lunedì 11 giugno 2007

Pro o Contro?


Sabato due manifestazioni contro la politica di Bush. Una dei movimenti, e una dei partiti della cosi' detta sinistra radicale. La prima e' stata un successo, l'altra praticamente deserta. Sinistra Critica lascia Rifondazione, che nelle amministrative naufraga soprattutto al nord come l'Unione, mentre i rappresentanti di PrC si stracciano le vesti ammettendo di avere sbagliato nel rapporto coi movimenti e nell'ascolto delle esigenze di operai e disoccupati.

Qualcuno ci vede il segnale che e' un po' troppo complicato stare al Governo con un piede, e con l'altro stare con chi il governo lo contesta. Perche' in quella posizione non ci si puo' permettere di essere radicali su tutto.
Il governo e' bloccato su molti temi, paralizzato dalla coperta troppo piccola che non copre allo stesso tempo Giordano e Mastella. Ma invece di rimanere nell'ambiguita', scontentando movimenti e operai, radicali e moderati, governo e cdontestatori, forse sarebbe meglio scegliere una linea, spiegarla bene, e andare dritti per quella strada. Aderire al programma, entrare nella coalizione, spiegare che seppur con molte contraddizioni e molti concessioni, questo e' l'unico modo per incidere sul disegno del paese, per portare il proprio contributo.

C'e' stato invece il rompete le righe, con gli esponenti dei partiti di tutta la coalizione (e molto di piu' da altre aree che da PrC), che hanno preso a dire tutto e il contrario di tutto, in una girandola di dichiarazioni su ogni singola iniziativa di governo. Peraltro quasi mai in accordo con la decisione presa al Consiglio dei Ministri poco prima. Credo che sia proprio quello che va evitato. Che qui sia una delle chiavi del crollo dell'Unione alle amministrative, e in parte dell'altissima astensione. Si trasmette la percezione che non si stia facendo un lavoro serio. Si paralizza il governo per apparire coerenti e invece si innesca un meccanismo opposto e controproducente. Non si trasmette una visione e un progetto con i battibecchi, col navigare solamente a vista sull'emergenza, chicchierando amabilmente con i furbetti di turno.

Serve una svolta; speriamo che arrivi il 14 ottobre. E che non sia comunque troppo tardi. Ma se il Partito Democratico sara' solamente, come qualcuno teme, una svolta al centro, una sinistra "light" e lideristica che dividera' invece di aggregare, allora siamo perduti. Le premesse, per ora, non sono esaltanti.

Nessun commento: