venerdì 15 giugno 2007

Quali regole per la costituente?


Si sono concluse le votazioni per il comitato ombra. La partecipazione, soprattutto nelle candidature, non e' stata esaltante, ma l'iniziativa potra' essere un seme importante. Ma e' gia' ora di mettersi al lavoro, con ogni mezzo possibile.

E infatti il tempo stringe. Gia' lunedi' 18 Giugno i "45" si riuniranno per discutere sulle regole elettorali per l'assemblea costituente del Partito Democratico. Le prime proposte, come quella dell'Associazione per il PD, gia' circolano e gli esempi sono molti. C'e' spazio per sottoscrivere e spingere ancora piu' forte in quella direzione, o per proporre cambiamenti e modifiche.

Ad esempio, si e' parlato di un PD federale, organizzato su base regionale. Ma in molte bozze sulla costituente che ho visto finora le liste dei candidati sono pensate su base nazionale o strettamente locale. Oltre all'evidente incongruenza, organizzare una lista su base nazionale e' molto piu' complesso per chi non e' gia' organizzato e strutturato. Tanto che la composizione federale del partito era pensata proprio per favorire la partecipazione di tutti. Perche' allora non avere, ad esempio, liste regionali, per cui ogni sezione regione esprime i suoi rappresentanti all'assemblea costituente? E perche' non eleggere contestualmente il 14 ottobre anche le assemblee regionali e provinciali?

Certo le regole dovranno essere chiare, fissate e trasparenti, ad esempio le modalita' e il numero di firme necessarie per presentare una lista. Che le possibilita' di scegliere tra liste diversi rappresenti anche la scelta tra posizioni diverse e visioni diverse sia politiche sia organizzative.

L'orientamento e' senz'altro quello di utilizzare un metodo proporzionale puro, trattandosi di una costituente. Si pensa anche alla possibilita' di un doppio voto di genere per ogni elettore, che ritengo un'idea interessante, con liste in cui siano presenti in pari numero donne e uomini e una quota di "under" 35 o 40.
Mentre valuto assolutamente fuori luogo una modalita' di accesso privilegiata all'Assemblea, il dibattito e' aperto e vivace su un'eventuale incompatibilita' tra cariche elettive e assemblea. Ritengo tuttavia che si debba dare a tutti la possibilita' di portare il proprio contributo, miscelando l'esperienza con la novita' e l'entusiasmo. Certo partendo ognuno con le stesse regole e possibilita'.

Insomma, adesso fuori le idee!

4 commenti:

Gruppo sostenitori di Fabio Evangelisti a Firenze ha detto...

Credo che i meccanismi proposti, soprattutto quelli che fanno riferimento a liste nazionali, limitino la partecipazione. Io avrei una mia proposta (da aggiustare, naturalmente): chissa' se si possono promuovere anche idee dal basso.


Credo che il meccanismo elettorale debba favorire la partecipazione e debba anche mostrarlo
chiaramente.


Un elemento importante da considerare sono, secondo me, i resti (ossia quanti voti non sono usati). Un altro sono le potenzialita' per nuovi o esterni.
Per avere un riferimento consideriamo di eleggere 1500 con 1,5 milioni (= 1,5 M) di voti.

1) uninominale secca (un eletto per collegio). I resti sono enormi (in ogni collegio si vince con 300 voti circa e 700 non sono utilizzati: totale 1 M di resti). Potrebbe inserirsi chi ha una popolarita' locale.

2) elezione con liste nazionali (diciamo 5 liste) in collegi piccoli (di circa 5000 voti ognuno) senza preferenze con sistema proporzionale. Esito: vince il capolista di ogni lista (con occasionali variazioni). Resti piccoli (i voti della lista con il primo non eletto), ma potere decisionale infinito a chi forma le liste. Quasi nessun accesso nuovo. Questa assomiglia alla proposta dell'APD e di questo sito (anche se in queste proposte si ipotizza un meccanismo di recupero da chiarire).

Vengo alla proposta. Per combinare i benefici e ridurre i difetti proporrei:

3) Si vota in collegi di circa 5000 voti (il senato del Mattarellum, credo), votando un nome (questa e' la vera novita'). Tali nomi sono pero' raggruppati in liste nazionali, per cui il voto al nome va automaticamente alla lista. La scheda elettorale si presenterebbe con 5-6 elenchi di 5-6 candidati e si metterebbe una crocetta accanto al nome desiderato (scheda grandina, ma che evidenzia le ampie possibilita' di partecipazione).

1000 dei posti sono assegnati su base proporzionale alle liste nei collegi, quindi passeranno i piu' votati di 3 liste circa (con variazioni locali). Poi tutti gli altri nomi votati formano un elenco nazionale (o regionale) ognuno con un numero di voti tra 1 e 300 circa. Ora questi voti si riproporzionano sulla base dei voti avuti dall'Ulivo alle ultime elezioni in quel collegio (posso discutere di questa riproporzione a parte) e si ottiene quindi un elenco nazionale di votati con voti (riproporzionati) ancora tra 1 e 300. Vengono eletti i primi 500 nomi.

In questo modo:

- si favorisce e si evidenzia un'ampia partecipazione
- i voti espressi che non hanno concorso ad elezione sono pochissimi
- si da' un ruolo alle liste nazionali
- c'e' ampio spazio per chi ha un consenso locale con invito ad aggregarsi
- si spinge (con il riproporzionamento ai voti delle ultime elezioni) a cercare di estendere il consenso dell'Ulivo (non solo a primeggiare tra i candidati) ecc. ecc.

Anonimo ha detto...

ecco la nuova proposta su:
http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/
http://blog.generazioneu.it/
e tanti altri blog...

Gruppo sostenitori di Fabio Evangelisti a Firenze ha detto...

Ho aggiunto qualche elemento alla mia proposta nel mio blog.

Sarebbe bello se il "comitato ombra", a cui non mi sono potuto candidare essendo appena fuori dai limiti di eta', anticipasse quello principale con una proposta di regolamento elettorale (se si vuole partendo da qualcosa di simile a quello che ho pensato).

beffatotale ha detto...

Beh, sta la' apposta. Vedremo che uscira' dalla riounione dei "45 nonnetti". Purtroppo non siamo in tempo per presentare una proposta nostra, ma sicuramente per dire, eventualmente, quello che non ci piace della loro.
Grazie!