martedì 9 giugno 2009

Leggere i risultati


Due le cose che colpiscono immediatamente nell'ascoltare le varie analisi del voto nei salotti TV e sui giornali in questi giorni. La prima e' che per un volta hanno perso (quasi) tutti, di solito invece vincono tutti e non si sa bene come. La seconda e' che i risultati non si confrontano piu' con quelli precedenti, ma solo con i sondaggi circolati qualche giorno prima del voto. In pratica i numeri piu' o meno inventati dei sondaggi modificano fortemente la percezione del risultato: Berlusconi strombazzava di avere dei sondaggi che lo vedevano al 45%, e quindi ha preso una batosta tremenda sebbene in realta' abbia straordinariamente tenuto nei confronti dei risultati precedenti, nonostante tutto cio' che e' successo ultimamente, da Mills, a Noemi, alla monnezza a Palermo, al terremoto. Anzi, l'unico contraccolpo vero l'ha avuto proprio in Abruzzo, dove un sacco di gente non e' andata a votare o ha votato da qualche altra parte, a testimonianza che il non far seguire fatti ai proclami in qualche (raro) caso non paga. Allo stesso modo il PD festeggiucchia una tenuta che solo i dirigenti vedono, visto che il dato nazionale vede un calo di 5 punti e traballa in molte amministrative. Anche qui a Sesto, nonostante la facile conferma dell'ottimo sindaco Ginassi, l'emorragia e' consistente, crollo nelle Marche e in Umbria, sparizione dalla Lombardia dove si prendono meno voti che in Sicilia. Il problema e' che probabilmente questi sondaggi stanno venendo usati come alibi, per dire che meglio di cosi' non si poteva fare, per contare i (pochi) voti persi dagli avversari invece della voragine sotto i nostri piedi. C'e' addirittura chi esulta del buon risultato della Lega, un partito xenofobo al 10% in Italia perche' potrebbe dare fastidi negli equilibri di governo. Ma a che prezzo?
L’unico successo vero che il PD possa esibire al momento è quello della candidatura di Debora Serracchiani, che nel suo Friuli ha preso piu' voti di preferenza di Berlusconi. Nel suo caso il PD ha fatto la cosa giusta, ha preso un candidato capace, un volto nuovo capace di raccogliere consenso, le ha dato spazio e l’ha appoggiata in campagna elettorale. Peccato che questo non si sia ripetuto per altri candidati nelle altre circoscrizioni, e che il resto delle liste non fosse propriamente una ventata di energia, di idee buone e di facce nuove. Anzi, un dato su cui riflettere e' stato il bassissimo uso delle preferenze da parte degli elettori in genere, soprattutto delle preferenze multiple, e il grande successo dei candidati di apparato, quelli sponsorizzati da Roma con lettere minatorie apposite: tanto che in Toscana tutti e 3 le mie preferenze non ce l'hanno fatta, ma dietro Sassuoli (che conferma che per raccogliere i voti bisogna apparire in TV) anche Leonardo Domenici che ha lasciato a Firenze non proprio idilliaci ricordi e' riuscito a raccogliere piu' di 100000 preferenze. Con buona pace di chi si batte contro il porcellum: e infatti Mastella e De Mita andranno a Strasburgo, tanto per fare qualche esempio impresentabile, mentre il Principe ballerino e Strano, quello della mortazza, almeno loro non ce l'hanno fatta. E non dimentichiamo Magdi Allam, quello che proclamava l'emergenza etica, che rappresentera' l'UDC in Europa, e le letterenze di Papi tutte promosse, la Matera addirittura seconda al sud dopo lo stesso Papi col dono del'obiquita'.
Resta da capire perche' i sondaggi ultimamente continuino a prendere sonore cantonate, dalla famosa vittoria in relax di Prodi trasformata in una veglia al cardiopalma, al quorum delle sinistre radicali mai raggiunto all'ultima tornata. C'e' chi individua nel mancato controllo del dato dell'astensione il problema, ma di sicuro e' qualcosa su cui i sondaggisti italiani dovranno lavorare.
Intanto il PSE a Bruxelles non esiste piu', se e' vero che quello del PD sara' il gruppo riformista piu' nutrito in parlamento. E forse il dato piu' preoccupante e' proprio il crollo delle sinistre in tutta Europa.

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