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mercoledì 18 febbraio 2009

Corrotti, dinosauri e parafulmini


Per il Tribunale di Milano l'avvocato David Mills, ex consulente della Fininvest di Berlusconi, è stato corrotto con 600 mila dollari provenienti dalla Fininvest di Berlusconi per testimoniare il falso in due processi, sempre a carico di Berlusconi. Il suo corruttore pero' e' uccel di bosco grazie a una legge apposita che si e' fatto fare per garantirsi l'immunita'. Anzi, mentre nessuno nel paese si sogna di chiederne le dimissioni e un pronto processo, come sarebbe normale, questi festeggia con champagne e caviale la vittoria elettorale che restituira' la Sardegna al cemento e ai palazzinari. Ieri sera la notizia della sentenza veniva data al Tg3 come ennesima, dopo l'ammissione cha a Fini il festival di Sanremo non piace granche': chi potrebbe pensare che il fatto che il Presidente del Consiglio corrompa testimoni possa essere di un qualche interesse per i suoi sudditi?

Se la Fenice resta al suo posto, si dimette invece il capo dell'opposizione. Giuro, non scherzo. "Per qualcuno sono ormai un problema", dice. Lascia la segreteria, e lascia tutti i dirigenti in braghe di tela a prendersi la valanga che arrivera' delle europee dopo la batosta sarda. Lascia un partito nel caos, dove i regolamenti varati per garantire l'immobilita' non sono in grado di stabilire neanche chi deve decidere cosa si fa, che dovrebbe prevedere tutte le cariche elette tramite primarie ma che probabilmente vedra' un segretario nominato da un organo nominato da un Veltroni dimissionario. Lascia a meta' della discesa un partito allo sfascio, corroso dalle guerre intestine per garantire ai cavalli dei generali un posto al sole, un partito la cui guida ha abdicato da subito alle spartizioni fra i cacicchi che sono saltati, fin dalle primarie, sul suo carro di vincitore predestinato e incoronato dal popolo. Cacicchi che si guardano bene, per il momento, di seguire l'esempio del segretario e di ammettere di aver portato alla rovina il progetto del PD.
I corrotti restano, i parafulmini scappano e i dinosauri si arroccano. E lo stivale puzza sempre di piu'.

mercoledì 17 dicembre 2008

Quo usque tandem


A Napoli in manette 2 assessori, 2 ex assessori e 1 deputato del PD. Il sindaco Iervolino: "Siccome ho la testa dura, ho comunicato al mio segretario che non mi dimetto e che ho intenzione di andare avanti con il massimo rinnovamento strutturale per la giunta".
Veltroni commenta cosi' lo sfascio inesorabile del PD e le notizie che arrivano da Firenze, Basilicata, Napoli: "Questo non è il mio partito". Se non si ritrova il segretario, figuriamoci noi.
Intanto in Abruzzo le persone, pur di non votare PD (e non solo), non votano affatto, in misura mai vista. E non votano perché la credibilità di questo nuovo (nuovo?) partito è irrimediabilmente persa, almeno fino a quando non ci saranno facce e soprattutto modalita' diverse e democratiche davvero e profondamente diverse a tutti i livelli. Quo usque tandem?

martedì 4 novembre 2008

Opinioni personali


Dichiarazioni di Veltroni sulle parole di Paola Binetti sull'omosessualita':

Le posizioni del Partito democratico su temi di grande importanza, come l’uguaglianza dei diritti e la lotta ad ogni fenomeno discriminatorio come l’omofobia sono chiarissime. A sancirle e’ la nostra carta dei valori e io stesso ho avuto recentemente occasione di ribadirle intervenendo al Circo Massimo davanti ad un mare di persone. E’ chiaro, quindi, che singole voci che assumono posizioni diverse da queste non rappresentano l’opinione del partito ma esprimono un parere personale. Un parere, nel caso della recente intervista di Paola Binetti, sbagliato. Ma al tempo stesso credo che in un grande partito come il nostro non possano esistere “reati d’opinione” o processi per idee che vengono espresse. Mi stupisce che su queste dichiarazioni si sia creato una cosi’ grande polemica quando era chiara la natura personale delle opinioni espresse e la posizione complessiva del partito”.


Pare che nella prossima legislatura il candidato premier del PD sara' Silvio Berlusconi. Si limitera' infatti a esprimere posizioni ed opinioni di "chiara natura personale".

domenica 26 ottobre 2008

Ci siamo


Ieri a Roma ha retto anche il tempo. Nonostante i mesi di anticipo con cui la manifestazione era stata convocato la gente non ha perso l'occasione di dire no al disastro del governo, e alla fine anche Di Pietro si e' fatto vedere in piazza con tanto di megafono (a proposito, ho firmato per il referendum sul lodo Alfano). E alla faccia del solito stucchevole balletto delle cifre, ieri al Circo Massimo c'era davvero tanta tanta gente, che voleva un'Italia diversa, e che voleva un PD e una classe dirigente all'altezza della sfida. La nuova, tascabile Unità di Concita De Gregorio titolava a tutta pagina "Ci siamo": e ieri in piazza davvero c'eravamo, a ritrovarci e contarci, a riempire uno spazio anche fisicamente. Rompendo per almeno un giorno la sensazione di essere soli nel vortice che sta trascinando l'Italia a fondo, soli a credere in certe cose passando solitamente o per stupidi sentimentali o mostri strani e fuori dal tempo. Eravamo in tanti nel corteo, per strada: tra partigiani con tricolori sbiaditi, tra gli studenti e gli insegnanti imbufaliti con la riforma Gelmini, tra stranieri che reclamavano il diritto di esserci, comunisti smarriti e cittadini estenuati. Peccato che le bandiere del PD siano proprio orrende, con quello sfondo bianco e la scritta tricolore, ma almeno tanti erano i colori degli striscioni, della gente arrivata da tutta Europa (da stoccarda uno striscione "2500 km per esserci"). Eravamo ancora di piu' al Circo Massimo, un colpo d'occhio eccezionale. Ad ascoltare il discorso del segretario Walter Veltroni, finalmente netto e deciso. Ottimo su molti punti come scuola e ricerca, sviluppo sostenibile, sul razzismo dilagante, sulla trasformazione della televisione nella vera scuola del maestro unico. Un po' meno incisivo su altri, trattati solo in superficie, come i soldi alle banche a scatola chiusa o sulla questione della giustizia, ma certo non si poteva avere tutto. Il discorso segna anche una svolta importante, dal momento che Uolter torna a fare i nomi e i cognomi dello schieramento a noi avverso, perche' forse quando le idee scarseggiano (anche se qualche proposta, timida, c'e' stata), i nemici da combattere possono fare da surrogato. Per contrappasso invece non cita mai la parola sinistra, ormai siamo tutti riformisti. Tutto bellissimo, ma da domani, per dirla con Pippo Civati...

...Ok, va bene, da dopodomani. Il tempo di tornare a casa, sui pullman, sui treni e sulle auto che hanno raggiunto tra ieri e oggi la Capitale. Il tempo di riposarsi, di leggere i giornali del giorno dopo, di scaricare le foto, di montare i video e i filmati della nostra lunga giornata democratica. Da lunedì, però, facciamo in modo che quello che è successo oggi a Roma, non si perda. Che lo spirito del Pd, a lungo smarrito, non torni a confondersi. Che le parole chiare pronunciate da Walter, davanti a centinaia di migliaia di persone, si articolino in un lavoro quotidiano, a tutti i livelli, capace di trasferire alla società le parole e i contenuti che oggi abbiamo ascoltato, dal palco del Circo Massimo. Non perdiamoci di vista, come si disse in occasione di un'altra grande manifestazione, ispirata allora dalla società civile. E facciamo in modo che il Pd sia come la piazza di Roma di questo pomeriggio: un partito in cui tutti siano alla stessa altezza (anche il palco era opportunamente molto basso), in cui tutti possano esprimersi, in cui gli italiani possano trovare quella sede di dibattito, di confronto e di decisione politica di cui, in tanti, abbiamo bisogno. Veltroni ha spesso ricordato che l'Italia è migliore della destra che la governa. Anche il Pd può essere migliore di quello che è stato finora, diciamo, per capirci, in quel lungo intervallo trascorso dal 15 aprile al 25 ottobre. E dipende da ciascuno di noi.

Perche' come diceva Zoro nella nuova puntata di Tolleranza Zoro, una manifestazione contro l'attuale classe dirigente del PD avrebbe avuto forse un successo anche maggiore...


lunedì 29 settembre 2008

Sul ciglio


Ma perche' Berlusconi fa tanto l'amichetto di Putin, e poi se qualcuno li accomuna se la prende tanto?
A parte i dubbi senza risposta, fa discutere l'intervista di Veltroni al Corriere, in cui si parla (a dire il vero da parte dell'intervistatore) di Putinismo in Italia, nel senso di una deriva autoritaria sempre piu' evidente a colpi di personalismo, decreti e minacce. A parte lo scomodare Putin, che appare francamente (ancora) esagerato, non si puo' assolutamente non essere d'accordo con Walter sul succo del suo discorso. E' innegabile che esista oggi una grande difficolta' dei sistemi democratici a combinare il rispetto delle procedure e l’efficacia delle decisioni, muovendosi su questo ciglio scosceso. E anche il passato governo Prodi, quello della non-decisione per eccellenza, ne aveva dato ampia prova. Sempre piu' rapidamente, infatti, il Parlamento negli ultimi anni si sta svuotando progressivamente delle sue funzioni: in cinque mesi di legislatura sono stati approvati solo decreti legge (del governo) o disegni di legge (elaborati dal governo), a parte un'unica legge parlamentare sulla commissione antimafia. In pratica si sta riducendo il Parlamento a un notaio, che ratifica con una maggioranza bulgara l'operato di un governo che rimane senza discussione, confronto e controllo. Oppure in uno strumento di ricatto per chi quella maggioranza bulgara non ce l'ha. Il risultato e' una modifica dell’assetto costituzionale sulla divisione dei poteri assolutamente evidente e preoccupante. Se pero' il problema dell'efficacia delle decisioni puo' passare da uno snellimento delle procedure, non e' certo possibile tollerare una totale abolizione di passaggi fondamentali intesi a garantire controllo, confronto e dibattito.
Eloquente invece la reazione di Berlusconi alle parole di Veltroni: "Noi abbiamo una maggioranza a cui gli italiani hanno dato il mandato di governare il Paese. Quindi, non parliamo più di dialogo". Il solito ritornello: Dio me l'ha data e nessuno me la toglie, come se poi le cose assurde che troncano ogni possibile collaborazione tra gli schieramenti le dicessse Veltroni e non le stessero facendo loro distruggendo conquiste sociali come scuola, sanita', lavoro, stato sociale. Il Biscione passa infatti nella stessa intervista a minacciare "una profonda riflessione su tutto il sistema giudiziario e su tutto ciò che abbiamo visto accadere recentemente a Milano", nel caso che l'ovvia eccezione di costituzionalita' sul lodo Alfano (che dovrebbe salvarlo dal processo con il partner straniero Mills) venga accettata dalla consulta. E subito dopo chiede l'abolizione delle intercettazioni su qualsivoglia reato, in quanto la privacy cosi' come l'impunita' e' un diritto, almeno per lui. Dando praticamente l'ennesima dimostrazione dal vivo che Veltroni ha soltanto ragione quando parla di deriva democratica. Ma loro se ne infischiano, e dopo la devastazione della scuola, la ridicolizzazione della pubblica amministrazione dei fannulloni, preparano la privatizzazione della sanita'. Tutto secondo copione.
Quindi Walter ha solo ragione. Eppure gli consiglierei di applicare lo stesso metro a proposito di democrazia svuotata anche all'interno del PD. Tra cooptazioni eccellenti o meno alle scorse elezioni, tra regole sempre meno chiare e trasparenti per primarie, tessere e congressi, tra correnti e correntine basate solo sui rapporti di forza della vecchia stagione il Partito "Democratico" sta per affondare nella stessa melma che si e' scavato intorno.

lunedì 7 aprile 2008

Walterloo

Torna, dopo il casting della Ueltronigirl, Tolleranza Zoro. Quest'uomo e' un genio.

martedì 1 aprile 2008

Promesse


Probabilmente stavolta siamo davvero messi male. La Fenice non spaccia piu' sogni, e come dice Leonardo li ha finiti pure lui. Al massimo ricicla quelli vecchi, pensioni, taglio all'ICI (ma non l'ha gia' fatto la sinistra per quelli che davvero ne avevano bisogno?), e altra chincaglieria luccicante che pare un po' corrosa dal tempo e dai marosi. Perfino il bieco tentativo da turbativa dei mercati di usare l'estremo tentativo di salvare Alitalia alla frutta in una guerra santa padana, o il grido al golpe dei comunisti.
Anche dalla nostra parte non si lesinano le promesse, ma almeno si promette per le tasche di chi ne ha piu' bisogno. E soprattuto per restituire all'Italia e ai suoi cittadini un po' di leggerezza. Tempi e semplicita' in cima alla priorita'. Per mollare un po' i legacci e i ritardi che costringono il paese che e' stato culla del rinascimento e dell'umanesimo in una stretta che l'ha ridotto alla burletta d'Europa, al luogo in cui niente funziona e tutto e' schiavo di una burocrazia Kafkiana. Pare che la riduzione di leggi e garbugli sara' dastrica: da 20000 a 10: Uolterueltroni ha fatto pero' sapere che la trascrizione sulle tavole se la "smazza" Franceschini. E perche' le promesse non restino solo tali, invece di firmare il niente in diretta tv il PD presenta una bozza di disegno di legge: pare che qualche volta qualcuno mi ascolti, e che si passi dalle parole ai primi accenni di fatti. Per la lista dei ministri che chiedevo nulla da fare prima della elezioni, pare che chi rimarrebbe fuori perderebbe un po' di "convinzione" nella campagna elettorale. Diciamo che almeno si evita qualche polemica di troppo. E' vero, le beghe e le lacune non mancano. Ma in quanto a credibilita', responsabilita' e voglia di stare dalla parte giusta non c'e' paragone. Se non siamo definitivamente e incurabilmente un popolo di telelobotomizzati non puo' non essere evidente. Domenica ho letto qualcun'altro che la pensa come me. Qualche promessa in meno, qualche speranza in piu'.

mercoledì 13 febbraio 2008

Astuzia e intrighi


Da soli, ma anche accompagnati. Yes we Can come Obama (anzi, se po' fa'), ma anche le lacrime di Hillary. Con i piedi in tre staffe - ma anche coerenti - non possiamo perdere.
Anche perche' intanto dall'altra parte si prendono e si mollano che nemmeno Dynasty. Attendo fiducioso la puntata di domani in cui Casini annuncera' che forse forse mantengono il simbolo ma in fondo restano apparentati sia con il Pdl che con la Balena Bianca, e l'annuncio di una nuova lista per la moratoria dei rifiuti creata da Socci in tandem con la Hunzicker e Bagnasco. Ma ad ogni giorno basta il suo affanno, chi vivra' vedra'.
Intanto reduce alla riunione della sezione DS di Monaco (ebbene si', qui c'e' ancora, per poco) abbiamo deciso per il 1 Marzo la prima riunione del PD locale. Tra qualche mugugno per "circolo" invece di sezione e per quel simbolo senza falce e martello, ma anche la voglia e la consapevolezza dei piu' scafati di "farsi da parte per lasciare il posto a facce nuove". Bellissimo.

domenica 10 febbraio 2008

Si puo' fare


E' una bellissima Domenica, qui a Monaco. E anche a Spello il sole splende: ho appena finito di vedere dal bellissimo nuovo sito del PD, il discorso di Veltroni che inaugura la campagna elettorale. Ha spiegato perche' il PD andra' da solo, quali sono i problemi piu' grossi che cerchera' di affrontare, quali sono i punti fermi su cui ricominciare a costruire. Ma soprattutto ha spiegato che il futuro e' avere il coraggio di cambiare. E che noi siamo quelli che vogliamo cambiare davvero. Cambiare la politica non per vincere o per battere l'avversario, ma per cambiare il paese. "Noi ci presentiamo agli italiani con una chiara proposta di governo: un programma, una leadership, una squadra coesa e affiatata. Lo state vedendo. Dopo la nostra scelta tutto si è messo in movimento. Anche nell’altro campo. Ma guardate bene quel che succede nelle loro file: sono preoccupati di “come” vincere, non del “perché” vincere. Di come organizzarsi meglio, non di cosa offrire di nuovo all’Italia, di cosa fare di nuovo per gli italiani. D’altra parte hanno già governato l’Italia per sette anni, e propongono solo di tornare a farlo, esattamente come prima. Noi vogliamo voltare pagina. Noi diciamo: non cambiate un governo, cambiate l’Italia. Cominciamo. Cominciamo a farlo insieme. Trasformiamo l’Italia."
Parole tanto piu' vere tanto piu' si confronta l'immagine del discorso di Veltroni a Spello con l'immagine di Berlusconi alla "convenscion" a San Babila. E non potrebbe esserci differenza più grande tra il sole e lo splendido panorama dell'Italia vera di Spello, viva e della quale essere orgogliosi, e quello della Fenice, con quel suo cielo azzurro di plastica e gli argomenti sempre uguali a se stessi da tre lustri a questa parte. Se i giovani che circondano Walter sono pieni di entusiasmo e di speranza veri, la signora che nel servizio della Stampa dice di credere "nel Presidente Berlusconi" che ha "governato bene e fatto fede al suo impegno con gli italiani" fa solo pena e un po' tenerezza. La stessa che fa chi si dimostra di non essere in grado di distinguere quando lo stanno ingannando e utilizzando.
Il sole e le parole di Veltroni suscitano invece un entusiasmo nuovo, una consapevolezza di essere finalmente motere del cambiamento, di rottura e di evoluzione in positivo della palude della politica italiana. E in questo entusiasmo conta tantissimo, come sottolinea Gianni Cuperlo, la consapevolezza che ce la possiamo giocare: "Insomma, bando alle ciance: possiamo vincere. E questa consapevolezza (persino al di là delle concrete possibilità di realizzarsi il 14 di aprile) è già un successo e una svolta semplicemente provvidenziali". E' vero, non sono e non saranno tutte rose e fiori. Si e' titubanti di fronte alle primarie per la scelta dei candidati, si e' bloccati dietro alle vecchie logiche e alle vecchie spartizioni. Certe cose sono dure a morire. L'istinto di sopravvivenza e l'amore per la poltrona sono spesso piu' forti del coraggio e dei sogni. Cantava De Andre' in una splendida canzone: "...recitando un rosario di ambizioni meschine di millenarie paure di inesauribili astuzie coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie la maggioranza sta...". Ma credo che proprio gli incerti, quelli che credono che il PD sia in fondo solo un partito moderato, magari in mano a un manipolo di baciapile vaticani, quelli che hanno il terrore che in fondo non cambiera' mai nulla, proprio loro devono in questi mesi alzarsi e prendere il PD per mano. Per fare maggioranza della minoranza: con loro possiamo vincere davvero, e cambiare davvero. Mi scrive a questo proposito Lucia, dopo le assemblee per le elezioni dei circoli e dei rappresentati provinciali del PD fiorentino:

Dopo un'attenta riflessione, spinta da stravolgimenti e decisoni di politici nazionali e stranieri, decido che forse merita coinvolgersi nel Pd: stamani dopo aver preso il certificato di socio fondatore vado a votare alle elezioni dei rappresentanti circoscrizionali, aspettandomi un'assemblea dove i candidati si sarebbero presentati un minimo e poi si sarebbe votato. Nella più completa disorganizzazione e ritardo, vengono letti i nomi dei candidati e niente più. Io e una mia amica facciamo presente più volte che ci sarebbe bisogno di una presentazione per chi non è del giro e ci viene risposto che non c'è tempo perchè c'è di meglio da fare, che si sarebbe dovuto partecipare attivamente alla vita del quartire per conoscere qualcuno, e infine che se non sappiamo chi votare ce ne possiamo anche andare. Al che io furiosa prendo la porta e me ne vado, ma vengo fermata dal mio babbo e da tre candidati che iniziano a presentarsi, dicendo tra le altre cose che proprio perchè sono nuovi nessuno ha ascoltato le richieste di potersi presentare ai votanti. Sono rimasta pero' veramente allucinata dal comportamento delle altre persone, attaccate alle poltrone seppure ad un livello così basso e sopratutto legate a schemi nemmeno DS contro Margherita, ma PCI contro DC. In più eravamo le uniche persone sotto i 35 anni e ci hanno ignorate e praticamente cacciate. Eppure in altre circoscrizioni sono state fatte ore di assemble a prima di votare... quanta pazienza ci vuole.

Troviamo come Lucia questa pazienza e questo coraggio, troviamo la voglia di chiedere, pretendere, sbattere le porte. Prendiamoci qualche batosta, qualche bastonata, molte delusioni. Troviamo il coraggio di prenderci e non lasciarci scippare dai dinosauri questa enorme possibilita' e torniamo a sperare. Per quello che ci sta a cuore. Si puo' fare.

giovedì 7 febbraio 2008

Io corro da solo


Siamo diventati grandi, e corriamo da soli. Veltroni va ripetendolo da tempo, si e' beccato prima l'accusa di aver affondato l'Unione, poi l'impennata nei sondaggi delle intenzioni di voto del PD. Ovvi i motivi e i vantaggi di correre da soli: fare chiarezza su cosa vogliamo fare, dove vogliamo andare e con chi; evitare di doversi piegare ai compromessi al ribasso ora con un lato ora con l'altro della coalizione, di dare un'immagine rissosa ambigua dell'alleanza tale e quale quella che ha cancellato i meriti del governo Prodi; evitare di conseguenza di prestare il fianco alla solita critica becera delle destre, che non faremo mai nulla perche' ce lo impediscono i "comunisti" (vorrei capire invece cosa succede di la' con i neo e vetero fascisti, i leghisti, i sopravvissuti della prima repubblica, mafiosi e massoni vari). Dice Ezio Mauro oggi su Repubblica: "Chi pensa a nuove alleanze finte, a destra e a sinistra, non ha capito il disincanto del Paese, la propensione al cambiamento, l'effetto della nuova solitudine repubblicana che nasce dalla disconnessione di molti cittadini dalla vicenda pubblica". E infatti anche Berlusconi ci pensa, seppure poi non lo fara'. Ci pensa perche' ormai e' costretto a inseguire: non e' piu' lui il motore della novita' e del cambiamento sulla scena politica, e' costretto ad inseguire. Di la' fanno il partito unico, e lo vuole fare anche lui, salvo poi arrendersi all'opposizione degli alleati. Di la' vanno da soli, e ci vuole andare anche lui, perche' Forza Italia ha ragione di esistere solo finche' rappresenta il nuovo contrapposto alla vecchia politica dei "comunisti" e delle tasse. Ma ancora una volta non lo fara', perche' sa che rischierebbe troppo grosso.
Fin qua le ragioni e i punti a favore. Resta pero' la sensazione di star regalando al Cavaliere tutto il banco, in favore di una strategia Donchisciottesca da duri e puri che nemmeno Turigliatto. Ma forse e' finalmente giunto il momento di lasciar da parte i compromessi e pensare alle idee. Che il fine non sia il potere, ma il realizzare la propria idea di Italia. E dunque il PD si candida con il programma del PD e gli uomini del PD: se non vinciamo pace, intanto gettiamo le basi per il futuro, per vincere davvero tra qualche anno e finalmente avere la possibilita' di cambiare il paese senza mani legate e il brivido a ogni seduta del Senato; se ci crediamo, ci crediamo fino in fondo.
Tutto bellissimo, ma allora qualcuno mi spiega perche' siamo duri e puri a corrente alternata? Perche' non facciamo le primarie per i candidati e assemblee programmatiche che dovevano essere il pezzo forte del PD, e lasciamo scegliere tutto a Veltroni (qualcuno fermi le voci che lo vogliono a corteggiare Montezemolo)? Si sa che il plebiscito popolare ha concesso Walter non solo piena legittimita', ma anche l'infallibilita' manco fosse il Papa. Pero' il fatto e' uno sbaglio e una contraddizione grave. Perché non c'è miglior critica del sistema politico delle destra e di quello che i cittadini non sopportano piu' che offrire un modello davvero diverso, non solo nelle alleanze. Dando la possibilita' di scegliere i candidati agli elettori e il programma ai militanti dalla base, facendo partecipare tutti i democratici del paese e facendoli sentire parte di un grande progetto. Solo cosi' si rende la speranza a chi dubita che qualcosa possa cambiare davvero, solo cosi' si restituisce entusiasmo a chi non ci crede piu', che pensa che non dico lottare ma anche votare non abbia piu' senso, che sono "tutti uguali". Solo cosi' si vince e si cambia l'Italia. Se vogliamo avere coraggio, dobbiamo averlo fino in fondo, altrimenti andare da soli serve solo a cadere con un poco piu' di onore (e la Binetti candidata).

lunedì 14 gennaio 2008

Disponibilita' a trovare una soluzione


"Sulla Gentiloni ho risposto ad una domanda in coerenza con la realtà e con quanto ho sempre affermato: l'impossibilità di una futura collaborazione con un governo che si macchiasse di una simile nefandezza, inconcepibile in una vera democrazia". Questa secondo Uolter e' ovviamente una dichiarazione che esprime disponibilita' a trovare una soluzione da parte della Fenice. "E' tornato tutto dove eravamo" dice, non come le parole "inaccettabili" di ieri quando il Cavaliere aveva per la prima volta tentato il ricattino per sabotare la proposta di legge Gentiloni sul riordino del sistema radiotelevisivo. Contento lui, a casa mia nefandezza non e' proprio una bella cosa. Anzi, mi ricorda qualche simpatico precedente ricattatorio con una bicamerale e un paio di baffetti.
Evidentemente Veltroni vuol vedere per forza il bicchiere mezzo pieno, perche' sa che con gli alleati sara' dura trovare l'intesa sulla legge elettorale, specialmente ora che a parlare con l'opposizione ha cominciato. Nella speranza che il referendum alle porte faccia smuovere le acque, nel frattempo, mi vado a leggere il testo integrale di questo benedetto decreto Gentiloni, che dovrebbe finalmente riaprire il mercato radiotelevisivo, spezzando il monopolio di Rai e Mediaset, eliminando i trucchi della Gasparri per accumulare il mercato pubblicitario nelle mani di pochi e redistribuendo le frequenze. Mi sembra tutto tranne che una nefandezza inconcepibile in una democrazia. Nefando e' che ancora non sia stata fatta una legge decente.

martedì 16 ottobre 2007

Ma anche

Alla faccia di chi lo indicava come buonista per eccellenza, come colui che vuol mettere tutti d'accordo finendo poi per scontantare tutti, ecco il primo discorso di Veltroni da neo-segretario del PD:







Intanto si moltiplicano le proposte per l'inno del PD. L'imbarazzo della scelta. Per ora voto Ligabue...

sabato 6 ottobre 2007

Perche' votare il 14 Ottobre


Dopo Gad Lerner, riprendo un post di Nando Dalla Chiesa dal suo blog, con cui concordo pienamente. Ho gia' detto le stesse cose, ma lui le dice molto meglio. Ecco perche' occorre in tutti modi andare a votare il 14 Ottobre, anche se, o forse proprio perche', si teme il peggio per il PD. E perche' bisogna votare per Rosy:

[...] Il fatto è che i partiti fondatori del Pd hanno già deciso chi sarà il segretario. E su questa decisione hanno mobilitato le loro truppe, anche mediatiche. Sarà Veltroni, leader capace e non privo di utopie autentiche. Ma questa decisione è stata presa avendo in testa un'idea di Pd che non mi piace affatto: tutto deciso prima, il numero uno e il numero due, con un solo candidato e dietro tutti a ritagliarsi posizioni di potere, con le celebri liste "a sostegno di Veltroni" e, naturalmente, le liste bloccate, senza preferenze. Insomma, non si vota più, decidiamo noi. Per questo quando Rosy ha deciso di rompere il gioco e di candidarsi, sapendo di perdere, e mi ha chiesto di appoggiarla, io -che ho passato cinque anni nella Margherita senza poter votare mai il gruppo dirigente- ho pensato che fosse mio dovere sostenerla. Perché il coraggio va aiutato, è merce rara. Perché questo è ormai un sistema dove se solo si teme di perdere nessuno mette più fuori il naso. Gli apparati hanno reagito male, e hanno (loro, non Veltroni) messo in atto ogni forma di scoraggiamento a stare con la Bindi prima e con Letta poi. Allora, il problema a me sembra un altro. Veltroni vincerà, sarà lui il segretario. Ma occorre che la voglia di cambiare il costume politico che sta dietro la candidatura Bindi acquisti un suo peso; capace di farsi sentire (e molto bene) nella fase costituente. Più voti avrà Rosy, più il Pd non sarà una creatura teleguidata. E Rosy sarà poi più leale con Veltroni di alcuni dei suoi grandi elettori. I quali dal lunedì 15 inizieranno a pensare a come farlo ballare e a come liquidare la richiesta di cambiamento se vedranno che questa non "tira" consensi. Ecco, così la vedo io. E per questo mi sto dando da fare per Rosy, che più la conosco e più mi piace. Credo anzi che un suo successo farebbe bene a tutta l'Unione [...]

E domani c'e' la Marcia Perugia-Assisi, per guerre dimenticate e guerre infinite. E, meno importante ma per questo non attesissima, Fiorentina-Juventus. Semplicemente "la" partita.

giovedì 28 giugno 2007

A qualcuno piace Walter

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giovedì 21 giugno 2007

L'eclisse


L'elezione diretta del segretario del PD, contestualmente alle primarie della costituente, e' senza dubbio un fatto importante. Sono certo servira' a invogliare la gente a fare la coda ai gazebo e lasciare qualche euro per dire la propria. Sicuramente come tema di confronto e' piu' abbordabile di quelli della costituente che dovranno caratterizzare la battaglia fra le liste.

Pero' sta catalizzando tutta l'attenzione. Il dibattito sulle liste e' sparito, se mai c'e' arrivato, dalla stampa, sostituito da dichiarazioni d'amore a Veltroni sia da (quasi) tutti i DS che da importanti esponenti della Margherita. Da un lato un bel segno di superamento dei vecchi steccati, dall'altro si va verso un candidato unico con qualche outsider sacrificale, mentre i pezzi grossi si guarderanno bene di rischiare la faccia nel confronto col sindaco di Roma.

In piu' la regola di legare ogni lista a un candidato segretario impone anche a iMille di decidere il da farsi: appoggiare Veltroni. o chi per lui, o scegliere un proprio candidato? Il dibattito si e' gia' aperto. Appoggiare un "big" ha senz'altro pro e contro: si perderebbe gran parte dello spirito di ricambio e dell'impatto innovatore della lista, ma si evita di perdere voti che saranno guidati soprattutto dalla scelta del segretario dando la possibilita' di incidere di piu' all'assemblea.

Premesso che i contro sembrano pesare piu' dei pro, perche' pero' non girare il problema? Perche' non presentare, per esempio a Veltroni, le nostre istanze, e fare in modo che sia Veltroni ad appoggiare noi, piuttosto che noi Veltroni a scatola chiusa?

Poi c'e' un'altro punto, Veltroni non puo' piu' candidarsi. L'ha promesso, pure in TV. Ma si sa come vanno queste cose, promettere di far largo a un ricambio e' piu' facile che tirarsi indietro davvero. Parisi insegna.