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lunedì 17 settembre 2007

Legato mani e piedi


Sembra sia questo il destino di Veltroni, legato stretto dai vari apparati DS e DL subito saltati in blocco sul suo carro di predestinato vincitore. Proprio il fatto che il sindaco di Roma sia apparso da subito come il candidato autorevole e comunicativo adatto a guidare il nuovo partito, ha fatto si' che le varie nomenclature si tirassero indietro dalla competizione, uccidendo il confronto delle idee, per ritagliarsi uno spazio al traino del cavallo di razza.
A pochi giorni dalla chiusura delle liste, i nodi vengono al pettine. Sono 3 le liste per Veltroni, quella della nomenclatura, quella dei "giovani" che comprende anche quel che resta de iMille, e quella della mozione Angius rimasta nel PD. La situazione la descrive Luca Sofri nel suo Blog:

Walter Veltroni sarà sostenuto da tre liste, alle primarie del PD. Una - comunemente nota come Lista 1 - è quella che dovrebbe ospitare i nomi dell'establishment consolidato dei vecchi partiti. Un'altra - la Lista 2 - è quella che dovrebbe ospitare persone e proposte di maggior rinnovamento e attenzione alla modernità (sotto il lugubre nome di "Ambiente, innovazione, lavoro") ed essere più strumentale sia a un vero cambiamento della politica di sinistra sia a un'emancipazione di Veltroni dai gruppi che l'hanno gestita finora.
Ora, il problema è che tutto l'establishment consolidato nella Lista 1 non c'entra, e quelli che c'entrano temono la concorrenza della Lista 2: e le conseguenze sono due. La prima è che sta scorrendo il sangue nella formazione delle cinquine dei candidati. La seconda è che in molte regioni la Lista 2 sta venendo sabotata da chi sta dentro la 1 e assediata da chi resta fuori dalla 1, a rischio di scomparire o di perdere la sua natura e credibilità.
Spero che gli assediati resistano, e W. stia con loro

Anch'io lo spero, per dare un senso a quell'aggettivo nel nome del nuovo partito. Spero anche che per questi motivi si decida di cambiare davvero, e di puntare su chi il candidato plebiscitario ha deciso di sfidarlo e correrne i rischi. E spero che iMille, e soprattutto chi per loro ha preso le decisioni, si renda conto che con ogni probabilita' ha suicidato il movimento con l'inserimento in una lista annacquata che rischia di perdere anche quel poco di colore.

giovedì 19 luglio 2007

La scissione dell'atomo


Ieri e' stata una brutta giornata. La Fiorentina ha preso Vieri, che adesso come adesso pare un ex-giocatore, con piu' panza di me e fermo da piu' di due anni. Direi sulla soglia della pensione da lavoro usurante, secondo la lista di Angeletti. Non solo. iMille sono riusciti a far naufragare un progetto interessante e innovativo cascando esattamente negli sbagli, nelle logiche e nei personalismi che volevamo cambiare.

Ma cosa e' successo ieri? La storia inizia martedi'. Mentri Adinolfi pubblica su Europa un articolo da cui si capisce molto bene la sua imminente candidatura alle primarie come candidato segretario (peraltro evidenziando come a suo dire le liste di giovani a favore di Veltroni non avrebbero portato a nulla), tre de iMille, ovvero Scalfarotto, Minetti e il portavoce - ebbene si', il portavoce! - Simoni decidono del tutto unilateralmente di firmare il manifesto dei 160 per Veltroni. All'insaputa di tutti, di fatto regalando iMille al sindaco di Roma. Per i maligni, vendendoli per il proverbiale piatto di lenticchie.

Arriviamo alla mattinata di ieri. Repubblica pubblica un articolo in cui rivela che Adinolfi si candidera' e che iMille invece si sono venduti a Veltroni, ironizzando su gli alti ideali e sulla voglia di "rottura" poi messa a servizio dei soliti big. A quel punto, o forse prima, non e' dato di saperlo, i firmatari del manifesto di Veltroni si rendono conto che non sanno giustificare il perche' della loro mossa, e che rischiano di dare ragione ad Adinolfi che si sta per candidare da salvatore della patria. Scelgono allora per guadagnare tempo un pool di 20 "saggi", subito denominati "iVenti" a decidere della sorte de "iMille". Ci dicono che iVenti sono quelli "che fanno le cose" mentre gli altri si grattavano la pancia. Ci dicono che sono quelli piu' attivi che pubblicavano piu' commenti sul blog. Non mi interessa, comunque abbiano raccolto i bollini per poter decidere del destino de iMille sono comunque il 2% del totale, e questa non e' esattamente la democrazia di cui ci riempivamo la bocca fino al giorno prima.

Mentre iVenti discutono, 2 sono subito i contrari, tra cui Adinolfi che subito manda comunicati gia' pronti a tutti i giornali, tira fuori un conto corrente creato nella notte e si candida a segretario autoproclamandosi salvatore della patria tradita. Con tutta la buona volonta', non si puo' fare a meno di pensare che non aspettava altro. L'inno della sua campagna e' "Si puo' fare" di Branduardi, e mai inno fu piu' azzeccato: ".. si può fare, si può prendere o lasciare, si può fare, si può fare, partire, ritornare. Puoi tradire, conquistare, puoi dire puoi negare...".

Tra "iVenti" prevale per 12 contro 8 voti la decisione di sostenere Veltroni. 2 contrari come detto, altri invece sensatamente suggeriscono di consultare tutti e comunque di aspettare i programmi di tutti i candidati per fare una scelta. Purtroppo pero', dopo il piatto di lenticchie tempo per aspettare non c'e'. Si va con Veltroni. Mentre Simoni prepara un comunicato stampa e una lettera di spiegazione, si fa per dire, di quanto e' successo, Luca Sofri pensa bene di pubblicare sul sito de iMille un post in cui si dice che nessuna decisione e' stata ancora presa e che la discussione e' aperta sul sito su quale candidato sostenere. "Aperta e trasparente come al solito". Un capolavoro!

Per completezza, qui c'e' un'altra versione dei fatti da un'altra prospettiva, quella de "iVenti".

Il risultato finale e' la scissione dell'atomo, come suggerisce un amico di Scalfarotto (che fa la verginella). Adinolfi con Generazione U, e neanche tutta, che si candida autonomamente, alcuni de iMille che appoggeranno Veltroni, altri che restano sperduti a Quarto senza capire bene come sia potuto succedere, perche' non e' stato normale discutere sul sito tutti insieme quale fosse la strategia migliore. Eppure iMille avevano cose piu' importanti da fare che scegliere il candidato segretario. Anzi, credo che per assurdo non sarebbe stato molto importante chi iMille avessero scelto e sostenuto, fintanto che lo spirito, le idee e gli ideali di cui si facevano bandiera fossero stati chiari e immutati. In questo modo invece abbiamo dato un esempio lampante di quel verticismo e protagonismo personale, di quella mancanza di senso della partecipazione, di apertura, di democrazia che volevamo combattere.

Io credo ancora che non ci sia e non ci debba essere spazio per tutto questo nel PD. Invece a iMille non ci credo piu'.

mercoledì 18 luglio 2007

Rompete le righe


Qualche settimana fa nascevano iMille. Grande entusiasmo, la voglia di aprire la finestra e fare entrare un po' d'aria fresca nell'oligarchia a capo del centrosinistra, cavalcando l'onda della nascita del Pd. Una lista nata per far entrare alla Costituente idee (e facce) giovani e nuove, un po' stanche che il merito e le capacita' non vengano mai riconosciute e premiate in Italia, soprattutto in politica.

Cominciano a moltiplicarsi le adesioni e le iniziative. Nasce, un po' a fatica, un laboratorio delle idee sul blog in cui sviluppare programmi e temi da portare avanti. Si accende, una volta sapute le regole definitive, il dibattito sul segretario da appoggiare. Candidare uno di noi, garantendo maggiore visibilita' alle nostre proposte ma fare carne da macello, oppure sostenere uno dei candidati che magari ha fatto sue (almeno a parole) le nostre istanze, cosi' da portare in assemblea qualche voto e seggio in piu'? Il confronto e il dibattito procede, qualcuno fa notare i pregi di una candidatura interna ma evidenzia le grandi difficolta' dovute a regole fatte per blindare l'apparato dei partiti. Io mi schiero per provare a raccogliere le firme per la candidatura interna, di Ivan che e' un volto gia' noto, per portare avanti con coerenza le nostre istanze senza annacquarle in un calderone.

Sembra che si possa decidere in base al punto di vista di tutti, in democrazia. Invece oggi ognuno per conto suo. Scalfarotto e Simoni si incontrano con Veltroni senza dire nulla a nessuno, si accordano con lui e firmano unilateralmente il suo manifesto. A quel punto, ma come era nell'aria e probabilmente come voleva fare fin dall'inizio, Adinolfi lancia ufficilmente la sua candidatura, appoggiato soltanto da Generazione U e senza iMille, dai quali poche ore dopo uscira' ufficialmente con questo post sul sito.

A questo punto Repubblica deduce giustamente, in un articolo dei giovani nel PD, che le belle parole de iMille erano appunto belle parole. Tipo "per le idee e non per le persone". Fa notare che il feeling e' durato poco, e che ci sara' chi vuole saziare la sua sete di protagonismo personale e chi fara' semplicemente il gioco di qualche big navigato cercando di raccattare qualche voto "under 40".

iMille, "le cose cambiano". Mica tanto direi. Una scissione dopo 2 settimane e niente di nuovo sotto il sole.

Vedremo, le premesse non sono per nulla per nulla buone. Spero che a Roma all'aperitivo iMille siano parecchio arrabbiati. Ci farebbe comunque piacere che sia Mario che Ivan spiegassero, magari a tutti sul sito dei iMille, come stanno a questo punto le cose. In modo che tutti iMille possano prendere una posizione visto che quella comune non esiste piu'.

sabato 7 luglio 2007

Fuga di capitale dall’Italia


Esiste una fuga di capitale dall’Italia che nessuno ‘scudo fiscale’ potrà invertire, perché costituito da persone: il capitale umano. Migliaia di persone, spesso tra le più qualificate, decidono di lasciare l’Italia per vedere realizzate le loro aspirazioni o semplicemente per crearsi un’opportunità nei loro percorsi professionali. Un’emorragia della linfa vitale di un paese che non ha simili tra le nazioni avanzate, che al contrario cercano di diventare poli d’attrazione e che mettono l’incubazione e lo sviluppo del talento al centro delle proprie strategie di crescita economica e sociale.

Dalla nostra prospettiva di italiani all’estero, abituati a confrontare la realtà del nostro paese di origine con i paesi che ci hanno aperto le porte, noi crediamo che la sfiducia e il malessere che pervadono la società italiana siano rivolti non alla politica in sé, ma a quella politica che particolarmente in Italia ha scelto di stabilire un rapporto poco trasparente con i cittadini, dove l’assunzione di responsabilità è rara e domina una continuità fine a sé stessa, la distanza dalla società civile, l’auto-referenzialità e la cooptazione. Una politica che ha scelto di non rinnovarsi, di non confrontarsi, di non aprirsi alla competizione delle idee, e di preservare privilegi, apparati e l’alto costo per mantenerli. Una politica che blocca il paese, lo invecchia e ne prosciuga le opportunità di crescita e di sviluppo.

Ma esiste una politica diversa.

Investire in conoscenza e creare condizioni migliori in cui la ricerca scientifica possa fiorire e contribuire a innovare mantenendo competitiva una nazione devono essere le priorità di ogni società avanzata. L’istruzione universitaria e la ricerca sono ingabbiate da un sistema di regole opache e non meritocratiche a cui si aggiungono investimenti inadeguati e distribuiti secondo regole discutibili. La qualità dell’insegnamento e della ricerca prodotta devono invece diventare il criterio di ripartizione del finanziamento pubblico.

L’anacronistica importanza degli ordini professionali rappresenta una barriera alla partecipazione di nuovi talenti e nuove professionalità e una chiara mortificazione dei criteri di selezione meritocratica a vantaggio di nepotismo e clientelismo. Il corporativismo e il prevalere degli interessi particolari devono essere oggetto di un’azione di riforma tempestiva ed efficace. La loro abolizione o il loro radicale ridimensionamento rappresentano un’esigenza urgente per rendere l’Italia un paese piu’ aperto e dinamico.

Nell’economia, una serie di ostacoli disincentivano gli investimenti, lo sviluppo e la capacità di creare posti di lavoro. Una lista non esaustiva comprende problemi come le profonde asimmetrie nell’accesso al credito e al capitale, il ruolo centrale delle banche nel mondo imprenditoriale, la prevalenza di un sistema capitalistico obsoleto e salottiero, la debole tutela del mercato, degli azionisti di minoranza, e della concorrenza. Affrontare questi problemi è necessario per ristabilire chiare regole del gioco.

Un Paese che non si doti di regole chiare nella comunicazione di massa, inoltre, si espone a chiari rischi di deficit di democrazia e pluralismo. La necessità di riformare il sistema radio-televisivo per garantire l’accesso di nuovi operatori e di ridurre sensibilmente o abolire il finanziamento pubblico ai giornali dovrebbe essere una priorità di un paese che conosce una confusione e convivenza tra politica e mass media che non ha eguali.

Secondo noi in Italia bisogna ristabilire una ‘governance’ chiara e rispettata basata sugli interessi del paese, dove i cittadini siano il centro dell’azione politica, economica e sociale. La ricostruzione di un senso civico condiviso, d’appartenenza ad una comunità, e della fiducia nelle istituzioni passa necessariamente attraverso quest’esigenza. In un clima di trasparenza e di credibilità delle istituzioni e dell’azione politica diventa moralmente possibile invitare i cittadini alla partecipazione, al contributo, all’impegno.

La nascita di un nuovo grande partito riformista, il Partito Democratico, è un’unica occasione di rinnovamento del nostro paese. Noi crediamo che le nostre esperienze di vita e di lavoro fuori dai confini nazionali possano essere un grande patrimonio per il nuovo partito e per l’Italia. Un’Italia più aperta, più moderna, più meritocratica e più inclusiva è un’Italia più democratica, più ricca e più forte. Nonostante la distanza fisica che ci separa dall’Italia, noi crediamo nelle potenzialità del nostro Paese, a condizione che sia guidato da una generazione nuova e capace, che sappia guardare coraggiosamente dentro e fuori dai nostri confini e assumersi la responsabilità di guidare il cambiamento.

E’ per questo che sosteniamo iMille e che vi invitiamo a unirvi a noi commentando qui o scrivendo qua. Nel Washington Square Park di New York c’e’ una statua di Giuseppe Garibaldi di cui il 4 Luglio di questo anno ricorre il bicentario della nascita. E’ un angolo di New York in cui ci si sente fieri di essere italiani. Insieme, possiamo tentare di tornare ad esserlo.

Primi firmatari:
Giuseppe A. Veltri, PhD Researcher, LSE, Londra,
Giancarlo Bruno, Head of Banking and Capital Markets, World Economic Forum, New York
Ivan Scalfarotto, HR Director, Citi, Mosca
Simona Milo, Research Fellow LSE, Londra
Davide Zaini,Director, Commerzbank, Londra
Paolo Gallo, HR Director, EBRD, Londra
Giovanni Bochi, PhD Researcher, LSE, Londra
Andrea Mammone, PhD Researcher, University of Leeds, Leeds
Marco Bianchi, Director, Liffe, New York
Irene Mia, Assoc. Director World Economic Forum, Ginevra
Sandra Savaglio, Astrofisico, Max Planck Institute, Monaco
Giovanni Cresci, Postdoctoral Reasarch Associate, Max Planck Institut, Germany
Riccardo Spezia, Chargé de Recherche CNRS, Parigi, Francia.
Silvia Niccolai, Ricercatore al CNRS, Parigi, Francia
Philippe Bracke, PhD student, LSE, Londra
Cristian Bonato, Boston University, Boston
Enis Trevisi, Chief System Administrator, Ljubljana

venerdì 22 giugno 2007

iMille on line


Ci siamo. iMille sono on-line. A questo punto comincia anche il confronto e l'elaborazione dei punti principali a cui rifarsi per l'assemblea.

Questo è il sito di quelli che sul Partito Democratico hanno due opinioni in conflitto. La prima è che possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane, avvilite da anni di pigrizie, egoismi e scarsa lungimiranza. La seconda è che rischi già di diventare invece ciò da cui si dovrebbe emancipare: la riproduzione di un sistema di autoconservazione di un establishment che ha avuto dei meriti e delle intelligenze, ma che ha smesso di trarne frutto da un pezzo. Questo è il sito di quelli che non si sono ancora rassegnati a far prevalere la seconda opinione. È il sito, e il pensiero, di quelli che hanno un’idea della sinistra, e questa idea è moderna, democratica, laica e di sinistra. Quattro modelli che le istituzioni della sinistra italiana hnno faticato a seguire, negli ultimi anni. Non sono state capaci di rinnovarsi né di capire che il mondo cambiava; non sono state capaci di aprirsi al contributo e alle idee di chi non ne fa parte; non sono state capaci di resistere all’assedio integralista delle religioni e di svincolarsi da complessi di inferiorità nei confronti delle chiese; non sono state capaci spesso di adattare i loro valori teorici alla politica e alle cose. Qusto è un sito. Contiene e conterrà molte idee, quelli di molte persone, che hanno per forza di cose opinioni diverse su molte questioni e materia di cui discutere su molti dettagli. Non è un partito, non è un movimento, non è una presunzione: ma cercherà di partecipare alle elezioni della costituente del Partito Democratico. Con l’intenzione di portare dentro quella costituente e quel partito le piccole rivoluzioni citate qui sopra. E di contribuire a farne un partito moderno, democratico, laico, e di sinistra. Chiunque condivida questa intenzione, si ritenga quindi coinvolto e benvenuto.

C'e' anche un inno: "il patto e' stringerci di piu'". Io intanto sfido lo sciopero dei ferrovieri e provo a tornare in Italia. E magari nelle 8 lunghe ore di treno cerco di capire se hanno ragione a protestare. "non possiamo sempre perdere".

giovedì 21 giugno 2007

L'eclisse


L'elezione diretta del segretario del PD, contestualmente alle primarie della costituente, e' senza dubbio un fatto importante. Sono certo servira' a invogliare la gente a fare la coda ai gazebo e lasciare qualche euro per dire la propria. Sicuramente come tema di confronto e' piu' abbordabile di quelli della costituente che dovranno caratterizzare la battaglia fra le liste.

Pero' sta catalizzando tutta l'attenzione. Il dibattito sulle liste e' sparito, se mai c'e' arrivato, dalla stampa, sostituito da dichiarazioni d'amore a Veltroni sia da (quasi) tutti i DS che da importanti esponenti della Margherita. Da un lato un bel segno di superamento dei vecchi steccati, dall'altro si va verso un candidato unico con qualche outsider sacrificale, mentre i pezzi grossi si guarderanno bene di rischiare la faccia nel confronto col sindaco di Roma.

In piu' la regola di legare ogni lista a un candidato segretario impone anche a iMille di decidere il da farsi: appoggiare Veltroni. o chi per lui, o scegliere un proprio candidato? Il dibattito si e' gia' aperto. Appoggiare un "big" ha senz'altro pro e contro: si perderebbe gran parte dello spirito di ricambio e dell'impatto innovatore della lista, ma si evita di perdere voti che saranno guidati soprattutto dalla scelta del segretario dando la possibilita' di incidere di piu' all'assemblea.

Premesso che i contro sembrano pesare piu' dei pro, perche' pero' non girare il problema? Perche' non presentare, per esempio a Veltroni, le nostre istanze, e fare in modo che sia Veltroni ad appoggiare noi, piuttosto che noi Veltroni a scatola chiusa?

Poi c'e' un'altro punto, Veltroni non puo' piu' candidarsi. L'ha promesso, pure in TV. Ma si sa come vanno queste cose, promettere di far largo a un ricambio e' piu' facile che tirarsi indietro davvero. Parisi insegna.

domenica 17 giugno 2007

Salpano iMille

Da mesi, da quando DS e Margherita hanno deciso di sciogliersi per dare vita al Partito Democratico, in molti abbiamo cominciato a coltivare una speranza e a intravedere una grande possibilita'.

Un partito nuovo, che nasce pero' dall'unione delle grandi culture socialiste e cattolico sociali, che non potevano piu' essere separate. Nuovo non solo anagraficamente, ma soprattutto nuovo nel merito e nel metodo. Veramente democratico, con una base forte, dove tutti possano portare il loro speciale contributo. Dove conti il merito e non la raccomandazione o il potere acquisito. Dove ci si preoccupi meno del potere e piu' del compito di sognare e creare un paese migliore, al servizio e non al comando. Dove la legalita' e la moralita' siano valori imprescindibili. Un solido partito di governo, per cambiare nel profondo l'Italia, fortificato da radici robuste, che poggiano nel solco delle grandi culture riformiste e sociali del secolo passato, ma con ali ampie per affrontare le sfide che questi anni ci pongono davanti. Un'occasione per cambiare davvero, non solo i nomi e le bandiere, ma il modo stesso di fare politica.

Abbiamo un pochino sperato che tutto cio' nascesse da solo, dalle belle parole sentite ai congressi di scioglimento. Che sono state tradite fin dai primi passi. Ma l'occasione e' troppo ghiotta per lasciarcela scippare cosi', e salpiamo per riprendercela. Nessuna critica e' costruttiva se non è accompagnata da proposte concrete, e da un'alternativa. Eccola allora: un manipolo di "prodi" si candida come alternativa al PD della spartizione Ds-Dl-Ulivisti e delle oligarchie, ad una classe dirigente prigioniera di se' stessa e incapace di rinnovare davvero. Si candida per farsi portavoce di queste istanze alla costituente del 14 ottobre.

Non salpano da Quarto, ma da 8 ore di riunione sabato a Roma. C'era gente in gamba, che sa che e' una fase importante, in cui si gioca il futuro del paese. Gente con storie, radici e capacita' diverse, che contribuira' a creare un confronto fecondo.

Oggi è nata ufficialmente la lista dei Mille. Sì, si chiamerà proprio così, iMille, come i garibaldini che hanno fatto l'Italia. Noi la ri-faremo, perché c'è davvero bisogno di rifarla, dalle fondamenta. Lo strumento che abbiamo adottato è la lista alle primarie del 14 ottobre per il partito democratico. Le modalità della nostra azione saranno totalmente innovative: apertura assoluta della lista ai contributi e alle candidature di tutti, mutuando i meccanismi di orizzontalità e confronto continui propri dei nostri blog, anche per la definizione degli orizzonti programmatici
Ci sara' un portavoce, Marco Simoni, e una struttura la più aperta possibile. In tutta Italia si cerchera' di permettere a chiunque voglia partecipare e candidarsi di farlo. Proveremo a costruire un programma fatto dal basso, aperto ai contributi di tutti. A breve ci sara' un blog per discutere di contenuti, di idee, fondi, comunicazione. Ci sono gia' Mille ragioni in piu' per un partito veramente democratico.

Dei Mille si parla gia' su: Ivan Scalfarotto, One More Blog, Progetto Mayhem, il blog di Generazione U, Mario Adinolfi, Marco De Amicis, Revanche, Timoteo Carpita, Cristian Umbro, Ricchiuti, Massimiliano Vatiero, Marco Esposito, Pietro Longhi, Galeardabalda, Brodo Primordiale, Massimiliano Picariello.

Chiunque volesse dare il proprio contributo scriva a imille07@gmail.com, specificando: nome e cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono e aree geografiche in cui si è disponibili a impegnarsi, eventuale indirizzo web-blog. Io l'ho gia' fatto.