lunedì 29 settembre 2008

Sul ciglio


Ma perche' Berlusconi fa tanto l'amichetto di Putin, e poi se qualcuno li accomuna se la prende tanto?
A parte i dubbi senza risposta, fa discutere l'intervista di Veltroni al Corriere, in cui si parla (a dire il vero da parte dell'intervistatore) di Putinismo in Italia, nel senso di una deriva autoritaria sempre piu' evidente a colpi di personalismo, decreti e minacce. A parte lo scomodare Putin, che appare francamente (ancora) esagerato, non si puo' assolutamente non essere d'accordo con Walter sul succo del suo discorso. E' innegabile che esista oggi una grande difficolta' dei sistemi democratici a combinare il rispetto delle procedure e l’efficacia delle decisioni, muovendosi su questo ciglio scosceso. E anche il passato governo Prodi, quello della non-decisione per eccellenza, ne aveva dato ampia prova. Sempre piu' rapidamente, infatti, il Parlamento negli ultimi anni si sta svuotando progressivamente delle sue funzioni: in cinque mesi di legislatura sono stati approvati solo decreti legge (del governo) o disegni di legge (elaborati dal governo), a parte un'unica legge parlamentare sulla commissione antimafia. In pratica si sta riducendo il Parlamento a un notaio, che ratifica con una maggioranza bulgara l'operato di un governo che rimane senza discussione, confronto e controllo. Oppure in uno strumento di ricatto per chi quella maggioranza bulgara non ce l'ha. Il risultato e' una modifica dell’assetto costituzionale sulla divisione dei poteri assolutamente evidente e preoccupante. Se pero' il problema dell'efficacia delle decisioni puo' passare da uno snellimento delle procedure, non e' certo possibile tollerare una totale abolizione di passaggi fondamentali intesi a garantire controllo, confronto e dibattito.
Eloquente invece la reazione di Berlusconi alle parole di Veltroni: "Noi abbiamo una maggioranza a cui gli italiani hanno dato il mandato di governare il Paese. Quindi, non parliamo più di dialogo". Il solito ritornello: Dio me l'ha data e nessuno me la toglie, come se poi le cose assurde che troncano ogni possibile collaborazione tra gli schieramenti le dicessse Veltroni e non le stessero facendo loro distruggendo conquiste sociali come scuola, sanita', lavoro, stato sociale. Il Biscione passa infatti nella stessa intervista a minacciare "una profonda riflessione su tutto il sistema giudiziario e su tutto ciò che abbiamo visto accadere recentemente a Milano", nel caso che l'ovvia eccezione di costituzionalita' sul lodo Alfano (che dovrebbe salvarlo dal processo con il partner straniero Mills) venga accettata dalla consulta. E subito dopo chiede l'abolizione delle intercettazioni su qualsivoglia reato, in quanto la privacy cosi' come l'impunita' e' un diritto, almeno per lui. Dando praticamente l'ennesima dimostrazione dal vivo che Veltroni ha soltanto ragione quando parla di deriva democratica. Ma loro se ne infischiano, e dopo la devastazione della scuola, la ridicolizzazione della pubblica amministrazione dei fannulloni, preparano la privatizzazione della sanita'. Tutto secondo copione.
Quindi Walter ha solo ragione. Eppure gli consiglierei di applicare lo stesso metro a proposito di democrazia svuotata anche all'interno del PD. Tra cooptazioni eccellenti o meno alle scorse elezioni, tra regole sempre meno chiare e trasparenti per primarie, tessere e congressi, tra correnti e correntine basate solo sui rapporti di forza della vecchia stagione il Partito "Democratico" sta per affondare nella stessa melma che si e' scavato intorno.

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