sabato 9 giugno 2007

Roma, 9 Giugno


In piena facoltà,

Egregio Presidente,
le scrivo la presente,
che spero leggerà.
La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì.
Ma io non sono qui, Egregio Presidente,
per ammazzar la gente più o meno come me.
Io non ce l'ho con Lei, sia detto per inciso,
ma sento che ho deciso e che diserterò.

Ho avuto solo guai da quando sono nato
e i figli che ho allevato han pianto insieme a me.
Ma mamma e mio papà ormai son sotto terra
e a loro della guerra non gliene fregherà.
Quand'ero in prigionia qualcuno m'ha rubato
mia moglie e il mio passato, la mia migliore età.
Domani mi alzerò e chiuderò la porta
sulla stagione morta e mi incamminerò.

Vivrò di carità sulle strade di Spagna,
di Francia e di Bretagna e a tutti griderò
di non partire piú e di non obbedire
per andare a morire per non importa chi.
Per cui se servirà del sangue ad ogni costo,
andate a dare il vostro, se vi divertirà.
E dica pure ai suoi, se vengono a cercarmi,
che possono spararmi, io armi non ne ho.

(Il Disertore, di Boris Vian, tradotta dal francese da Giorgio Calabrese. E' cantanta in versione italiana da Ivano Fossati, la potete ascoltare qua)

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