Visualizzazione post con etichetta roma. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta roma. Mostra tutti i post

venerdì 14 ottobre 2011

99%

Aumenta il numero di persone accampate in via Nazionale a Roma sui gradini del palazzo delle Esposizioni a pochi metri dalla sede della Banca d'Italia...

giovedì 8 gennaio 2009

Fiducia e slogan


La Camera approva la fiducia posta come ormai consuetudine anche sul decreto "Gelmini" sull'Universita'. Dello specifico del decreto si parlava gia' qua in gran dettaglio, come pure dell'inconsistenza dell'opposizione che si e' concentrata solo su aspetti marginali tralasciando le cose gravi.

Devo dire che piu' in generale sono abbastanza stufo del modo caciarone di fare "politica" di casa nostra. In queste vacanze passate tra Roma e Firenze mi hanno, come sempre, colpito due cose: i manifesti in strada, soprattutto a Roma, fatti di slogan assolutamente inutili o di cui ci si dovrebbe solo vergognare (e di cui parlano gia' molti altri in rete), e i telegiornali, fatti solo di commenti insulsi di politici a delle notizie, anche dall'estero, che non vengono neppure date e rimangono misteriose. Tutto si riduce a un battibecco di frase fatte e slogan vuoti in cui l'unica cosa importante e' criticare l'altro, spesso su aspetti inconsistenti o del tutto privi di interesse. E dal poco che ho visto prima di tornarmene in Germania, anche su Gaza le televisioni e le radio tricolori non e' che stessero facendo grandi sforzi per farci capire un minimo piu' in profondita' che cosa stia succedendo. Nel dubbio, tra le altre buone letture che si possono fare e le molte letture ideologiche di una specie o dell'altra, mi sto leggendo attentamente Distanti Saluti, specialmente qua e qua.

domenica 26 ottobre 2008

Ci siamo


Ieri a Roma ha retto anche il tempo. Nonostante i mesi di anticipo con cui la manifestazione era stata convocato la gente non ha perso l'occasione di dire no al disastro del governo, e alla fine anche Di Pietro si e' fatto vedere in piazza con tanto di megafono (a proposito, ho firmato per il referendum sul lodo Alfano). E alla faccia del solito stucchevole balletto delle cifre, ieri al Circo Massimo c'era davvero tanta tanta gente, che voleva un'Italia diversa, e che voleva un PD e una classe dirigente all'altezza della sfida. La nuova, tascabile Unità di Concita De Gregorio titolava a tutta pagina "Ci siamo": e ieri in piazza davvero c'eravamo, a ritrovarci e contarci, a riempire uno spazio anche fisicamente. Rompendo per almeno un giorno la sensazione di essere soli nel vortice che sta trascinando l'Italia a fondo, soli a credere in certe cose passando solitamente o per stupidi sentimentali o mostri strani e fuori dal tempo. Eravamo in tanti nel corteo, per strada: tra partigiani con tricolori sbiaditi, tra gli studenti e gli insegnanti imbufaliti con la riforma Gelmini, tra stranieri che reclamavano il diritto di esserci, comunisti smarriti e cittadini estenuati. Peccato che le bandiere del PD siano proprio orrende, con quello sfondo bianco e la scritta tricolore, ma almeno tanti erano i colori degli striscioni, della gente arrivata da tutta Europa (da stoccarda uno striscione "2500 km per esserci"). Eravamo ancora di piu' al Circo Massimo, un colpo d'occhio eccezionale. Ad ascoltare il discorso del segretario Walter Veltroni, finalmente netto e deciso. Ottimo su molti punti come scuola e ricerca, sviluppo sostenibile, sul razzismo dilagante, sulla trasformazione della televisione nella vera scuola del maestro unico. Un po' meno incisivo su altri, trattati solo in superficie, come i soldi alle banche a scatola chiusa o sulla questione della giustizia, ma certo non si poteva avere tutto. Il discorso segna anche una svolta importante, dal momento che Uolter torna a fare i nomi e i cognomi dello schieramento a noi avverso, perche' forse quando le idee scarseggiano (anche se qualche proposta, timida, c'e' stata), i nemici da combattere possono fare da surrogato. Per contrappasso invece non cita mai la parola sinistra, ormai siamo tutti riformisti. Tutto bellissimo, ma da domani, per dirla con Pippo Civati...

...Ok, va bene, da dopodomani. Il tempo di tornare a casa, sui pullman, sui treni e sulle auto che hanno raggiunto tra ieri e oggi la Capitale. Il tempo di riposarsi, di leggere i giornali del giorno dopo, di scaricare le foto, di montare i video e i filmati della nostra lunga giornata democratica. Da lunedì, però, facciamo in modo che quello che è successo oggi a Roma, non si perda. Che lo spirito del Pd, a lungo smarrito, non torni a confondersi. Che le parole chiare pronunciate da Walter, davanti a centinaia di migliaia di persone, si articolino in un lavoro quotidiano, a tutti i livelli, capace di trasferire alla società le parole e i contenuti che oggi abbiamo ascoltato, dal palco del Circo Massimo. Non perdiamoci di vista, come si disse in occasione di un'altra grande manifestazione, ispirata allora dalla società civile. E facciamo in modo che il Pd sia come la piazza di Roma di questo pomeriggio: un partito in cui tutti siano alla stessa altezza (anche il palco era opportunamente molto basso), in cui tutti possano esprimersi, in cui gli italiani possano trovare quella sede di dibattito, di confronto e di decisione politica di cui, in tanti, abbiamo bisogno. Veltroni ha spesso ricordato che l'Italia è migliore della destra che la governa. Anche il Pd può essere migliore di quello che è stato finora, diciamo, per capirci, in quel lungo intervallo trascorso dal 15 aprile al 25 ottobre. E dipende da ciascuno di noi.

Perche' come diceva Zoro nella nuova puntata di Tolleranza Zoro, una manifestazione contro l'attuale classe dirigente del PD avrebbe avuto forse un successo anche maggiore...


venerdì 3 ottobre 2008

Citta' sicure


Ci risiamo. Mentre anche nel calcio saltano i tabu' e si fa a gara per dichiararsi nostalgici del ventennio (segnalando come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono non solo finalmente dire, ma che il vento del 2008 le rende quasi utili per le loro carriere), le citta' grazie alla destra sono sempre piu' sicure. A Milano oggi tocca ai neri, a Roma tocca ai gialli. L'emergenza continua, in technicolor.

Da Repubblica:

Un ragazzo cinese di 25 anni è finito al policlinico di Tor Vergata, a Roma, dopo essere stato insultato, accerchiato e picchiato a sangue da alcuni minorenni italiani, in viale Duilio Cambellotti davanti al teatro di Tor Bella Monaca. Il ragazzo ha il setto nasale rotto, un grave trauma cranico, una profonda ferita alla testa e alcuni tagli al volto, ma non è in pericolo di vita. L'aggressione è a sfondo razziale: il gruppo lo ha circondato insultandolo e gridandogli: "cinese di merda". Gli inquirenti hanno identificato dopo poche ore gli autori dell'aggressione: "Sono stati fermati sei dei ragazzini presumibilmente coinvolti nell'aggressione al cittadino cinese a Roma, due sono già stati riconosciuti dai testimoni. Si trovavano ancora in zona, quasi tutti sono minorenni", ha riferito il consigliere capitolino Dario Nanni (Pd), eletto proprio in VIII municipio, teatro del raid razzista. Per gli inquirenti la banda è la stessa che nei giorni scorsi ha aggredito due uomini originari della Costa d'Avorio, di 30 e 24 anni, chiamandoli "sporchi negri": sono stati riconosciuti da alcuni testimoni. La stessa baby gang da una decina di giorni va in giro a frantumare i finestrini delle auto degli impiegati del Municipio VIII e dei vigili urbani dell'VIII Gruppo.

venerdì 18 luglio 2008

Mensa ariana e scuola classista


Il 'menu' etnico' voluto dalla precedente amministrazione non piaceva ai bambini romani che "non mangiavano e a quelli che mangiavano veniva il mal di stomaco". Lo afferma il sindaco di Roma Gianni Alemanno, intervenendo all'assemblea annuale della Coldiretti. (Fonte Adnkronos)

Intanto un emendamento al decreto 112 relativo alla manovra economica del Governo, in discussione in queste ore alla Camera, cancella l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni di eta', attualmente in vigore. "L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale ... e anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale", quelli genialmente ideati dalla Moratti da cui ci ha salvato, temporaneamente, il governo Prodi: torniamo in pratica alla scuola classista degli anni '50, con i licei per i ricchi e gli istituti di avviamento al lavoro per i poveri. Qualcuno risusciti Don Milani e le sue battaglie per una scuola capace non solo di insegnare un mestiere, ma soprattutto di fornire strumenti per comprendere e elaborare la realta', liberando l’individuo dalla schiavitu' delle scelte fatte dagli altri. Ma forse a quello pensa gia' la Silviovisione: velina e culetto, cretino perfetto.