essere solo il primo in ordine di tempo, in un susseguirsi di ulteriori e gravi iniziative tese a politicizzare o privatizzare gli istituti di istruzione pubblici, dal cui corretto funzionamento ed esercizio dipende il futuro dei cittadini italiani e della democrazia di questo Paese.

E’ per questo che in qualità di Capo dello Stato e di rappresentante dell’Unità Nazionale, è necessario e urgente un pronunciamento del Presidente della Repubblica Italiana su questa triste e inaccettabile vicenda, affinché diventi comprensibile a tutti in cosa si sustanziano la democrazia e il concetto di bene pubblico, e cosa significhino realmente i principi costituzionali di eguaglianza dei cittadini e di libertà dell’insegnamento, che deve avvenire scevro da qualsivoglia condizionamento politico e sociale e libero da qualsiasi ingerenza o tentativo di usurpazione da parte di chiunque, cosicché gli organi preposti alla difesa della sovranità pubblica, a cominciare dal Ministro dell’Istruzione, possano trovare conforto e sostegno nelle parole della più alta autorità politica di questo Paese e agire per ripristinare il principio costituzionale e democratico violato e prevenire altre sconsiderate e antidemocratiche iniziative che lungi dall’essere “folkloristiche” sono gravi e pericolose e con l’istruzione pubblica non hanno niente a che fare.

Giovanni Franchini

martedì 14 settembre 2010

Giustificazioni


"Quello che è successo l'altroieri sera non doveva accadere, e la Libia si è scusata". Lo annuncia - nel corso del programma Mattino 5, a Canale 5 - il ministro dell'Interno, Roberto Maroni -. Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini, ma con l'inchiesta che abbiamo aperto verificheremo cos'è accaduto"


Evidentemente ai clandestini le motovedette libiche con militari italiani a bordo sparano di proposito ad altezza uomo. Complimenti.

martedì 13 aprile 2010

Parole, e fatti


La lettera di un cittadino di Adro (Brescia) che ha saldato ieri il debito di quaranta famiglie in maggioranza immigrate con il sistema di refezione scolastica, che la giunta leghista aveva escluso dal servizio:

Io non ci sto

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.

A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.

Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.

Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.

I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.

Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)

Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.

Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.

Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).

Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.

Il sonno della ragione genera mostri.

Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.

E chi semina vento, raccoglie tempesta!

I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.

Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.

Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.

Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.

Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.

Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.

Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.

Un cittadino di Adro


Le code di paglia sono gia' in azione...

lunedì 12 aprile 2010

Liberta' di espressione


Stanno gia' alzando la testa: a Montichiari, cittadina del Bresciano a pochi chilometri dal paesello nativo di mia mamma e famoso per la squadra di pallavolo, la sindaco Leghista (che sorride soddisfatta nella foto) nega di tenere le manifestazioni per il 25 Aprile e 1 Maggio "come prassi consolidata negli ultimi dieci anni". Alla faccia della liberta' di espressione garantita nella Costituzione e della prassi consolidata nel resto d'Italia negli ultimi 65 anni. Evidentemente a qualcuno la' nel nord piaceva piu' la prassi ventennale in vigore precedentemente... Da Repubblica:

Celebrare il 25 aprile? Non si può. E il primo maggio? Nemmeno. Perché le manifestazioni «politiche» sono autorizzate solo durante la campagna elettorale. Sembra uno scherzo ma non lo è. Succede davvero. A Montichiari, una cittadina di 22mila abitanti a 20 chilometri da Brescia, dove il sindaco Elena Zanola, una maestra elementare che da dieci anni governa a capo di una lista civica di ispirazione leghista, ha negato al Pd il permesso di tenere le due manifestazioni.

Il circolo locale del Pd aveva fatto una richiesta scritta per celebrare il 25 aprile nella piazzetta del Suffragio. Avrebbero voluto leggere i primi dodici articoli della Costituzione «accompagnati da alcuni brani musicali». Per il primo maggio invece avevano pensato, insieme a Rifondazione, a una manifestazione sul tema del lavoro nel «Parco della City», con l’esibizione di «numerosi complessi musicali giovanili». Il Sindaco ha negato l’autorizzazione, dando la stessa motivazione per ambedue le manifestazioni. «Come da prassi consolidatasi negli ultimi dieci anni - scrive al coordinatore del circolo del Pd, Luca de Cataldo - gli spazi pubblici non vengono utilizzati dai partiti per manifestazioni politiche di alcun genere, ad eccezione delle occupazioni per i comizi ed i gazebo in occasione della propaganda elettorale». «E’ incredibile che la Costituzione venga sospesa», commenta Stefano Mutti, vice coordinatore del Pd.

giovedì 8 aprile 2010

La nuova classe dirigente


In un lancio d'agenzia, la prova che la nuova classe dirigente in Italia c'e', e cammina sulle sue gambe:

(AGI) - Roma, 7 apr - Renzo Bossi, figlio di Umberto, ha preso la parola ieri al vertice di Arcore fra Pdl e Lega. Lo rende noto il Presidente della regione Piemonte, Roberto Cota. “Renzo ha preso la parola come tutti - dice Cota - ha detto delle cose interessanti sul suo argomento: lo sport, come aumentare lo sport di base”.(AGI)

mercoledì 31 marzo 2010

Etica cattoleghista


Mons. Rino Fisichella commenta in una intervista al Corriere della Sera i risultati delle ultime regionali:

[...] Anzitutto credo che dobbiamo prendere atto dell'affermarsi della Lega, della sua presenza ormai pi che ventennale in Parlamento, di un radicamento nel territorio che le permette di sentire pi direttamente alcuni problemi presenti nel tessuto sociale. Quanto ai problemi etici, mi pare che manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa [...]

Modificata la dottrina sociale della Chiesa. Evidentemente secondo Fisichella adesso e' eticamente lecito distruggere campi rom e sparare agli stranieri, pisciare nelle moschee, spruzzare disinfettante sugli immigrati, nonche' praticare riti pagani. Buono a sapersi.

martedì 30 marzo 2010

L'odio ha vinto sull'amore


Tanto per dirne una, il Piemonte sara' governato da un leghista nel 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia. E purtroppo non e' la conseguenza peggiore del voto di ieri: nel Lazio una banda di incapaci al governo, nel nord la Lega si candida a egemonizzare le politiche regionali e nazionali incredibilmente riuscendo a essere ancora credibile come partito di lotta (Roma ladrona) e di governo (a Roma). Le liste cinquestelle di Beppe Grillo invece fanno il pieno di voti, raggiungendo il 7% in Emilia (pari a IDV e il doppio dell'UDC) e risultando decisive in Piemonte per la vittoria di Cota. Fra i giovani tra i 18 e i 35, quelli che non hanno sprec.., ehm, votato per Grillo hanno in maggior parte disertato le urne, con un 51% di astensione. Si perde anche tra le macerie dell'Aquila, e al sud nonostante il malaffare di Cosentino e Lombardo. Visto il crollo del PDL (26% a livello nazinale), questo potrebbe essere un assaggio dielle macerie del dopo Berlusconi.
Rimane il villaggio di Asterix sulla laguna Venezia e la riserva protetta di ripopolamento e cattura in Toscana, e poco piu'. Ma, come suggerisce Cosimo, potrebbe piovere: il modello Liguria ci assomiglia molto, a un bel temporale. Speriamo cambi il vento: in fondo il cancro sara' debellato fra 3 anni, e Rutelli ha preso lo 0.58% aggregato, meno di Grillo. Possiamo consolarci.

lunedì 8 marzo 2010

Festa della padanina


Oggi 8 Marzo festa della donna. In piena mignottocrazia, dopo veline, velone e letterine arrivano anche le padanine: sono la novità introdotta nella campagna elettorale in Emilia Romagna dal candidato leghista Marco Mambelli. Le tre ragazze sono le testimonial di una campagna elettorale dal nome 'I love Mambo' e, si legge in un comunicato stampa, sono arrivate a Imola per rendere "frizzante l'aperitivo del candidato Mambelli". (Grazie a Cosimo)

Pole la donna permettisi di pareggialla coll'omo? No. Segue dibattito.

giovedì 4 marzo 2010

Due pesi, nessuna misura


La Polverini, nel Lazio, e Formigoni, in Lombardia, stanno provando a silurarsi da soli. La prima per via di un panino farcito di divisioni all'interno del Pdl, il secondo per avere trattato con leggerezza il passaggio burocratico della presentazione delle liste (eppure è la quarta volta che si presenta come candidato presidente, e non potrebbe nemmeno). La prima dovrebbe essere riammessa (ma non la lista PDL che la sostiene a Roma), mentre per Formigoni pare che non ci sia niente da fare date le irregolarita' nelle firme, a meno di un decretino ad hoc che cambi le regole a partita finita. Perche' dopo aver discusso di igieniste e velone, amici di Bondi e fisioterapisti, geometri con posizioni in lista si sono resi conto di essere in un partito che non esiste, dove trovare anche 3500 firme e' un'impresa non da poco.
Scomposte le reazioni del governo, che parla di golpe, di forma anteposta alla sostanza, con protagonista assoluto il ministro della difesa (della difesa!) che dice che "Non accetteremo una sentenza che impedisce ai nostri elettori di votarci. Siamo pronti a tutto. Non rispondiamo delle nostre azioni". Un Benito La Russa pronto a far marciare su Roma i carri armati dell'esercito e a fare un gran polverone per sostenere la Polverini. Si sono fatti un «autogolpe» da soli, ma adesso sono pronti a rovesciare il tavolo delle regole e delle istutuzioni democratiche come i bambini beccati con le mani nella marmellata, senza ritegno e senza decoro. Mancanza di decoro confermata, ancora una volta, dagli indegni applausi a Di Girolamo alle sue dimissioni dal Senato.
Ma se da un lato il governo e' pronto a cambiare retroattivamente termini e regole per le elezioni democratiche (democratiche?), su altre cose e' ben deciso a non cedere di un millimetro. Anzi, a confondere le acque fin che puo' per tenere in scacco i suoi unici capri espiatori: gli stranieri. Paolo Rumiz su Repubblica spiega molto bene la follia delle regole sulla presunta sanatoria Maroni, trasformata in gran segreto in un trappolone: gli immigrati che hanno fatto domanda di sanatoria ma in passato non hanno rispettato un decreto di espulsione vanno rispediti a casa. O almeno forse vanno rispediti a casa. Per qualche questura (Trieste, Riimini e Perugia) sono criminali da allontanare, per altre (Milano, Venezia, Bologna) sono irrogolari da sanare con una sanatoria, che serve apposta. Con il risultato di annullare ogni effetto della presunta sanatoria, trasformatesi in una retata e nell'ennessima beffa. Due pesi, nessuna misura.

martedì 12 gennaio 2010

Morsi


Maroni sta dandosi da fare per espellere il razzismo degli stadi. Poi si occuperà del Parlamento, come scrivevo ieri, e dei suoi colleghi. Un parlamentare del suo gruppo ha infatti spiegato ieri che gli africani sono selvaggi perché mordono i poliziotti. Dimentica però un precedente molto significativo in questo senso: «Roberto Maroni è intanto condannato in primo grado nel 1998 a 8 mesi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. In appello nel 2001 la pena è stata ridotta a 4 mesi e 20 giorni perché nel frattempo il reato di oltraggio era stato abrogato. La Cassazione nel 2004 ha poi commutato tutto in una pena pecuniaria di cinquemila euro. Maroni in concreto avrebbe tentato di mordere la caviglia di un agente di polizia».

(via Ciwati)

venerdì 25 dicembre 2009

Natale 2009



Trovato neonato in una stalla: polizia e servizi sociali indagano
«Arrestati un falegname e una minorenne»

Betlemme, Giudea – L’allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazione di un comune cittadino che aveva scoperto una famiglia accampata in una stalla. Al loro arrivo gli agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, si sono trovati di fronte ad un neonato avvolto in uno scialle e depositato in una mangiatoia dalla madre, tale Maria H. di Nazareth, appena quattordicenne.
Al tentativo della polizia e degli operatori sociali di far salire la madre e il bambino sui mezzi blindati delle forze dell’ordine, un uomo, successivamente identificato come Giuseppe H. di Nazareth, ha opposto resistenza, spalleggiato da alcuni pastori e tre stranieri presenti sul posto. Sia Giuseppe H. che i tre stranieri, risultati sprovvisti di documenti di identificazione e permesso di soggiorno, sono stati tratti in arresto.
Il Ministero degli Interni e la Guardia di Finanza stanno indagando per scoprire il Paese di provenienza dei tre clandestini. Secondo fonti di polizia i tre potrebbero essere degli spacciatori internazionali, dato che erano in possesso di un ingente quantitativo d’oro e di sostanze presumibilmente illecite. Nel corso del primo interrogatorio in questura gli arrestati hanno riferito di agire in nome di Dio, per cui non si escludono legami con Al Quaeda. Le sostanze chimiche rinvenute sono state inviate al laboratorio per le analisi. La polizia mantiene uno stretto riserbo sul luogo in cui è stato portato il neonato. Si prevedono indagini lunghe e difficili.
Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso in mattinata, si limita a rilevare che il padre del bambino è un adulto di mezza età, mentre la madre è ancora adolescente. Gli operatori si sono messi in contatto con le autorità di Nazareth per scoprire quale sia il rapporto tra i due. Nel frattempo Maria H. è stata ricoverata presso l’ospedale di Betlemme e sottoposta a visite cliniche e psichiatriche. Sul suo capo pende l’accusa di maltrattamento e tentativo di abbandono di minore.

(via Ciwati)

mercoledì 23 dicembre 2009

Natale Padano


Si avvicina Natale, ma l'Emergenza continua. A Ceresara, provincia di Mantova, i buoni Cristiani oltre a essere di pelle bianca devono anche essere benestanti (fonte Gazzettino di Mantova, grazie a 1911):

"I canti in chiesa solo a chi frequenta l'asilo privato gestito dalle suore. I genitori dei bambini esclusi, che frequentano la materna comunale, si sentono cattolici di serie B. La direttrice del coro è anche vicesindaco, leghista. "Chi va alla scuola comunale - spiega Barbara Ruffoni - fa una scelta ideologica". Ma l'esclusione sembra sia stata dettata dal fatto che l'asilo comunale è frequentato anche da bambini extracomunitari".

Se invece abiti nelle strade anguste del centro storico di Alzano Lombardo (BG), il Comune ti potrebbe regalare un box auto e incentivi per la ristrutturazione. Ma solo se a richiederli e' una giovane coppia padana regolarmente sposata. Agli immigrati (anche se sposati), e a single e conviventi, solo tante multe per i parcheggi: una mossa geniale della giunta guidata dal leghista Roberto Anelli per discriminare, in un colpo solo, stranieri, omosessuali e miscredenti vari (fonte Repubblica via Metlibaraben):

Il centro di Alzano non è affatto un paradiso: molte case sono fatiscenti e la zona si sta spopolando (ma non di immigrati, arrivati al 14 per cento). Come rimedio al degrado, gli amministratori vogliono ora convincere le giovani coppie a stabilirsi lì con un pacchetto di sgravi fiscali e contributi a fondo perduto. Ciliegina sulla torta, il parcheggio auto riservato. E se poi ne approfittano gli immigrati?, è stato a lungo il tormento dell’amministrazione leghista. La soluzione è stata trovata mettendo in coda al provvedimento una clausola verde padania: "solo per i cittadini italiani"


Del resto, per il governo Natale a Beverly Hills e' un film di interesse culturale...

mercoledì 18 novembre 2009

Lettera di Natale


Di seguito la lettera che ho spedito a Franco Claretti (sindaco@comunedicoccaglio.it), architetto 38enne nella foto qui accanto, sindaco leghista del comune di Coccaglio (BS) e fiero ideatore con l'Assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi (assessore.abiendi@comunedicoccaglio.it) dell'inimmaginabile operazione "Bianco Natale":

Gentile Franco Claretti,
e Gentile Claudio Abiendi, Assessore alla Sicurezza,

ho appreso dai giornali dell'iniziativa lanciata dalla vostra giunta comunale per disincentivare la presenza di cittadini stranieri nel vostro Comune. Leggo anche, perche' altrimenti avrei fatto fatica a crederlo, che l'operazione e' stata nominata "White Christmas", dal momento che terminera' proprio il giorno di Natale, e perche' evidentemente mira a restituire ai circa settemila abitanti del vostro paese un unico e rassicurante colore di pelle. Leggo che, in nome di una malintesa sicurezza, i vigili andranno casa per casa dei circa 1500 stranieri che vivono sul territorio comunale, controllando i documenti per "fare piazza pulita" degli "irregolari" revocando loro la residenza. Lo scenario e' quello, purtroppo ultimamente abusato sia a livello locale che nazionale, di una campagna ideologica che ha messo in competizione la sicurezza con i diritti, individuando come capro espiatorio di problemi piu’ gravi che non si sanno o non si vogliono risolvere proprio i piu' deboli e diseredati.
Tuttavia in questo caso quello che sconcerta ulteriormente e' l'accostamento con il Natale, festa per eccellenza della manifestazione del divino nei piu' piccoli e piu' poveri. Invece l'Assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi (Lega Nord) ci tiene a far sapere ai giornali che "per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità". Dimostrando chiaramente di non aver capito nulla, o semplicemente di approfittarsi senza scrupoli di un fruttuosa quanto poco faticosa adesione di facciata alla tradizione cristiana. Di non aver inteso che l'ospitalità al pellegrino e allo straniero, l'apertura al viandante, sono al centro dell'etica cristiana: lo straniero è infatti, a partire dell'episodio biblico di Abramo alle Querce di Mamre (Genesi 18), una figura da accogliere ma anche, come lo è stato il popolo di Israele in Egitto, una figura capace di metterci in discussione, un'occasione per interrogarci su noi stessi, la nostra cultura, la nostra verità. Senza contare che e' proprio sull'accoglienza riservata agli stranieri che quel Signore che tanto va di moda, specialmente dalle vostre parti, appendere a destra e a manca ha promesso di giudicarci alla fine dei tempi: "ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa" (Matteo 25,35). Leggo anche che a tutti i credenti indignati l'assessore Abiendi ha fatto sapere che "io sono credente, ho frequentato il collegio dai Salesiani. Questa gente dov'era domenica scorsa? Io a Brescia dal Papa". Avrebbe allora forse fatto meglio ad ascoltare le parole di quello stesso Papa in tema di accoglienza dello straniero: "La Chiesa invita i fedeli ad aprire il cuore ai migranti e alle loro famiglie, sapendo che non sono solo un problema ma costituiscono una risorsa da saper valorizzare opportunamente per il cammino dell'umanità e per il suo autentico sviluppo". Nonche' quelle del solito Signore appeso in ogni scuola del vostro comune che ammoniva: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio" (Matteo 7,21).
A meno che non ci siamo sbagliati tutti, e l'intenzione della giunta non fosse proprio quella di far rivivere in pieno l'atmosfera di quel Natale di 2000 anni fa, in cui Maria "diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Luca 2,7). E allora chissa' che anche a Coccaccaglio, la notte di Natale, i vostri vigili non trovino in una qualche baracca un piccolo e scurissimo clandestino appena nato. Senza documenti, lui e i suoi genitori.

Con la sincera speranza che l'operazione sia al più presto interrotta, attendendo con curiosità di conoscere il vostro punto di vista.

Distinti (e distanti) saluti,

Giovanni Cresci

lunedì 28 settembre 2009

Riprenderselo


Questo weekend e' stato caratterizzato dalla corsa al riprenderselo: da Berlusconi che tenta di riprendersi il Papa all'aereoporto (Papa che poi gli ha pure stretto la mano...), passando per Franceschini che prova a riprendersi le sorgenti del Po mentre i leghisti fanno sapere che la sua presenza e' sgradita (perche', la loro no?). Dalla destra che alla festa nazionale del PDL cerca di riprendersi a suon di offese e spintoni la sua vera identita' fascista ormai da troppo malamente dissimulata (e lo sdoganamento del termine "antifascista" come offesa mortale), al tentativo di Mario Valducci di prendersi in esclusiva il senso del ridicolo con la sua inziativa di boicottaggio contro il canone RAI per la presenza di AnnoZero in palinsesto (e io che pagavo, stolto, per avere una tv completamente asservita mentre in realta' i comunisti agivano nell'ombra!). Non ultimo segnalo anche Brunetta che si riprende lo status quo con l'abbandono delle (incostituzionali) norme dette "anti-fannulloni".
L'unico tentativo di riprendersi qualcosa che e' fallito miseramente e' quello dei socialdemocratici tedeschi dell'SPD, che crollano perdendo 11.7% e pagano piu' di ogni altro l'aumento dell'astensione oltralpe: i proporzionalisti di Bersani e gli alleanzisti modello Dellai di Franceschini sapranno cogliere la pesantissima lezione del tracollo di una sinistra che tenta l'alleanza con i moderati stile Große Koalition? Dubito. Anche per questo, nell'ultimo weekend congressuale del PD, vale la frase del giorno dalla presentazione di Gino Berro della mozione Marino: “Io comprerei un’auto usata sia da Bersani sia da Franceschini. Però abbiamo bisogno di un’auto nuova”.

mercoledì 23 settembre 2009

Ancora razzismi anonimi


Dopo il numero verde anti-immigrati di Cantu', di cui parlammo e protestammo a lungo, arriva a Gerenzano, comune della Provincia di Varese governato da un monocolore leghista, una segreteria telefonica per denunciare i clandestini sempre in maniera rigorosamente anonima. Il tutto e' segnalato, tra gli altri, anche dal primo numero del nuovo giornale "Il Fatto". Il numero, che fa capo al settore dell'Ordine pubblico e della sicurezza, è 3314271727, ed e' cosi' annunciato dall'amministrazione:

Questo numero invece riguarda le segnalazioni che non necessitano di un intervento immediato: viabilità, schiamazzi, disturbo della quiete pubblica, vandalismi e informazioni circa la presenza sul nostro territorio di clandestini. Il numero è attivo tutti i lunedì dalle 18.30 alle 19.30 (negli altri orari è attiva comunque una segreteria telefonica). Per le segnalazioni è anche attiva una mail: sicurezza@comunegerenzano.it. Si garantisce l’anonimato per le informazioni e le segnalazioni che verranno fornite.

Al momento la segreteria telefonica risulta piena, probabilmente per le troppe ingiurie pervenute alla giunta leghista guidata dal sindaco Silvano Innocente Garbelli.
Nel numero dello scorso Maggio del bollettino ufficiale del comune (pagina 11), lo stesso dove si annuncia l'attivazione del numero, l'assessore alla sicurezza pubblica si vanta cosi' della sistematica e anticostituzionale discriminazione messa in atto dalla sua amministrazione, e anzi si lamenta con i cittadini per il loro "lassismo":

Questa amministrazione monocolore leghista, che guida il Comune ormai da diversi anni, non ha mai - e sottolineo mai - agevolato l’afflusso nel nostro paese degli extracomunitari. Tanto è vero che:
• Non ha mai costruito con i soldi dei gerenzanesi case popolari, in quanto vi era il pericolo che ai primi posti della graduatoria, stilata in base a determinati punteggi (redditi bassi, figli a carico, ecc.), ci fossero sempre i soliti noti, ovvero le case sarebbero spettate di diritto non, per esempio, ai nostri anziani, ma a persone che non hanno pagato le tasse nel nostro paese non contribuendo, quindi, alla sua crescita.

• A differenza degli altri Comuni del circondario, non abbiamo mai destinato terreni per la costruzione di moschee e destinato edifici come luoghi di culto agli extracomunitari di religione islamica, nonostante ci fossero giunte richieste di questo genere.
• Non abbiamo mai destinato terreni all’interno del comune di Gerenzano per la sosta, anche solo temporanea, degli zingari: i nomadi che arrivano e sostano all’interno del territorio comunale devono lasciare il paese entro 48 ore.
• Abbiamo contribuito a rivalutare anche dal punto di vista culturale i nostri cortili, attribuendo ad ognuno di essi il vecchio nome utilizzato dai nostri anziani e poi riprodotto su una targa in terracotta posta all’entrata dei cortili stessi. Per rivalutarli dal punto di vista estetico però devono intervenire i proprietari, che - in alcuni casi - piuttosto che mettere mano al portafogli e dare una rinfrescata alle proprie abitazioni, hanno pensato bene di venderle o di affittarle agli extracomunitari.
• L’assessore competente, la Polizia Locale e i funzionari degli Uffici Comunali vanno personalmente, casa per casa, a controllare le residenze e le idoneità degli alloggi: tanto è vero che, con le Forze dell’Ordine, abbiamo fatto diversi sgomberi e anche sequestrato ben cinque appartamenti, anche grazie alle nuove leggi molto più severe contro l’immigrazione clandestina, approvate recentemente dal Governo.
• Non ha mai favorito gli extracomunitari sotto il profilo dei contributi o dei sussidi economici.

Noi abbiamo fatto e continueremo a fare il nostro dovere… ma i gerenzanesi faranno il loro? Non rendete vani i nostri sforzi: chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari… Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e avremo sempre più paura ad uscire di casa!
L’assessore con delega alla Sicurezza Cristiano Borghi

Tutto questo per fortuna a cinque cittadini, italiani e stranieri, non e' piaciuto, e insieme all’onlus Avvocati per niente e l’ Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) nei giorni scorsi hanno presentato ricorso alla sezione lavoro e previdenza del Tribunale di Milano. Nell’azione legale viene chiesto al giudice di accertare il carattere discriminatorio del comportamento adottato dalla giunta, e viene chiesto di risarcire per danno morale i cinque cittadini promotori, che sottolineano almeno una violazione al Testo Unico in materia di immigrazione, il quale stabilisce che lo straniero regolarmente soggiornante “gode dei diritti in materia civile che sono attribuiti al cittadino italiano".

venerdì 11 settembre 2009

Cento passi indietro


Cristiano Aldegani, sindaco leghista di Ponteranica, provincia di Bergamo, l'aveva gia' chiesto senza successo alla precedente amministrazione di centrosinistra. Ma dopo la sua elezione a primo cittadino ha deciso di procedere: la biblioteca comunale non sarà più dedicata a Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978 per il suo impegno civile, ma a padre Giancarlo Baggi, un padre sacramentino morto nel 2000 e residente per molti anni a Ponteranica. In realta' per l'ufficialita' del nuovo nome si dovra' aspettare il 2010, dato che non e' possibile per legge dedicare un edificio a una persona scomparsa da meno di dieci anni, ma la targa con la dedica a Peppino e' stata gia' rimossa e la biblioteca secondo l'ordinanza del sindaco sara' denominata nell'attesa solamente "Biblioteca comunale di Ponteranica". Qualunque cosa pur di togliere quella targa e quel nome. Nell'impotente indignazione di ogni italiano antimafia, e' di oggi un comunicato dei Padri Sacramentini, la congregazione di Padre Baggi:

"...la Comunità dei Padri Sacramentini riconosce e stima l’operato che contraddistinse il lavoro di padre Giancarlo Baggi, ma non può approvare che la memoria di un confratello sia usata in una logica di contrapposizione e di divisione, tanto più se questa contrapposizione riguarda un testimone di giustizia come Peppino Impastato, ucciso per il suo impegno civile..."

Servira' a far fare al sindaco almeno un passo avanti, dopo i 100 fatti indietro?

mercoledì 2 settembre 2009

Federalismo alla tedesca


Der Pilger, in una serie di post sull'autonomismo in Germania e in Italia, smonta un bel po' di luoghi comuni sui tedeschi ("in confronto quello italiano e' un popolo omogeneo") e rimarca la differenza fra un federalismo di ripicca come quello della Lega, con conseguenze ignote anche a chi lo propone, e uno teso ad appianare le differenze di partenza come si tenta di fare in Germania. Ma poiche' non e' tutto oro quel che luccica, nell'ultima esilarante puntata porta alla luce tutte gli attriti fra le diverse specie di tedeschi, che farebbero arrossire anche qualche leghista di casa nostra: le fiction in dialetto lassu' esistono gia', ognuna rigorosamente solo con la marca di auto prodotta in quella zona, e ci sono addirittura edizioni di Asterix con le varie inflessioni dialettali, tanto oper fare qualche esempio. Imperdibile la barzelletta: "Che differenza c'e' fra un turco e un tedesco dell'est? Che il turco ha un lavoro e parla tedesco".
Eppure questo tipo di federalismo dove le cose si fanno invece di parlarne senza che interessino davvero, dove si cerca di appianare le differenze invece di esacerbarle sembra funzonare davvero. Sembra, come nota Pilger, che i tedeschi sappiano che se uno tizio e' zoppo non va piu' veloce se gli si taglia la gamba rigida, come pensano i leghisti nostrani...