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sabato 14 luglio 2007

Blade Runner


Riprendendo un po' il post su Brian May, ieri sera al Gran Gala' di Roma e' successo un fatto storico. E qui la lezione e' ancora piu' grande. Per la prima volta un atleta disabile ha sfidato atleti normodotati, ed e' pure arrivato secondo.

Oscar Pistorius e' sudafricano, ha 20 anni, ed a soli 11 mesi ha subito un amputazione di entrambe le gambe a causa di una malformazione. Dopo aver giocato a rugby con buoni risultati ha scoperto l'atletica, e grazie a alle protesi speciali in fibra di carbonio, che vengono utilizzate dagli atleti con amputazioni, ha battuto tutti i mostri sacri dello sport per disabili. In una bel servizio di Al-Jazeera Oscar, il suo medico e l'allenatore raccontano la sua storia.

Oscar va cosi' forte che ha deciso di sfidare gli atleti normodotati, convinto di riuscire a battere il suo record personale di 46"34 e correre nei 45"95 che lo porterebbero direttamente ai mondiali di Osaka. A Roma non c'e' riuscito, si e' fermato a 46"90. Secondo dopo aver staccato nel rettilineo finale gli altri, quando la sua progressione si fa inarrestabile e non contano, come sui blocchi, le caviglie che non ha. Ci riprovera' a Sheffild tra pochi giorni, e ci sara' anche il primatista del mondo qualche corsia accanto a lui. L'uomo piu' veloce sui 400, e l'uomo piu' veloce su nessuna gamba, come chiamano Oscar, il "Blade Runner".



Come in tutte le belle storie fatte di volonta', di sacrificio, di difficolta' enormi, di allenamenti duri, certamente piu' duri di chi le gambe le ha tutte e due, c'e' un ma. E il ma sono proprio le due protesi a lama, fabbricate da una ditta islandese specializzata, che gli consentono di avere l'elasticita' necessaria per correre. La federazione internazionale di atletica non ha ancora deciso se quelle protesi danno ad Oscar un vantaggio o meno rispetto alle gambe degli altri atleti. Alcuni dicono che i vantaggi sono molti: riceve spinta addizionale, non subisce l'effetto dell'acido lattico ai polpacci, fruisce di una falcata piu' ampia.

E' anche vero, come ha detto Alex Zanardi, il quale guida con una protesi, che si tratta di "protesi elastiche ad alta restituzione di energia. Se la restituisce, prima gliela devi mettere, mica te la regala". E che tra tutti i paratleti l'unico che spaventa i normodotati e' solo Oscar, quindi il vantaggio non dev'essere cosi' enorme. E il tutto senza mettere sul piatto tutti gli svantaggi con cui Oscar, che corre sulle sue gambe fino a sotto il ginocchio, si deve confrontare.

Tra le lame di Oscar e la provetta in vena, io a Sheffild faccio il tifo per le lame. Forza Oscar.

martedì 5 giugno 2007

Un singolo che non poteva fare nulla


Tre eventi, tra quelli che hanno segnato la storia, hanno avuto un impatto decisivo durante la mia prima adolescenza. Avevo tra i 12 e 14 anni, e guardavo dal telegiornale, che mio padre si ostinava a voler seguire al posto di bellissimi cartoni animati, il mondo che cambiava velocemente e radicalmente. Capivo poco, chiedevo qualcosa, altro rimaneva misterioso. Ma delle televisione mi hanno sorprendentemente colpito piu' queste cose che l'Uomo Tigre e Mazinga, di cui oggi ricordo quasi nulla.

Oggi ricorre l'anniversario del primo di questi eventi, forse quello che piu' di tutti mi ha segnato e colpito. Era il 1989, un anno destinato a cambiare per sempre l'assetto geopolitico mondiale. Gli studenti cinesi manifestavano da aprile in Piazza Tiananmen a Pechino per denunciare la corruzione e la mancanza di liberta' civili e chiedere la democrazia. Si radurano in centinaia di migliaia per diverse manifestazioni, cominciarono un lungo sciopero della fame, innalzarono in pochi giorni una grande statua di cartapesta e polistirolo, la Dea della Democrazia, al centro della piazza. Non si fermarono neppure dopo la dichiarazione della legge marziale. La notte del 4 giugno il governo cinese represse nel sangue la rivolta, mandando l'esercito con tanto di carri armati a riprendere il controllo della citta', causando migliaia di morti e decine di migliaia di feriti.

Non capivo molto di quanto stava accadendo. Sapevo solo che quei ragazzi stavano rischiando grosso per poter vivere in un paese migliore e piu' giusto, non capivo come fosse possibile che un'esercito potesse sparare sulla propria gente. Il 5 giugno, quando ormai la durissima repressione era in atto e i massacri si moltiplicavano, un'immagine fece il giro del mondo. Un ragazzo, di cui non si seppe piu' nulla, in una strada nei pressi della piazza fermo davanti a una fila di carrarmati armato solo di due sacchetti della spesa riusci' a fermarli per attimi interminabili.



Era anche lui un singolo che non poteva fare nulla. Eppure sposto' quei carri. Perche' allora non provare anche noi a spostare le montagne? Questo lo capii bene. Non esistono uomini soli che non possono fare nulla.