sabato 23 giugno 2007

I Rom e il Family Day


Viaggio rocambolesco ieri. Un unico treno nella due giorni di sciopero Trenitalia viaggia dalla Germania, pieno quanto un treno indiano. Chiedo dello scipero al capotreno, che non ne conosce i motivi: niente male. Aria condizionata al minimo, io che leggo concentratissimo il bel libro di Grossman "Qualcuno con cui correre" per non pensare al sudore che mi appiccica al seggiolino. E quando finisce apro il giornale. Cerco dello sciopero, ma neppure un rigo. Mistero. Forse farebbero piu' notizia e servirebbero di piu' gli "scioperi alla rovescia" che proponeva Danilo Dolci in Sicilia negli anni '50.

A Monaco arriva la Repubblica con la cronaca di Milano. Non sono di Milano, ma la sfoglio comunque e la mia attenzione casca su un articolo riguardo a tafferugli tra i Rom e la polizia per lo sgombero di un campo. Storie che sentiamo continuamente. Il titolo pero' e' strappalacrime: "E Gerardo, piccolo zingaro, fa i compiti in mezzo alla battaglia". Penso ai bambini Rom che ho conosciuto vari anni fa quando frequentavo insieme a Paolo il campo Rom dell'Olmatello a Firenze, e sorrido pensando agli amici che con qualche difficolta' ero comunque riuscito a farmi, e che non capivano perche' "sprecassi" il mio tempo con loro. Direi proprio che non e' andato sprecato, e quelle poche ore mi sono servite non per capire, ma almeno per accostarmi a quel mondo dalla parte giusta.

Questa la faccenda: un campo abusivo viene smantellato. Alcuni nuovi containers vengono messi a disposizione delle famiglie evacuate, ma circa 20 nuclei familiari restano fuori, in massima parte per precedenti penali. Per loro non c'e' posto nella Milano della Letizia. Loro, comprensibilmente, si infuriano. Meno comprensibilmente tentano di bruciare i container assegnati agli altri. Interviene la polizia. Iniziano le mediazioni. Il sindaco propone di assegnare loro degli stanzoni dove gli uomini da una pate e le donne con i bambini dall'altra le 20 famiglie possano vivere. C'e' qualcosa di piu' umiliante per una famiglia che essere costretti a vivere separati in stanzoni con altre persone?

Ora, ma chi ha proposto questa cosa non e' lo stesso sindaco che ha aderito al Family Day con tanto di gonfalone comunale, per dire a tutti che a Milano si tutelano le famiglie? Dove si rifiutano finanziamenti a tutte le manifestazioni che hanno qualcosa a che vedere con i gay per tutelare appieno la famiglia fatta di uomini, donne e loro bambini? Eppure i Rom accettano, a patto che la loro situazione venga discussa per il lungo termine.

Sempre a Milano, tempo fa da una rissa tra vigili e cinesi scoppio' una rivolta di quartiere. Il pugno di ferro contro immigrati e clandestini del sindaco sembra non portare molti frutti, almeno nel breve termine. L'articolo col titolo strappalacrime finisce cosi':

Un vecchio agente, in servizio d´ordine pubblico da sempre, è perplesso: «Politici importanti non ne sono venuti, di televisioni ne ho viste poche, di questi non gliene frega niente a nessuno. Il problema, però, è che non sono solo qui. Ti sei fatto un giro sotto il ponte della Ghisolfa, verso la ferrovia? Ma hai visto là quanti sono? E in via Bovisasca sei passato? Ormai chiudi un posto, dai due regole da una parte e dall´altra parte rispunta un casino. Pensare di risolverlo con i manganelli è uno sbaglio». Non dice «sbaglio» il poliziotto, usa un termine più colorito.

Se lo capiscono anche i poliziotti, che lo capisca prima o poi anche Letizia?

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