mercoledì 15 settembre 2010

La scuola di pochi


Ad Adro, nel bresciano, una scuola pubblica e' stata costruita tappezzata di simboli leghisti e intitolata a un defunto docente leghista. I crocifissi sono stati ben avvitati sui muri, e il maiale sara' servito per forza anche ai bambini islamici. Il comune non e' nuovo a pensate del genere, tempo fa aveva lasciato a digiuno alcuni bambini figli di immigrati perche' in ritardo coi pagamenti della retta scolastica.
Mentre il ministro dell'istruzione minimizza parlando di "folklore" e il sindaco si difende sostenendo che quello sia in realta' il "sole delle alpi" di celtica (forse) origine, qualcuno si domanda se la' nel nord sappiano cosa significa "simbolo" e si preoccupa che ormai in questo nostro paese ormai si siano persi tutti gli anticorpi attivati in vent'anni e faticosamente conservati fino ad oggi in epoca repubblicana. Perche' il fatto rivela tanto della cultura che lo sorregge: nessuno dopo il regime aveva osato far entrare dei simboli di una parte politica in una scuola pubblica, ed e' un'enormita' che al rappresentate di una comunita' sia potuto venire in mente, cosi' che i ministri della repubblica giustifichino e minimizzino. Per fortuna qualcuno si indigna, e sabato ad Adro ci sara' una manifestazione di protesta. Qualcuno ha anche scritto a Napolitano:

Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,

Lei è certamente a conoscenza della vicenda della scuola pubblica di Adro, in provincia di Brescia. All’inaugurazione della struttura, in coincidenza con l’apertura dell’anno scolastico, i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni territoriali hanno potuto vedere per la prima volta i nuovi locali del plesso scolastico, primaria e secondaria inferiore, e con stupore constatare che dovunque, nei locali, sui banchi – dove i bambini e i ragazzi studieranno e assisteranno alle lezioni – nei bagni, sui vetri, perfino sullo zerbino all’ingresso, è stato inciso il simbolo del partito della Lega Nord, il cosiddetto Sole delle Alpi.

L’intera vicenda del nuovo complesso scolastico di Adro, presenta numerosi punti oscuri, a cominciare dalla decisione di intestare la scuola al docente universitario e parlamentare della Lega Nord, Gianfranco Miglio, la cui intera opera intellettuale non sembra paragonabile a quelle di personalità accademiche e scientifiche di altissima levatura che hanno contribuito al Sapere della Nazione e che per questo meritano l’onore dell’intestazione di una scuola o di un istituto dello Stato. Inoltre, secondo alcuni mezzi di informazione, il procedimento per l’intestazione sarebbe stato viziato da alcune irregolarità, come l’assenza della necessaria pronuncia del Consiglio d’Istituto.

Sono molti anche gli interrogativi su come si è addivenuti alla costruzione del nuovo complesso scolastico: diverse fonti giornalistiche raccontano che il costo della costruzione della scuola e degli arredi e beni strumentali, circa sei milioni di euro, sarebbe ricaduto su non meglio identificati “imprenditori locali e singoli cittadini entusiasti dell’iniziativa”; la quale però non sarebbe avvenuta per spirito di mecenatismo o di liberalità disinteressata, ma dietro oscure promesse di cambi di destinazione d’uso dei terreni su cui la scuola è costruita o altri in via di individuazione, con paventati mutui che starebbero per essere accesi da parte del comune per “l’acquisto di beni che precedentemente erano già suoi” e via discorrendo, in una vicenda dove i punti oscuri certamente non mancano.

Ma su queste e altre vicende gli organi preposti al controllo della legittimità e della legalità degli atti pubblici, così come i mezzi di informazione per la parte spettante all’opinione pubblica, non faranno mancare certamente la loro necessaria opera, e non è questo l’oggetto di questa lettera.

Il motivo invece risiede invece nella profonda inquietudine e nel malessere che coglie qualsiasi cittadino realmente democratico nel vedere nei locali di una scuola dello Stato la presenza diffusa, ossessiva, capillare, del simbolo di un partito politico molto ben identificato, la Lega Nord, inciso in tutto l’edificio, quasi a suggellare la titolarità della scuola stessa in capo al partito, in una sorta di proprietà privata partitica o di un farsesco copyright intellettuale.

Chi scrive ha appreso, proprio in una scuola pubblica come quella di Adro, che in una nazione democratica l’istruzione pubblica è compito fondamentale assegnato allo Stato che allo scopo assicura gli istituti di istruzione e li pone sotto la sua esclusiva tutela, sovrintende al loro funzionamento e assicura il bene primario dell’istruzione, che è libera e scevra da qualsiasi condizionamento. E’ di tutta evidenza, dunque, come la scuola di Adro, con la presenza del simbolo di un partito politico disseminato ovunque, leda irreparabilmente il principio costituzionale della libertà di insegnamento e della titolarità esclusiva dello stato democratico nell’istruzione pubblica dei suoi cittadini.

Cosa devono pensare i bambini e i ragazzi di Adro nel vedere la presenza del simbolo del partito politico di maggioranza relativa del paese nella loro scuola pubblica? Che la loro istruzione è sostenuta dal partito? Che possono studiare e sperare in un futuro migliore se seguiranno le indicazioni del partito che già adesso si sta occupando della loro formazione? E magari nel loro futuro sarà ancora una volta il partito a inserirli nel mondo del lavoro o per mettere su famiglia?

Il sindaco di Adro, già noto alle cronache per la recente decisione di sospendere il servizio mensa della stessa scuola per “punire” i genitori insolventi che non pagavano la retta”, in violazione totale della Convenzione per i diritti dell’Infanzia, ratificata anche dall’Italia di cui Adro fa ancora parte, fino a prova contraria, ha sostenuto, puerilmente, che quel simbolo non è quello della Lega Nord di cui il primo cittadino fa parte, ma quello di un sedicente simbolo tradizionale del luogo, indentificato come Sole delle Alpi, aggiungendo con ciò alla violazione democratica che si sta compiendo, l’offesa all’intelligenza di tutti i cittadini italiani, aderenti alla Lega Nord Compresa.

Questa iniziativa antidemocratica e degna di uno stato totalitario – i cui sinistri spettri provenienti dal nostro recente passato ancora aleggiano e sempre più spesso sembrano ritrovare, in iniziative sciagurate come questa, rinnovato vigore – è stata definita dal Ministro dell’Istruzione come semplice “folklore”, non trovando alcuna netta presa di distanza e meno che mai gli immediati provvedimenti commisurati alla gravità del fatto tesi a rimuovere la violazione costituzionale compiuta con questo sconsiderato e pericoloso gesto.

Un gesto che, in assenza di autorevoli e autentici interventi delle Autorità politiche e costituzionali che chiariscano i confini da non superare in una democrazia nell’uso e utilizzo di beni pubblici, potrebbe essere solo il primo in ordine di tempo, in un susseguirsi di ulteriori e gravi iniziative tese a politicizzare o privatizzare gli istituti di istruzione pubblici, dal cui corretto funzionamento ed esercizio dipende il futuro dei cittadini italiani e della democrazia di questo Paese.

E’ per questo che in qualità di Capo dello Stato e di rappresentante dell’Unità Nazionale, è necessario e urgente un pronunciamento del Presidente della Repubblica Italiana su questa triste e inaccettabile vicenda, affinché diventi comprensibile a tutti in cosa si sustanziano la democrazia e il concetto di bene pubblico, e cosa significhino realmente i principi costituzionali di eguaglianza dei cittadini e di libertà dell’insegnamento, che deve avvenire scevro da qualsivoglia condizionamento politico e sociale e libero da qualsiasi ingerenza o tentativo di usurpazione da parte di chiunque, cosicché gli organi preposti alla difesa della sovranità pubblica, a cominciare dal Ministro dell’Istruzione, possano trovare conforto e sostegno nelle parole della più alta autorità politica di questo Paese e agire per ripristinare il principio costituzionale e democratico violato e prevenire altre sconsiderate e antidemocratiche iniziative che lungi dall’essere “folkloristiche” sono gravi e pericolose e con l’istruzione pubblica non hanno niente a che fare.

Giovanni Franchini

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