giovedì 11 settembre 2008

Certezza della pena, fischi, pesi e misure


Prima giornata di campionato: 1500 pseudotifosi, tra cui alcuni destinatari di richieste di custodia cautelare ma liberi grazie alle ferie della giustizia, hanno sequestrato un treno alla stazione di Napoli. Viaggiano senza biglietto, "caldamente" invitando i passeggeri che gia' si trovavano sul treno a trovare un'altra soluzione, creano un caos sulla linea causando ritardi indegni di un paese civile, e sfasciano 11 vagoni per un totale di 500000 euro di danni. Solo in sei vengono arrestati, ma sono subito scarcerati in attesa del processo. Cosi' commenta Veltroni: "Evidentemente dagli atti del governo si evince una morale: duri con quelli che non votano come gli immigrati e deboli con quelli che votano. Così i teppisti, che usano il calcio come pretesto per le loro bravate, per aggredire e seminare paura tra i cittadini, anche quando sono identificati e presi restano dentro per poche ore. Questa certezza di impunità non fa altro che perpetuare e coprire il loro agire". Il messaggio non viene recepito. Parte il solito polverone per non cambiare nulla, come gia' accadde a Novembre dell'anno scorso: bla bla bla, celle negli stadi (per cosa, per dare gli ultras in pasto ai leoni?), stop a tutte le trasferte, accesso solo agli abbonati (in serie A solo per la tifoseria piu' corretta d'Italia secondo le statistiche, ovvio no?), tornelli e girelli, per non cambiare nulla. Perche' l'unica cosa che basterebbe, come dimostra il modello inglese che qua da noi e' visto come la peste, e' la certezza della pena. Fai una sciocchezza? La devi scontare, salata. E allora ricominceremmo a vedere stadi senza gabbie e vetrate a bordo campo, senza guerra civile intorno allo stadio, senza treni distrutti. Deliri come le celle allo stadio "per metterci subito chi delinque", per poi farlo uscire mezz'ora dopo servono solo a inasprire i toni e gli animi, tutto il contrario di quello che servirebbe.

Sempre in ambito calcistico, De Rossi dedica la doppietta contro la Georgia al suocero, pregiudicato ucciso quest'estate in un regolamento di conti. Uno dei sindacati di Polizia non ha perso tempo per bacchettarlo perche' deve essere un esempio per milioni di giovani. Puo' essere. Ma chi e' stato d'esempio a De Rossi, quando un Senatore della Repubblica e il Presidente del Consiglio chiamano eroe un mafioso, quando nelle chiese di Palermo si espongono targhe in memoria di boss? Dov'era allora il sindacato di Polizia?

Ma se gli atti vandalici sono impuniti, con il dissenso non si scherza. Sabrina Guzzanti e' indagata per vilipendio contro il Papa per le parole, certo non carine, pronunciate in piazza Navona. Ma mi pare di aver ascoltato ben di peggio dai ministri della Repubblica, anche pochi giorni fa. Il ministro Gelmini, che ha gia' iniziato a prendere a badilate la scuola pubblica, tanto che addirittura Bossi se n'e' reso conto, e' stato contestato al liceo scientifico “Isacco Newton” di Roma. La polizia ha subito identificato chi fischiava la ministra: vietato esprimere perplessita' sullo sfascio in atto. Vietato fischiare, vietato il dissenso: gli 87.000 insegnanti che finiranno in mezzo a una strada grazie al maestro unico non hanno neppure possibilita' di mugugnare, devono uscire dalla scuola in fila per quattro a passo dell’oca cantando Giovinezza in coro con La Russa, Alemanno e Ciarrapico. Pronti a essere riconvertiti nel turismo. Intanto il ministro riassicura i genitori: il tempo pieno sara' garantito dalle hostess in esubero di alitalia: mentre i maestri porteranno in giro i turisti, i bambini impareranno come indossare le maschere dell'ossigeno e trovare l'uscita di emergenza. Lascia fare.

E dulcis in fundo, il ministro Carfagna sforna la sua prima fatica: il ddl sulla prostituzione, che introduce il reato di prostituzione in strada e luogo aperto al pubblico. Il trionfo dell'ipocrisia, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, e l'apparenza, almeno quella, tanto cara alla nostra destra dai sani principi morali e' salva. Il decoro prima di tutto: peccato poi che, come sottolineano in un comunicato tutte le associazioni che si occupano di recupero delle ragazze provenienti dalla strada e dallo sfruttamento, quello che più preoccupa non è la prostituzione all'aperto bensì al chiuso, perche' è "l'appartamento, la casa isolata, il circolo privato dove si può violare meglio chi è fragile e sfruttato e dove ci sono più minorenni e dove le donne sono di fatto più indifese per l'impossibilità di ricorrere a qualsiasi aiuto". Ma il ministro e' inflessibile: "Come donna impegnata in politica e nelle istituzioni, la prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo". Se lo dice lei...

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