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giovedì 4 giugno 2009

Vent'anni


Vent’anni fa, il 4 Giugno del 1989, l’esercito cinese apriva il fuoco sulla folla di studenti riuniti in piazza Tiananmen in nome della democrazia, uccidendo centinaia di persone. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della strage, la Cina rafforza le misure di sicurezza e soffoca ogni voce dissidente. E quest’anno le restrizioni sono state particolarmente dure. Oltre a bloccare migliaia di forum e di siti internet, le autorità hanno vietato l’accesso alla piazza alle troupe televisive e ai fotografi stranieri. Decine di dissidenti, residenti anche a centinaia di chilometri da Pechino, sono stati preventivamente arrestati o messi agli arresti domiciliari. Sono passati vent'anni, ma molto pare essere sempre uguale.

venerdì 3 ottobre 2008

Citta' sicure


Ci risiamo. Mentre anche nel calcio saltano i tabu' e si fa a gara per dichiararsi nostalgici del ventennio (segnalando come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono non solo finalmente dire, ma che il vento del 2008 le rende quasi utili per le loro carriere), le citta' grazie alla destra sono sempre piu' sicure. A Milano oggi tocca ai neri, a Roma tocca ai gialli. L'emergenza continua, in technicolor.

Da Repubblica:

Un ragazzo cinese di 25 anni è finito al policlinico di Tor Vergata, a Roma, dopo essere stato insultato, accerchiato e picchiato a sangue da alcuni minorenni italiani, in viale Duilio Cambellotti davanti al teatro di Tor Bella Monaca. Il ragazzo ha il setto nasale rotto, un grave trauma cranico, una profonda ferita alla testa e alcuni tagli al volto, ma non è in pericolo di vita. L'aggressione è a sfondo razziale: il gruppo lo ha circondato insultandolo e gridandogli: "cinese di merda". Gli inquirenti hanno identificato dopo poche ore gli autori dell'aggressione: "Sono stati fermati sei dei ragazzini presumibilmente coinvolti nell'aggressione al cittadino cinese a Roma, due sono già stati riconosciuti dai testimoni. Si trovavano ancora in zona, quasi tutti sono minorenni", ha riferito il consigliere capitolino Dario Nanni (Pd), eletto proprio in VIII municipio, teatro del raid razzista. Per gli inquirenti la banda è la stessa che nei giorni scorsi ha aggredito due uomini originari della Costa d'Avorio, di 30 e 24 anni, chiamandoli "sporchi negri": sono stati riconosciuti da alcuni testimoni. La stessa baby gang da una decina di giorni va in giro a frantumare i finestrini delle auto degli impiegati del Municipio VIII e dei vigili urbani dell'VIII Gruppo.

martedì 18 marzo 2008

Versione ufficiale

[...] hanno svuotato e incendiato negozi, scuole, autobus e alberghi; hanno ucciso brutalmente molte persone e hanno persino tagliato orecchie alle persone, versando sulle masse innocenti benzina e ‘usando la pena di morte’. Le loro innumerevoli atrocità sono sconvolgenti, orribili e inumane, e fanno vibrare di rabbia. Le loro innumerevoli atrocità ci mettono in guardia e ci insegnano che si tratta di una lotta mortale contro il nemico [...]

Sembra la descrizione della repressione Cinese, invece e' la versione ufficiale di Zhang Qingli, segretario del Partito comunista cinese in Tibet, sulla rivolta.
Anche oggi 19 almeno morti, mentre sul sito del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia si susseguono i comunicati di manifestazioni, cadaveri, arresti di massa e repressioni. Fra queste la storia
di Barchog Lopoe, maestro 37enne nel monastero di Nyingma, a Lithang, che sabato scorso si è piazzato in mezzo alla strada per fermare una colonna di camion dell’esercito cinese che stavano attraversando la città, urlando “Tibet libero!” e “Lunga vita al Dalai Lama!”, ricordando da vicino lo studente che da solo fermo' la colonna di carri armati durante la repressione della rivolta di Piazza Tiananmen a Pechino nel 1989. Sebbene al monaco si siano subito unite decine di persone, il monaco è stato immediatamente arrestato dai militari, ma pare sia stato rilasciato la sera stessa su pressione di nuove proteste popolari. Intanto il mondo osserva imbarazzato.

domenica 16 marzo 2008

Tregua olimpica


Esplode nuovamente in varie parti del mondo la violenza e la repressione di chi chiede pace, democrazia, autodeterminazione. Mentre gia' si spara in Kosovo, dopo la Birmania (questa la situzione dopo che il paese e' uscito dalle cronache), e' la volta del Tibet. Una questione e un'occupazione da troppo tempo irrisolta. Ancora una volta, dove la non-violenza e la resistenza passiva non servono a sbloccare la situazione e a mobilitare il mondo (a proposito, che ne e' dei Sarawi?), si torna alla violenza e alle armi. Il tutto nell'ipocrisa dell'occidente, che a parole condanna la violenza e la repressione, ma che per difendere i propri interessi non prende neppure in considerazione l'idea di mandare un messaggio forte disertando i giochi olimpici di Pechino. Giochi che francamente appaiono quantomeno grotteschi in quel paese e in questo momento. Se i governi non fanno niente, qualcosa lo possiamo fare noi. Turn off Pechino.

martedì 4 dicembre 2007

Turn off Pechino


Con l'avvicinarsi dei giochi olimpici di Pechino 2008, le perplessità, riguardanti le condizioni politiche in cui si svolgeranno le prossime olimpiadi, ancora non sono state fugate.
Sul piano dei diritti umani non si sono ancora visti quei progressi, quelle riforme, che il governo cinese aveva promesso al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e all’opinione pubblica internazionale al momento dell’assegnazione dei giochi.
Recentemente, in una lettera aperta, 37 intellettuali cinesi hanno messo in dubbio la reale volontà di democrazia del regime cinese ed hanno ricordato che, senza una promozione dei diritti umani, gli slogan olimpici rischiano di tradire i loro ideali e lasciano un mondo “dove persone soffrono discriminazione, persecuzione politica e religiosa, mancanza di libertà, come anche povertà, genocidio e guerra”.
Organizzazioni internazionali come Amnesty International, Reporters sans Frontieres, Human Rights Watch, Information Safety and Freedom, hanno argomentato ampiamente la reale situazione, denunciando le violazioni sopra citate. Anche l'atteggiamento avuto dal governo cinese nel genocidio del Darfur, il sostegno economico alla giunta militare birmana, l'oppressione del popolo tibetano, il primato mondiale sulle esecuzioni capitali, il non riconoscimento dei diritti della comunità LGBT, il non intervento sui tanti abusi fatti agli animali, non lasciano presagire una reale volontà di concordia con le altre nazioni della terra. Questo, grazie anche all'atteggiamento “benevolo” di molti Paesi, interessati più che altro ai rapporti commerciali con il grande mercato cinese.
Fatte queste premesse, come è possibile partecipare a cuor leggero a quella che è ritenuta da tutti la principale festa dello sport e dell’umanità intera?

Per tutto questo noi lanciamo
la
campagna “Turn off Pechino 2008”
e proponiamo

se non ci sarà una reale "tregua olimpica" sull'informazione e su Internet (oggi censurati), sulle libertà fondamentali (oggi non garantite), e se non si percepiranno significativi interventi sui punti sopra citati, sotto il controllo di osservatori internazionali

di non partecipare all'evento, spegnendo la TV

Invitiamo tutti i bloggers ad aderire a questa campagna inserendo un commento sul blog "Turn Off Pechino 2008", dove si trova il testo completo dell'appello, rilanciando a loro volta questo post e mettendo il banner dell’iniziativa sul proprio blog.

domenica 2 dicembre 2007

Fiorentina, Venezuela e Dalai Lama


Un bel primo tempo di calcio vibrante tra Fiorentina e Inter. Peccato che il doppio vantaggio tagli poi gambe e morale agli uomini di Prandelli, al rientro dopo il grave lutto a cui ha ancora una volta partecipato l'intero stadio. A nuova dimostrazione del rapporto speciale creatosi tra la citta' e il tecnico. L'Inter e' comunque apparsa di un altro livello, nonostante la bella gara per larghi sprazzi della compagine gigliata. Bello poi il gesto a fine gara, con i complimenti agli avversari su un tappeto viola. Ennesima testimonianza della sportivita' che sta contraddistinguendo sempre di piu' la Fiorentina, e che stava anche per essere sanzionata tanto stona nel calcio di oggi. Siamo forse troppo avanti, considerando anche che il settore ospiti, privo degli interisti bloccati dal Viminale, era pieno di scolaresche invitate gratis dalla societa' viola. Prove tecniche di un calcio diverso.
Arrivano poi i risultati del referendum sulla modifica della costituzione in Bolivia, passato dai media in Italia come il tentativo di Chavez di rinforzare la sua "dittatura", ma piuttosto un tentativo di svolta di stampo socialista del suo Bolivarismo. Sconfitto di misura, stavolta pero' pare che il presidente Venezuelano abbia fatto il passo piu' lungo della gamba. Tuttavia la calma placida con cui e' stata accettata la sconfitta dimostra ancora una volta che la sua presidenza di tutto si tratta tranne che un'aspra dittatura. Due commenti interessanti al riguardo, di Tito Pulsinelli e di Gennaro Carotenuto.
Si vota anche in Russia, una sorta di elezione bulgara per il premier Putin in cui il campione di scacchi Kasparov si e' improvvisato leader dell'opposizione. Le violazioni e i brogli avrebbero superato i "limiti accettabili". Personalmente il tutto mi preoccupa moltissimo, per il popolo russo e per l'equilibrio internazionale.
Per finire, tiene poi banco il dibattito sulla visita in Italia del Dalai Lama, che a parole tutti vogliono, ma nessuno poi vuol vedere. Un ospite scomodo per chi vuol restare in buoni rapporti con il gigante Cinese, che se ha acquisito un potere contrattuale enorme per il suo boom economico non brilla certo per rispetto dei diritti e della dignita' della persona umana. Al riguardo, sottoscrivo in pieno il bel post di Francesco Costa per Pennarossa. Con tutti i distinguo per il Dalai Lama, stiamo perdendo per vigliaccheria l'ennesima occasione di mettere avanti il dialogo e la diplomazia alla logica delle armi e della violenza del piu' forte.