martedì 5 giugno 2007

Un singolo che non poteva fare nulla


Tre eventi, tra quelli che hanno segnato la storia, hanno avuto un impatto decisivo durante la mia prima adolescenza. Avevo tra i 12 e 14 anni, e guardavo dal telegiornale, che mio padre si ostinava a voler seguire al posto di bellissimi cartoni animati, il mondo che cambiava velocemente e radicalmente. Capivo poco, chiedevo qualcosa, altro rimaneva misterioso. Ma delle televisione mi hanno sorprendentemente colpito piu' queste cose che l'Uomo Tigre e Mazinga, di cui oggi ricordo quasi nulla.

Oggi ricorre l'anniversario del primo di questi eventi, forse quello che piu' di tutti mi ha segnato e colpito. Era il 1989, un anno destinato a cambiare per sempre l'assetto geopolitico mondiale. Gli studenti cinesi manifestavano da aprile in Piazza Tiananmen a Pechino per denunciare la corruzione e la mancanza di liberta' civili e chiedere la democrazia. Si radurano in centinaia di migliaia per diverse manifestazioni, cominciarono un lungo sciopero della fame, innalzarono in pochi giorni una grande statua di cartapesta e polistirolo, la Dea della Democrazia, al centro della piazza. Non si fermarono neppure dopo la dichiarazione della legge marziale. La notte del 4 giugno il governo cinese represse nel sangue la rivolta, mandando l'esercito con tanto di carri armati a riprendere il controllo della citta', causando migliaia di morti e decine di migliaia di feriti.

Non capivo molto di quanto stava accadendo. Sapevo solo che quei ragazzi stavano rischiando grosso per poter vivere in un paese migliore e piu' giusto, non capivo come fosse possibile che un'esercito potesse sparare sulla propria gente. Il 5 giugno, quando ormai la durissima repressione era in atto e i massacri si moltiplicavano, un'immagine fece il giro del mondo. Un ragazzo, di cui non si seppe piu' nulla, in una strada nei pressi della piazza fermo davanti a una fila di carrarmati armato solo di due sacchetti della spesa riusci' a fermarli per attimi interminabili.



Era anche lui un singolo che non poteva fare nulla. Eppure sposto' quei carri. Perche' allora non provare anche noi a spostare le montagne? Questo lo capii bene. Non esistono uomini soli che non possono fare nulla.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Avevo anche io più o meno la tua età e ricordo quei fatti proprio come te. E se penso a quel ragazzo solo mi viene ancora un blocco allo stomaco. Bello il messaggio che lanci...ma forse non può arrivare a tutti, perchè la maggior parte di noi che abbiamo visto solo il riflesso di quegli anni, ora vive nel proprio guscio e magari si lamenta dicendo che tanto non serve sognare....sognare un mondo migliore. Ma è come quando vedi la cima da lontano: ci sono quelli che pensano non ce la farò mai ad arrivare e quelli che invece cadono e poi piano piano arrivano.
Il segreto è nell'allenamento quotidiano, il sacrificio di ogni giorno che se speso bene ci porta in cima. Ma siamo noi che abbiamo visto o intravisto che dobbiamo dirlo agli altri che magari si erano distratti...è nostro dovere far aprire gli occhi e risvegliare l'anima. Perchè si può far tutto basta solo volerlo!!
E.

Anonimo ha detto...

Da soli si arriva poco lontani, al massimo puoi diventare un simbolo come questo ragazzo, ma poi, se non c'e' un luogo in cui si uniscono le forze per l'obiettivo comune, l'è dura!

beffatotale ha detto...

Giusto. Vedi infatti il secondo evento importante (segue), in cui e' l'unione delle forze a giocare il ruolo. Ma il senso non e' che da soli si puo' fare tutto e si salva il mondo (i carri armati alla fine alla piazza ci sono arrivati), ma che qualcosa si puo' fare. E anche nel luogo in cui si uniscono le forze il contributo del singolo e' importante e determinante. Che non ci si puo' arrendere in partenza. E se il luogo per unire le forze non c'e', cerca qualcuno che ci crede come te e mettilo in piedi.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo da soli si fa poco anche nella ricerca!
Ma basta uno che cominci e che lanci un messaggio!