Visualizzazione post con etichetta famiglia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta famiglia. Mostra tutti i post

venerdì 24 ottobre 2008

Riconoscere le coppie omosessuali


La rivista Aggiornamenti Sociali, diretta da padre Bartolomeo Sorge e redatto da un gruppo di gesuiti e di laici, ha pubblicato sul numero di Giugno in occasione dei 60 anni della Costituzione un interessantissimo lavoro intitolato "Riconoscere le unioni omossessuali?". Il gruppo di studio sulla bioetica che l'ha redatto, partendo dal Magistero della Chiesa e dalla Costituzione della Repubblica, offre una preziosa sintesi che si sforza di non condannare ne' escludere a priori, ma cerca la possibilità di uno "spazio di incontro" tra le diverse posizioni. Nel tentativo di suggerire una via d'uscita dai quei vicoli ciechi che hanno costituito una sconfitta per entrambe le posizioni nel recente dibattito. L'idea di partenza e' che, come mostra la gran parte delle indagini, la persona si scopre nella maggioranza dei casi omosessuale senza volerlo e in modo irreversibile, cosi' che lo spazio lasciato alla libera scelta e' molto ridotto: "il compito dell'etica non sta quindi nell'insistere per modificare questa organizzazione psicosessuale, ma nel favorire per quanto possibile la crescita di relazioni più autentiche nelle condizioni date". Tenendo conto di questo punto di vista, il punto focale della richiesta di un riconoscimento pubblico dell'unione affettiva di due persone dello stesso sesso e' che racchiude in se' la volonta' di un riconoscimento tout court di se stessi, che e' la base di una completa autostima sociale. La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e sociali diventa allora "uno sforzo per entrare con il proprio progetto di vita nel ciclo di vita della societa' nel suo insieme, contribuendovi positivamente, in maniera non concorrente, non surrogata della coppia eterosessuale, con una specificita' pero' ancora da focalizzare".
La Chiesa, che finora ha visto spesso come non autentico e disordinato l'amore omosessuale, non ha pero' davvero esplorato tutta la questione, non interrogandosi sulla rilevanza sociale di una coppia stabile nella ricerca del bene comune. Anche il Concilio Vaticano II infatti individua il bene comune come "l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e speditamente" (Gaudium et spes, n.26). E allora chiaro che prendersi cura stabilmente dell'altro, in ogni tipo di relazione, non puo' che essere visto come una forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso come un contributo prezioso alla vita sociale. Pur mantenendo chiare le distinzioni dal matrimonio, ne segue la difficolta' a sostenere che il riconoscimento di alcuni diritti e responsabilita', fondate sulla continuita' e stabilita' di convivenza e di una relazione affettiva, costituirebbe una svalutazione dell'istituto matrimoniale o una modificazione profonda e negativa dell'organizzazione sociale. E certamente si debbono includere tra i rapporti riconosciuti come stabili anche quelli tra persone dello stesso sesso, non perche' ci si basi sulla loro connotazione omosessuale, ma per la loro rilevanza sociale e costituzionale (Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale). Conclude dunque lo studio:

Il riconoscimento giuridico del legame tra persone dello stesso sesso, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell’altro, stabilmente, è forma di realizzazione del soggetto e al tempo stesso contributo alla vita sociale in termini di solidarietà e condivisione. Ed è proprio per questa relazionalità che il legame tra persone dello stesso sesso, così come avviene per altre forme di relazione sociale, può essere garantito, non nella forma di un privilegio concesso in funzione della particolare relazione sessuale, ma nel riconoscimento del valore e del significato comunitario di questa prossimità.
La politica e la norma di legge esauriscono qui il proprio compito, prendendo atto senza ulteriori precisazioni di un legame in essere. Non spetta al legislatore indagare in che modo la relazione viene vissuta sotto altro profilo che non sia quello impegnativo, ma necessariamente generico, dell’assunzione pubblica della cura e della promozione dell’altro e di altri — che assumono tipologie e manifestazioni diverse —, fatto salvo intervenire quando vengano meno il rispetto e la tutela della persona, con danno conseguente. Invaderebbe campi che non le appartengono una scelta politica che volesse stabilire a priori forme accettabili di espressione di quel legame — ad esempio affettiva e sessuale — e in base a esse riconoscere e garantire determinate tutele. Nel riconoscimento dei propri limiti e quindi delle proprie responsabilità la politica e il potere dello Stato mostrano rispetto per le persone e ne riconoscono la priorità.
In questo quadro la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico. Essa rappresenta un’opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell’attuale contesto storico. E ciò senza mettere in discussione il valore della famiglia, evitando così indebite analogie, abusi e pericolosi scivolamenti verso ulteriori pretese.


Ne consiglio la lettura anche a Binetti e compagnia: un'ottica equilibrata e capace di coniugare, dall'interno della Chiesa, visioni diverse. Di associare alla richiesta di diritti e di riconoscimento i doveri e responsabilita' verso l'altro e verso la societa', insistendo sulla valenza sociale della stabilita' affettiva. Altro che tolleranza discreta e prudente, nel tentativo (vano?) di contenere il fenomeno senza legittimarlo. Buona lettura.

domenica 14 settembre 2008

Priorita'


Un ragazzo di colore e' stato ucciso a sprangate a Milano per una scatola di biscotti. Da un padre col figlio, evidentemente trapasso di nozioni. L'emergenza aumenta, ma c'e' chi ritiene piu' fondamentali le coppie di fatto, i divorzi, e la messa in latino.
Mi sfugge comunque un nesso: "La Chiesa deve opporsi con fermezza, anche a costo di andare controcorrente, ai principi che fanno la forza e la grandezza del Sacramento del matrimonio": ma che c'entrano le unioni civili con il sacramento del matrimonio? Sarebbe come dire che se cambiano le regole del calcetto a 5, la FIGC deve preoccuparsi perche' sono in pericolo i fondamenti del calcio.
Il Papa parla poi di "alcuni frutti già manifestati" dal "motu proprio" che ha liberalizzato la messa in latino. Forse, mi scrive Augusto, la guerra in Georgia? I tentativi di espansionismo USA in Sudamerica? L'esplosione dell'intolleranza e del razzismo? La precarizzaione del futuro dei giovani, quello si' vero ostacolo alla famiglia? La crisi alimentare dovuta all'aumento di prezzo delle materie prime? Forse con la Messa in latino caleranno almeno i consumi di ostie...

giovedì 3 aprile 2008

Ecco, appunto


A proposito del post precedente, leggo adesso le dichiarazioni della presunta paladina della cristianita' Professoressa Binetti. Dato che per candidarsi nelle liste del PD ha firmato sia il manifesto dei valori, sia il programma elettorale, e dato che sia il programma al punto 2 comma d e il manifesto al punto 2 sono piuttosto chiari in merito e non passibili di interpretazione, o si rimangia quello che ha detto e chiede scusa o va fuori subito. E se non si puo' piu' cambiare le liste, si impegni a rinunciare gia' il 15 Aprile. Nel dubbio, meglio se va fuori, ha gia' abusato abbastanza della nostra pazienza, che noi un cilicio del genere non ce lo siamo scelti. Se abbiamo gia' mollato qualche zavorra, non e' una buona ragione per non completare l'opera.
Per consolazione una buona notizia, cade l'ultimo muro d'Europa. A Cipro l'unificazione e' piu' vicina, dopo 45 anni. Di questi tempi i muri fan fatica a stare su, almeno quelli.

sabato 29 settembre 2007

Mano male...

...che c'e' anche Osvaldo, che da solo gioca al biliardo:



Non e' di grande compagnia ma e' il piu' simpatico che ci sia! Uuuuh, che noia qui al bar, che noia la sera, la sera vedersi qui al bar. Che noia qui al bar. Il Corvo ci vede giusto un'altra volta, almeno che due gol splendidi, dribbling, assist e mille palloni giocati non siano solo un fuoco di paglia. Tempi duri per il Pazzo. E mentre l'Inter strapazza la Roma, noi siamo secondi in attesa degli altri.

Almeno riesco a farmi passare la malinconia del compleanno del Berluska, e del regalo agghiacciante che gli hanno fatto i leghisti (quelli dei 10 milioni di combattenti per la liberta' del nord). Oltre a una foto ose' della Brambilla con dedica ai Circoli della Libertina, una bella maglietta verde. Effettivamente, grazie a Dio non sono nella famiglia Berlusconi, mi basta De Michelis come cugino di 3 grado di mia madre... A meno che la F maiuscola di Famiglia non significhi altro.

sabato 23 giugno 2007

I Rom e il Family Day


Viaggio rocambolesco ieri. Un unico treno nella due giorni di sciopero Trenitalia viaggia dalla Germania, pieno quanto un treno indiano. Chiedo dello scipero al capotreno, che non ne conosce i motivi: niente male. Aria condizionata al minimo, io che leggo concentratissimo il bel libro di Grossman "Qualcuno con cui correre" per non pensare al sudore che mi appiccica al seggiolino. E quando finisce apro il giornale. Cerco dello sciopero, ma neppure un rigo. Mistero. Forse farebbero piu' notizia e servirebbero di piu' gli "scioperi alla rovescia" che proponeva Danilo Dolci in Sicilia negli anni '50.

A Monaco arriva la Repubblica con la cronaca di Milano. Non sono di Milano, ma la sfoglio comunque e la mia attenzione casca su un articolo riguardo a tafferugli tra i Rom e la polizia per lo sgombero di un campo. Storie che sentiamo continuamente. Il titolo pero' e' strappalacrime: "E Gerardo, piccolo zingaro, fa i compiti in mezzo alla battaglia". Penso ai bambini Rom che ho conosciuto vari anni fa quando frequentavo insieme a Paolo il campo Rom dell'Olmatello a Firenze, e sorrido pensando agli amici che con qualche difficolta' ero comunque riuscito a farmi, e che non capivano perche' "sprecassi" il mio tempo con loro. Direi proprio che non e' andato sprecato, e quelle poche ore mi sono servite non per capire, ma almeno per accostarmi a quel mondo dalla parte giusta.

Questa la faccenda: un campo abusivo viene smantellato. Alcuni nuovi containers vengono messi a disposizione delle famiglie evacuate, ma circa 20 nuclei familiari restano fuori, in massima parte per precedenti penali. Per loro non c'e' posto nella Milano della Letizia. Loro, comprensibilmente, si infuriano. Meno comprensibilmente tentano di bruciare i container assegnati agli altri. Interviene la polizia. Iniziano le mediazioni. Il sindaco propone di assegnare loro degli stanzoni dove gli uomini da una pate e le donne con i bambini dall'altra le 20 famiglie possano vivere. C'e' qualcosa di piu' umiliante per una famiglia che essere costretti a vivere separati in stanzoni con altre persone?

Ora, ma chi ha proposto questa cosa non e' lo stesso sindaco che ha aderito al Family Day con tanto di gonfalone comunale, per dire a tutti che a Milano si tutelano le famiglie? Dove si rifiutano finanziamenti a tutte le manifestazioni che hanno qualcosa a che vedere con i gay per tutelare appieno la famiglia fatta di uomini, donne e loro bambini? Eppure i Rom accettano, a patto che la loro situazione venga discussa per il lungo termine.

Sempre a Milano, tempo fa da una rissa tra vigili e cinesi scoppio' una rivolta di quartiere. Il pugno di ferro contro immigrati e clandestini del sindaco sembra non portare molti frutti, almeno nel breve termine. L'articolo col titolo strappalacrime finisce cosi':

Un vecchio agente, in servizio d´ordine pubblico da sempre, è perplesso: «Politici importanti non ne sono venuti, di televisioni ne ho viste poche, di questi non gliene frega niente a nessuno. Il problema, però, è che non sono solo qui. Ti sei fatto un giro sotto il ponte della Ghisolfa, verso la ferrovia? Ma hai visto là quanti sono? E in via Bovisasca sei passato? Ormai chiudi un posto, dai due regole da una parte e dall´altra parte rispunta un casino. Pensare di risolverlo con i manganelli è uno sbaglio». Non dice «sbaglio» il poliziotto, usa un termine più colorito.

Se lo capiscono anche i poliziotti, che lo capisca prima o poi anche Letizia?

martedì 15 maggio 2007

I cammelli al galoppo nella cruna dell'ago


Me ne sono andato in vacanza il piu' lontano possibile dalle due piazze del Family Day e da Roma. Ho cercato di non pensarci e di godermi il weekend. Ma poi ho comprato un giornale italiano. E ho letto.

Ho letto di un ignobile tentativo del capo dell'opposizione di strumentalizzare la piazza, sostenendo che chi e' cattolico non puo' essere di sinistra. Ho allora ripassato mentalmente tutto cio' che ho mai letto nei Vangeli, e non ho trovato nulla che fosse in un qualche contrasto con l'essere democratico, progressista, di sinistra e financo socialista. Ho scavato nella memoria nei cinque anni di governo delle destre e non ho trovato nel messaggio Cristiano niente del populismo, delle politiche egoiste e utilitaristiche, del clientelismo, del togliere a chi e' piu' in difficolta' per dare a chi gia' ha, di una visione del mondo basata sul potere e sul denaro. E mi sono confermato di stare dalla parte giusta. Anzi, un po' sono d'accordo. I cattolici non possono essere solo di sinistra. Devono essere molto di piu', perche' gli uomini non solo sono tutti uguali, sono tutti fratelli. Non solo e' giusto che tutti abbiano stessi diritti, dignita', possibilita', ma gli altri sono nostro prossimo, e ne siamo responsabili. "Da questo diranno che siete miei discepoli", non dalla bandierina che agitiamo. Tra le altre cose, Domenica il Papa ha detto che sia il comunismo che il liberismo hanno fallito. Probabile che i liberisti presenti in piazza questo particolare facciano finta di non averlo sentito.

Ho letto che era una manifestazione "contro" i Dico e non "per" qualcosa. Nonostante tutti alla vigilia avessero cercato di affermare il contrario, salvo poi essere smentiti dalle dichiarazioni dal palco degli organizzatori, dicendo che era "per" chiedere piu' politiche per la famiglia, curiosamente all'unico governo che negli ultimi 15 anni ne ha parlando e progettato davvero. Ho capito che la gente che e' andata in piazza e' stata strumentalizzata per guadagnarsi un'etichetta, per usare l'essere cattolico come una palizzata e un alibi per evitare il confronto e la sintesi tra posizioni diverse. Ho capito che i cattolici democratici e di sinistra stanno diventando ora piu' che mai scomodi al nuovo sodalizio fra gerarchie ecclesiastiche reazionarie e destra conservatrice. E che vogliono fare di tutto per far loro perdere credibilita' e sostegno.

Ho letto un editoriale molto bello di Eugenio Scalfari che vi invito senz'altro a leggere: "I cammelli al galoppo nella cruna dell'ago".

venerdì 11 maggio 2007

Due piazze, due famiglie?


Domani due piazze, due manifestazioni, due visioni diverse di famiglia?

L'errore più grave a mio giudizio è quello di creare una contrapposizione fittizia tra sedicenti modelli diversi. I problemi della famiglia, quella vera, non sono e non saranno certo conseguenza della richiesta di alcune tutele. Allargare non vuol dire minare. Basta guardarsi attorno e parlare con le giovani coppie, quelle vere, per capire che le ragioni profonde dell'insicurezza e instabilità attuale della coppia sono molto più legati ai fattori di precarietà sociale e lavorativa, dalla mancanza di prospettive a corto raggio per i giovani.
Ad esempio, come fanno due giovani con un contratto di ben un paio d'anni, magari all'estero, e uno di 6 mesi part-time, che vivono e lavorano a 800 Km di distanza, a mettere su senza problemi una famiglia e vivere felici e contenti?

Poi ovvio che non tutto e' un diritto e non tutto e' per tutti, e che le cose vanno fatte con criterio. Ma tra tutto e nulla c'e' qualcosa nel mezzo, e fare finta che i problemi non esistono non e' un sistema che di solito funziona per risolverli. Senza contare che il disegno di legge del Governo e' tutto tranne che un simil-matrimonio e un allargamento generalizzato di tutti i diritti di cui godono le coppie sposate. Prevede addirittura dei doveri specifici di mutua assistenza fra conviventi, e non prevede molte delle fandonie che si sentono in giro. Il testo proposto lo potete seguendo il link sopra, mentre il Ministero per le pari opportunita' ha preparato questa scheda.

Mi domando allora perche' si faccia tanto strepito negli ambienti sedicenti ultra-cattolici per Dico e simili, giudicati come serio pericolo per la famiglia, e si taccia di fronte al proliferare di contratti precari di ogni tipo, la mancanza di aiuti seri per la prima infanzia, asili nido assolutamente inadeguati alla necessita' etc etc etc. Questi sono i problemi che mettono in diffic
olta' i giovani che vogliono sposarsi, avere figli, fiducia nel futuro. Non certo avere l'alternativa dei Dico, che invece per altri non e' un'alternativa ma l'unica risorsa.

Come sempre, il silenzio e' quello che mi brucia di piu'.