domenica 26 ottobre 2008

Ci siamo


Ieri a Roma ha retto anche il tempo. Nonostante i mesi di anticipo con cui la manifestazione era stata convocato la gente non ha perso l'occasione di dire no al disastro del governo, e alla fine anche Di Pietro si e' fatto vedere in piazza con tanto di megafono (a proposito, ho firmato per il referendum sul lodo Alfano). E alla faccia del solito stucchevole balletto delle cifre, ieri al Circo Massimo c'era davvero tanta tanta gente, che voleva un'Italia diversa, e che voleva un PD e una classe dirigente all'altezza della sfida. La nuova, tascabile Unità di Concita De Gregorio titolava a tutta pagina "Ci siamo": e ieri in piazza davvero c'eravamo, a ritrovarci e contarci, a riempire uno spazio anche fisicamente. Rompendo per almeno un giorno la sensazione di essere soli nel vortice che sta trascinando l'Italia a fondo, soli a credere in certe cose passando solitamente o per stupidi sentimentali o mostri strani e fuori dal tempo. Eravamo in tanti nel corteo, per strada: tra partigiani con tricolori sbiaditi, tra gli studenti e gli insegnanti imbufaliti con la riforma Gelmini, tra stranieri che reclamavano il diritto di esserci, comunisti smarriti e cittadini estenuati. Peccato che le bandiere del PD siano proprio orrende, con quello sfondo bianco e la scritta tricolore, ma almeno tanti erano i colori degli striscioni, della gente arrivata da tutta Europa (da stoccarda uno striscione "2500 km per esserci"). Eravamo ancora di piu' al Circo Massimo, un colpo d'occhio eccezionale. Ad ascoltare il discorso del segretario Walter Veltroni, finalmente netto e deciso. Ottimo su molti punti come scuola e ricerca, sviluppo sostenibile, sul razzismo dilagante, sulla trasformazione della televisione nella vera scuola del maestro unico. Un po' meno incisivo su altri, trattati solo in superficie, come i soldi alle banche a scatola chiusa o sulla questione della giustizia, ma certo non si poteva avere tutto. Il discorso segna anche una svolta importante, dal momento che Uolter torna a fare i nomi e i cognomi dello schieramento a noi avverso, perche' forse quando le idee scarseggiano (anche se qualche proposta, timida, c'e' stata), i nemici da combattere possono fare da surrogato. Per contrappasso invece non cita mai la parola sinistra, ormai siamo tutti riformisti. Tutto bellissimo, ma da domani, per dirla con Pippo Civati...

...Ok, va bene, da dopodomani. Il tempo di tornare a casa, sui pullman, sui treni e sulle auto che hanno raggiunto tra ieri e oggi la Capitale. Il tempo di riposarsi, di leggere i giornali del giorno dopo, di scaricare le foto, di montare i video e i filmati della nostra lunga giornata democratica. Da lunedì, però, facciamo in modo che quello che è successo oggi a Roma, non si perda. Che lo spirito del Pd, a lungo smarrito, non torni a confondersi. Che le parole chiare pronunciate da Walter, davanti a centinaia di migliaia di persone, si articolino in un lavoro quotidiano, a tutti i livelli, capace di trasferire alla società le parole e i contenuti che oggi abbiamo ascoltato, dal palco del Circo Massimo. Non perdiamoci di vista, come si disse in occasione di un'altra grande manifestazione, ispirata allora dalla società civile. E facciamo in modo che il Pd sia come la piazza di Roma di questo pomeriggio: un partito in cui tutti siano alla stessa altezza (anche il palco era opportunamente molto basso), in cui tutti possano esprimersi, in cui gli italiani possano trovare quella sede di dibattito, di confronto e di decisione politica di cui, in tanti, abbiamo bisogno. Veltroni ha spesso ricordato che l'Italia è migliore della destra che la governa. Anche il Pd può essere migliore di quello che è stato finora, diciamo, per capirci, in quel lungo intervallo trascorso dal 15 aprile al 25 ottobre. E dipende da ciascuno di noi.

Perche' come diceva Zoro nella nuova puntata di Tolleranza Zoro, una manifestazione contro l'attuale classe dirigente del PD avrebbe avuto forse un successo anche maggiore...


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